"Ciao. È bello essere tornato a parlarti. Mi dispiace di aver fatto passare un po' di tempo, ma adesso ci sono. Ho deciso di cominciare subito col parlarti del mio lato più oscuro. È una parte di me che mi spaventa un po', che non mi piace, e non ne parlo mai perché ho paura che più ne parlo, più può prendere piede. Ma suppongo che se vogliamo (fa una mossa di karate dall'alto verso il basso, con la mano aperta) far secca questa parte... allora dobbiamo farla uscire allo scoperto, giusto? Non dire niente, perché il tempo passato insieme è troppo piacevole. Ho paura di tornare a fare il simpatico, il piacione, e allora sarebbe già troppo tardi, non riuscirei a dirti quello che pure già ho promesso che ti dirò. Ci sono un po' di cose che dovrei tirare fuori, ma la prima è che ho pensieri suicidi. Li ho molto spesso. Ciclicamente ho momenti bui di depressione, anche in momenti in cui non dovrei averli. E mi sento anche in colpa, per questo motivo - perché sto bene, ho una vita finalmente soddisfacente, tante possibilità che la maggior parte della gente si sogna. Ma sto così lo stesso, ogni tanto. Ci sono momenti in cui non mi va di fare niente, e anche alzarsi per farsi da mangiare è faticoso. Ho dei mal di testa invalidanti che si traducono spesso anche in sensazioni di nausea costante. E ho questi pensieri suicidi. In realtà sono abbastanza sicuro che questi resteranno soltanto questo, dei 'pensieri'. Perché non lo farei mai. Non con persone al mondo che mi vogliono il bene che mi vogliono. Non potrei mai far questo a loro. Mai. Perché so che se sono davvero triste, loro per me ci sono e ci saranno sempre. Però non sento di poter parlare a loro di quanto triste mi sento... con questa frequenza. Così semplicemente mi rifugio in questi pensieri. A volte mi aiuta, pensarci. In positivo. Davvero. Perché mi ridimensiona un po' la situazione. Mi fa pensare alla devastazione che una decisione così tremenda comporta. E il resto dei miei problemi si riallinea un po', si rimette alla giusta prospettiva, non so se mi spiego. Però questi pensieri comunque mi occupano la mente, e sento che non è bello. Ah, e poi volevo dire che secondo me io comunque alla fine morirò per eutanasia. Ma tra un sacco di tempo, eh. Quando sarò molto vecchio, e sarò molto solo. Non avrò più nessuno a supportarmi, quelle persone che so che mi vogliono bene, nessuno che farò soffrire tanto facendo questa cosa, e allora non ci sarà più niente a frenarmi. No, la vecchietta dell'ospizio non conta. Dai, avevo detto che non facevo il simpaticone. Non mi vedo proprio ad aspettare semplicemente che la morte arrivi, invecchiando. Non c'è proprio motivo. Me ne vado quando mi va, semplicemente. Quando non c'è più granché da fare. Che poi, mah... magari non lo farò nemmeno in questo caso, ma il solo pensiero di poterlo fare, l'onestà intellettuale del poter almeno considerare la cosa, mi fa stare bene. Però sì, penso che mi piacerebbe non arrivare a essere un vecchio rincoglionito completo. Vabbè. Manca ancora tanto, comunque.
Grazie per avermi ascoltato. Potrei approfittare di te anche altre volte. Uff. Che momentaccio. A presto..."
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