martedì 8 dicembre 2009

Risposte? Zero...


Up and away your words
And see an empty page in my book
But how much have I lost
When I've got nothing saved in my book

I think about how as a child
I used to sit beneath the tree
Avoiding the sun and look at the ground
As if I had no needs

I'll fake it
I'll find my way
Into another sun
I'm dreaming
Of someone else
That's found a way to love


I've hidden behind a wall
And yet I stand right beside you
The universe will make you fall
If you state your claims

I don't want anything
I don't need anything more
I don't need anything more

I'll fake it
I'll find my way
Into another sun
I'm dreaming
Of someone else
That's found a way to love


But I have no answers
There are no answers now


I have no answers
And it feels all right

... And it feels all right

(Æon Spoke, No Answers)


Una delle cose di cui mi dispiacerà di più in tutta la mia vita sarà il non avere talento musicale.
Perché sento di avere così tante cose che vorrei dire in maniera "più bella"... davvero, vorrei tanto, ma proprio non succederà mai. Non ho il talento.
Ed è frustrante... ti senti un po' come dopo che ti togli il gesso al braccio, goffo, irrigidito, pesante, per nulla sciolto nei movimenti.

Però ci sono quei momenti in cui leggi una canzone e quella sensazione un po' passa, ti senti un po' meglio e ti dici "Eh, vabbè, però dai, questa potrei davvero averla scritta io, è un bene che sia passata, che ci sia, e che la stia ascoltando..."

Quanto è bello svegliarsi sereni.

C'è chi dice che l'intelligente è quello che sa vedere gli interrogativi, quello che legge tra le righe, che si accorge di questo e quel problema.
Contrapposto a questo si dice anche che "l'ignoranza è una benedizione", perché non vedi i problemi, non puoi, non ne sei in grado: come potresti starci male? Potessi, sarebbe diverso.
Avessi i mezzi, eh. Ma non ce li hai.
Sei uno scemo qualunque. Pazienza. Sei ignorante, campa nell'ignoranza e, beato te, starai meglio perché non sei in grado di capire verso quali gravissimi problemi andiamo incontro.

Io credo che "l'intelligenza" (tra virgolette, termine molto vago, ce ne sono di diversi tipi... ma è un altro discorso) stia nel sapere quali sono i problemi. Sapere di non avere le risposte. E riuscire lo stesso, con serenità, ad andare avanti.
A mantenere quel bel sorriso sulle labbra, ad avere quella luce che ti brilla negli occhi, a far innamorare la gente quando ti guarda.
Perché di che cosa ci si può innamorare se non della vita e della vitalità?

Svegliarsi, e non pensare alla prima difficoltà che incontrerai nella giornata digrignando i denti.
Svegliarsi, e pensare che fuori il sole c'è e brilla per tutti.
Svegliarsi, e andare alla finestra a respirare una boccata di aria così fredda che rimani senza fiato!
Sapere che c'è un prato verde su cui puoi camminare scalzo e sentire quel po' di solletico o quel po' di piacere sotto i piedi. Ma che anche quella mattonella non è così brutta, in fondo... è liscia e il sole l'ha resa così calda!

E poi, scusate, ma non posso farci niente. Sono innamorato delle donne.
Ragazze, siete la cosa più bella che sia mai stata creata. I vostri capelli, i vostri occhi, le vostre labbra, siete perfette.
Per voi oggi accettarvi è così tanto più difficile, per tutti i modelli del cazzo che vi mette davanti la tv... Non dovete mica preoccuparvi. Avete letto quello che ho detto? Siete la cosa più bella. E lo siete già, così come siete. Nella vostra unicità.

(Tanto per spezzare un po' questa sdolcinatezza, ieri ho visto il trailer di "Jennifer's Body", con Megan Fox. Oh porca vacca quanto mi fanno impazzire anche le donne mangiatrici di uomini. Stavolta pure in senso letterale. Ahah! Mi sa che me lo andrò a vedere dopo "Nemico Pubblico" e "Nel Paese delle Creature Selvagge")

Svegliarsi e capire che c'è tutto questo, prima del resto.
Non hai le risposte solo alle domande che ti stai ponendo. A quelle domande.
Per tua fortuna, hai già tra le mani delle risposte a domande ben più importanti che ancora non ti sei fatto! E magari non te ne accorgi!
Così come i veri problemi della vita saranno qualcosa di cui non ti sei mai reso conto, ma qualcosa che arriverà alle quattro di un martedì pomeriggio qualunque.

E non è che finisce qui.
Ne parlavo un mesetto fa proprio con qualcuno.
Solo che alla fine non gli ho detto come la pensavo davvero: sarà che stavamo un po' rimbambiti, un po' mezzi addormentati, e dovevamo prepararci per uscire, ma a ogni modo, dice che ogni tanto passa a leggere qui, chissà se si accorge che mi sto riferendo a lui!

Pensare tutte queste belle cose, per quanto belle e folgoranti possano essere, è assolutamente inutile.
Tutte le cose vere sono assolutamente inutili.
Così come l'arte è qualcosa di assolutamente inutile.

(Vi siete mai chiesti cos'è l'arte? Una definizione secondo me è questa: quello che non serve a niente. Pensate a un quadro o alla musica. O a un libro. Non servono assolutamente a niente. Oddio, in realtà un libro può servire per darlo in testa a qualcuno, ma non sarebbe la funzione primaria)

L'arte è confronto.
Quando leggi un libro, o ascolti quella musica che ti arriva dritta sparata dentro, è confronto.
Sei messo davanti alle emozioni e alle sensazioni di qualcun altro in maniera diretta e inevitabile. E per forza ti confronti con quelle sensazioni.
Ti confronti con quelle emozioni - anche se puoi decidere di ignorarle - e poi cresci.
Come persona.

Ma cresci davvero soltanto se poi cambi davvero, dopo quella folgorazione.
Un cambiamento che si veda!

L'arte o le belle parole possono toccarti dentro come nient'altro.
Ma se non ci fai niente, con quelle tue nuove conquiste, potevi davvero risparmiarti la fatica e in quei cinque minuti invece di ascoltare la canzone andarti a fare un bel paninazzo con sarsa e ketchup. Sarebbe stato più utile. Non è una battuta.

Devi fare qualcosa, dopo.
La gente non fa le cose. Mi sono accorto di questo.
E si danno tantissime motivazioni sul perché non si fa qualcosa, a questo, a quello, bla bla bla.
Dicono che ci sia sempre un qualche princìpio razionale dietro al perché non si fa una cosa. Io credo che sia solo tutto radicato in qualcosa di molto più terra terra, una paura di qualcosa, di fallire, penso.

"Try again. Fail again. Fail better." dice Beckett. Per chi non masticasse l'inglese, vuol dire: "Provaci ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio".

Credo che ci sia del conforto in questo.

Capito? E se tu fai qualcosa, fai qualcosa di bello, fai qualcosa che rende felice la gente intorno a te, che importa di queste "belle parole". Sono inutili. Per te ancora prima che per me. Si vede che io ho bisogno di dirmele, queste cose, prima di renderle vere.
Tu no.
Tu lo fai e basta. E la spontaneità è una delle cose più belle che ci siano, secondo me!

Non ha senso farsi domande, se hai già le risposte, per quanto intriganti quelle domande possano apparire, per quanto nascondano chissà quali profondi e intricati ragionamenti. Non ha proprio nessun senso e sono solo perdita di tempo. E non dimostrano nulla: quello che dimostra qualcosa è la traccia concreta che lasci.
Soprattutto se hai già imparato ad amare, che è una delle due grandi cose che si deve imparare.
L'altra è tenersi strette le persone che si ama.
Ecco che ti senti una persona completa.

Per questo è importante fare qualcosa. E scusate, soffritemi ancora un po' se riprendo il monologo finale di "The Big Kahuna".

Per questo devi ridere. Per questo devi cantare. Per questo devi ballare.
E suona, se ci riesci e se sei capace...
Per questo devi stare con i tuoi amici finché puoi. Per questo devi stare bene con i tuoi genitori, finché ci sono. Per questo devi trattare bene te stesso, lavarti i denti e i capelli (ma senza truccarti, soprattutto le ragazze che poi sembrano gli X-Men), tratta bene chi è intorno a te, anche se non lo conosci, ma non avere paura di trattare male chi queste cose non le capisce e preferisce calpestare senza guardare.

L'importante è sapere che "a volte sei in testa, altre volte sei indietro". Capita.

Stasera siamo di buon umore, me ne vado a vedere il Macbeth a teatro.
Penso che quello di Letteratura inglese sia stato l'esame più bello che abbia mai fatto. L'unico esame in cui la professoressa mi faceva domande su cose non nel programma e io ero contento e rispondevo lo stesso, perché tanto, oh, lo sapevo, ed era un peccato che cose così rimanessero non dette.

Responsabilità, devo capire. Vorrei.
Mettermi da parte, quelle volte.
Ancora non ho mandato quei messaggi. Ancora non ho detto le cose che avrei voluto. Ancora non ho visto le persone che volevo vedere. Parlo, parlo, parlo, e alla fine... forse dovete darmi voi una mano per sbloccarmi...

Anzi, credo che alla fine ve lo linkerò proprio, il monologo finale di The Big Kahuna.
Tanto è bello, ed è corto. Io ho avuto la fortuna di ascoltarlo nel momento giusto. Spero che possa essere bello anche per voi.
E visto il momento, che ci sono in palla per tutto il pomeriggio, sentitevi qualcosa degli Æon Spoke su Youtube, se vi capita... la canzone lì in alto è buona per cominciare! Poi sentitevi anche Pablo at the Park... Emmanuel... e Yellowman.

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