venerdì 8 maggio 2009

Estroversione

Più rileggo il penultimo post ("Identificazione") più mi viene voglia di cancellarlo.
In effetti sì, centro cose interessanti lì.
Ma più le rileggo più le vedo troppo egoiste.
In altre parole, per come la vedo io, stupide.
Non è solo questo: più rileggo quelle cose, più mi accorgo che non sono affatto un punto di arrivo.
In realtà sono solo un punto di transizione, e ho fatto l'errore di prenderlo invece come un punto di arrivo.
Gli manca qualcosa e l'ho fatto passare come se fosse "tutto quanto".

Prendete quindi questo post come la sua evoluzione, il passo successivo.

Già il giorno dopo averlo scritto, l'ho riletto e ho storto il naso. Non mi piaceva come poche ore prima.
Poi ho cominciato a pensare:
"Ma che cavolo penseranno certe persone leggendo queste cose?"
Probabilmente che sono un egoista, mi sono risposto...

E mi sono chiesto ancora:
"E a me che cavolo me ne importa di quello che certe persone penseranno di me leggendo queste cose, quando ho appena scritto che vorrei andare oltre e credere soltanto nell'essenza di me stesso per essere felice?"

Insomma, stavo per pigliarmi a capocciate da solo.
Mi stavo chiedendo di ignorare i pareri delle altre persone?
Questa è stata la scintilla che mi ha fatto cominciare a scrivere questo nuovo post.
Credere soltanto in me stesso?

A me non possono non importare le opinioni delle persone.
Perché a me importano le persone.
Credo anche in loro, nelle loro sensazioni, in quello che provano.
Tutto questo non è qualcosa che si possa ignorare... no, non è qualcosa che si possa perdere per strada.

Non si tratta di poter essere felici solo con sé stessi.
Sensazioni come l'amore verso una persona non sono imposte da nessuno.
Quando un bambino piccolo si sveglia la notte, avrà bisogno di amore e di attenzioni. Quello che la mamma gli darà quando andrà da lui, e il bambino sarà contento. E la mamma sarà contenta, di ritorno.

Parlavo di non volere che le "opinioni" mi manipolassero e che diventassi dipendente da loro.
Ma forse la linea fra accettarsi e "amare sé stessi" e "egoismo" è molto più sottile di quanto pensassi.
Me ne sono accorto in tempo, spero!

Si tratta di mettersi in gioco e ballare.
Sì, forse ci sono più rischi che se ti limiti a... "raggiungere una certa felicità interiore e vivere basandosi su quella".
Forse se giochi e balli, esponendo ancora di più le tue sensazioni, essendo sensibile a quelle degli altri, ti rendi davvero più... dipendente.
E allora?

In fondo è così ed è normale. E in fondo mi accorgo che non mi sto dicendo niente di nuovo.
Forse ragionando sul "punto di transizione" sono diventato un po' più forte e un po' più saldo, dipendo di meno da cose più stupide. Cosa che in certe situazioni può essere utile... ed è veramente bello questo "andare oltre".

Mi sono accorto che questi ultimi 12 mesi li ho vissuti in maniera nuova, più speciale e intensa, da quando ho capito quel paio di cose di un po' più profonde.
Sì, ed è bello.

Ed è bello avere del tempo da dedicare a sé stessi, per capirsi meglio e per accettarsi di più.
E' bello non avere ambizioni / prospettive particolari = tensioni che ti attenagliano.
Fare le cose perché trovi piacevole e utile per te farlo.

Capire il trucco di essere nessuno e sentirsi a proprio agio in questo ruolo.

Il trucco è sapere che ci saranno sempre opinioni di altre persone.
Alcune di queste saranno cose come "sei intelligente", "sei simpatico", "sei uno spocchioso egocentrico, egoista zozzone", "sei una persona vuota".
Quali di queste saranno "la verità"? Nessuna.

Perché la verità è qualcosa che va oltre le parole, e una volta che hai detto a qualcuno che è "una persona vuota" l'hai solo ridotto ai minimi termini soltanto con la testa e non col cuore.
L'hai ridotto soltanto a un concetto nella tua testa.
Le opinioni che contano davvero sono altre... e quanto a queste, beh, possiamo parlarne!

Tutta questa parte introspettiva è una sola di due parti, però.
Se ci sprofondi, finisci nell'apatia...

E mi accorgo che non sono mai state queste le uniche conclusioni a cui volevo arrivare.
E un po' me lo diceva la sensazione che avevo addosso quando ho inviato il post "identificazione".
Un po' come dicevo prima: mancava una seconda parte...

La seconda parte è quella più dinamica, attiva e rischiosa.
Ed estroversa.
E non è che la scopro adesso, forse solo adesso vedo di più la linea di demarcazione fra le due cose...

E' la capacità di provare una forte emozione/sensazione soltanto dallo sguardo di una persona sconosciuta che incroci per strada, anche quando sei depresso.
Il tirarsi su chiacchierando con un amico.
Il provare piacere nel caricarsi sulle tue spalle lo zaino di qualcun'altro.

E' fare caso al mondo che ti circonda.
Saper notare le sue piccole cose, anche le più piccole, e non ignorare quelle più grandi.
E sentirsi perfettamente all'altezza e in grado di stare in mezzo a tutto questo.
E interagire.
Fare qualcosa.
Dare il proprio apporto.
Lasciare la propria traccia nel mondo.
Cambiare qualcosa.
Possibilmente, lasciando le cose un po' meglio di come le abbiamo trovate.

Causa ed effetto. Mettersi in gioco, rischiare.
Dare e ricevere sorrisi.
Appoggiarsi schiena a schiena a qualcuno: scoprire con un po' di sorpresa che quel qualcuno ti sorregge benissimo, mentre tu a tua volta lo sorreggi.

Non vivere la vita come un perfetto equilibrio di una bilancia.
Non vivere la vita accontentandosi di questo equilibrio.
Ma saper vivere i suoi oscillamenti, verso l'alto e verso il basso.
Saperli vivere e saperli prendere.
Uscire più forti dalle difficoltà e uscire più felici dai bei momenti.

E se è vero che le felicità durano poco quando (e perché) dipendono dagli altri, beh, non hai che da essere felice perché e finché sei stato felice, adesso puoi metterti in cammino verso un'altra, diversa e forse più grande gioia.

A questo punto mi interessa di meno fossilizzarmi su quello che provo e quello che sento: sento di aver raggiunto un buon punto, una certa sicurezza, sotto questo aspetto.
Ci ho messo un po', per farlo ho dovuto passare delle difficoltà e dei momenti difficili, va bene.

Adesso ho capito come fare a disattivare per un po' il cervello e smettere di pensare, semplicemente amare la vita affacciandomi alla finestra e sentire il profumo dei fiori del giardino subito sotto mentre stanno sbocciando, quell'odore che significa tanto estate, sole, luce.
Adesso ho trovato la mia via per volare via libero quando ne ho voglia.

Adesso voglio andare ancora oltre, e giostrare a queste cose dell'altro, di nuovo e sconosciuto.

Perché ci sono persone nella mia vita che sono speciali e che sono la fonte di tantissime cose meravigliose che ho vissuto. Questo è il nesso tra "me stesso" e "gli altri".
Sono anche io che mi sono messo in condizione di apprezzare gli altri e il diverso.

E' il momento di vivere appieno un po' di condivisione.

(Alla luce di questi nuovi passi avanti, ho modificato il post "Identificazione", ora è molto meglio, anche se ho lasciato lo spirito che c'era!)