Non so se vi è mai capitato, ma a tratti vorrei avere il tempo di narrare la mia stessa vita. In tempo reale, intendo. Intervallare i fatti con pensieri, riflessioni, sensazioni genuine.
Lo penso ora, dopo un'oretta di un libro bellissimo in un parco milanese, alla mia sinistra una ragazza mangia un panino e ascolta musica in cuffie, alla mia destra una coppia di rumeni, stanchi, lui pancia da birra, lei sciupata, con i capelli biondi raccolti in una cipolla disordinata.
In realtà mi sono accorto che la ragazza è alla mia destra e la coppia di rumeni a sinistra: cervello speculare... non mi sono mai fidato degli specchi. Rimandano sempre un'immagine che non è la mia.
Vorrei fermare i miei pensieri, ricordare la spontaneità con cui vengono in un momento in cui nessuno li aspetta, tornare da loro e poter dire "sì, in questo pensiero io sento il vento caldo di quella mattina al parco, all'ombra di un albero, seduto su una panchina verde, quando indossavo pantaloni corti blu, maglietta azzurra e occhiali Wilson".
Devo assolutamente riprendere a scrivere.
(Questo post è stato scritto alle 13.19 in un parco di Milano, appuntato di getto tra le Note del cellulare e copiato senza modifiche qui)
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