domenica 26 dicembre 2010

... of a White Christmas


Qualche settimana fa girava su Facebook una di quelle iniziative un po' sceme, "Cambia la tua immagine del profilo con un personaggio della tua infanzia", se non ricordo male. Magari non si chiamava così, ma la sostanza era quella.
Io non ho "partecipato", ma ho pensato a che personaggi avrei potuto mettere.
Quale mi rappresentasse di più, a quale ero più legato, non so bene.
Il primo pensiero è stato per Ciop. Sì, quello di Cip & Ciop, nasone, dentoni, pasticcione, le similitudini ci sono, ci prende abbastanza... però non quello che frega le noci a Paperino, sia chiaro. Quello con la camicia rossa a fiori gialli di "Cip & Ciop Agenti Speciali".
Poi ho pensato a Pikappa! Non "Paperinik" normale, proprio Pikappa, quello del mensile PKNA, la roba più geniale che la Disney Italia abbia mai ideato.
Ho pensato anche a UNO, l'intelligenza artificiale che aiuta Pikappa ed è un po' il simbolo di PKNA (sta per PaperiniK New Adventures, a proposito), e in effetti ora l'ho messo come avatar di MSN...
Sono sicuro di averne pensati almeno un altro paio di azzeccati (Darkwing Duck per esempio!), sicuramente quando mi verranno in mente vorrò editare 'sto post per non lasciarli fuori!
Ma stasera so benissimo che non avrei potuto mettere nessuno che non fosse Woody...

Si è concluso un bel Natale in famiglia, sono contentissimo di averlo fatto, l'ho scelto e sono felice che sia passato con noi insieme sul divano che ci guardavamo Toy Story 3!
Mi è piaciuto tantissimo, ma proprio tanto! Ormai sono più che avviato a essere un sentimentalone senza confini, proprio da caso clinico, ma è davvero bello, e che fortuna che Toy Story non abbia avuto la sfortuna di Shrek, spennato come una gallina dalle uova d'oro troppo presto e andando sempre peggiorando!

Sarà che il primo Toy Story l'ho visto nel '95 che stavo per compiere sette anni e l'idea di un "giocattolo" che è "vivo" solo per renderti felice già allora mi aveva preso da morire, sarà che il secondo l'ho visto nel '99 e ormai credevo di non aver più bisogno di niente del genere (sbagliando! Capii dopo averlo visto!), il terzo l'ho visto a fine 2010, ed è meglio che non vi dica in che stato d'animo ero alla fine, al saluto di Andy.
Lì ci ho visto di tutto.
Lasciamo stare che è meglio, poi perdo credibilità...
Un finale degnissimo, fantastico, non potevo chiedere di meglio per quella che forse è, in fondo in fondo, la mia serie animata preferita.

Per l'ennesima volta ho pensato a chi vive facendo il cinico (che poi, lo sarà veramente?) mettendo deliberatamente da parte i buoni sentimenti come questi. Siamo davvero così in grado di farne a meno? Io credo di no.

E per l'ennesima volta vivo quanto sia bello essere circondati da persone felici e spensierate.
Come ogni anno, a Natale girano sempre le stesse impressioni.

"Puah, stupida festa consumistica!"
"Ahah, cosa dovrei festeggiare, il compleanno di un tipo che neanche conosco?"
"Che regali di merda che ho ricevuto..."
"Che merda, non ho abbastanza soldi per fare i regali che avrei voluto..."

Ce ne sono anche di più belle, ci sono quelle a sfondo religioso, ci sono i più profondi e sinceri auguri di bene... ma io quest'anno ho sentito una cosa bella.
Non fate partire la musica dei caroselli, per favore, ma sono stato felice di vedere la mia famiglia, tutti insieme. Chi se la passa meglio, chi se la passa peggio, anche gli zietti lontani che arrivano con un'ora di ritardo, tutti per un giorno che si lasciano alle spalle i pensieri di tutti i giorni. Solo per stare insieme.

Ecco, io questo Natale non l'ho festeggiato per il compleanno di nessuno, sono stato felice perché, per una volta, tutti quelli che erano intorno a me, senza eccezioni, erano felici.
Magari non sarà stata quell'estasi che dici "EVVAIIIIIIIII CAZZO CAMPIONI DEL MONDOOOOOO" ok, ma erano tutti contenti di avere un qualcosa da festeggiare. Un motivo che ci riunisse tutti per raccontare un po' di noi.

Ecco, a chi si interroga del perché bisognerebbe festeggiare il Natale, oggi io ho avuto questa risposta.
Serve solo ad avere una scusa, un pretesto per essere felici a prescindere. E oggi ho avvevertito quanto sia speciale e per certi versi anche strano trascorrerlo con delle persone strette, a cui spesso si vuole bene e che anche le volte in cui credi che quell'affetto sia calato, sono sempre quanto di più vicino al tuo "io" e ai tuoi ricordi esista, a un amore incondizionato.
Quel problema, per un po', può essere messo da parte.
Quell'ansia oggi non avrà attenzioni, da me.

Oggi sarò felice.

E forse, proprio per questo, non può essere Natale tutti i giorni...

Da parte mia, vi faccio anch'io i miei auguri, con la speranza che di giorni simili a questo possiate viverne tanti: basta capire quanto è bello avere la possibilità di condividere giornate così e poi cercare di prenderle d'esempio... per ricrearle, ma stavolta senza la "scusa" del fatto che sia Natale.
Magari sarà più difficile, ma vedrete che il successo in questi casi è molto più gratificante.

Concludo salvando su questi lidi quello che è stato e sarà per ancora qualche giorno il mio avatar natalizio su Facebook, fatto da una persona a cui voglio un gran bene, porta il mio stesso cognome ed è Under 40.
Boh, che ne so, non voleva che accostassi il suo nome a questa meraviglia... :-)

lunedì 13 dicembre 2010

Ispirazione


"Il centro dello spirito di vita di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze, e quindi non c'è gioia più grande che avere un orizzonte in continuo cambiamento, avere un sole nuovo e diverso ogni giorno."

- Chris McCandless.

Come ho scritto un po' di tempo fa, non sono un musicista.
Vorrei tanto esserlo, vorrei tanto avere del talento musicale per "dire in maniera più vera" quello che provo, senza dovermi servire di questi tramite, questi alias che sono le parole.
Questo talento non ce l'ho.
Da un po' di tempo però ho avuto il bel pensiero non di preoccuparmi di cosa mi manca, ma di occuparmi di cosa ho. La musica è qualcosa di bellissimo per me, e qualsiasi due righe in cui possa scriverne semplicemente banalizzerebbero tutto quanto. A ogni modo, è per questo che mi sarebbe piaciuto essere musicista.
Perché so, sento e avverto in maniera devastante gli effetti di quelle note.
Così riesco a passare dalla depressione all'estasi, dall'incertezza a una sicurezza che rasenta l'esagerato.

Ma non è la mia strada. La mia strada è un'altra.
Perché sentivo il "bisogno" di saper comporre qualcosa in musica?
Perché tutti quanti abbiamo la necessità di esprimere quello che proviamo.
Cominciamo a provare a farlo in modi che ci piacciono dal mondo esterno, per poi piano piano trovare il nostro modo.

Siamo tutti un po' dei frigoriferi!
Dentro ci sono tante cose buone, ma non puoi semplicemente buttarcene dentro a caso. Alla lunga, alcune cose scadranno e non saranno più buone, e a un certo punto il frigo sarà semplicemente troppo pieno di roba inutile che nessuno tirerà più fuori. O se qualcuno dovesse tirarla fuori, sarà solo per buttarla via. E senza degnarla di uno sguardo.
Ma è importante che tu tiri fuori qualcosa prima della sua data di scadenza, al momento giusto.
Un'arancia è buona e piena di vitamine. Ma poi quando si ammuffisce, le vitamine le perde e non sei stato in grado di apprezzarle. Peccato, perché ti avrebbero fatto bene.

Quindi, parla.
E se non sei capace di parlare, suona.
E se non sei capace di suonare, disegna.
Se non sei capace di fare nessuna delle suddette cose... apri un blog!

Nessuno dovrà riderne. Non devi avere paura. Perché quello che dirai, suonerai, disegnerai o scriverai, sarai tu. Tu al confronto col mondo. Le prime cose potranno essere goffe, ma aspetta di imparare a gestirti meglio... e vedrai.
Devi condividere quell che senti "qui e ora", perché "domani" sarà già diverso e tu avrai perso un'occasione.

Il blog sta per entrare nel suo quinto anno di vita. Curiosamente, non mi sono mai messo a pensare "perché" questo blog sia diventato tanto importante. Ora penso di avere la risposta. E' un po' il mio modo "bello" di tirare fuori le cose dal frigorifero. E' stato il mio punto di partenza per lasciare un piccolo segno di me "fuori".

Abbiate cura di voi e dei vostri pensieri. Molti post di questo blog hanno una gestazione di giorni, in cui li rileggo e li curo, prima di pubblicarli. Altri sono scritti di getto e neanche riletti. Non è importante.

L'importante è cogliere e sfruttare quel momento di ispirazione, come se si spalancasse all'improvviso una nuova finestra su un panorama mai visto e tu avessi la possibilità di guardare, di affacciarti a descrivere tutte le cose nuove e meravigliose che vedi.

A questo punto entri in una cornice mentale in cui non ti stai più sforzando. Vieni trasportato lungo un certo percorso. Diventa "subconscio", davvero. Come se fossi portato su un fiume.
Sei su un fiume, su una barca senza remi, e tutto quello che puoi fare è fare del tuo meglio per non andare a sbattere contro scogli e rocce, ostacoli che sono cose come le aspettative delle altre persone, i tuoi timori, i soldi, qualsiasi cosa. Tutte cose che non hanno importanza.
E a un certo punto raggiungi la destinazione. L'idea non è cambiata.
Allora sai che è giusto.

Come lo fai, dipende semplicemente da chi sei.
Ma tutti abbiamo un modo per esprimerci. E tutti dobbiamo trovarlo, per essere persone migliori, per sentirci persone soddisfatte, per sentirci esseri viventi e felici.
Quello fisico non è l'unico bisogno di sfogo.

Questo è il modo che ho scelto per essere creativo. Ed è il modo attraverso cui la creatività ha scelto me, un nesso indistruttibile, incambiabile, insostituibile e inalterabile. Ed è un vero e proprio processo di composizione. Non c'è nient'altro che possa fare. E perché io/tu viva la mia/tua vita in modo sereno e soddisfacente, devo/i creare qualcosa. Anche solo scrivere miei pensieri su un blog. Al momento non posso farne a meno.
E se devo stare con qualcuno, questo qualcuno deve capire e avere una visione simile della vita.
Le persone ti considerano un egoista perché metti qualcosa come (di?) "te" davanti ad altre persone, e non capiscono, a meno che non siano musicisti, pittori, scultori, registi, fotografi, poeti o qualcosa del genere.
Niente e nessuno può allontanarti da ciò che ti ispira, ed è molto difficile capirlo, a meno che non si provi la stessa cosa.

Per questo nei mesi scorsi sono stato poco soddisfatto di me.
Se rivedo quello che ho scritto sul blog, era da Marzo che non scrivessi qualcosa di cui essere veramente soddisfatto. E prima di quel post di Marzo bisogna andare ancora più indietro, fino a Gennaio. Un po' pochino per i miei gusti.

Non riuscivo a tornare in questo stato di "ispirazione".
Non so da cosa sia causato, ma penso si possa provare a influenzarlo.
Facendo cose che ci piacciono, stando con persone che amiamo.
Provando nuovi stimoli, che sono nuovi orizzonti. E lo spirito dell'uomo è anche curiosità e avventura.
Non è bello che tutto questo sia anche simile all'idea che ho di "felicità"?
Ecco, adesso sento di essermi davvero sbloccato.
E senti di padroneggiare alla grande quel fiume in piena.
Hai fatto un passo avanti per sentirti una delle persone più forti del mondo.

Grazie.

domenica 12 dicembre 2010

Concretezza

Da quasi sempre i miei post su questo blog hanno uno stampo più "ideale" che "concreto".
Eh, visto che ultimamente qualsiasi post ideale io cominci rimane sempre in sospeso (le "bozze" stanno aumentando paurosamente, stracazzo!), oggi mi lancio nel pratico.
E nel semiserio.

Non ho ricevuto nessuna educazione sessuale - quella che ti spiega i Punti-G et similia.
Nessuno mi ha mai detto niente riguardo alle cose importanti, tipo:
- Come togliersi i pantaloni con dignità
- Cosa dire quando il ponte levatoio tarda ad alzarsi
- Ecc, ecc...

Sono contento di essere un uomo, ma non sempre sono contento di essere un uomo del ventunesimo secolo. Le donne ti piazzano sempre il solito discorso - "Eh, ma se potessimo far provare anche a loro il ciclo una volta al mese!" - e poi, più raramente, vanno anche più in là - "Tutta la fatica del parto la faccio io!".

... Donne!
Ogni tanto fermatevi anche voi a pensare a tutti i problemi che possono capitare a un uomo! Ve lo chiedo così, in maniera spontanea, niente fatti recenti che facciano da ispirazione, giuro...!
C'è il problema del "non succede niente".
C'è il problema del "succede tutto troppo presto".
C'è il problema del "lugubre ammosciamento dopo un inizio promettente".
C'è il problema del "non riuscire a farla venire"...
Le donne invece di cosa mai devono preoccuparsi?
Di un filo di cellulite?
Capirai...
Di quale posto occupino nella classifica del maschione?
Vedi sopra...

Certe volte preferirei essere vissuto una o due generazioni indietro.
Che ne so, ai tempi di un idealistico nonno, tutte 'ste preoccupazioni non c'erano. Lui non ha mai dovuto preoccuparsi di "come far venire una donna", perché non ha mai saputo che c'era qualcosa di particolare da fare. Non ha mai dovuto preoccuparsi di che posizione occupasse nella classifica delle "Cento Notti Più Hot" di sua moglie, perché lui era il primo e l'ultimo della lista.
Non sarebbe bello poter parlare liberamente di queste cose col proprio nonno?
Un giorno magari ci proverò... Già me la vedo:

"Nonno, ti sei mai preoccupato dell'orgasmo femminile sia nella sua forma clitoridea sia nella sua (forse mitica) forma vaginale? E conosci questo fantomatico Punto-G? Cosa significava 'fare bene l'amore' nel 1935, sempre che significasse qualcosa? Quanto sono stati importanti in passato i rapporti orali? Mi invidi per la mia vita sessuale, o ai tuoi occhi è solo un'inutile faticaccia, per non dire qualcosa di moralmente indegno? Sei mai stato in ansia di durare troppo poco, o allora questi pensieri non c'erano? Sei sollevato perché ti è stato risparmiato il pericolo del mettere incinta una donna che gli uomini di oggi devono evitare? Non sei contento di aver dovuto evitare di comprare libri di cucina vegetariana per poter entrare nel cuore di una donna?"

E lui cosa risponderebbe, se non lo rendessero muto la sua provenienza, la sua diffidenza e il suo sano "vecchio stampo"?

"Figliolo, smettila di piagnucolare. La 'gran scopata' ai miei tempi non l'avevano neppure inventata. E nonostante tutte le ricette vegetariane che ti devi leggere, resta che te la spassi molto più di quanto sia stato consentito a noi".

E avrebbe ragione.

Ragazzi, tutta la solidarietà del mondo, ma rilassatevi.
Godetevi tutto quanto di bello riuscite a raccogliere.
E, indovinate, la verità è che non potete rilassarvi se non la smettete di farvi paranoie.
Basta ammazzarvi di filmacci porno e farvi venire i complessi perché non avete le misure come Rocco Siffredi o lo charme di John Holmes.

E basta cercare Angelina Jolie, Reese Witherspoon o Heather Graham.
Quelle vanno bene per i suddetti, non per le persone vere.

Ripenso a una delle cose che mi ha preoccupato di più: che nessuna donna mi avrebbe mai guardato come Ursula Andress guarda Sean Connery.
In questi casi, amici uomini, abbiamo varie scelte:

A) Farci una plastica
B) Iscriverci ai Servizi Segreti
C) Approfittarci di una cieca
D) Imparare che non siamo un personaggio di un film

Forse sarò io.
Sembra che adesso sia davvero la "prima impressione" a contare!
(Fra parentesi, ditemi che ieri su Canale 5 non c'era un mocciosetto con l'apparecchio che cantava una versione rappata di Let it Be dei Beatles e che era tutto un incubo...)

Sarà che sta girando tutto più veloce e io mi trovo a essere vecchio prima del tempo...
Ai miei tempi, le ragazze erano qualcosa di magico e bellissimo, da scoprire piano piano...
Oggi gli undicenni su internet trovano di tutto, da "Smanazza" fino a "Ovaie - il sito che non lascia nulla all'immaginazione".
(Sì, questa era una citazione di Rat-Man)

La felicità si costruisce piano piano.
Una persona che ti rende felice è una persona che, semplicemente, con la sua presenza riesce a tirare fuori tutto il meglio che c'è in te.
E se anche tu con la tua presenza fai altrettanto - è che avete vinto.

Ecco perché saremo sempre meglio di James Bond ;-)

PS.
Stanotte mi sono addormentato poco dopo le 4, alla fine...

Pink, pink, pink, pink...



Ore 00.15
, il Franz si mette a letto.
Ore 02.20, il Franz rinuncia e si alza.
Ore 03.36, il Franz riprova a mettersi giù.
Chi l'avrebbe mai detto che non sarei riuscito a dormire... per il rosa?

Meno male che c'è Nick a farmi compagnia...

And none of you stand so tall
Pink Moon gonna get you all
(Nick Drake, Pink Moon)

sabato 11 dicembre 2010

Tutt'intorno...



Ci sono giorni in cui ogni cosa che vedo mi sembra carica di significati: messaggi che mi sarebbe difficile comunicare ad altri, definire, tradurre in parole, ma che appunto perciò mi si presentano come decisivi. Sono annunci o presagi che riguardano me o il mondo insieme: e di me non gli avvenimenti esteriori dell'esistenza ma ciò che accade dentro, nel fondo; e del mondo non qualche fatto particolare ma il modo d'essere generale di tutto. Comprenderete dunque la mia difficoltà a parlarne, se non per accenni.

(Italo Calvino)

giovedì 9 dicembre 2010

Fuochi d'artificio



Voglio che ci sia più luce nella mia vita.
Voglio essere più forte ogni giorno, anche per te.
Vorrei resistere di più a certi colpi, e non farmi buttare giù quando non riesco a incassarli bene.
Vorrei riuscire a essere davvero come vorrei essere.
Ci sto lavorando da un po', e non vado così male, ma ci sono alcune zone lasciate scoperte che sono troppo importanti per rimanere tali.

Voglio colori e fuochi d'artificio.
Rimbocchiamoci le maniche. Cominciamo a farlo. Per davvero, stavolta.

Auguri Livietta!!!!!!!! :-)

giovedì 2 dicembre 2010

Controllo

Delirio di onnipotenza?
Forse.

Punto di forza?
Non credo.

Sono un cretino?
Sicuramente.

Credo di aver capito che è tutta una questione di controllo.

Però prima di scriverlo qua nel blog, devo dirlo a due-tre persone.
Ma quanto dovrò aspettare?

mercoledì 27 ottobre 2010

Cercami...

L'Amore (con la "A" maiuscola) è l'esperienza più forte che abbia mai provato, e credo sia così per tutti, una volta riusciti a raggiungerlo. Ma una volta che l'abbiamo raggiunto, e quando finalmente lo stringiamo tra le mani, un po' come una roccia, è costretto a subire le intemperie del vento, della pioggia, del sole essiccante... costantemente in pericolo da fattori esterni che mettono a dura prova.

Ti guardi intorno e vedi amici e anche familiari che hanno problemi a... trattare questioni d'amore. Però c'è sempre quella forza che ti fa andare avanti, e ogni volta ne esci rinforzato. E mi sento davvero felice quando vedo due miei amici che si sorridono, che si stringono le mani, che si baciano, che si abbracciano o che fanno qualcosa di... stupido, anche... insieme. Nessuna invidia. Reale felicità per loro.

Io per la verità sento di stare meglio e di sentirmi più a mio agio da solo. Eppure ogni tanto qualcuno salta fuori e ti annienta tutte le tue barriere, e ti fa venire voglia di amare ancora.

Credo che ogni persona che incontriamo possa dirci o farci imparare qualcosa su noi stessi, e quando il rapporto con un'altra persona ci scotta, ci fa male, allora abbiamo paura. Paura di riprovare, paura ad aprirci di nuovo. Per quella scottatura facciamo un salto indietro per allontanarci da quella persona e facciamo un passo di nuovo indietro verso la nostra conchiglia.
Ma è inevitabile: prima o poi salterà fuori ancora un'altra persona per noi, e tutto il circolo ricomincerà daccapo.
Anche il più a proprio agio tra i solitari non può vivere sempre da solo. :-)

Più una persona sta bene da sola, più ha valore la persona con cui decide di stare.
Più una persona sa cosa cerca, meno avrà voglia di andare per tentativi...

Ho una valanga di cose che mi girano per la testa di questo periodo e un'altra mezza valanga di bozze per post del blog. Chissà se riuscirò mai a completarne. In realtà, non vedo l'ora.
Mi sento molto Leonardo, a lasciare le cose incompiute.

giovedì 23 settembre 2010

Di nuovo alla vita reale

... e in effetti questi tre mesi sono davvero volati.
E sono stati davvero troppo strani.
Per certi versi sembrava di essere arrivati ieri, e per altri sembrava di essere lì da sempre.
Ora sono tornato e sto scontando lo shock del rientro alla "vita reale".
Dura, è dura... ho chiesto in giro a chi ha più esperienza di me, e mi hanno detto che è dura ogni volta.

Non so se qualsiasi esperienza di questo tipo segni in questo modo. Non credo.
Credo che sia stata questa esperienza in particolare. Quel posto. Quel capovillaggio (anzi: direttore artistico), quel caposport, quella coreografa, quello scenografo. Quel gruppo di persone dello staff. Quelle fiaccolate da fare ogni volta per portare in salita la gente al teatro. Quelle navette che non funzionavano mai. Quelle camere. Quel Bronx. Eccetera...

Quest'estate ho imparato davvero tanto. A livello lavorativo, a livello umano... forse meno di quanto sperassi a livello emotivo, però.

Ho imparato... che l'esperienza è importante, ma la voglia anche di più.
Ho imparato... che "farsi i cazzi propri" a volte è fondamentale.
Ho imparato... che farsi scivolare addosso le negatività che ti circondano è facile.
Ho imparato...
... tantissimi spunti per tanti post che vedrete qui. Ma per adesso mi lascio solo un po' andare.
Peccato che sia finita, peccato essere lontani dagli altri, perché con diverse persone avrei davvero voluto stringere rapporti più saldi e veri. "Le montagne si vedono anche da lontano". :-)

I ritmi, gli appuntamenti, preparare gli spettacoli a notte fonda, sfiniti, e ripassarsi quei balletti di giorno, in quei due secondi, mentre speravi che nessuno ti vedesse.

Questi giorni sono stati ben più di "un'estate a fare l'animatore".
Sono cresciuto tanto e non ho voglia di fermarmi qui.
Ci rimani sotto e il brutto è che mi piace pure. Mi sono sentito per davvero a mio agio.

E ricordatevi: siamo tutti delle merde!

A presto...

domenica 13 giugno 2010

Si va!

Come ogni bravo sentimentalone che si rispetti, ecco che arriva anche per me il momento del post malinconico pre-partenza.
Beh - no - non quel tipo di post malinconico... della serie "gne gne gne mi mancheranno le mie amichette del cuore uè uè"...
Però... mi sono reso conto (ma mi sono davvero reso conto?) che cancellerò qualsiasi connessione con la mia vita di tutti i giorni per tre mesi. Ma quanti sono, tre mesi?
Non lo so, ma sono tanti. Tanti giorni.
E quello che andrò a fare mi piacerà. Mi piacerà da morire. Lo so. Lo so perché in fondo non aspetto altro che mettermi alla prova così in larga scala.

Ma io nella mia "vita reale" sto bene.
Voglio bene alle persone con cui sto. Mi piacciono molte delle cose che faccio, voglio migliorare quelle che non mi piacciono e voglio buttare via quelle che mi infastidiscono.
Adesso volterò un po' le spalle a tutto quanto.

Non avete idea di quante "bozze" di post abbia provato a fare nelle scorse settimane. Tantissime cose, tantissimi pensieri, un vortice di sensazioni troppo sfuggente e in fondo ancora troppo indefinito. Ma ormai non c'è più niente da chiedersi, non manca nessuna riflessione, bisogna solo buttarsi. E godersela. Alla grande.

Mi mancherà, per prima cosa, l'aria condizionata.
Ho come l'impressione che dove dormirò non ci sarà. Sesto senso? Speriamo solo pessimismo esagerato.
Poi mi mancherà il mio divano.
Mi mancheranno i miei momenti di ozio estremo, quelle mezzore che mi ritagliavo solo per me stesso, isolandomi dal mondo. Non importa se devo studiare, Argentieri aspetterà, Bertinetti in fondo già l'ho letto, di quei film salterò qualche scena per compensare il tempo perso. Ma non si tratta di tempo perso, tutto qua.
Quel tempo di "ozio" è stata la mia forza, il dire: "Non me ne frega una sega, adesso io vengo prima."
Fatelo ogni tanto, invece di farvi strozzare dall'ansia.

Mi mancherà accendere la TV e vedere Dr. House e Scrubs.
LOST mi manca già da più tempo, ma è già finito, di fatto, quindi l'elaborazione di quel lutto è già cominciata.
Mi mancherà quella palla di pelo di nome Alice, il gatto più scemo e ciccioloso di tutta la casa.
Mi mancherà prendere un Topolino a caso dalla libreria mentre vado a fare la cacca.
Speriamo che non mi manchi troppo proprio "andare a fare la cacca".
Mi mancherà il sonno, ma vabbè, era la prima cosa da mettere in conto. E sarà compensato dall'adrenalina.
Mi mancherà la musica. Tantissimo. Mi mancherà non poter sentire quello che voglio quando lo voglio, il jazz al momento giusto, i Sigur Rós e gli Ulver, Wilson quando ci vuole, sperando che non servano i Cavanagh; ma se servono, tanto ci sono. L'iPod che verrà con me ha già sofferto abbastanza, quando ho cercato di far entrare in 30 GB tutto quello che volevo - sacrificando troppe cose che non avrei voluto sacrificare. Ma quei momenti in cui potrò saranno una fonte di energia immensa.

Mi mancherà il mio letto, e non è una cosa banale.
Avendo cambiato materasso da poco, ricordo bene i traumi del primo impatto. La prima settimana non c'era notte in cui non sognassi di trovarmi sopra qualche strana macchina senza controllo che mi portava puntualmente a schiantarmi contro un palo o una parete. E poi il benessere improvviso la mattina quando ti alzi, completamente revitalizzato.
Ragazzi, se la vostra vita è una merda, fatevi cambiare materasso. Non avete idea di quanto aiuti.

Mi mancherà il caos della mia stanza, e questo è un addio.
Già so che approfitteranno della mia assenza per riordinarla e distruggere il mio ecosistema di spontaneità. Mostri!!!
Mi mancherà lo Scimmione, che mi fa compagnia da 21 anni, settimana più, settimana meno.
Mi mancherà la Tazza di Latte serale. Ma mi mancherà anche la mattina. Per la verità non so ancora come sopravviverò tre mesi senza.
Mi mancheranno le birrozze, la macchinina rossa, le camminate di notte per Roma, le foto, le camminate di notte per Roma, e mi mancherà il Cormoran. Con tutti gli amichetti di quelle parti.
Prima estate senza Cormoran da tantissimi anni. Tantissimi ma non troppi. Quel posto era la mia linfa spirituale: saprò farne a meno?
Mi mancherà lo spulciare internet alla ricerca di qualche CD nuovo e rosicherò quando il 25 Luglio uscirà il nuovo album dei Blind Guardian e dovrò aspettare Settembre per ascoltarlo.

Mi mancheranno tantissime persone. E qui non so cosa dire.
Vedeteci tutto, in queste righe.
I colori più accesi, l'odore di un prato bagnato e la strizza di quando sta per cominciare la discesa delle montagne russe.

In un posto dove dovrò continuamente mettermi alla prova, l'amore incondizionato di mamma e papà ti manca sempre, all'inizio. Mi mancherà Livia. Mi mancheranno gli antipastini. Mi mancherà Nonna Luciana con la sua ansia e Nonno Roldi con i suoi burberi round di affetto. Mi mancherà Nonna Maria, tantissimo, tantissimissimo.
Per favore, quando torno, ci dovete essere tutti...

Vado per trovare carica ed emozioni. E altre cose di cui non ho idea. Non vedo l'ora.
Spero solo che la sigla sia stracarica, eh.
Basta fare considerazioni. Voglio che cominci.
ARRIVA L'ARTIGLIERIA PESANTE.
Ahahah!

Forse prenderò un quadernino dove mi annoterò qualcosa per questo blog. Chissà.
Vi voglio bene :-)

lunedì 17 maggio 2010

In Loving Memory of RJD

C'è chi in ricordo e in memoria delle persone sceglie di fare minuti di silenzio.
Io credo che in casi come questi, invece, si debba ALZARE AL MASSIMO IL VOLUME!
Ronnie, la tua voce inumana mi rimarrà per sempre nel cuore, la tua musica mi ha accompagnato tanto, sia nelle orecchie che nella zucca... e l'unica cosa che possa sperare è che, almeno ora, tu abbia trovato delle risposte a qualche domanda che eri solito porti!!!

\m/
LONG LIVE ROCK 'N' ROLL,
LONG LIVE RONNIE JAMES DIO!!!


martedì 13 aprile 2010

Djerba 2010

Punto.
E accapo,
[cit.]

domenica 28 marzo 2010

Jissaio...

Le parole hanno un grosso limite: non sono niente.
Non hanno essenza. Sono solo degli alias, dei rimandi nella nostra testa a quelle che sono le nostre esperienze e le nostre percezioni.
Quando ho letto il messaggio, così, senza quasi personalità, senza punteggiatura... la mia testa ha cominciato a funzionare un po' male... Ho provato a realizzare qualcosa ma non ci riesco ancora... Indefinito.
Butto giù queste righe ma sto scrivendo completamente a caso, mi sento sbatacchiare qua e là per gli angoli della testa... E dopo avere scritto tutto mi chiederò che senso ha pubblicare, perché, perché, perché.
E' inutile.

E finisci a ripensare ai tempi della scuola, dei Piccoli Brividi, Equinox e Operation Phoenix, i giochi insieme... e l'America mi sembrava un paese così bello, così vivo, così pieno di libertà e possibilità...

E realizzi quante cose abbiamo condiviso del nostro periodo più al confine tra lo spensierato e il maturo... quanto tempo abbiamo davvero passato insieme...

Quando hai una manciata d'anni, per te è "tutta la vita", ma in fondo, te ne rendi conto da solo, è "poco".

Ora gli anni cominciano a passare. Si accumulano. E quando ti guardi indietro (ti sorprendi e) vedi un malloppo sempre più pieno.
Quanto era? Forse dieci anni?
Non dieci anni "qualunque". Dieci anni di interessi, di chiacchiere, di lotte contro "i cattivi", anni in cui per noi anche un gioco era qualcosa che richiedeva davvero "una strategia". Gli anni in cui "lo sai che è stupido, ma stai al gioco e ti diverti lo stesso".
Era tantissimo tempo.
Erano la spensieratezza più pura, erano i sogni che non si infrangevano contro niente, erano le convinzioni di essere speciali, e le convinzioni che se si è speciali, qualcuno ti noterà.
Erano il nostro cuore, la luce più gentile che ci brilla dentro, la più sincera, senza veli che la coprano.
Era così tanto.

Tu e noi, i nostri mondi diversissimi ma che insieme funzionavano così bene.
Formavamo un bel mosaico.

Non riesco a scrivere tutta la frustrazione e la vergogna che sento dentro. Ecco, ora anche la rabbia, e l'impotenza, anche se non ha senso. Per tutti gli ultimi tempi che magari ti vedevo connesso su MSN e non ti chiamavo, o tu che mi chiamavi e io non avevo voglia di risponderti.

Il fatto è che siamo abituati a vedere la vita intorno a noi come qualcosa di fortissimo e bellissimo, e non ci passa mai per la testa che sia anche qualcosa di così fragile...
Non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati a essere qui, abbiamo le nostre sfortune e quelle ombre ai nostri occhi coprono invece tutte quelle luci che non sono altro che ciò per cui vale la pena vivere.
E non ci vuole niente a portartela via.
Un giorno ci sei, il giorno dopo, chissà. Non te lo puoi aspettare. Non puoi vederlo arrivare.
Un altro motivo, un altro motivo per convincersi ancora di più a non sprecare un solo attimo di quello che passiamo qui.

Se mi succedesse qualcosa, avrei paura di non poter più stare vicino alle persone a cui voglio bene. Quindi ve lo lascio scritto: il messaggio che vi vorrei lasciare è solo questo. Vivete con le persone a cui volete bene e non fatevi scappare questi momenti. Non sai mai quando potrebbero finire per sempre.

Credo di non avere parole.

Si dice sempre che "queste cose non dovrebbero succedere".
Ma succedono.
E l'unica cosa che posso sperare è che noi, passandole, saremo abbastanza forti.
Abbastanza forti per cosa?
Forse solo abbastanza forti per aiutare a passarle anche il prossimo a cui succederà di doverle passare.
Nient'altro.

Dave!!!
"Bloodyking"!!!
Terrò (terremo) duro anche per te.

martedì 23 marzo 2010

Atomi pazzi



Non so che cavolo mi piglia e non capisco se sono annoiato, sfiduciato o semplicemente troppo pigro per poter anche solo credere di essere così pigro.
Non so se sono più incavolato col mondo che non mi offre quello che voglio io o con me stesso che non so acchiappare quello che il mondo mi offre.
Voglio fare qualcosa, voglio buttarmi in qualcosa, tuffarmi nel nuovo, ma non so in cosa. Ho voglia di qualcosa di nuovo, ma mi vengono in mente solo cose vecchie.
Tutte le scelte che ho fatto mi si ritorcono contro, ok. Ma il primo passo per risolvere un problema è ammettere di avere un problema. Quindi ora dovrei spingere l'acceleratore e ricominciare. Ma l'acceleratore non va.
Forse devo portarmi in revisione.

E' come se dentro di me stessi reagendo, urlando, facendo un gran macello, ma l'esterno rimane indifferente.

Ho voglia di uscire e di fare qualcosa, ma qualcosa di nuovo. E non so cosa.
L'ho già detto, forse?

Mi dicono che i cambiamenti così repentini vanno fatti piano piano, e gradualmente. Che il tempo, piano piano, sistema le cose. Ti da il tempo di affrontare i problemi in modo che tu possa superarli come si deve, affrontandoli, e non evitandoli.
Il tempo lenisce le ferite.
Il tempo porta le risposte.

Ma come faccio a cercare le mie risposte nel futuro? Il futuro non esiste.
Esiste il presente. Esiste il "qui" e l'"ora".
Il presente è la risposta. Il futuro è solo un limite che ci creiamo in testa per ritardare, o aspettare, qualcosa. Un limite fatto per essere superato, certo. Ma l'attesa snerva...

Io scrivo a te nel presente.
Tu leggi quello che scrivo nel presente.
C'è sempre un "adesso".
Solo "adesso" posso ricordarmi esperienze che ho vissuto.
Solo "adesso" posso sognare e pianificare cosa fare della mia vita.

Possiamo pianificare un appuntamento, e ti posso giurare che non ci incontreremo né nel passato né tantomeno nel futuro: ci incontreremo proprio in quel presente momento.

E dopo che hai letto la frase che ho appena scritto, l'hai letta nel futuro o nel presente?

Le cose cambiano, certo. Ma sono già cambiate solo "ora", nel presente.

Vivi ora. E non aspettare chissà cosa, se puoi.

La maggior parte delle persone vive come se il presente non esistesse.
O si lascia trasportare dai ricordi e rimane nel passato, oppure vive di immaginazione e di fantasticamenti su ciò che il futuro gli potrà portare.
Ma in questo modo ti perdi la vita. La vita è ora.

Io voglio fare qualcosa... ora!!!!
Non voglio aspettare. Non ce la faccio.
Non ora.
Voglio godermi il presente e sento che non lo sto facendo, alla pari di quelli che si perdono nel passato o nel futuro. Solo che io non so facendo neanche questo.

Ho la testa piena di stupide frasi fatte, di mezzi sorrisi e mezze idee, di malattie, di ansie, di paure, di volti con cui vorrei parlare, e non riesco a farci niente. Sento come se qualcosa, dentro, mi bloccasse. Non so che cavolo fare.
Alterno momenti di ottimismo a momenti più... così.
Vorrei essere fresco, brillante, inventivo come mi sento la mattina quando apro le finestre e sento l'aria della primavera che mi entra dentro col sole e il cinguettìo degli uccellini, e senza sapere perché mi ritrovo stanco, inaffidabile, noioso e senza una meta.

Essere felici e soddisfatti di sé stessi è qualcosa di strettamente collegato al cambiare.
E' una questione di... porsi obiettivi.
Se tu fossi sempre felice di una stessa cosa, saresti un mollusco. Ti fossilizzeresti su quella cosa.
Niente sensazioni nuove. Niente esperienze nuove.
Niente stimoli nuovi non portano altro che niente.

Invece è bello cercare altre cose, che ti diano sempre quell'impronta di freschezza, soddisfazione ed emozione che ormai sai riconoscere, ma con sfumature nuove e diverse.
Qualcosa che sappia rendere speciali i baci anche quando la scoperta è passata e c'è il rischio che diventino insipidi.

Sono anche dell'idea che bene o male anche quando siamo "normali" viviamo un certo tipo di felicità.
OK, è importante essere soddisfatti di come si è, e poi di quello che si fa.
Così si ha meno bisogno di "cercarla", la felicità.
Sai che ce l'hai comunque dentro di te/con te.
Sei tu la tua prima fonte di pensieri positivi.

E fare le cose che ti soddisfano di più, le cose che credi più giuste, più importanti o più vere, è importante.
Non ho detto "le cose che ti piacciono", ma "le cose che ti soddisfano".
Le cose che una persona fa sono la base di ciò che una persona è.
Dovrei essere felice, non mi manca niente, eppure sento che quello che faccio non mi sta dando lo smalto che vorrei, come persona.
E' una specie di claustrofobia interiore.

Per questi motivi, non posso più continuare sulla strada che sto percorrendo.
Ma mi sento come se dovessi fare un'inversione di marcia sulla Nomentana nell'ora di punta.

Serve un grosso colpo di chiave inglese, qua, a sbloccare questi meccanismi inceppati. Non so se riesco a darmelo da solo.

O mi butto, o mi ci spingete.
O mi guardo subito "Ritorno al Futuro", che ne so.
Michael J. Fox, damme na mano...

... Aiuto.

Me ne vado fuori a spasso. Le passeggiate notturne primaverili fanno sempre piacere.

PS
Ah, come ho già esternato, voglio chiamare mia figlia Sigurrós. :-)
Meno male che ci sono loro...

giovedì 25 febbraio 2010

Qualche eco


Shandon
Noir
Not So Happy To Be Sad
---
Loose your head, lay your soul
Lick your wound and taste the blood
Feel the pain on your own

But
it hurts so lovely
Choose your hell, meet the fog

Let it all surround the core

Be the one like a storm

Lightning through the darkness


Oh never, no never
...

Never fear to suffer
Never hide behind a smile


Never cry without a sound


Be the
sigh in a song
Be the
silence in a romp
Be the
stain on the wall
Be the one deciding

Be
the first, but too late
Be
the last performance

Oh never, no never
...

Never fear to suffer
Never hide behind a smile


Never cry without a sound...


Ahah, non sentivo questa canzone da un sacco... probabilmente se non fosse partita per caso con la sveglia di stamattina, chissà quando avrei finito col sentirla davvero.

mercoledì 24 febbraio 2010

Nessun tracciato davanti

Sulle note di: Jeff Buckley - Hallelujah

E' impossibile stare contemporaneamente con i piedi ben piantati per terra e la testa tra le nuvole, a meno di non essere molto, molto alti.
E, allora, è meglio essere realisti o sognatori?
Vivere di poesia è arduo, anche se ci mettete sopra un vasetto di maionese.
Ma, d'altro canto, anche i tipi rigidi e tutti d'un pezzo hanno qualche problema, per esempio, quando devono allacciarsi le scarpe.

Nessuno può essere sempre uguale a sé stesso, neanche se è un gemello figlio unico.

Ma sia prima, che poi, a rimanere è la scelta che hai fatto. La strada che hai preso e quella che non hai preso. Stop.
Alla fine della strada, quale che sia, trovi qualcosa.
Se sei contento, tanto meglio.
Se sei triste, in fondo quelle che chiamiamo "sconfitte" sono altre. L'unica cosa da fare in questi casi è cercare di imparare qualcosa, per le prossime scelte.

Il guaio viene quando non vedi il sentiero davanti ai tuoi piedi. Dovrebbe esserci, ma è buio e non si vede bene.
Una sensazione difficile da descrivere...
Come quella voglia di giardinaggio che si portano dentro gli eschimesi.
Credo sia più facile, se hai qualcuno vicino, e se ti canticchi qualcosa, per farti compagnia.

domenica 21 febbraio 2010

Più vicini

Bambina mia,
per te avrei dato tutti i giardini
del mio regno,
se fossi stata regina,
fino all'ultima rosa, fino all'ultima piuma,
tutto il regno, per te.

E invece ti lascio baracche e spine,
polveri pesanti su tutto lo scenario,
battiti molto forti,
Palpebre cucite tutto intorno. Ira
nelle periferie della specie, e al centro
Ira

Ma tu non credere a chi dipinge l'umano
come una bestia zoppa
e questo mondo
come una palla, alla fine.
Non credere a chi tinge tutto di buio pesto e
di sangue.
Lo fa perché è facile farlo.

Noi siamo solo confusi, credi.
Ma sentiamo. Sentiamo ancora.
Sentiamo ancora. Siamo ancora capaci
di amare qualcosa.
Ancora proviamo pietà.

Tocca a te, ora,
a te tocca la lavatura di queste croste
delle cortecce vive.

C'è splendore
in ogni cosa. Io l'ho visto.
Io ora lo vedo di più.
C'è splendore. Non avere paura.

Ciao faccia bella,
gioia più grande.
L'amore è il tuo destino.
Sempre. Nient'altro.
Nient'altro. Nient'altro.
M. Gualtieri


Questo è per voi, ok?
Sì sì proprio per voi! Dico a quelli lì, pianzani della peggior specie, robbosi da far paura, quelle 6-7 persone di questo bel weekend, più bello e speciale di quanto forse penserete.
Non so se sia giusto o meno, se è una bella cosa o no, ma quello che vi ho detto in macchina è proprio vero...
-64!

venerdì 8 gennaio 2010

E siamo a 4!

I have no name,

I am as the fresh breeze of the mountains.

I have no shelter;

I am as the wandering waters.
.

I have no sanctuary, like the dark gods;

Nor am I in the shadow of deep temples.

I have no sacred books;

Nor am I well-seasoned in tradition.

I am not in the incense

Mounting on the high altars,

Nor in the pomp of ceremonies.

I am neither in the graven image,

Nor in the rich chant of a melodious voice.

I am not bound by theories,

Nor corrupted by beliefs.

I am not held in the bondage of religions,

Nor in the pious agony of their priests.

I am not entrapped by philosophies,

Nor held in the power of their sects.

I am neither low nor high,

I am the worshipper and the worshipped.

I am free.

My song is the song of the river

Calling for the open seas

Wandering, wandering,

I am Life.

I have no name,

I am as the fresh breeze of the mountains.

(Jiddu Krishnamurti)

---

Io non ho nome,
sono come la fresca brezza delle montagne.
Io non ho tettoia,
sono come l'acqua che scorre.
Io non ho santuario, come gli oscuri dèi;
Né mi nascondo nelle ombre di profondi templi.
Io non ho libri sacri;
Né ho un posto nella tradizione.
Io non mi trovo negli incensi
Che si levano da alti altari,
Né nel fasto delle cerimonie.
Io non ho immagini scolpite,
Né il ricco canto di voci melodiose.
Io non sono legato a teorie,
Né corrotto da credenze.
Io non sono intrappolato nel vortice delle religioni,
Né nella pia agonia dei loro preti.
Io non sono intrappolato nella filosofia,
Né vivo nel potere delle sue sette.
Io non sono né basso né alto,
Io sono il fedele e l'adorato.
Io sono libero.
La mia canzone è la canzone del fiume
Che chiama il mare aperto,
Vagando, vagando,
Io sono la Vita.
Io non ho nome,
sono come la fresca brezza delle montagne.

---

Il blog è da poco entrato nel suo quarto anno di vita!
La cosa è impressionante. L'altra sera mi sono messo a rileggermi i primissimi post che facevo qui. Mi è servito per ricordarmi un po' com'ero.
Ricordo anche molto bene quanto fossi scettico, quanto fossi convinto che questo blog sarebbe presto morto come qualsiasi altro stimolo auto-riflessivo tentassi.

Mettersi davanti a uno specchio e guardarsi dentro era qualcosa che mi faceva troppo male.
Credo che oggi non sarei la persona che sono, se non mi fossi mai messo qui, davanti al computer, a scrivere, a scrivere quello che sentivo prima di quello che pensavo, senza filtri, senza il timore di essere giudicato eppure sapendo che, forse forse, qualcuno dei miei amici sarebbe potuto passare a leggere, e quindi, a capirmi un po' meglio, o quantomeno a cogliere qualche segnale di fumo che io sono sempre stato troppo orgoglioso da inviare.

Scrivere, l'avevo già scritto da qualche altra parte, ti obbliga a dare un senso a quello che pensi.
Ti obbliga a dare un ordine ai tuoi pensieri.
Non importa se quando li hai scritti ti sembrano più piccoli, stupidi o insignificanti di quello che erano nella tua testa, perché in fondo le parole non sono altro che proprio quello, rimandi a qualche pensiero e concetto più grande che sta nella tua testa.
Per questo le parole sono importanti.
Sapere le parole giuste, saper parlare bene serve a pensare bene.

Oggi si fa tutto di corsa.
La società ti obbliga a correre, se vuoi vivere. Corri, se vuoi avere successo. Corri, se vuoi avere i soldi.
Mai che nessuno ti dica che puoi stare meglio se qualche volta fai attenzione a fermarti per ritagliarti dello spazio e del tempo per te.
La società dovrebbe lasciarti il tempo anche per altro: per guardarti dentro. Non lo fa, perché è una grossa perdita di tempo. E non produce utili. E allora appena proverai ad affacciarti vedrai un profondo e un po' inquietante buco nero e ritrarrai lo sguardo, avendo paura a guardarci dentro.
Ma non è solo questo. La gente pensa di non avere bisogno di prendersi questi momenti. Pensa che si possa stare benissimo anche senza. Un po' come dire "Non mi piace". Ma l'hai assaggiato? "No."
Ma se ci vuoi arrivare, vedrai che ci arrivi...

Il bello è quando ti guardi dentro e non solo non hai paura di farlo, ma sei anche felice di quello che vedi.
Ti conosci veramente. Lo fai attraverso un confronto con te stesso.
Prendi una decisione e mentre la prendi ti dici "Sì, cazzo, sì, è questo quello che voglio davvero", e ti entusiasmi, perché è qualcosa che hai imparato a fare, prima non era così, e l'hai imparato da solo.

Questo blog è stato ed è il muro di mattoni a specchio su cui vado continuamente a sbattere.
Buon virtual-compleanno, caro blog! :-)