"Inside, we are ageless... and when we talk to ourselves, it's the same age of the person we were talking to when we were little. It's the body that is changing around that ageless center."
(David Lynch)
Shine on!
"Inside, we are ageless... and when we talk to ourselves, it's the same age of the person we were talking to when we were little. It's the body that is changing around that ageless center."
(David Lynch)
Non so se è il momento generale, che quando esci da un momento brutto e riesci a sbloccarti allora tutto quanto ti sembra più scintillante e in discesa... anche perché, diciamocelo, è pure condito da una bella primavera in arrivo.
Però mi sembra che tutti quei pezzi che vedevo sparsi e inconciliabili, una volta messi insieme i più grossi e arzigogolati, il resto stia andando a posto da sé. Ma proprio da sé, come se ogni pezzo all'improvviso si fosse riattivato di una forza magnetica che aspetta il suo corrispettivo.
Sto facendo pace con un mio passato che non credevo fosse abbastanza buono, sto ricominciando a scrivere, sto ricominciando a giocare... ed è tutto così solido, senza ombre e dubbi.
So che si deve andare avanti, ma guardarsi indietro, ogni tanto, non è male.
Alla fine delle righe, guarda un po' tu se alla fine dev'essere che quelli che erano i tuoi migliori amici cambiano e semplicemente non sono più i tuoi migliori amici.
Cioè, fammi capire.
Uno condivide emozioni, momenti, pensieri - peraltro di momenti che dovrebbero essere i più intensi e formativi nella vita di una persona - e poi, puf, tutto niente.
Così.
Di punto in bianco.
Io non lo so caro mio, non lo so se questa cosa l'ho capita bene, mi sa che me la devi rispiegare.
Mi è capitato spesso di dire che ho "iniziato tardi ad ascoltare musica", perché fino ai 16 anni non mi piaceva quello che mi veniva proposto dalle radio e dalla TV.
Oggi mi guardo indietro e penso... proprio no, ho iniziato ad ascoltare musica precisamente al momento giusto.
Tutti dicono sempre agli introversi di buttarsi un po' di più e provare a cogliere nuove opportunità, al di fuori della propria Comfort Zone.
Nessuno che dica però agli estroversi di starsi un po' zitti e rendere la zona un po' più comfort.
(Lo dico da estroverso)
L'altro giorno leggevo un'intervista a una persona nata con sordità ma che da grande ha potuto usare degli strumenti che le hanno consentito finalmente di sentire quello che succede nel mondo.
Mi ha molto sorpreso come fosse convinta che anche il sole emettesse un suono, come una sorta di "bzzz" continuo.
Da allora, ci penso molto spesso.
Sono quelle di famiglia, ma brutte.
Di quelle che i bambini non guardano verso l'obiettivo, la mamma ha una faccia un po' finta e il papà l'espressione corrucciata di a chi è appena venuta in mente una cosa fastidiosa.
Però ti viene da pensare: se l'hanno condivisa su Facebook, è perché loro, guardandola, si sentono proprio felici!
Sai chi è che non molla mai?
Quelli che alla fine dici "ammazza, chissà quanto dev'essere stato difficile non mollare"