Perché lo senti, il bel miglioramento, lo percepisci, stai lì e lo costruisci giorno per giorno, momento dopo momento.
È come essere Leonardo da Vinci, ma con un ego ancora più grande.
Un bel giorno ti alzi, ti stiracchi, ti senti in gran forma, vai alla finestra, la apri, respiri, pensi che puoi fare tutto, ti fai la tua bella colazione dei campioni e poi passi davanti alla tua Gioconda. Te la guardi, te la riguardi, pensi a quanto sta venendo bene, e poi dai un altro paio di pennellate. Giusto un altro paio, non di più, ma proprio un paio di gran belle pennellate, di quelle giuste, di quelle precise, di quelle che ci volevano, insomma. E ti sono venute pure facili. Perché sei ispirato da dio.
Sono quei momenti d'ispirazione in cui tutto si rivela al suo posto, anziché disordinatamente e allegramente come se la girano di solito gli atomi. In questi momenti, non puoi sbagliare niente. Quello che costruisci in quei momenti ti sembra così perfetto da essere ovvio ed eterno per tutti, una di quelle conquiste che tutti dovrebbero avere la possibilità di raggiungere ed ammirare, a prescindere da tutti gli altri fattori che influiscono sulle nostre vite.
Pensa che gran figo di Leonardo che sei.
E ovviamente ad un certo punto, pennellata dopo pennellata, riesci a finire la tua Gioconda.
A quel punto è un po' come se ci fosse una grossa esplosione di goduria, come se saltasse tutto in aria, gli ingranaggi volassero via in una grossa nuvola di fumo, e il tutto è accompagnato da una fanfara da far impallidire quella di Rocky Balboa.
E appunto, quel momento lo senti. Cavolo se lo senti. Perché quel momento è uno dei pochi che rasenta la perfezione.
"Jigsaw Falling Into Place".
Da sempre ho questa fantasia mentale di "costruirmi" meccanicamente i pensieri. Li giro, li rigiro, li incastro, li scompongo, li ruoto... come nel Tetris... fino a che non arrivo alla posizione finale - fino a che non do l'ultima pennellata alla Gioconda. E quando fai Tetris, succede questo, no? Senti quel rumorino super-gratificante, i pezzi spariscono e tu intaschi un macello di punti. E ti dici che se hai appena realizzato la Gioconda, allora così male non sei. Anzi. Sei proprio un tipo che quando ci si mette non ce n'è per nessuno. La prossima volta potrai osare anche un po' di più. Anche perché una volta che hai finito la Gioconda, quanto può durare la tua soddisfazione per averla fatta?
Ma ben poco!
Ti prendi un paio di giornate per riguardartela, ok, ma poi ti ricordi che sei Leonardo da Vinci... e che puoi passare a fare un mucchio di altra roba strafiga.
E allora ricomincia tutto, per questa sete meravigliosa di quel momento di incastro, quando tutto è perfetto, quando vale la pena esserci e godersela, quando ti senti veramente il numero uno e nessuno può dirti niente.
Il San Giovanni Battista, l'Ultima Cena, la Vergine delle Rocce... vale sempre la pena dare quelle tue pennellate, ormai l'hai capito.
Ecco...
I passi indietro invece sono tutto l'opposto dei bei miglioramenti.
Tanto per cominciare, sono infidi.
Ma proprio dei gran bastardi.
Succedono, ma in silenzio, senza nessun incastro, senza nessuna esplosione.
Scivolano dentro di te, si insinuano unti, viscidi, neanche te lo dicono.
Non un cartello, non una lucina che si accenda, niente di niente, nemmeno mezzo sintomo.
Succede solo che ad un certo punto stai lì, e ti dici: "No, vabbè, oggi le mie due pennellate non le do, è un pezzo troppo difficile. Non sono capace, non ci riuscirei bene".
Ti fermi, realizzi cosa hai appena pensato, e se per i momenti belli è legittimo sentirsi i numeri uno, qui è molto più legittimo lasciarsi andare ad un po' di sconforto.
Non è proprio un bel momento...
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