Se lasciamo da parte i noiosi vantaggi evoluzionistici della memoria, la domanda è interessante.
Non è una novità che la Musica, in tutta la sua sensibilità e bellezza, sia una perfetta metafora della vita.
E allora proviamo a dirla così.
Forse ci vorrebbero più orecchie innocenti.
Se l'attitudine dei musicisti è quella di suonare la musica come se fosse la prima volta, allora sicuramente possiamo ascoltarla come pubblico come se fosse la prima volta.
Eppure la gente va ai concerti perché vuole ascoltare "le canzoni vecchie", le grandi hit, i brani storici. Se vado ad ascoltare Paul McCartney in concerto, non sentirò le canzoni dei Beatles o degli Wings o dei suoi lavori solisti recenti alla stessa maniera. È difficile mettere da parte le nostre passioni ed aspettative. Ma quello che succede è che siamo in parte bloccati in una celebrazione del passato.
Che può essere un gran divertimento... quando nel 2008 ho visto il concerto degli Iron Maiden e hanno portato in tour celebrativo Powerslave (album del 1984), fra scenografie spettacolari, pupazzi giganti che si muovevano sul palco e singalong, è stata una serata bellissima.
Ma cosa succede se il fine è diverso? Sentire la musica/vivere come se fosse la prima volta. Quei momenti che salgono per la spina dorsale e cambiano la vita.
Certo, Paul McCartney e gli Iron Maiden riempiranno sempre gli stadi dove suonano, mentre uno come Paul Weller, che suona sempre e solo musica nuova se è fortunato suona nelle sale degli oratòri - dico per ridere. Ma tutta la musica è nuova, a prescindere da quando sia stata scritta, nel momento in cui viene suonata dal vivo, eseguita in quel momento. Quindi succede che le nostre memorie e nozioni preconcette potrebbero mettersi in mezzo, e alterarci la percezione del presente.
E che dire dei nostri tentativi di creare dei ricordi?
"Devo ricordare questo" o "devo fare una fotografia per conservarla per sempre".
In quei momenti, tentare di fermare l'attimo rischia di rimuoverci proprio da quello stesso attimo che in futuro tenteremo di ricordare. Impedendoci di farlo davvero, perché eravamo concentrati su altro, in quel momento.
Mi è capitato di assistere a spettacoli, concerti, eventi, film, momenti di vita quotidiana veramente speciali, per poi avere come feedback commenti delusi come "Eh, ma non hanno fatto questo pezzo... / non c'era questa persona, quindi è mancato quel qualcosa in più..." oppure, il migliore di tutti: "Eh, ma non mi è piaciuto tanto così com'è andato".
Io, invece, spero sempre di avere la mentalità pronta ad affrontare una versione acustica di "I Saw Her Standing There" e/o una versione a band intera di "Blackbird". Ma pure un brano più nuovo, come "Beautiful Night", può essere altrettanto da brividi. Basta dargliene la possibilità, senza precludercela soltanto con il pensiero "beh, non è un brano dei tempi d'oro".
Spero di conservare sempre le mie orecchie innocenti, e di cercare sempre quegli stimoli, quell'ispirazione, ovunque possano annidarsi.
Perché ci sono, ovunque. Oggi come ieri e l'altro ieri. Se qualcuno dice che "ai miei tempi"... non credetegli, e se vuole vivere nel passato, lasciateglielo fare.
Molto meglio vivere oggi.
Quando una persona è arrabbiata, quello che serve non è stare a giustificarsi o a cercare di risolvere il problema che ha fatto arrabbiare. A volte basta un gesto che faccia breccia e abbatta tutto il cattivo umore. Il resto viene da sé.
A 2:37, invece, se si ascolta bene, è possibile sentire il rumore dei ricordi.