A volte devi accettare che sarai il cattivo della storia di qualcuno,
Che non sei così migliore degli altri come credevi,
Che non tornare può essere la scelta migliore tu possa fare, anche se questo vuol dire rinunciare deliberatamente a fare quell'unica mossa che potrebbe curarti.
giovedì 26 dicembre 2019
sabato 30 novembre 2019
"I won"
Le storie sono così.
Una persona molto saggia una volta mi disse che "certo che SAREBBE POTUTA andare in un altro modo. Ma questa storia racconta di quando gli avvenimenti hanno preso questa piega qua". Il tutto è presentato in maniera così perfetta che io, onestamente, non ho mai VOLUTO dubitare della scena. Era troppo perfetta.
(... Scrivevo il 18/04/2014. Bello ritrovare certi spunti, vale la pena fissarli qui!)
domenica 13 ottobre 2019
--
"The break up filled me with a lunatic energy that gave me the courage to write songs about commonplace human experiences (like broken hearts) openly, boldly and with meaning - a kind of writing that I had, until that date, steered clear of, feeling a need to instead conceal my personal experiences in character-driven stories. It was a growth spurt that pushed me in a direction and style of songwriting that has remained with me ever since - albeit in different guises."
(Nick Cave)
(Nick Cave)
martedì 30 luglio 2019
lunedì 29 luglio 2019
Piccole Cose #1
Visto che ho voglia di scrivere molte cose, che spunti non ne mancano, ma non riesco proprio ad avere la concentrazione di mettermi giù a farlo, ne approfitto per lanciare i post delle Piccole Cose.
Tante volte mi capita, nei posti più improbabili, di notare piccole cose che mi colpiscono. E proprio perché sono "piccole"... queste cose si finisce per dimenticarle.
Mi piacerebbe riuscire a scriverle qui. Almeno qualcuna. Ricordarmi che quel giorno a quell'ora, sono stato testimone di questo semplice avvenimento che però in qualche modo mi ha segnato la giornata...
E allora inauguriamo la rubrica di oggi...
Lunedì mattina intorno alle 12, esco dal Conad dopo aver fatto la spesa. C'è un bel sole e un'aria insolitamente non-afosa per questi giorni estivi, così me ne vado bello sorridente... fino a che incrocio questo gigante, con una gran barbona con diversi fili bianchi, palestratissimo. Immaginatevi un Davos Seaworth di Game of Thrones più grosso, o un Hopper di Stranger Things con i muscoli invece del lardo.
E niente, questo inizia a fischiettare (con discreta potenza, anche!) il tema di C'era una volta il West, di Ennio Morricone.
Ed è stato davvero bello!
Mi sono addirittura fermato ad ascoltarlo. Poi lui in pochi passi è entrato nel palazzo dove evidentemente abita, e l'ultimo ricordo che ho è l'eco del suo fischio mentre il portone sbatte alle sue spalle...
Tante volte mi capita, nei posti più improbabili, di notare piccole cose che mi colpiscono. E proprio perché sono "piccole"... queste cose si finisce per dimenticarle.
Mi piacerebbe riuscire a scriverle qui. Almeno qualcuna. Ricordarmi che quel giorno a quell'ora, sono stato testimone di questo semplice avvenimento che però in qualche modo mi ha segnato la giornata...
E allora inauguriamo la rubrica di oggi...
Lunedì mattina intorno alle 12, esco dal Conad dopo aver fatto la spesa. C'è un bel sole e un'aria insolitamente non-afosa per questi giorni estivi, così me ne vado bello sorridente... fino a che incrocio questo gigante, con una gran barbona con diversi fili bianchi, palestratissimo. Immaginatevi un Davos Seaworth di Game of Thrones più grosso, o un Hopper di Stranger Things con i muscoli invece del lardo.
E niente, questo inizia a fischiettare (con discreta potenza, anche!) il tema di C'era una volta il West, di Ennio Morricone.
Ed è stato davvero bello!
Mi sono addirittura fermato ad ascoltarlo. Poi lui in pochi passi è entrato nel palazzo dove evidentemente abita, e l'ultimo ricordo che ho è l'eco del suo fischio mentre il portone sbatte alle sue spalle...
mercoledì 17 aprile 2019
Finestrino abbassato, brezza sui capelli
"Where are you now?"
Voglio approfittare e scrivere ora, ora che sento che quella cosa c'è ancora ma non è più ingombrante come prima. Un po' come un amico seduto al tuo fianco nel retro di una macchina, e non come un dalmata gigante che ti si spalma in braccio sul divano.
Finché ho questa cosa ancora viva dentro me, vorrei dire che ancora oggi ti penso tutti i giorni, che ancora oggi mi vengono in mente ricordi che credevo dimenticati di me e te insieme (il giro in macchina per le strade di campagna di notte dopo il cinema, con i piccoli gufetti fermi in mezzo alla strada?), che ancora credo che tu sia quella a cui penserò per sempre. E che ti sarò per sempre, per sempre grato per tutto quello che mi hai lasciato, perché mi hai fatto superare gli scogli più difficili della mia vita che ora sono base salda e conquistata per il mio nuovo presente.
Ora che sto ripartendo, ora che sto ricominciando davvero una nuova storia, mi domando se sia giusto scrivere tutto questo. Non voglio che sembri che non sto dando una chance a questa nuova vita.
Lo sto facendo, ci credo con tutto me stesso. Sentire il cuore che pulsa ancora, sentire qualcuna che mi fa essere di nuovo quel me stesso che non esisteva più da anni, se non nei ricordi con te.
A proposito, "me stesso"... come sei cambiato, dopo tutto questo tempo!
Ma sono inesperto: è la prima volta in vita mia che mi porto dietro un bagaglio così denso e così forte. Sono molti mesi che ho provato ad andare avanti in modo differente, dapprima combattendo con tutto quello che avevo, poi cercando di conviverci.
Non ho ancora capito qual è il modo migliore, ma forse questo è il momento migliore: quando è solo un amico seduto sul retro della macchina, che, forse, ad un certo punto, scenderà. Forse, ogni tanto torni a scambiarci due chiacchiere nel tragitto.
Nel frattempo, chissà dove va la macchina.
venerdì 22 febbraio 2019
Civil War
L'Emozione è come un elefante.
Può succede di tutto, ma si ricorderà sempre come si fa.
L'Emozione è come lo stomaco per il dessert.
C'è sempre spazio, anche se sei davvero pieno dal resto della cena.
Poi c'è il Pensare.
Vagamente più imprenditoriale, che pensa sempre ai suoi comodi.
Il più classico Ebenezer Scrooge, che cerca sempre di risparmiare.
Quando non si remano contro, è quanto di più vicino a vedere in lontananza un lieto fine.
martedì 29 gennaio 2019
1, 2, 3...
È tanto tempo che penso di scrivere qualcosa qui, ma le cose hanno preso una svolta decisamente bella e impegnativa, per cui arrivo a una certa ora che sono stanco, che sono fuori casa, o che non riesco ad avere il giusto stato d'animo per mettermi a scrivere. Non che voglia scrivere niente di particolare: solo questo vorrei fare, scrivere.
Per esempio, ho notato che il blog ha passato addirittura l'undicesimo anno di vita e nessuno lo ha festeggiato! Non solo: il 2018 è stato l'anno con più post dal 2008, e insomma, diciamolo, erano altri tempi, altra testa, altro approccio alle cose e proprio modi diversi di scrivere... ma è una cosa che mi ha fatto pensare.
Mi ha fatto pensare a tutti i cambiamenti che mi hanno portato a tornare qui. Riportare le mie sensazioni a me stesso davanti ad uno schermo, riflettere di nuovo su me stesso come non facevo da tempo.
È stato un anno brutto. Essere depressi a 29 anni non è affatto come esserlo a 19.
A essere onesti, mi manca l'amore.
E mi spiace di non essere riuscito a sistemare le cose.
Capisco che delle volte bisogna lasciar andare, ma mi dispiace che sia stato questo il caso.
Credo che prendermi cura di una persona in particolare sia veramente la mia dimensione.
Che poi non è obbligatorio, stare con una persona per stare bene. Eppure quando passi tanto tempo in una relazione, ti sembra sia così. E con una persona sempre vicino, anche solo vicina con il pensiero - tu puoi pensare sempre a lei, sai che lei starà pensando a te - non ti senti mai solo.
Quando tutto è finito, in qualche modo mi sono trovato completamente perso in questa disarmante solitudine, come se non esistessero altri modi per non sentirsi soli.
Come tormentarsi restando fermi a fissare uno specchio nero.
Arrivano anche quelle persone che ti dicono che è solo la tristezza, che devi solo elaborare, che i momenti brutti ci sono sempre, che tu sia con qualcuno o no. Di questo sono perfettamente consapevole, anzi, ricordo bene. Eppure quando le persone mi dicono queste cose mi domando loro che relazioni abbiano (avuto).
L'amore è un cocktail di sensazioni: alcune bellissime come le suddette, il condividere esperienze, costruire un rapporto giorno dopo giorno... ma comprende anche tante sfaccettature di odio, il non sopportare piccole cose dell'altro, i fastidi, la stanchezza. È un tutt'uno, inscindibile, e vale sempre la pena.
E non esiste qualcosa che possa anche solo avvicinarsi a tutto questo.
Quindi sì, lo so che i momenti brutti ci sono sempre, ma sceglierei sempre di viverli con un'altra persona.
E ora devo smetterla di cercare costantemente, ovunque, un'altra persona.
Focalizzarmi sugli altri cambiamenti nella mia vita, nuovi impieghi e sfide, nuove case e nuove passioni, vecchi amici e ritorni "sfidanti".
Mettere al primo posto me invece che un'altra persona. Chissà se ne sono mai stato capace.
Cancellare l'abitudine di pensare sempre solo a una persona prima di andare a dormire.
Quel pensiero sereno, porto sicuro, dove addormentarmi.
... vabbè, mi sa che riparto dal contare le pecorelle. 😂
Per esempio, ho notato che il blog ha passato addirittura l'undicesimo anno di vita e nessuno lo ha festeggiato! Non solo: il 2018 è stato l'anno con più post dal 2008, e insomma, diciamolo, erano altri tempi, altra testa, altro approccio alle cose e proprio modi diversi di scrivere... ma è una cosa che mi ha fatto pensare.
Mi ha fatto pensare a tutti i cambiamenti che mi hanno portato a tornare qui. Riportare le mie sensazioni a me stesso davanti ad uno schermo, riflettere di nuovo su me stesso come non facevo da tempo.
È stato un anno brutto. Essere depressi a 29 anni non è affatto come esserlo a 19.
A essere onesti, mi manca l'amore.
E mi spiace di non essere riuscito a sistemare le cose.
Capisco che delle volte bisogna lasciar andare, ma mi dispiace che sia stato questo il caso.
Credo che prendermi cura di una persona in particolare sia veramente la mia dimensione.
Che poi non è obbligatorio, stare con una persona per stare bene. Eppure quando passi tanto tempo in una relazione, ti sembra sia così. E con una persona sempre vicino, anche solo vicina con il pensiero - tu puoi pensare sempre a lei, sai che lei starà pensando a te - non ti senti mai solo.
Quando tutto è finito, in qualche modo mi sono trovato completamente perso in questa disarmante solitudine, come se non esistessero altri modi per non sentirsi soli.
Come tormentarsi restando fermi a fissare uno specchio nero.
Arrivano anche quelle persone che ti dicono che è solo la tristezza, che devi solo elaborare, che i momenti brutti ci sono sempre, che tu sia con qualcuno o no. Di questo sono perfettamente consapevole, anzi, ricordo bene. Eppure quando le persone mi dicono queste cose mi domando loro che relazioni abbiano (avuto).
L'amore è un cocktail di sensazioni: alcune bellissime come le suddette, il condividere esperienze, costruire un rapporto giorno dopo giorno... ma comprende anche tante sfaccettature di odio, il non sopportare piccole cose dell'altro, i fastidi, la stanchezza. È un tutt'uno, inscindibile, e vale sempre la pena.
E non esiste qualcosa che possa anche solo avvicinarsi a tutto questo.
Quindi sì, lo so che i momenti brutti ci sono sempre, ma sceglierei sempre di viverli con un'altra persona.
E ora devo smetterla di cercare costantemente, ovunque, un'altra persona.
Focalizzarmi sugli altri cambiamenti nella mia vita, nuovi impieghi e sfide, nuove case e nuove passioni, vecchi amici e ritorni "sfidanti".
Mettere al primo posto me invece che un'altra persona. Chissà se ne sono mai stato capace.
Cancellare l'abitudine di pensare sempre solo a una persona prima di andare a dormire.
Quel pensiero sereno, porto sicuro, dove addormentarmi.
... vabbè, mi sa che riparto dal contare le pecorelle. 😂
Iscriviti a:
Post (Atom)