Your dreams In Black And White...
Nightmares In Black And White...
Sweet dreams In Black And White...
Your Life is Black And White...
(Sonata Arctica, In Black And White)
Sonata Arctica – In Black and White
Nightmares In Black And White...
Sweet dreams In Black And White...
Your Life is Black And White...
(Sonata Arctica, In Black And White)
Sonata Arctica – In Black and White
19 Novembre 2007 - Sweet Dreams in Milan
Ore 8:30
E' a quest'ora che da Roma Termini parte il nostro treno, destinazione Milano, nella fattispecie all'Alcatraz, per poter finalmente assistere ad un concerto da lungo tempo atteso... quello dei Sonata Arctica. Gruppi di spalla saranno gli Epica (OK) e i Ride the Sky (CHI?). Io e Livia partiamo, consci del fatto che ci aspettano quattro ore e mezza di treno. Io mi porto anche da studiare, ma l'unica cosa che riuscirò a fare sarà leggere "La Sfera del Buio", quarto volume della saga della Torre Nera di Stephen King.
Il mio equipaggiamento è particolarmente ben pensato. Sulle spalle ho uno zainone grande da 70 litri, in cui metto dei vestiti di ricambio... più uno zainetto più piccolo (da lì il nome di "zaino matrioska") in cui tenevo libri e piccole cose, e che mi sarei portato al concerto VUOTO per scaricarci dentro giacche, felpe e affini.
Il viaggio si rivela piacevole nella sua lunghezza. Sul treno, ho modo di sentire altri amici del Balamb Forum con cui ci saremmo trovati alla stazione di Milano centrale, cioè Gaara (d'ora in poi Ale) e Alex Drake (d'ora in poi Alex).
Ore 13.00
Finalmente arriviamo a Milano, e troviamo subito i nostri primi compagni di viaggio. Al binario 10 ci aspettano Ale e Alex, che si sono beccati lì aspettandoci. Dopo i dovuti saluti e omaggi, ci informano che l'appuntamento con gli altri filibustieri è al Duomo di Milano, quindi possiamo avere il tempo di andare in albergo a depositare le nostre cose.
Io e Livia alloggiamo all'Hotel delle Nazioni, un bell'alberghetto a cinque minuti dalla stazione. Lasciamo documenti, saliamo in stanza, posiamo i nostri bagagli (e sfilo lo zaino piccolo dallo zaino grande) e facciamo qualche foto sconcia: avevo addosso la maglietta di A Natural Disaster degli Anathema, presa due giorni prima dal loro concerto a Roma, e decido di togliermela, non volendola rovinare con l'inondazione di sudore che ci sarebbe stata la sera...
Usciamo dall'albergo e, in metro, raggiungiamo Piazza del Duomo. Per un mangiare sano e nutriente ci rechiamo al MacDonald's di turno (ma sì, una volta ogni tanto si può), ed è lì davanti che incontriamo Aerith (d'ora in poi Ilaria, visto che Fritty non deve essere commercializzato), ed è davvero un incontro speciale.
Ale avevo già avuto modo di incontrarlo a Roma tempo fa, per Capodanno. OK, era in condizioni non eccelse, diciamo, però l'avevo incontrato. Come avevo incontrato Alex a Lucca. Ilaria non solo era una novità assoluta, e non credo ci sia bisogno di nascondere quello che abbiamo passato insieme sul foro (personaggi mitici come Mr. Fanne's, buba, il Wladimiro) o soprattutto quello che ha fatto lei per me (fra gli altri, mi ha fatto conoscere i Blind Guardian e mi ha risvegliato dal torpore musicale, eh!!!). E quindi finalmente ci si vede! Lei dice di essere tutta ammaccata e inguardabile (?) perché venuta solo per un saluto, dovendo tornare presto a lezione.
Entriamo nel Mac e troviamo tutti gli altri. Ci sono Uriel/Tid/Roxas/Nano/Fungo (d'ora in poi il Nano) e la Giù Sbrill *_* (d'ora in poi la Flashatrice), che avevo già visto a Lucca, e ci sono anche due volti nuovi. O meglio, uno mi sembra di averlo visto da qualche parte, e infatti si rivelerà essere The Phenomenal One, alias Mirko (d'ora in poi TPO). Sorpresissimo della sua presenza, non mi aspettavo ci sarebbe stato, sarà una piacevolissima scoperta e di una simpatia disarmante, oltre ad un grande compagno di concerto! L'altro sarà un amico sardo del gruppo, un altro Francesco (d'ora in avanti il Sardo), che non conoscevo proprio, ma che già era stato in compagnia degli altri il giorno prima, al concerto di Porcupine Tree e Anathema: un'altra conoscenza ultra positiva e un altro grande compagno di concerto!
Mangiamo qualcosa, e Ilaria già ci deve salutare. Se ne va così, col suo valigione scandaloso, ma ci si rivedrà sicuramente in futuro, magari davanti ad una pizza fumante Ae Oche di Venezia.
Al Mac c'è chi ha BARATO ed è andato a vedere le precedenti setlist dei Sonata Arctica. Io cerco in ogni modo di zittire, e non riuscendo, mi tappo le orecchie. Il Nano è inoltre particolarmente gasato: deve infatti intervistare Simone Simmons, bellissima cantante degli Epica, e oltre a sbandierare un certo entusiasmo per la cosa, conta anche di poterla mettere incinta. Aveva sempre detto che sarebbe venuto a questo concerto principalmente per gli Epica, che i Sonata Arctica non lo interessavano più, e di prepararci ad una non eccellente prestazione da parte del vocalist Tony Kakko, un po' traballante quando li aveva visti lui l'ultima volta... noi diciamo che staremo a vedere...
Si parla tranquillamente del più e del meno, del concerto passato di Porcupine Tree e Anathema e di quello che sarà di Sonata Arctica ed Epica (interrogandoci su questi misteriosi Ride the Sky, che pensavo essere un folle gruppo di ragazzine problematiche) e di pettegolezzi forumistici, accecamenti della Flashatrice a parte, quando un tizio di colore ci si avvicina.
Io stavo già per saltare in piedi a dire, "No, no, non ho soldi", quando questo ci dice tranquillamente che se abbiamo finito di mangiare dobbiamo uscire per fare posto ad altri... insomma, era il "buttafuori" del Mac, e io per fortuna mi sono risparmiato una colossale figura di merda delle mie (un giorno ne compilerò un elenco, tanto per farvi ridere).
Usciamo quindi dal Mac, e attraversiamo Piazza del Duomo per entrare da Mondadori, dove Ale e Livia si prendono un caffè. Intanto, il Nano ha tirato fuori il suo Nintendo DS e passeggiando si mette a giocare a... Cooking Mama. E questo probabilmente sarà il simbolo del pre-concerto: non ci si scollerà MAI, a parte poche volte.
Livia e il Nano si trovano particolarmente simpatici, soprattutto Livia devasterà senza pietà qualsiasi gusto o commento di lui con sonori "BLEAH", "CHE SCHIFO", "MA FA CAGARE", affinando così la loro affinità.
Si fa una certa, e decidiamo che è ora di avviarsi all'Alcatraz. Ale non verrà al concerto con noi, così facciamo le ultime foto e lo salutiamo, non prima però che possa consegnare al Nano un simpatico regalo di compleanno: un maiale in cui inserire il cellulare. Il bello è che il Nano l'ha pure ringraziato. Boh.
Salutato Ale, prendiamo il tram che ci porterà davanti all'Alcatraz. Ovviamente durante il percorso il tema principale è quello musicale.
Arriviamo all'Alcatraz di buon umore, perché un amico del Nano aveva detto che ci avrebbe tenuto dei posti in fila. Quando arriviamo e vediamo la fila, il nostro umore scema lievemente.
Ore 15.00
La fila, anche se mancavano diverse ore all'apertura dei cancelli (che non era ben chiaro neanche quando sarebbe avvenuta, alcuni dicevano 18, altri 19...), ci si presenta già piuttosto nutrita... ci mettiamo sconsolatamente in fila, non volendo di punto in bianco superare tutta quella gente...
Poi il Nano sente al telefono il suo amico, che sta effettivamente a poca distanza dal cancello. Decidiamo di andarlo a salutare... e quando dovremmo tornare al nostro posto nelle retrovie, quel vecchio spirito patriottico italiano prende il sopravvento, e facendo finta di niente, ci immettiamo sempre di più nella fila, continuando a chiacchierare con gli amici del Nano. E incredibilmente finiremo pure più avanti di loro...
Bene, davanti a noi si prospettano diverse ore di fila. E si ammazza il tempo in diversi modi. Quello principale è ovviamente Cooking Mama col DS del Nano, che crea ricette venefiche o combina disastri culinari, ma che è anche particolarmente preso, tanto da esultare vistosamente anche nella fila. A memoria di questo, Mirko TPO ha anche filmato un momento particolarmente focoso delle sue sfide. Ogni dieci minuti, puntualmente, il Nano se ne esce dicendo: "Ahhh, tra [inserisci minuti di prima qui - 10 minuti] devo andare ad intervistare gli Epica!!!" e riceve risate e pernacchioni. Il DS con Cooking Mama intanto passa alla Flashatrice, che però non riesce bene quanto il collega.
La fila presenta spunti interessanti. Sulle mura dell'Alcatraz spicca la scritta "Edonisti siete tristi", oltre ad altre varie firme di chi è passato lì ad aspettare ore in altre file per altri concerti (fra questi anche diverse firme dei nostri, a quanto ho capito), mentre il coro preferito risulta essere "EMO! EMO! VAFFANCULO!", ma c'è anche ovviamente il coro che inneggia ai Sonata Arctica. Io, TPO e il Sardo cominciamo ad elaborare stratagemmi con cui far dissipare la folla e arrivare sempre più avanti ("Ehi, guardate là!!! C'è Tony Kakko!!!" oppure, indicando il Nano: "Ehi!!! Qui c'è uno che dice che i Sonata sono scarsi!!!"), ma non mettiamo in atto nulla, alla fine.
Si pianificano invece strategie per quel che sarà dentro: passiamo o non passiamo per il guardaroba? Staremo davanti in balìa del pogo, oppure dietro sugli spalti? Mentre pensiamo, FINALMENTE, il Nano va a fare la sua intervista. Per quanto gli avessimo tenuto il posto in fila, lo ritroveremo dentro l'Alcatraz, sgattaiolato sotto le gambe dei colossi della Security, e da lì davanti alle transenne.
Noi rimaniamo fuori: la fila si è allungata sempre di più (Sold out per l'Alcatraz), e io rimango addirittura in semplice maglietta a maniche corte, per non spendere tanto al guardaroba: metterò giacca e felpa dentro lo zainetto vuoto.
Ore 19.00
In tutto il tempo in fila però non mi annoio per niente. Anzi, la compagnia è piacevolissima, e fra la Flashatrice, TPO, Alex Drake, il Sardo, Livia e me, non si sa chi ha sparato più scemenze. Rimane il fatto che vogliamo cercare di goderci insieme il concerto il più possibile. Comincia ad arrivare per tutti quanti, nessuno escluso (per chi già non l'avesse), l'eccitazione pre-concerto.
Finalmente le porte si aprono, e alla meno peggio riusciamo tutti ad entrare molto presto. Da bravo essere superiore quale sono, dopo aver mostrato il biglietto all'entrata, lo butto nello zaino che lascio al guardaroba, quando prima di entrare nella grande sala del concerto bisognava ancora mostrarlo. Eroicamente e a scazzottate torno indietro, recupero il pezzo di biglietto e in pochi minuti ho raggiunto ancora gli altri, in ottima posizione, in terza fila, davanti al microfono centrale.
Le luci sono ancora tutte accese, e sullo sfondo del palco troneggia un grande cartellone rosso con la scritta "RIDE THE SKY". Nella fila, abbiamo poi appreso che questi Ride the Sky non erano altro che il nuovo gruppo dell'ex batterista degli Helloween, Uli Kusch ("OK, non mi interessano", - cit. Nano).
La sala comincia a riempirsi mentre sembra che sul palco sia tutto pronto per il primo gruppo della serata, appunto i Ride the Sky. Le luci si spengono quasi subito. Io sono piazzato vicinissimo a TPO e al Sardo. Poco avanti a noi, la Flashatrice alla destra, Alex e Livia alla sinistra, e in prima fila il Nano, che però non vediamo per evidenti motivi. L'entusiasmo è alle stelle.
Il tempo di dire qualche parola che di lato vedo apparire un tipo con le bacchette da batterista in mano, e da questo intuisco che... ci siamo! La mia attenzione si concentra allora sul palco (in realtà un tizio con la cresta molto affilata mi era davanti, diciamo che avevo paura che mi staccasse un occhio con un movimento inconsulto, quindi un po' di attenzione la davo anche a lui), e da un lato all'altro fulmineo passa un altro omino che con una torcia lancia un segnale alle nostre spalle, probabilmente a chi gestisce le luci. E finalmente sono tutte le luci, anche quelle del palco, a spegnersi!
La folla urla! Ormai tutti sappiamo che il concerto sta per avere inizio. Anche se con un gruppo che quasi nessuno conosce. In realtà, quando le luci si riaccendono e Uli Kusch fa il suo ingresso, si leva ben più di qualche ovazione. Lo storico batterista degli Helloween comincia a fare linguacce al pubblico (come le farà per tutta la mezz'ora in cui suoneranno i Ride the Sky) e con le bacchette comincia a incitarci a battere le mani. Un po' per il suo carisma, un po' perché finalmente sta avendo inizio la serata, tutti sono molto partecipi. Così entrano in scena anche gli altri membri del gruppo, un chitarrista, un bassista e un tastierista/chitarrista (combinazione che non avevo mai visto prima), fino, alla fine, al cantante. Tutti rigorosamente vestiti di pelle.
I Ride the Sky risultano decisamente piacevoli. Sicuramente meglio un branco di tedesconi birrafondai che un gruppetto di ragazzine problematiche come mi aspettavo!
Unico loro problema il venir usati come prove generali per audio di strumenti e casse: da dove eravamo noi, gli sforzi del vocalist si sentivano poco o niente. Vocalist che, comunque, ce la metteva davvero tutta, e nelle pause andava a scolarsi una bottiglia di birra sul retro del palco!!
Ma si sa, i tedeschi sanno come animare un audience. Il lead guitarist in particolare si lascia andare a virtuosismi che non sono da ultimo arrivato, fa boccacce e soprattutto gesto delle corna a go-go. E rimango stupito, nel mio rispondere sghignazzando a quelle corna, a sentire come ci sia anche qualcuno alla mia sinistra che conosce le canzoni e le canta con il gruppo!
E quasi alla fine del loro concerto, comincia il pogo.
Sapevamo che lì davanti ci sarebbe stato da pogare, e quindi da soffrire. Inizialmente sono poche spinte, e si reggono. Oltretutto, ero vicino ad una ragazza BELLISSIMA, quindi la cosa non è che era precisamente insostenibile, ecco. Ma ad un certo punto la cosa comincia a diventare TROPPO violenta, e qualcuno (fra cui anche questa ragazza, che tirerò su di braccia) comincia a cadere. Dietro di me, cadono anche TPO e il Sardo più di una volta. Io vengo schiacciato per terra soltanto una volta, ma mi è bastata e avanzata.
Ci rialziamo tutti un po' sconvolti e continuiamo a goderci lo spettacolo. Riuscendoci.
Nel frattempo, i Ride the Sky terminano il loro tempo, salutano e se ne vanno.
E posso dire di essermi divertito davvero tanto. Giudizio assolutamente positivo. Hanno anche dimostrato personalità... non è facile tenere un audience per cui risulti completamente sconosciuto in quel modo. Insomma, bravi Ride the Sky!
Le luci tornano ad accendersi, e siamo tutti indietreggiati di blocco di qualche fila, io, TPO, il Sardo e anche la bellissima ragazza alla mia sinistra... ma davanti a noi ho perso gli altri. Parte una colonna sonora di sottofondo che non si capisce cosa c'entri col concerto in questione (Pink Floyd, Slayer...), ma comunque rimaniamo lì di gruppo, un po' ammaccati per via del pogo ma curiosi di vedere gli Epica. In particolare, il Sardo ne è un ferrato ascoltatore. Io prima di oggi avrò sentito un paio di tracce loro, di cui una non ricordo neanche il nome...
Sullo sfondo, il logo dei Ride the Sky viene piano piano arrotolato per svelare, dietro, un altro logo ben più grande degli Epica (con "Olè!!" a ogni lettera che veniva scoperta, fino a grida felici e applausi quando il logo viene svelato per intero).
Passa poco tempo e di nuovo sul palco passa l'omuncolo che era passato anche prima, che con la sua potente torcia fa segnali luminosi a qualcuno dietro di noi: le luci si spengono ancora, parte un'intro, e capiamo che è il momento degli Epica.
Dalle grida, si capisce che con i Ride the Sky si è scherzato, ora sta per salire in scena un gruppo sicuramente più conosciuto e che ha una vasta schiera di sostenitori presenti!
Finisce l'intro e tutti i musicisti salgono sul palco: per ultima, la bellissima vocalist Simone Simmons. Ovviamente da parte delle solite bestie partono i cori "NUDA, NUDA" e "OLLELLE', OLLALLA'...", e se da una parte penso che hanno pure ragione, dall'altra non mi piacciono queste mancanze di rispetto verso il lavoro di gente che fa della musica la propria vita.
Massicciamente forniti di tastiere e chitarre ritmiche, gli Epica alternano pezzi melodici in cui Simone Simmons la fa da padrona con la sua voce angelica a pezzi decisamente più pesanti in cui è il chitarrista, anche vocalist maschile in growl, a prevalere. Ai bordi del palco sono piazzati grossi ventilatori di cui fanno uso specialmente la Simmons e il chitarrista maschile. Pesante headbanging da parte di tutti i membri del gruppo, tranne un chitarrista, che ha i capelli corti... in particolare, la Simmons ci dà più volte mostra del suo famoso "elicottero", in cui ci perdiamo in quella rotazione della massa dei suoi splendidi capelli rossi. E anche il tastierista ci va giù pesante...
Purtroppo nell'Alcatraz la quantità di fessi presente è piuttosto elevata, e si comincia a pogare violentemente anche con gli Epica. Se da una parte cercavo di godermi il più possibile il concerto, per quanto fossi venuto per i Sonata Arctica, ora comincio ad avere un caldo fastidiosissimo, e non riesco neppure ad alzare le braccia. TPO e il Sardo mi convincono che non è aria, e arretriamo ancora un po', solo di qualche fila, in una zona che sembra più tranquilla.
Da lì, TPO e Francesco sembrano godersi decisamente di più il concerto. Io invece non riesco molto, e ne approfitto per ricaricarmi le batterie, sia fisiche che mentali. Davanti il pogo continua veramente furioso, e una volta il vocalist maschile ("Everyone, please, make ONE STEP BACK, you're hurting the people in the first row", con tanto di pausa durante lo show) e una volta la Simmons richiameranno i pogatori, ma niente da fare.
In particolare, anche dove ci trovavamo noi, in decima fila circa, vedo qualcuno di poco alla mia destra che comincia a saltare addosso alla gente e a spingere, cercando di incitare ancora un altro pogo. In tutto lo stress accumulato, butto a questo individuo una mano sulla spalla e lo giro con forza, gridando, per farmi sentire sopra la musica: "NO, ADESSO BASTA!" solo per vedere che era una ragazza... insomma, probabilmente avrei rifatto la stessa cosa, ma magari ci sarei andato un po' più delicato, ecco.
Alla mia sinistra, i miei compagni di viaggio si stanno decisamente godendo il concerto, e sono contento per loro. Ma alla fine anche gli Epica esauriscono i loro quaranta minuti, e ci salutano.
Purtroppo me li sono goduti meno di quello che avrei voluto per colpa del pogo, ma anche per loro, impressione assolutamente positiva, e sicuramente li ascolterò con più attenzione. La Simmons, oltre ad essere veramente bella, ha anche una bella voce, e il resto del gruppo mi ha fatto veramente sentire come ognuno di loro fosse DENTRO la musica che suonavano, SEMPRE, impressione che non ho riscontrato sempre in tutti i gruppi, a dare una grinta contagiante. Infatti tutti pogavano. Vabbè.
Più tardi avremmo saputo che a questo punto il Nano, soddisfatto e sazio, era indietreggiato con la Flashatrice, per guardare i Sonata Arctica da più indietro, senza insardinarsi nel pogo.
La setlist degli Epica, fornita dal Nano:
1) Indigo
2) The Obsessive Devotion
3) Sensorium (che era quella che avevo sentito che mi ricordavo, wow)
4) Sancta Terra
5) Fools of Damnation
6) Cry For The Moon
7) Quietus
8) Consign To Oblivion
Le luci si riaccendono, e adesso, finalmente, più nulla ci separa dai Sonata Arctica, evento centrale della serata! Come previsto, a questo punto la gente si accalca il più possibile contro di noi. Francesco il Sardo ha bisogno di bere ed esce un momento dalla fila, dicendo che sarebbe tornato presto. Fino alla fine del concerto, non lo rivedremo più! Per la calca, poi, mi allontano sempre di più anche da TPO, e sarà un peccato, perché alla fine ai Sonata Arctica non avrò nessuno di noto vicino a me... ma come vi dirò, anche la compagnia improvvisata sul momento è stata piacevolissima.
Si smontano la batteria e le tastiere degli Epica, e si svela la batteria dei Sonata Arctica di Tommy Portimo, ad un piano sopraelevato del palco. Come per il passaggio dai Ride the Sky agli Epica, anche stavolta il logo degli Epica viene srotolato, e dietro appare quello blu dei Sonata Arctica, con dei lupi su una rupe che ululano ad una luna piena. E anche stavolta c'è l'approvazione del pubblico!
Attendiamo un altro po', e finalmente... SI SPENGONO LE LUCI!!!!!
L'ovazione che segue è tra le più forti della serata.
Dalle casse parte un leggero pezzo in pianoforte, mi è stato detto di Chopin. Il pezzo prosegue e l'osannazione non accenna a diminuire... anzi, aumenta quando fa l'ingresso sulla scena Tommy Portimo, batterista dei Sonata Arctica, che saluta con le bacchette in mano e prende posizione dietro la sua postazione. Subito dopo è Marko Paasikoski, bassista, a fare la sua entrata. Altra ovazione. Quindi entrano insieme dalla sinistra Elias Viljanen (detto E.Vil) ed Henrik Klingenberg (detto Henkka), altre ovazioni (purtroppo sicuramente più rivolte ad Henkka che al bravissimo sostituto di Jani Liimatainen), e finalmente entra anche il vocalist Tony Kakko, per l'ultimo scrosciante applauso.
Tony prende posto davanti al microfono. Occhi chiusi, muove le mani come a suonare su un'invisibile pianoforte la melodia che ci giunge alle orecchie dalle casse, con molta immedesimazione: non per niente ha studiato due anni di tastiere...
Ad un tratto, una nota evidentemente troppo stonata in quella serie scorrevole di tasti, attimo di silenzio, le luci esplodono, e parte violenta la chitarra acustica di Elias nelle prime note di IN BLACK AND WHITE, track d'esordio del nostro concerto come del nuovo album dei Sonata Arctica, Unia. Unia, album molto diverso dai precedenti dei Sonata Arctica, per quanto a me sia piaciuto molto, deve essere ancora digerito: ma ugualmente alle prime note della canzone tutti alzano le mani e urlano felicissimi per l'inizio di una grande serata!!
I'm a doorman at my Death Row, you faceless foe of heart
An accent, a drop of darkest blood on snow, white feather in the tar....
Parte anche a cantare Tony Kakko.
Incredibilmente avrò la fortuna di trovarmi in mezzo ad un gruppo di sostenitori di Unia, che come me conoscevano le tracks del CD nuovo a memoria.
Now I will hit you where it hurts
Take what is rightfully mine, I need a sign
That you're worth fighting for
Ma in generale saranno in molti a gridare i pezzi più belli della canzone. Mi sento veramente in estasi a quello che per me è il climax della canzone, fra luci ed ombre, fra la voce in questa occasione molto aggressiva di Tony, le dure chitarre di Elias e la decisa batteria di Tommy:
We've no rights, JUST PASSION AND RAGE!!!!
A cui segue l'arpeggiante assolo di chitarra di Elias. Il sostituto di Jani deve trovarsi a riempire un vuoto difficile, e sarà sotto esame per tutto il concerto. Ma sarà assolutamente impeccabile. Tanto per dirne una, un certo Steve Vai ha lasciato sul suo myspaces un messaggio entusiasta in cui loda la sua composizione e tecnica.
In Black And White prosegue perfetta, e lo stesso Tommy Portimo si diverte a cambiare ritmi qua e là, rendendo più gustosa la resa live. Incredibilmente, anche dopo Ride the Sky ed Epica, il microfono di Tony Kakko risulta un po' abbassato, ma è l'unico neo di una prestazione eccellente. Molto ben fatto il gioco di luce che altera lo sfondo dal blu naturale ad un glaciale bianco/grigio in certi momenti.
La canzone sfuma lentamente, i piatti di Tommy chiudono, che già Tony dice: "Thank you, Milano, this is PAID IN FULL!" e senza che possiamo avere il tempo di mostrare i nostri apprezzamenti per la canzone appena finita, già festeggiamo per quella che sta per cominciare, ed ecco che le leggere tastiere di Henkka partono nella seconda traccia di Unia, quella subito successiva ad In Black And White, che è stata anche il singolo dell'album e per cui il gruppo ha anche girato un video. Le chitarre di Elias lo accompagnano in una canzone che sicuramente ha avuto del tempo per essere digerita e che infatti riscontra bene l'entusiasmo del pubblico.
Tony sente particolarmente una delle mie canzoni preferite di Unia, dal testo assolutamente non scontato e vissuto, ed anche il pubblico non manca di farsi sentire, specialmente a...
I need you... less and less...
Every day feeds this moral decay
Yet I have grown to love you even more
Divertente e prevedibile quando all'ultima ripetizione di questo bridge dal "you" precedente, a differenza degli altri, c'è un tempo di pausa, che alcuni tonti dell'Alcatraz non colgono e cantando risuonano nel silenzio più assoluto (... YOUUU!), ma la maggioranza non ci casca...
La canzone va avanti, e nel finale sfuma: stavolta non c'è un altro inizio di canzone a bruciapelo, e abbiamo il tempo di applaudire. Tutta la stanchezza e tutto lo stress che avevo accumulato per il pogo di Ride the Sky ed Epica magicamente svanisce, mi sento assolutamente alla grande, sospinto da quella splendida sensazione che ti prende braccia, gambe e testa che ti fa andare avanti, sempre e comunque!!!
"MILANOOOOOOOO!" fa Tony.
"EEEEEEEEEEEEHHHHHH!!" risponde l'Alcatraz, entusiasta.
"Really really happy to be here to play for you..." altre grida: ovviamente anche noi lo siamo...
"Aaaaaare you people ready to SING?!" prosegue poi Tony.
"YEAHHHH!!!!" risponde in coro il pubblico, decisamente felice e soddisfatto!
Evidentemente, anche Tony è soddisfatto e soprattutto impressionato di quella reazione così grintosa, perché guarda Henkka, strabuzza gli occhi in un'espressione comicissima, e fa': "Hell, yeah!" tutti ridono.
"You're right! This is... VICTORIA'S...."
"SECRET!!!!" GLI URLANO DIETRO QUEI POCHI CHE RIESCONO A MANTENERE IL CONTROLLO dall'urlare.
"... SECRET!!!" CONCLUDE ALLORA LUI!!!
Il pezzo da novanta di Winterheart's Guild si apre con un coro di tastiere che stavolta live è allegramente sostituito dal pubblico in una realizzazione emozionantissima che si può solo vivere e non descrivere.
Dalla mia postazione vedo benissimo Tony Kakko che è seriamente impressionato e ci dirige con le mani come un direttore dirigerebbe la sua orchestra, per quanto non ne abbiamo effettivamente bisogno. Quindi comincia a cantare, fino al refrain che, assolutamente travolgente, si canta tutti in coro, PER FORZA SALTANDO E AGITANDO LE BRACCIA IN ARIA, nonostante non sia precisamente un facile singalong.
Dancing on the path and singing, now you got the way
You can reach the goals that you have set now on, every day
There is no way you would go back now, oh no, those days are past
LIFE IS WAITING FOR THE ONE WHO LOVES TO LIVE, AND IT'S NOT A SECRET...
Veramente splendida. E se da una parte Unia mi è piaciuto, dall'altra una signora bestia come Victoria's Secret mi scuote anche di più di In Black and White e Paid in Full. Mani nei capelli dall'emozione: è davvero cominciata!!! Ci sono dentro!!! E MI STO DIVERTENDO UN CASINO!!!
Bellissimo e riuscitissimo l'assolo di chitarra e tastiera che si intreccia per poi sfociare in un nuovo refrain... e quindi alla fine. Tutti ora applaudono convintissimi, anche quelli che erano rimasti titubanti per le due tracce iniziali di Unia.
Le luci calano ancora e rimane visibile soltanto il microfono di Tony, che sorride, non un sorriso d'occasione, neanche un sorriso di semplice felicità, ma un sorriso veramente sorpreso.
"Okay, now, the next song is unfortunately... BROKEN..." E SUBITO ALTRE URLA, soprattutto di incredulità. In questa mezza ballad, stavolta è più facile cantare in singalong con Tony...
I was raised from a broken seed...
I grew up to be an unwanted weed...
... e tutti battono le mani a tempo. La ballad, tutta in crescendo, a tratti è squartata dalla chitarra di Elias, e sale fino al bridge:
I'd give my everything to you, follow you through the garden of oblivion
If only I could tell you everything,
The little things you'll never dare to ask me...
E qui parte a fare backing vocals il tastierista Henkka, con la sua voce un po' sguaiata.
DO YOU REALLY KNOW ME?
... I might be a God...
Show me that you care and have a cry ... prosegue Tony...
HOW DO YOU SEE ME? di nuovo Henkka... e così via.
Tutto questo fino al refrain, che è composto da quattro linee. E l'audience si divide in due: chi canta le quattro righe con Tony...
On this deadwinter's night
Darkness becomes this child
Bless this night with a tear
For I have none, I fear…
... e chi, fra una riga e l'altra, mani al cielo, fa: "Na... nana... nana..." con Henkka. Io ero fra questi.
Bellissima mezza ballad, da brividi anche i malinconici assoli nel mezzo (e fra parentesi, Elias, l'unico dei Sonata Arctica con i capelli lunghi, si fa prestare un ventilatore degli Epica...), davvero, ma anche questa trova la sua fine, sfumando.
Anche le luci scemano, e un riflettore rosso rimane puntato su Tony.
"Alright! Now... do you want something more SPEEDY?!"
"YEAH!!!"
"And perhaps.. something from the ECLIPTICA album?!"
BRUSIO D'ECCITAZIONE. Abbiamo già circoscritto le canzoni fra cui sarà estratta quella che ci capiterà di lì a poco. Attimi di silenzio in cui tutti gli occhi sono puntati su di lui. Accanto a Tony, Elias, sorridente, sembra attendere qualcosa. Ancora una volta Tony con una delle sue facce lo indica con entrambe le mani. Poi le riabbassa. Poi le rialza verso di lui. Poi le riabbassa... viene verso il microfono... e fa...
"This is... EIGHTH...!!!"
NON CI CREDO.
"COMMANDMEEEEENT!!!"
"... EIGHTH....!!!"
"COMMANDMEEEEEEEEEEEENT!!!" RISPONDE L'ALCATRAZ, E IN PARTICOLAR MODO LA MIA PERSONA, Tony allarga le braccia, ed ecco che il grande E.Vil attacca le frenetiche chitarre di 8th Commandment, una delle mie canzoni preferite del gruppo e di Ecliptica, l'album di esordio dei Sonata Arctica, che tanto avevo sperato di sentire live.
Alle chitarre seguono subito batteria e tastiera, e Tony passeggia per il palco a lunghe falcate, esaltando le prime file con ampi gesti delle braccia. Come nel DVD For The Sake of Revenge, lancia un lungo e forte acuto, preciso, sempre vivo: grandissima performance. Il pubblico salta, zompa, braccia levate: "EH! EH! EH! EH!" senza bisogno di essere incitato. Anche Tony sembra davvero sorpreso ed entusiasta. Si lascia andare ad un headbanging prima di partire a cantare, e mima addirittura gli ultimi, rapidi colpi di batteria che introducono il suo cantato. E mentre canta non si nega qualche saltello e qualche corsetta per il palco.
ALL THOSE LIES SUIT YOU...
THEY ARE CUSTOM MADE TO DRIVE YOU OUT OF REALITY...
Non ce n'è uno intorno a me che non stia così, braccia sollevate, a cantare. E non importa se qualcuno stona, non importa se qualcuno non ci arriva: stiamo solo facendo più casino possibile.
When you wake from your dream you know what is true?
Vocals precise e aggressive, Tony non sbaglia una nota, e si lascia andare a "YEAH!" "UOAH!" di entusiasmo fra una linea e l'altra. Anche Elias mostra continuamente la sua approvazione. Marko, alle spalle di tutti, sembra divertirsi silenziosamente. Ben due refrains sono tutti per il pubblico...
STAY... for a while, stay forever.
Sing for the times you are BOUND TO BETRAY...
RUN... for your life, run forever
Your eyes tell a lie, and the liars must always... DIE
... e le nostre voci quasi sopprimono il microfono in un certo punto:
...He will treat us all equally.
... CAN YOU FEEL THE FIRE BURNING?
Eccezionale. Assolutamente eccezionale.
Un altro assolo incrociato di chitarra e tastiera ci fa riprendere il respiro, ma non ci facciamo trovare impreparati quando il refrain riprende, e Tony lo lascia cantare tutto a noi. Vivrò alla grande questo pezzo, gratissimo ai Sonata Arctica per avermelo suonato!!!
Come tutte le cose belle, anche 8th Commandment finisce, ma Tony ci riprende subito, con tono veramente estasiato. E ora ci dice anche il perché:
"UOAH! Milano...!! Milano, you are the LOUDEST audience on this tour, so far!!"
ATTIMI DI OSANNAZIONE. Tony ci scruta, scuotendo il capo, soddisfattissimo.
"... And I don't think anybody stands this chance against you, people! YOU FUCKING KICK ASS!!! YOU KNOW THAT!?!?"
E se già ero in tilt per 8th Commandment, questo mi riempie ulteriormente di adrenalina...!!!
Ma basta perdersi in chiacchiere, è il momento di andare avanti, e dobbiamo mantenere alto il titolo che ci siamo guadagnati, di audience più rumoroso del tour...!!
Tony va verso la batteria di Tommy, e intanto Henkka dalla sua tastiera comincia a far uscire delle dolci note che conosciamo tutti troppo bene... infatti non tardano ad arrivare le urla incredule.
"HENKKA, you really kick ass!!" dice Tony, tornando al microfono, quasi ad interpretare i nostri pensieri. "... this is TALLULAH..." ci informa poi Tony, come se non l'avessimo capito da noi...
Dopo un pezzo fast come 8th Commandment, una ballad come Tallulah, dall'album Silence, è assolutamente perfetta e assaporabile. E soprattutto, è molto più speciale live che su CD.
...... Remember when we used to look how sun sets far away...?
E' solo l'inizio di una dolce canzone che proprio per i toni delicati di Kakko vedrà ancora una volta l'Alcatraz come assoluto protagonista. Brividi per chi, come me, è davanti a Tony, immerso nel frastuono.
I hope your wish came true...
Mine betrayed me.
E il refrain è la cosa più bella.
Tallulah... it's easier to live alone, than fear the time it's over
Tallulah... find the words, and talk to me, oh, Tallulah...
This could be... heaven.
E inevitabilmente e quasi ridendo, i miei occhi vanno su Tommy, che sta suonando la sua batteria impeccabilmente e senza impegno, mentre piuttosto si diverte a guardare il pubblico che canta:
I see you walking hand in hand with long-haired drummer of the band...
Un pezzo così malinconico dal vivo assume una forza speciale, soprattutto quando è cantata dal pubblico, braccia levate che Tony subito comanda ad ondeggiare, battiti di mani e atmosfera... fantastica.
E non come a Paid in Full, stavolta, al finale, all'ultimo refrain, nessuno si sbaglia.
Tallulah, this could be........... senza "heaven"!
E l'Alcatraz si risveglia da uno strano torpore in cui era finito, gridando ed esultando di gioia!!!
Le luci stavolta si spengono tutte... e ci lasciano al buio ad applaudire. Poi ancora una volta altre note escono dalla tastiera di Henkka, e un faro blu lo punta mentre suona quelle poche note che ancora una volta è impossibile non riconoscere. Nessuno la annuncia, ma fra la folla, quel nome serpeggia.
"... FULLMOON!!!" e forse questo, di seguito a Tallulah, è stato un picco del concerto.
Henkka suona le ultime note, poi ci incita a battere le mani a tempo, cosa che fra l'altro stavamo già facendo...
Si accendono lentamente anche le altre luci, e Tony comincia a cantare assieme a noi.
Sitting on a corner all alone,
staring from the bottom of his soul,
watching the night come in from the window... window...
It'll all collapse tonight, the.. FULL MOON is here again...
La splendida canzone di Ecliptica parte tranquillissima sulle note del pianoforte e poi va in un continuo crescendo. Un continuo crescendo in cui si aggiungono prima batteria e poi chitarre, ma che raggiunge il massimo nel refrain, in cui Tony e il pubblico si alternano!!!
"She should not lock the open door..."
"RUN AWAY, RUN AWAY, RUN AWAY!!!!!"
"Full Moon is on the sky and he's not a man anymore...
She sees the change in him but can't..."
"RUN AWAY, RUN AWAY, RUN AWAY!!!!!"
"See what became out of her man... FullMoon"
Assolutamente.
Senza.
Parole.
E anche stavolta, tutti quanti intorno a me urlano. Non importa se urli intonato. Non importa se urli giusto. BASTA CHE URLI. E a dire il vero, urlando così forte, è difficile controllarsi. In quel momento noto che un ragazzo alla mia destra ha una bandiera della Finlandia, che ogni tanto sventola. Io lo guardo, sorrido, gliela indico e alzo il pollice della mano destra. Lui mi guarda, sorride, mi butta in mano un estremo della bandiera e un secondo dopo siamo in due che urliamo "RUN AWAY, RUN AWAY, RUN AWAY..." saltando e sventolando la bandiera finlandese...
Uno dei tanti poteri della musica...
Anche la grandiosa FullMoon si esaurisce, forse fra gli applausi più calorosi della serata. Le luci si spengono, e stavolta rimane un faro rosso puntato su Tony, che raccoglie gli applausi.
"The next one is about the start of a story of a man... whose name is... CALEB..."
E qualunque brano fosse venuto dopo FullMoon, avrebbe senz'altro preso meno applausi. In questo caso ci capita Caleb, un'altra delle mie tracks preferite dal nuovo Unia, il primo capitolo di una trilogia, che prosegue in ordine con The End of this Chapter e Don't Say a Word.
Così parte la voce femminile registrata che avvia la track: "There's a man in this world... who has never smiled.."
E fortunatamente per me, mi trovavo in mezzo ad un gruppo di sostenitori di Unia, fatto che mi fa godere Caleb ancora di più, cantando le claustrofobiche lyrics e battendo le mani a tempo.
Over the hills, under the sea,
Fighting the will, whole Universe
Why does a man driving a hearse
Live in fear, Gift and a Curse
E anche la per me ottima Caleb va scemando, fra applausi comunque molto dignitosi.
Tony non perde altro tempo e va subito al microfono, indicando con la sua mano destra Elias.
"I bet Elias will help us with the one we're playing next... this is... BLACK SHEEEEEP!!!!"
NEANCHE IL TEMPO DI ESULTARE, CHE ELIAS E' GIA' PARTITO, sfrecciato velocissimo, dopo una mezza ballad come Caleb, nei meandri di una delle tracks dei Sonata Arctica con i riff di chitarra più veloci. Ed Elias li esegue alla perfezione, senza far rimpiangere il buon vecchio Jani Liimatainen.
La canzone è una party-song straordinaria, e oltre ad avere un gasantissimo riff di chitarra che Elias non ci molla un secondo.
Altre fonti mi hanno detto che al posto delle prime normali della canzone, Tony abbia invece cantato:
We're not Iron Maiden and we're not from England
We are Sonata and we come from Finland!
E non me ne sono neanche accorto!
Il refrain è qualcosa che tutti, dalle mie parti, cantano, pugno o corna all'aria:
Temple of the evil, Temple of the weak
no one knows how bad he feels
Late-night innuendo, temptation of the key
"Live with the Black sheep, live with me!!!"
E così per tante volte, di fatto troppo poche, perché la canzone è già finita.
Grandi applausi, e stavolta indubbiamente di più per Elias.
Tony torna al microfono.
"This one comes from a real-life happening. I bet you all are enjoying this evening, because IT WON'T FADE..."
Di fatto, non so per quale motivo, quasi nessuno aveva sentito la presentazione per un improvviso riabbassamento del volume del microfono, ma le prime note scacciano ogni dubbio e fanno riconoscere la nuova canzone di Unia.
Per diverso tempo sul forum dei Sonata Arctica ha serpeggiato la teoria che voleva It Won't Fade dedicata al vecchio chitarrista Jani Liimatainen, in modo opportunamente metaforizzato, di un lupo (da sempre simbolo dei Sonata Arctica) che abbandona il suo branco. E forse questa presentazione di Tony potrebbe stare a significare proprio questo...
Anche It Won't Fade rientra fra le mie tracce preferite di Unia, e sembra anche della "zona franca" in cui mi trovo. Belli i ritmi, forse non facile da cantare in singalong.
You borrow the moment, betray your own heavens
The darkness is thickening, breathing gets harder
The balance is off, some take more than give back,
the attitude, ignorance, proved to be fatal
E anche chi ancora non sa le parole, batte comunque le mani a tempo e si intrattiene in qualche modo. Bellissimo il refrain, che se non è tanto preso dal pubblico, è cantato con molto sentimento da Tony Kakko.
Feel the world has let you down
somehow, we cannot see this
Have to bear the winterburn
You can only wait, if it will fade with time
Come faccio particolarmente attenzione al sentimento che mette nella strofa più sotto accusa per la "teoria di Jani".
We cannot wait for you, for limbo, forever
Don't make us walk away, packs stay together
Fear would be justified. Will be there soon.
The things that you do will infect us too
Ma comunque apprezzo tantissimo la canzone, e senza badare al poco entusiasmo negli applausi intorno a me, compenso urlando e applaudendo per quattro!!!
It Won't Fade sfuma (fades...) e riprendono i cori: "SONATA!! SONATA!!"
Intanto le luci si sono spente e rimane solo un leggero suono di tastiera ad accompagnarci.
Capiamo cos'è quando partono le linee vocali di Tony.
... We met... that night... when the sea ran high...
E' proprio GRAVENIMAGE, da Winterheart's Guild.
Il tempo di un gemito di piacere, e sono tutti a battere le mani e a cantare.
Ora, Gravenimage dura quasi 7 minuti, ma nel DVD For The Sake of Revenge la usano soltanto per due minuti scarsi per poi usarla come intro a sorpresa per Don't Say a Word, che poi porta alla conclusione del concerto.
Allora nel mio io penso: "Oh, no, cavolo, qua o han cambiato la scaletta o la fanno intera, non può già essere finita!!" e infatti non lo è... dopo i due minuti e dopo l'attacco (mancato) di Don't Say a Word, la canzone continua...
When I was young...
... and eager to please anyone who had time…
E anche Gravenimage sfuma.
Per come mi sembra di aver capito quello che potrebbe essere l'andazzo della serata, si alterna una traccia lenta a una più veloce. Quindi ora dopo Gravenimage si dovrebbe passare a...
Non faccio a tempo a finire, che Tony annuncia... "SAN SEBASTIAN!!!"
E TUTTI SIAMO CONTENTI.
Dal punto di vista prettamente personale, preferisco Victoria's Secret a San Sebastian, visto che entrambe si aprono con un coro di tastiere che dal vivo è il pubblico a replicare... ma è stato ugualmente divertente e indimenticabile!!! Anche stavolta Tony ci dirige con le mani, ma anche stavolta è tutto assolutamente inutile... lo sappiamo già, grazie!
E anche stavolta il refrain è cantato saltando allegramente, con le luci che si accendono e si spengono, mani in aria, senza altri pensieri che la musica e il divertimento.
Sun of San Sebastian, eighteen years young today
She's all I ever dreamed, but now my skies are turning grey
It was good I got to know her well, because it made me see
That the sun of San Sebastian is just too hot for me
E alla fine anche San Sebastian finisce, le luci si fanno più fioche, Tony ringrazia Milano, tutti i membri salutano e velocemente escono dai lati del palco. Si tratta ovviamente del primo (e unico) encore della serata. I cori: "SONATA!! SONATA!!" si sprecano, ma ci sono anche i classici: "FUORI!! FUORI!!"
Ed effettivamente qualcuno torna fuori, ma è Tony, da solo. Le luci tornano ad alzarsi leggermente. Altre grida e altri applausi. Il vocalist prende il microfono. "Okay, since you're all so loud this evening, let's try something that we did only with the spanish people in Barcellona and the Hungarians..." bisbigli eccitati, che nell'Alcatraz risuonano. "Okay, group number one, will be from here... let's say... to... here..." e così dicendo, indica una fetta di audience alla sua sinistra e alla mia destra. "ALRIGHT?!" fà Tony, e alza un braccio in direzione del gruppo che ha appena formato: tutti quelli reagiscono urlando e alzando le braccia. Tony ripete il giochetto un paio di volte, e il group number one gli risponde sempre. Il vocalist dei Sonata Arctica è soddisfatto e sorride. "Okay. Now, group number two..." e passa davanti al massiccio gruppo centrale in cui c'ero anch'io... "... over here, I think... ALRIGHT?!" e anche qui, ci indica col braccio, e noi gli rispondiamo urlando felici.
"EEEEHHH!"
Poi Tony ripassa a indicare anche il gruppo uno. Anche il gruppo uno risponde. Poi ancora il nostro gruppo. Anche noi rispondiamo. Poi ci alterna, sempre più rapidamente, e noi rispondiamo sempre con forti "EEEHHH!!!", fino a quando non indica per due volte consecutive il gruppo due, e il gruppo uno si sbaglia pensando che fosse il proprio turno... Tony li indica con una finta espressione di sgomento sul volto, e ride, e con lui tutti noialtri...!!
Poi Tony divide il resto, la parte sinistra dell'audience per me, la destra per lui, nel terzo gruppo, e continua a giocherellare con noi facendoci urlare a comando. Bene, ci siamo: ora cominciano le cose serie...
Va dal gruppo numero uno, e gli dice: "You will be... the CRASH CYMBAL!!" e penso: cosa cavolo ha in mente questo!?!? "And how does the crash cymbal do? ... PSS!" suggerisce, e tutto il gruppo uno in coro, a comando, si mette a fare: "PSSSS!" così come prima li faceva urlare a comando ("EEEEHHH!") ora a comando gli fa fare i piatti della batteria ("PSSS!"). E tutti sghignazzano.
Finalmente arriva il nostro turno, il turno del secondo gruppo! "You will be... the TOMS, okay? ... BAMMM!!!" ci suggerisce, qualcosa di ben più casinista del PSSS, e non a caso, credo, visto che la mia zona centrale è stata finora sempre casinista al massimo! E proviamo anche noi: "BAM!!!" "BAM!!!" "BAM!!!" e ci alterna anche col gruppo uno: "PSSS!" "BAM!!!" "PSSS!" "BAM!!!" e ancora: "BAM!!! BAM!!! BAM!!!" "PSSS!" "BAM!!" "PSSS! PSSS!" e così via!!
Infine, dopo altri "Okay" vari, va dal gruppo numero tre: "And you will be... the BASS DRUM, allright? ... PUMMM!!" "PUMMM!!!" gli risponde quella zona dell'Alcatraz. E ormai abbiamo capito l'andazzo. Comincia ancora a chiamarci tutti in causa a turno: "PUMMM!!! PUMMM!!!" "BAM!!" "PSSS!" "BAM!!!" "PSSS!!" "PUMM! PUMM!!" e io mi stavo divertendo come UN CRETINO!!! Intorno a me, tutti ridevano, assolutamente presi da quello che stavamo facendo...
"Hell, yeah! That's how you do it!" grida Tony, e stavolta tutti e tre i gruppi insieme si mettono a gridare per l'entusiasmo!!! Partono anche le grida: "TONY!!! TONY!!! TONY!!!" mentre Tony si fa portare una sedia... e DUE BACCHETTE DI BATTERIA...
"Okay, here we go...!!!" comincia Tony, da seduto, con le bacchette in mano. Comincia dai soliti quattro PSSS PSS PSS; e comincia a BATTERE le bacchette in direzione delle zone dell'audience che aveva appena diviso, COMINCIANDO A SUONARCI, letteralmente, una bacchetta per i PSSS, una per i BAM, il piede per i PUM...
Va avanti così per un paio di volte...
E noi procediamo...
PSSS PSSS PSS PSSS!
PUM PUM...
BAM!!!
PUM PUM...
BAM!!!
E non ci accorgiamo che non ci sta facendo fare altro che un'introduzione famosissima...!!!
Ce ne accorgiamo solo quando posa le bacchette (noi continuiamo imperterriti per il ritmo che ci ha dato, che per chissà quale motivo sembra essere infuso nelle nostre vene), prende di nuovo il microfono e comincia a cantare:
"... BUDDY, YOU'RE A BOY, MAKE A BIG NOISE..."
Nientemeno che WE WILL ROCK YOU dei Queen!!! HAHAHAH, buonumore generale, i PUM PUM BAM vari cessano e tutti cominciamo a cantare con lui. Nel frattempo si aggiunge ad accompagnare anche la batteria di Tommy Portimo.
"Playin’ in the street gonna be a big man some day
You got mud on your face
You big disgrace
Kickin’ your can all over the place..."
"WEEEE WIIIILL... WEEEEE WIIIILL ROCK YOU!!!!" (E QUI RICOMINCIANO BREVEMENTE: PUM PUM BAM!!!) "WEEEE WIIIILL... WEEEEE WIIIILL ROCK YOU!!!!"
E andiamo avanti nei tre minuti più allegri e spensierati del concerto... fra "Hell yeah!" di Tony e PUM PUM BAM nostri!
We Will Rock You si chiude, e io sono sempre più divertito ed estasiato, come si dovrebbe essere ad un vero concerto. Nel frattempo sono tornati sul palco, oltre a Tony e Tommy, anche Marko, Henkka ed Elias. Trenta secondi di ovazione, e siamo pronti a ricominciare!
"This is a place you'll have to visit one day, when you'll come to Finland... this is... MY LAND!"
Io che sono sempre più incredulo non sto facendo altro che continuamente urlare, alzarmi sulle punte (mal di schiena dei giorni seguenti!), agitare le mani in aria e batterle fra loro. Un'altra killer song da Ecliptica si apre fra tranquille melodie. Tranquille melodie che noi calchiamo: "OOO-OOO-ooo... OOOO-OOOO-OOOO-OOOO-OOOO-oooohh..." fino all'attacco di Tony.
My own land has closed its gates on me
All alone in world, it's scaring me...
Lavoro magistrale di Elias alle chitarre che non sta sbagliando un colpo e rende questa My Land, altra canzone che Live, nel senso di VISSUTA, rende ancora di più che su CD, ancora più indimenticabile. Ed è ovviamente il refrain il più urlato.
Keep in mind what you have heard today
You might find that you're not so brave
Are you man enough, carry the load all alone...
When other have your own?
Ma nella mia zona non si scherza neanche a quello che secondo me è il climax della canzone.
I AM HERE TO CLAIM MY LAND!!!
Arriviamo alla fine di My Land, che i fari stavolta rimangono puntati su Elias, che comincia un assolo che, cavolo, conosco benissimo, e a cui però non riuscirò a dare il giusto nome se non alla fine del concerto: è l'assolo di CHILD IN TIME dei Deep Purple. Assolo che personalizza molto ma che non fa tradire la sua essenza principale di Ritchie Blackmore. GRANDE, Elias, GRANDE.
Finalmente altri meritatissimi applausi per lui, e Tony gli porta il microfono alla bocca.
"Hey, Milano!!" fa Elias. "EEEHHH!" anche se meeeno forti di quelli precedenti...
"Are you having FUN tonight!?"
"YEAAAHH!"
"WHAT?!"
"YEAAAHHHH!"
"... ME TOO!" E scoppiamo tutti a ridere.
Sicuramente Tony ha fatto un gran lavoro, sottolineando ogni suo gesto durante il concerto, perché sì, è vero, Elias deve sostituire un chitarrista amato come Jani, ma da come ho capito quella sera, la sostituzione è perfettamente a portata di mano!
Quindi il microfono torna al vocalist, che guarda sorridente tutto il pubblico. "Well, what can I say... there are many things I'd like to say you, guys, but right now I DON'T SAY A WORD...!!!"
E davanti a me, due ragazzi si guardano con occhi sgranati e si abbracciano. Io sono in estasi. Checchè si dica, Don't Say a Word, unico brano di Reckoning Night della serata, è un gran pezzo, mi piace tantissimo e anche il testo è importante, c'è chi lo sa. Partono i violenti riff di Elias, ancora una volta impeccabile. Headbanging e corna a ritmo, ci siamo!!
I am your poison candygram,
The love that's meant to fade away...
Ed è tutta cantata in singalong, dalle mie parti. Ma dove si sente che tutti urlano davvero è nel refrain, picco di una canzone tutta in crescendo. Le luci esplodono mentre, sempre saltando, tutti urlano...
Mother always said "my son, do the noble thing..."
You have to finish what you started, no matter what,
Now, sit, watch and learn...
"It's not how long you live, but what your morals say"
Cannot keep your part of the deal
So don't say a word... DON'T-SAY-A-WORD!
Per poi ritornare all'insana tranquillità della pianola di Henkka... mentre diciamo:
It won't be long now, love, like mist I slowly fill the room...
E la killer del concerto va avanti, ottime backing vocals di Elias ed Henkka, che però al: "PACTA SUNT SERVANDA!!!" vengono brutalmente tagliate fuori dal pubblico. L'ultimo refrain arriva troppo presto, ed una bellissima canzone che live dà semplicemente i brividi sfuma. Parecchio tempo lasciato agli applausi e agli osannamenti, Tony riprende il microfono.
"I'm afraid... this is the last song of the evening..."
"NOOOOOOO!!!" risponde l'Alcatraz con disappunto... ed in effetti lo si sapeva, i Sonata Arctica ormai chiudono sempre i concerti con Don't Say a Word e...
"But cheer up, we still have a good song to play for you! This one is... THE CAGE!!!"
... The Cage, appunto!!
La Wolf-Track di Winterheart's Guild sembra però essere del resto la migliore traccia del repertorio dei Sonata Arctica per chiudere un concerto, allegra com'è, FOLLE com'è nell'assolo e nel refrain per singalong!
Mai stata una delle mie preferite, ma lo ammetto, live è decisamente BELLISSIMA.
A lifetime ago, with frozen eyes they closed the door
Suddenly I realised what locks are for
No trusting them anymore, Lights - are - out
Ma è il refrain a farla veramente da padrone.
The Dream is alive, I can run up the hills every night,
Go around and see another side of the tree
Freedom has a meaning for me, HOWL WITH ME!
In tutte le sue variazioni...
Folle davvero l'assolo di Elias, che gli dà anche qualche variazione niente male in cui sembra finisca per impiccarcisi da solo, invece ne esce pure alla grande.
Dopo l'"HOWL AND DREAM" finale, The Cage finisce, e i piatti di Tommy ci stordiscono all'inverosimile. Ma molti di noi sanno che manca ancora qualcosa... e infatti, Tony:
"Hey Milano! Is there something you need?!"
"VODKA!!!" gridano i più esperti!!
E sull'onda di quei piatti, battiamo le mani a tempo... e comincia il singalong finale del concerto...
"Vodka... we need some Vodka... we need some Vodka... we need some Vodka!!" sempre più veloce, che alla fine si tramuta nel solito "EH! EH! EH!"
Anche Vodka alla fine fa il suo tempo, ed è davvero finita. Sorridendo e applaudendo e urlando a più non posso, riceviamo gli inchini da parte di Tony, Tommy, Elias, Henkka e Marko (Tommy lancia un asciugamano in aria e non riesce a riprenderlo... ), mentre il pubblico però a sorpresa reclama: "RE-PLI-CA! RE-PLI-CA!!!"
E Tony va verso la batteria dove Tommy sta ancora, e sembra parlottare per decidere se farla o meno... ma divertentissimo quando Elias, senza il consenso di nessuno, LA ATTACCA EFFETTIVAMENTE, e tutti gli altri lo guardano MALISSIMO... sghignazzando... ed Elias si ferma, facendo linguacce e pernacchioni. Inchini finali, quindi, ed è fatta. Tutti sgombrano il palco dopo gli ultimi saluti e le promesse di tornare prestissimo, e le luci si accendono ancora, stavolta tutte.
Mi guardo intorno e mi scopro assetatissimo e con la gola secca per quanto ho urlato. Paradossalmente non mi andrà via la voce. Ed è uno dei misteri del mondo degli esseri umani. In breve ritrovo TPO, con cui vado a prendermi DUE BICCHIERONI D'ACQUA. Incrociamo anche Livia, sfinita anche lei, e la trovo in condizioni di disidratazione estreme, quindi le cedo volentieri il mio bicchiere d'acqua. Lascio andare TPO e Livia fuori, mentre mi appresto a recuperare le nostre cose al Guardaroba. Dopo una lunghissima fila, recupero il mio portafogli, e volevo prendermi la maglietta di Unia del tour, ma il negozio era già chiuso... però sul forum dei Sonata Arctica ho trovato un ragazzo che li vede Domenica 25 e che me la procurerà... ahah!
Quindi esco fuori e trovo tutti gli altri: il Nano, la Flashatrice, Alex, il Sardo e TPO: Livia si prende una felpa fuori. Io sono ancora in maglietta a maniche corte, sudatissimo. La Flashatrice: "Ma mettiti la felpa!" Io rido. La Flashatrice: "METTITI LA FELPA ORA!!!" Io mi metto la felpa °_°. Tutti siamo veramente contenti, e anche il Nano ammette che i Sonata Arctica hanno fatto la loro porca figura. Il Sardo e TPO hanno i loro passaggi, il padre della Flashatrice (sant'uomo eh) è venuto a prenderla e Alex (con dei suoi ritrovati amici) deve andare in stazione centrale a prendere l'ultimo treno. Sono le 23.30 e la metro è ancora aperta: dopo gli ultimi allegri saluti, andiamo dunque a prendere la metro.
Avviandoci in albergo, io e Livia, di nuovo soli, ci fermiamo ancora ad un Mac Doland's a cenare, pigliando coca cola e patatine grassissime, chiacchierando del concerto, tutti e due impressionatissimi. Di lì in albergo, doccia obbligatoria, e finalmente meritato riposo.
Cosa posso dire, ci era stato detto (non solo dal Nano) che i Sonata Arctica non rendessero bene, live...
La prova di Tony è stata magistrale. Ha tenuto tutte le note alla grande, non ha stonato niente, e anzi ha lanciato pure urli notevolissimi. E si è rivelato un frontman eccezionale, ha tenuto la folla veramente bene, divertentissimo soprattutto il PS-BAM-PUM che poi è sfociato in un We Will Rock You a sorpresa. Ed era veramente ed onestamente sorpreso di tutto quel casino, non erano frasi di circostanza, lo si vedeva dalla faccia e dalle corsette per il palco che faceva!
Anche Elias è stato grande. Può sostituire Jani tranquillamente. Come chitarrista è eccezionale, e se era la velocità di Jani che secondo alcuni lo rendeva inimitabile, beh, aspettassero di vedere Black Sheep suonata da Elias. Inoltre, Elias è anche un gran compositore di musica, e sono convinto che darà un grandissimo apporto al prossimo album dei Sonata Arctica, di cui Tony è sempre stato il compositore principale. Con le sue qualità melodiche ci tirerà fuori senz'altro un album piacevolissimo, nello stile di Unia ma sicuramente più maturo e forse, chissà, anche più simile ai vecchi. Sarà una sorpresa. Ma una sorpresa che attendo fiduciosissimo. Per questo, dico a tutti: con Elias non si perde niente del vecchio Jani, state tranquilli.
Henkka è stato il solito mezzo matto e mezzo tranquillo, con sulla tastiera adesivi che incitavano al sesso e al non lasciare sole per strada le prostitute di notte al freddo. Eccellenti i suoi duetti con Elias, in certi momenti passeggiando per il palco con la keytar se ne andava proprio vicino a lui a ridere e a scherzare, a dire chissà quali battute.
Tommy è stato un metronomo come sempre, e Marko, tranquillo nel suo angolino, ha fatto il suo dovere.
L'impressione generale è stata quella di un gruppo di amici veramente compatto che si diverte a suonare quello che suona. E l'arrivo di Elias non ha scombinato niente, anzi, ha portato una nuova ventata d'aria fresca, pare!
Il concerto in sé è stato spettacolare, mi sono divertito tantissimo. Forse quanto a divertimento, solo il concerto dei Blind Guardian di un anno fa gli è stato superiore... ma quando suona il tuo gruppo preferito, è obbligatorio divertirsi...!
Grazie a tutti i miei compagni di viaggio, e grazie ai Sonata Arctica (e agli Epica, e ai Ride the Sky...!) per questa bellissima serata!
Alla prossima!
Intro
1) In Black And White
2) Paid in Full
3) Victoria's Secret
4) Broken
5) 8th Commandment
6) Tallulah
7) FullMoon
8) Caleb
9) Black Sheep
10) It Won't Fade
11) Gravenimage
12) San Sebastian
--- Encore ---
13) Tony Kakko show ---> We Will Rock You (Queen)
14) My Land
15) Elias Solo: Child in Time (Deep Purple)
16) Don't Say A Word
17) The Cage/Vodka Singalong
BONUS VIDEO: 8th Commandment
BONUS VIDEO: We Will Rock You
BONUS VIDEO: Cooking Mama consuma il Nano