La vita.
La vita è principalmente la base di tutto: senza di essa, e credo non ci sia bisogno di dimostrarlo in alcun modo, non potremmo provare, in senso tecnico, l'esistenza e l'essenza del mondo, come non potremmo provare, in senso lato, tutte quelle sensazioni che ne derivano vivendola. La vita, cosa curiosa da non far passare come secondaria, è anche l'unica cosa che sia equamente distribuita fra gli esseri viventi della Terra, e dopo di lei, l'amore, ma non tutti sono in grado di amare davvero. Spesso, alcuni tendono a sottovalutarla, e decidono di rinunciare a questo bene, perché porta loro troppe sofferenze. Nella loro stupidità abissale, questi personaggi non capiscono che anche la sofferenza è sentirsi vivi, ed è quanto di più lontano dalla morte. Perché la morte è il nulla, la completa atarassia. Ed è la cosa peggiore di tutte quelle conosciute, sia che si possa dare che ricevere. E se esistono quelli che preferiscono non provare sentimenti, allora non sono differenti dalle macchine, che, è vero, non soffrono, ma neppure gioiscono e si rallegrano. Il vero sapore della vita si sente in due casi: quando si è felici e quando si soffre. Ma tutti sono capaci a vivere quando sono felici, e tutto va bene. Sentirsi vivi nel dolore è qualcosa di più profondo, di cui non tutti possono essere in grado, anche se tutti possono impararlo. Ed è qualcosa che va imparato.
Perciò, nelle sofferenze e nei dolori più grandi, sospira, assaggia questo veleno, senti cos'è davvero la vita, e sentiti vivo, sapendo che finché stai cadendo, non stai toccando il fondo. In attesa di tempi migliori in cui sarà facile apprezzare più semplicemente questa vita.
(Childe Ipsen, Diario di Ipsen, Libro VIII, Cap. XI,
Par. XXVII)
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