Ho notato che molti
quattordicenni pensano che chi ha
dieci anni sia un
bambinetto, un
tappo che non sa
niente del
mondo.
Quando si hanno
sedici anni si guarda ai
quattordicenni come
brufolosi segaioli, e ci si sente
forti e
coraggiosi.
A
vent'anni ci sentiamo
maturi e prendiamo per il culo i
sedicenni perché
immaturi e troppo poco
"cerebrali" e
raffinati. E siamo convinti di
sapere tutto sull'
amore.
A
trent'anni si finisce col guardare i
ventenni e
ridere della loro
finta consapevolezza.
A
quarant'anni ci guarderemo indietro e penseremo che forse prima non era poi così male, ma che in fondo...
"la vita comincia a quarant'anni", no?
A
cinquant'anni piglieremo il
muro a
capocciate, pensando a tutte quelle cose che non abbiamo fatto.
Ogni età
disprezza la precedente in un modo o nell'altro, da una parte perché è
necessario per
crescere e
cambiare, dall'altra perché fa comodo
dimenticarsi chi si era
prima.
E poi un giorno ti ritrovi a guardare lo stesso sole, e a chiederti se mentre davano il
via eri
distratto.
(Mamma mia che citazioni musicali... questa era Time dei Pink Floyd comunque)Il bello di
"crescere" è
cambiare e
imparare. Vuol dire essere
immaturi e
ingenui ma con il
bisogno di
sperimentare, vuol dire essere
incazzati perché quello non ti rivolge la parola come prima o sentirsi
offesi perché non ci prestavano ascolto come volevi tu.
A un certo punto trovi la tua bella
oasi alla deriva della nave affondata, ma non significa che tu ti ci debba fermare
per sempre, su quell'isola.
Anche se hai
cibo fino alla fine dei tuoi giorni.
Io non mi sento un
idiota, se ripenso a com'ero a
dieci,
quattordici,
sedici anni. Fa parte del
processo. Magari ero
ingenuo, ma
stupido no. Ed ero
genuino.
Nessuno mi aveva
manipolato. Si vede che guardavo
poca TV. Cresciuto a suon di
Cip e Ciop Agenti Speciali e
Duck Tales, io.
Preo il resto.
Poi si
cresce, si
matura, fai le tue
esperienze e finisci col
perdere qualcosa di quella voglia di
saltare nel buio.
Della serie, meglio
sbrigarsi a
cambiare il mondo, perché finisce che
se non ti sbrighi il mondo cambia te!Anzi, a dirla tutta, secondo me lo scopo della vita è proprio
tornare a quando avevi
dieci anni.
Il che non vuol dire
rimanere bambini, vuol dire
fare il giro lungo.
Tipo, che ne so, uscire di casa a prendere il
542 davanti al
Pertini, scendere a
Tor de' Schiavi per prendere il
552, scendere a
Torre Spaccata per andare a prendere il
20 Express a
Via Ciamarra, quindi andare ad
Anagnina, prendere la
Metro A, scendere a
Termini e prendere la
Metro B solo per arrivare a
Piazza Bologna.
Anche se ti bastava prendere il
445 sotto casa ed eri già a Piazza Bologna in cinque fermate.
I bambini sono un po' così, non hanno bisogno di credere a
qualcosa che
qualcuno gli dice dallo schermo di una
TV o da un
cartellone pubblicitario, di avere un
crocifisso sulla parete,
ci credono e basta, così, perché
dev'essere.
Fanno domande ma
si accontentano delle risposte, se a dargliele è qualcuno di cui si
fidano. Per sentirsi amici basta una
palla e magari una
merendina. Quando
litigano si accorgono
da soli di quanto è
brutto e preferiscono fare la
pace anche mettendo da parte il motivo per cui avevano litigato, chissene importa poi. E quando hanno fatto pace, quel motivo se lo
scordano davvero.
Però, non so voi, ma io quando ero piccolo ero proprio uno
schizzato egocentrico.
Ahah, serio.
Cioè, dico, nel vero senso del termine.
Credevo di essere
al centro del mondo per tutti, credevo che
ogni mia parola e
ogni mia azione fosse
sempre notata,
sempre...
esaminata da chi mi vedeva o mi sentiva, per cercare di capire i miei significati reconditi più segreti. Anche se ero in disparte, secondo me c'era
sempre qualcuno che mi guardava. E pensava che sicuramente avevo dei
motivi per starmene per conto mio. Sicuramente lui aveva capito che io
avevo capito qualcosa che a lui sfuggiva! Come se
nessuno avesse
altro di cui preoccuparsi. Come se avessi una personalità così
magnetica e
interessante che non era possibile fare
altrimenti.
Che altro poteva esserci di più importante?
(Un po' mi vergogno a dirlo, eh)A questo serve,
fare il giro lungo.
A capire che
non ci sei solo tu, a capirlo
dentro, nel tuo mondo, ma possono esserci
tante altre persone, se vorrai lasciarle entrare, persone che magari hanno anche problemi un po' più gravi dei tuoi, anche se non lo danno a vedere.
Sei davvero diventato
"più grande" quando dentro di te vedi
gli altri prima di te stesso.
Non importa se non lo conosci o lo conosci poco.
E non posso neanche spiegarlo con altre parole. Forse, l'essere più felici quando fai felice qualcun'altro, anche con piccoli gesti?
Quando succede lo sai, è così.
Il bello è che queste banali frasi non sono neanche tanto lontane dalla definizione di
"amore".
Ahah, ok che tutto gira
lì intorno, ma ora non è per cadere nel
melenso...
Almeno, questo è il mio modo di vedere lo scopo del
"giro lungo". Altri ne hanno
diversi.
Ma io credo che questo sia
il migliore.
E so che per fortuna non sono l'unico a pensarla così, sennò vorrebbe dire che non c'è nessuno che pensa a far giocare i bambini!
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GRAZIE per il finesettimana.
E' stato divertente essere
il nipote di Colucci, e scoprire che esistono
Mandarini dal
sapore ittico.
Seguirà in altra sede.
PSScusate il titolo molto
old style... non mi veniva proprio niente di meglio!