lunedì 30 giugno 2008

Somewhere Back In Time

Chiunque sia stato ad un concerto sa che l'atmosfera che si vive lì non si può riprodurre in nessun modo, e quando ascolti un CD Live, hai solo la metà di quello che avresti avuto andando davvero a quel concerto. Ci sono cose che un CD non può riprodurre. Effetti fisivi, carisma dei musicisti sul palco, l'atmosfera felice di chi è intorno a te che guarda lo stesso gruppo che ami anche tu e che magari ti sta un po' troppo vicino e ti toglie lo spazio (e il fiato) che vorresti avere... ma che alla fine non potrai fare a meno ti ricordare piacevolmente, viste le emozioni che avete vissuto insieme.

Ma questo concetto, per quanto sia giustissimo, va rivisto se il gruppo che vai a vedere si chiama Iron Maiden.
Se vai a vedere gli Iron Maiden, la differenza fra ascoltarli su un CD live e andarli a vedere non è "la metà", come prima. Forse questa differenza andrebbe elevata al quadrato, forse al cubo.

Il 27 Giugno 2008, al Festival del Gods of Metal, Arena Palco Nord, Bologna, Padania (ahah), Italia, ho perso la mia verginità maideniana, tanto per parafrasare Bruce Dickinson. (Iron Maiden = Vergine di Ferro)

Il concerto è stato qualcosa di... immenso, strepitoso, irripetibile e soprattutto irrinunciabile: chi se li è persi può solo strapparsi i capelli e mangiarsi la bombetta, in stile Rockerduck. E adesso andrò a fare come sempre il mio resocontone, ma sappiate che tralascerò almeno i tre quarti del tutto. Perché in un concerto così ci sono troppe cose da notare, troppe cose da dire, troppe cose che succedono, troppe cose che magari neanche quando eri lì sei riuscito a notare... e un po' di righe scritte possono solo aiutare a far capire la grandissima atmosfera di quella grandissima serata. UP THE IRONS!

Dopo una mattinata e un pomeriggio intensissimi che meriterebbero anche loro la loro parte di resocontone, per esami di maturità (o di stato, come si chiamano ora) e incontri, intorno alle 18:45 arrivo finalmente all'Arena Palco Nord, dopo un tecnicamente detto "giro di peppe" allucinante. Il posto è già pienissimo. Arrivo che hanno appena finito di suonare i Rose Tattoo, non una perdita che mi sconvolga, mentre mi è dispiaciuto non riuscire a vedere gli Apocalyptica. L'arena contiene facilmente molte migliaia di persone, credo che alla fine dovremmo essere stati intorno ai 37.000. Il grande palco ha ai lati due grandi cartelli con il logo del Gods of Metal, e diversi metri davanti al palco sta una grande torretta per il mixer. Dietro la torretta, una zona di pronto soccorso, che, dispiace dirlo, non rimarrà vuota, sia per il caldo che per botte da pogo.

Io i pogatori proprio non li capisco: che gusto c'è a menarsi e a cadere sotto ad un palco? Se vuoi fare l'idiota, fallo da un'altra parte con i tuoi simili, non rovinare il concerto a chi vuole goderselo e magari se lo deve perdere perché per colpa tua un gruppetto di scemi lo calpesta... mah. Se mi fossi perso il concerto dei Maiden per dei pogatori, quantomeno avrei fatto come in Kill Bill: una bella lista e via.

Dopo poco, ecco che cominciano gli Avenged Sevenfold, gruppo di spalla degli Iron Maiden in tour e per questo messi in scaletta pure oggi... non li conoscevo praticamente per niente, prima. So che facevano metalcore, una roba che non voglio neanche sapere cosa sia, poi per problemi alle corde vocali del cantante hanno dovuto cambiare genere, orientandosi verso un hard rock/heavy metal più che decente.

Mando un messaggio ad Andrea, il maestro Maideniano con cui avrei davvero voluto passare il concerto, ma mi risponde che proprio in quel momento i Sevenfold stanno suonando la sua canzone preferita, e che aspetta che finisca quella prima di raggiungermi... gli rispondo che non c'era problema e che potevamo vederci anche a Sevenfold finiti, e così sarà. Cerco di contattare anche Alberto e il resto dei suoi pogatori folli, ma manco a dirlo loro sono in seconda fila a morire (e a uccidere) sotto i colpi di tutta quella gente!

Alla faccia dei problemi alle corde vocali, poi, il cantante ha mollato urli veramente impressionanti. Certo, i Sevenfold tirando le somme hanno avuto la sfortuna di suonare prima dei Maiden, quindi si sono beccati un sacco di cori: "Maiden! Maiden!" dalla gente che era sotto al palco e aspettava ovviamente gli Irons.

La situazione comincia a degenerare quando dal pubblico vengono lanciate molte bottigliette di plastica sul palco, sempre con i cori per gli Iron Maiden ad alto volume. Il gruppo è visibilmente scocciato...
Un chitarrista cerca di prendere con filosofia la cosa, e dice: "Uuuh, Maiden, Maiden..." e prova anzi a incitare: "Sevenfold, Sevenfold!"

Non l'avesse mai fatto, se prima a gridare "Maiden Maiden" erano stati in pochi, ora per reazione è tutta l'arena a gridarlo. "Yo, yo!" interviene il cantante, occhiali da sole e tatuaggi tamarri che di certo non migliorano le cose. "You guys know what the fuck Pantera is? Let's play a Pantera song and see what the fuck..." E quando parte il riff di Walk dei Pantera, improvvisamente l'atmosfera cambia. Dalle file sul retro, chi prima assisteva abbastanza apaticamente (o semplicemente sfotteva) ora corre in avanti e a headbangare a metà fra l'incredulo e l'indignato!! La canzone è tutta un crescendo... con un'ottima prova del cantante!

"Is there no standard anymore?
What it takes - who I am - where I've been
Belong
You can't be something you're not
Be yourself, by yourself
Stay away from me!
A lesson learned in life
Known from the dawn of time..."

E finalmente irrompe il pubblico, mani levate:

"RES...!!!"
(riff-riff)
"... PECT!!!"
(riff-riff)
"WALK!!!!"

Ritorna il cantante dei Sevenfold che urla:

"WHAT DID YOU SAY?"
(RIFF-RIFF)

E riecco il pubblico:
"RES!!!"
"PECT!!!"
"WALK!!!!"

Ma al "Walk" la batteria si ferma, la chitarra scema e il cantante con gesto di stizza annuncia: "Well, that's all you get." interrompendo bruscamente la canzone nel suo orgasmo e viene nuovamente sepolto dai fischi!!!
Persino io, che dei Pantera non sono un fan, ero rimasto presissimo da quello spettacolo...

Indubbiamente questi ragazzi hanno personalità...

Alla fine la prova dei Sevenfold mi è piaciuta, e penso che approfondirò il loro repertorio. Fra le loro canzoni che ho riconosciuto, The Beast & the Harlot e The Gunslinger ("Oh, oh, now we'll try something dangerous... we'll try a slow song...")

Comunque tirando le somme gli Avenged Sevenfold dimostrano davvero una buona personalità, un buon talento musicale (pure il batterista che canta!) e soprattutto non cercano troppo di sforare, insistendo con un pubblico che troppo chiaramente sta solo aspettando gli headliners di quella data del festival: gli Iron Maiden.

Ritrovo Livia, mia sorella, che si è presa un panino e mi ha portato anche una bottiglietta d'acqua, che finirò in due secondi, e finalmente richiamo Andrea. Purtroppo il macello che ci circonda è globale, e attraverso il telefono non sento una ceppa di quello che mi dice sul dove trovarci.
"Sono dietro al mixer!" gli dico io.
"Pure io!" dice lui, "dietro al mixer dove??"
E io: "Vicino all'ambulanza..." ma non sento più quello che mi dice, allora gli dico di mandarmi via messaggio la sua UBICAZIONE... e finalmente lo riconosco, con la sua mitica maglietta larga di Virtual XI, dal primo concerto che ha visto dei Maiden del tour del 1998 con Blaze Bayley e gli Helloween con un Andi Deris ancora castano di capelli che facevano da gruppo di spalla.

Quindi saluto Livia che va a vedersi il concerto con altri suoi amici da un'altra parte...

Rapida sosta al pit-stop (il cesso), quindi cerchiamo insieme la migliore postazione per goderci un concerto, un concerto che si dovrà sì sentire, ma con cui dovremo anche riempirci gli occhi! La scenografia infatti si prospetta delle più impressionanti: sul palco c'è un telone nero che copre come può quello che c'è dietro, ma ai lati del tendone si vede molto bene un'impalcatura di rialzo a mo' di "secondo piano" per il palco con tanti geroglifici, geroglifici che, noteremo poi, oltre ai classici egiziani saranno anche segnali moderni come la "P" di Parcheggio, un aereo in volo, eccetera... insomma, tantissimi piccoli "Easter Eggs", per chi avrà occhi per notarli.

L'ambientazione del Somewhere Back In Time World Tour degli Iron Maiden, è risaputo, sarà quella dello World Slavery Tour del 1984, quando il gruppo supportava l'album Powerslave, di ambientazione egiziana. La scaletta era nota: io stesso l'avevo letta, non resistendo, ma solo un paio di volte per non rovinarmi troppo la sorpresa. Andrea invece non voleva saperne niente. Era comunque dichiarato, dopo il tour del 2006 in cui avevano suonato tutto il loro nuovo album A Matter of Life and Death dall'inizio alla fine più tre classici (Iron Maiden, Fear of the Dark e Hallowed Be Thy Name), i Maiden volessero ripagare i fan della pazienza con una dose massiccia di vecchi pezzi che andassero dal loro primo album, Iron Maiden, del 1980, fino a Seventh Son of a Seventh Son, del 1988, con l'ambientazione appunto di Powerslave.

Alla fine, con Andrea decidiamo di metterci sulla parte rialzata, alla base della collinetta di fronte al Palco, rialzati, un po' più indietro rispetto al mixer. La visuale è perfetta, abbiamo spazio e non subiremo il fastidiosissimo pogo: perfetto!

Secondo l'orario, gli Iron Maiden dovranno cominciare a suonare alle 21.15, ma Andrea, che è al festival dalla mattina, mi dice che tutti gli orari fino a quel momento sono stati anticipati, quando invece normalmente ai festival con tanti gruppi che suonano su uno stesso palco si fanno solo ritardi...

Ma intanto aspettiamo, e lo facciamo nel migliore dei modi, con Andrea che mi racconta aneddoti su aneddoti dei suoi vecchi concerti Maideniani e altre cose. Per cominciare, mi fa sapere che ogni intro dei loro concerti dal 2003 è SEMPRE anticipata da un'altra canzone, Doctor Doctor degli UFO, che io devo vergognosamente ammettere di non conoscere... per quanto da quel giorno non potrò più fare a meno di sorridere felicissimo ogni volta che la sentirò!

E così tiriamo avanti: io già ero gasatissimo di mio per stare per vedere i Maiden, poi Andrea continuava a parlarmi e a dire cose che mi infiammavano ancora di più...

Tutta intorno a noi, la gente si sedeva per terra aspettando il grande momento, ma noi, presi come eravamo dal nostro parlare, siamo rimasti in piedi, gesticolando e saltellando sul posto... Andrea mi avverte che dovrò essere testimone della sua reazione qualora i Maiden suonino Revelations, la bellissima canzone di Piece of Mind che gli ha fatto "amare il metal, gli Iron Maiden e Bruce Dickinson"!

... lui, ovviamente, se l'aspettava come più che probabile canzone vista l'ambientazione e visti gli album in gioco, ma io già sapevo per certo che l'avrebbero fatta per terza...

Ci eravamo seduti da poco, quando ad un certo punto, non saranno state neanche le nove, le luci del palco si spengono...
E io lo faccio notare ad Andrea... "Ehi, Andrè, le luci si sono spente..."
Lui guarda un attimo il palco, quasi titubante, in attesa di qualcosa. Ma non succede niente, quindi riprendiamo a chiacchierare, anche se le occhiate piene di speranza che lanciamo al palco sono continue.
Un momento dopo, si alza anche il volume della musica di sottofondo che stava andando sparata dalle casse.
Anche ora torniamo a guardare il palco col cuore che batte sempre di più...
Poi cominciano a risuonare delle note armoniche di chitarra...
Io non avendo idea di come partisse Doctor Doctor degli UFO, guardo Andrea... che mi restituisce uno sguardo rassegnato e scuote il capo... poi man mano che le note vanno avanti, invece... gli si accendono gli occhi: "SI!!! Sì!!! E' questa, è questa!!!!" e si alza... cominciando a gridare a chi ci sta intorno, non più nella pelle: "Dopo questa cominciano!!! Dopo questa cominciano!!!" e vabbè, io stavo sempre più in fibrillazione... come ciliegina sulla torta, il mio compagno di concerto mi aggiunge: "Tra meno di 180 secondi vedrai gli Iron Maiden... come ti senti?"
Come voleva che mi sentissi!??!

E infine conclude: "Benvenuto al World Slavery Tour..." e qui sono semplicemente morto.

Doctor Doctor si rivela una canzone BELLISSIMA e ALLEGRISSIMA, che mi sono procurato appena tornato a casa e con cui sono già andato in palla. Sulle sue note, io e Andrea ci mettiamo a ballare come cretini, dando calci ai lati qua e là a tempo...

E finalmente... FINISCE. Un soffio di vento registrato e...

E parte la voce.

"We shall go on to the end."

BOATO DEL PUBBLICO... ovviamente non tutti sapevano che dopo Doctor Doctor si sarebbe cominciato.
L'intro è la stessa del leggendario CD Live After Death: Churchill's Speech.

"We shall fight in France...
We shall fight on the sea and oceans...
We shall fight with GROWING confidence and GROWING strenght in the AIR...
We shall defend our island... whatever the cost may be."

Ormai la folla è in delirio. C'è chi parla sopra le parole di Winston Churchill, ma c'è anche chi, fuori di sé, fa partire cori: "Maiden! Maiden! Maiden!"

"We shall fight on beaches, we shall fight on the landing grounds
We shall fight in the FIELDS and in the STREETS..."

BRIVIDO alla sola idea dell'esplosione che sta per avvenire...

"We shall fight in the hills...
We shall NEVER SURRENDER!"

ED ECCO CHE PARTE IL RIFF INIZIALE DI... ACES HIGH, canzone di apertura di Powerslave! Colpo di basso... rullata di batteria! Altro colpo di basso... altra rullata di batteria... con luci abbaglianti che partono a tempo dal palco, puntate verso di noi... finché...

Il tendone nero che copriva una GRANDISSIMA scenografia viene rimosso, svelando al centro una piramide di Powerslave con alla destra una statua di un Eddie di Somewhere In Time e alla sinistra un Eddie di Seventh Son of a Seventh Son.

FIAMMATA di fuochi d'artificio, ed i NOSTRI irrompono sullo stage, saltando, correndo e arrivando da ogni parte, portandosi subito davanti al pubblico! Dave Murray, Adrian Smith e Janick Gers si catapultano in avanti, saltando e agitando le chitarre, e il fondatore Steve Harris come ormai suo trademark, si inginocchia e puntando il pubblico con la punta del basso continuandolo a suonare a mo' di mitragliatrice!
Nicko McBrain, alla batteria, è arrivato già dall'intro, pare, e comincia a menare come un fabbro le sue casse!
Aces High va avanti nel suo climax, fino a che arriva LUI, l'unico che mancava all'appello, Bruce Dickinson, frontman, leader, vocalist, che si fa tutto il palco di corsa arrivando al centro davanti alla batteria, si fa un paio di zompi di riscaldamento e comincia a cantare!
Tutto questo... in pochi secondi.

"THERE goes the siren that warns off the air raid,
Then comes the sound of the guns sending FLAK!"

E già non ci capisco più niente! Ovviamente provo a cantare stando dietro a Bruce Dickinson, ma le note di Aces High sono davvero troppo per me... e penso per la quasi totalità dei presenti. Già da subito si capisce invece quanto siano pane quotidiano per il vocalist, che le piglia tutte (TUTTE) senza problemi!

Più tardi con Andrea diremo: sì, l'ha cantata molto meglio di Live After Death... quando aveva vent'anni di meno... perché lì, ok, aveva una potenza vocale immensa, ma meno controllo alla fine... mentre oggi... oggi ha avuto un controllo IMMANE e una potenza vocale ancora invidiabilissima!

E Aces High va avanti, Bruce Dickinson incita il pubblico con larghi gesti delle braccia e Janick Gers già comincia a far roteare la sua chitarra nell'aria!

"Gathering speed as we head down the runway,
Gotta get airborne before it's too late!"

E parte il fantastico refrain, che tutto il pubblico urla, mani al cielo, uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie, quasi coprendo la voce del frontman degli Iron Maiden!

"Running! Scrambling! Flying!" (eco del microfono di Bruce)
"Rolling! Turning! Diving! Going in again!
Running! Scrambling! Flying!
Rolling! Turning! Diving! Going in again..."

Ora Bruce Dickinson viene avanti e sale su due casse accatastate al centro del palco, continuando a incitare il pubblico che lo segue e lo ripaga a ogni minimo gesto!

"Ruuuun! Liiive tooo flyyyy! Flyyy tooo liiiive! Dooo ooor dieeee!
Waaant tooo... ruuuun! Liiive tooo flyyy! Flyyy tooo liiiive!
... Aaaaceeees Hiiiiiigh!"

Nonostante gli ondeggi, la canzone riesce eseguita alla perfezione, appunto anche meglio del live di vent'anni e passa fa... Dickinson torna alla batteria per scambiare qualche battuta con Nick, poi comincia a correre per il palco come un ossesso, a destra e a manca, per far impazzire ancora di più chi è sotto di lui. Immenso quando durante l'assolo di chitarra addirittura per andare più vicino al pubblico si improvvisa equilibrista e salta su una piccola impalcatura usata per montare il gigantesco palco ma lasciata lì... ed è sempre più delirio del pubblico!

L'ultimo e conclusivo urlo acuto alto "Aces... HIGH!!!" è impressionante, da mani nei capelli, perfetto e senza sbavature. Abbiamo avuto solo un assaggio di quella che sarà una performance incredibile.

Aces High sfuma assieme alle luci del palco (sono forse ora appena le nove, quindi ancora un po' di luce c'è), una bandiera del Regno Unito sventola sotto al palco, neanche il tempo di riprendere fiato, ecco che parte il riff di 2 MINUTES TO MIDNIGHT!

"SCRRRREAM FOR ME ITALIAAAAAAAA!" urla Bruce Dickinson, e noi rispondiamo urlando ancora di più!!!

"Kill for gain, or shoot to maim!
But we don't need a reason..."

Parte Bruce, mentre il pubblico canta sempre più partecipe una canzone decisamente più alla portata per noi poveracci... e soprattutto una canzone che in sede live guadagna veramente tanto!

"The killer's breed... or the demon's seed,
The glamour, the fortune, the pain...
Go to war again: blood is freedom's stain
Don't you pray for my soul... anymore?"

E' il pezzo lento che quasi sillabiamo con Bruce, prima di alzare le mani con indice e medio alzati a urlare: "TWO! ... MINUTES!" insieme a Bruce, che però a questo punto ogni volta tace sempre, alzando le braccia in direzione del pubblico incitandoci con: "... SING IT!" e "ALL RIGHT!" per farci continuare, come se ce ne fosse bisogno: "... TO MIIIIIIIIDNIIIIIIIGHT!" che rende ogni refrain assolutamente fantastico, e soprattutto che dal palco deve apparire come un colpo d'occhio almeno pari (se non superiore) alla scenografia sul palco! Durante l'assolo, però, Bruce da un'occhiata giù alle prime file e fa ampio cenno di stare calmi e di andarci piano: segno evidente che i pogatori fanno il loro scemo dovere, là...

2 Minutes to Midnights fuma nel suo outro:

"Miiidniiiiiiight! Miiiidniiiiight! Miiidniiiiight... is all night!"

Ultimo lead di chitarra, Bruce grida un ultimo: "Miiiidniiiiiiiight..."

E il pubblico conclude: "ALL NIGHT!"

Ovazione e i primi cori: "Maiden! *CLAP CLAP CLAP* Maiden! *CLAP CLAP CLAP*" Bruce prende la parola: "This is the biggest number of people we get in a festival on this tour, so far!" ci dirà, e scatena ancora una volta le urla del pubblico del Gods. In realtà fra me penso che questo record sarà presto polverizzato al Wacken, ma non ha importanza...

E poi annuncia la canzone dopo: grida qualcosa di incomprensibile e poi dice "... it will be a REVELATION!" e come previsto Andrea mi abbranca con occhi sgranati, mentre la canzone comincia! Se la canzone è fantastica di per sé, dal vivo rende mille volte meglio: nei riff in cui si lascia un momento di silenzio prima dell'inizio del riff dopo, Bruce dal palco agita le braccia in avanti, incitando tutto il pubblico a seguirlo: "YEAH! YEAH!" per riempire quei silenzi.

"I CAN'T FUCKING HEAR YOU!"
(RIFF-RIFF)
"YEAH!"
(RIFF-RIFF)
"YEAH!"
(RIFF-RIFF)
"YEAH!"


Da brividi.

Gli altri chitarristi sul palco saltano e muovendo la testa a ritmo come ventenni, guardando con approvazione il pubblico che reagisce alla grande e oltre ad urlare batte anche le mani felice. Steve Harris non manca di dare il suo apporto headbangando e, nei momenti di "silenzio" della canzone, incitando tutti noi a fare sempre più macello.

E la canzone va avanti su toni decisamente più calmi e riflessivi fra arpeggi melodici delle chitarre, ma senza togliere nulla di gasante, dando un'atmosfera nuova a quel concerto. E anche io come penso quasi tutti i presenti ho rabbrividito all'interpretazione finale di Bruce:

"It is you...
It is you..."

Momento "lento" immediatamente spazzato via dalle urla di gioia per applaudire i nostri a canzone finita. Ma le urla durano poco, tutte le luci si spengono e intravediamo Bruce che sale al "secondo piano" del palco e poi corre dietro le quinte. Cosa ci sarà mai ora...?

Non dobbiamo aspettare molto per scoprirlo: lo sfondo del tour di Somewhere Back in Time con la piramide di Powerslave viene coperto da un altro telo, con un Eddie in uniforme rossa con due strisce bianche, una bandiera inglese mezza devastata in una mano e uno spadino nell'altra! E' lo sfondo di THE TROOPER!

Anche Bruce Dickinson rientra in scena, senza il cappello che aveva fino a poco prima, vestito con la stessa divisa di Eddie e con una bandiera inglese! Piatto, piatto, piatto di Nicko, ed ecco che parte l'inconfondibile riff introduttivo di The Trooper, che NESSUNO del pubblico può astenersi dal tracciare con - aggraziati e non - "ooo-ooo-ooo!"

Bruce corre da una parte all'altra del secondo piano del palco sventolando la bandiera inglese, quindi si porta sulla nostra sinistra e sua destra, pianta la bandiera a terra e appoggiandovisi con la mano libera si porta il microfono alla bocca:

"You'll take my life, but I'll take yours too!"
Urlano Bruce e ovviamente il pubblico!
"You'll fire your musket, but I'll run you through!
So when you're waiting for the next attack
You'd better stand, there's no turning back!!!"

Ed ecco che parte anche la cavalcata dei chitarristi e del basso per la canzone sulla Guerra di Crimea, che troppo simbolo e troppo classico è diventata!

"The bugle sounds and the charge begins...!
But on this battlefield no one wins!
The smell of acrid smoke and horses breath
As I plunge into a certain death!"

E qui è il momento che stavo aspettando da SEMPRE, da quando l'ho sentita per la prima volta e ho immaginato come dovesse essere live, da quando lo provavo a immaginare SOTTO LA DOCCIA, e neanche mi sento se lo sto urlando sguaiatamente o no, tanto è il macello intorno a me:
"OOO-ooo-ooo-ooo-ooo-OOO-ooo-ooo-ooo-OOO!"
FANTASTICO!
Ecco, l'impressione è che davvero The Trooper sia una di quelle canzoni che fa una differenza ENORME a sentirla a casa su un CD Live e invece dal vivo...

E continuiamo insieme a seguire gli ultimi istanti di vita di questo soldato inglese... fino alla fine:

"And as I there gazing at the sky
My body's numb and my throat is dry
And as I lay forgotten and alone
Without a tear I draw my parting groan!"

"OOO" finale, riff finale, e l'esplosiva canzone di Piece of Mind si chiude, fra l'esultanza della folla!

Le luci tornano a spegnersi, sparisce lo sfondo di The Trooper e a sostituirlo un telo scuro. Sparisce anche Bruce Dickinson che deve togliersi l'uniforme, quindi torna fuori mentre sono in atto cori: "Ooolèèèè olè olè ooolèèèèè... Maaaideeeeen, Maaaideeeeen!"

"Oh, thank you!" ringrazierà Bruce, cominciando a chiacchierare con noi. Ma sembra che abbia anche qualche problema al microfono.

"No, you fucked it up a little bit more... sounds a little bit strange... no way, no way... one, two, two, one, two, two... YEAH!" e parte in vocalizzi assurdi su cui tutto il pubblico ride. Fenomenale quando, dopo che si era girato verso la batteria nel suo vagare per il palco, canticchiando allegramente una qualche canzoncina scema, si gira improvvisamente verso il pubblico e fa stupito: "Oh, hello!" come se si fosse accorto solo un quel momento di essere sul palco... AHAHAH!
La situazione non sembra delle migliori, ma come tutti sanno, the show must go on!

"Frankly... still sounds like shit, but what the fuck, this is WASTED YEARS!" urla Bruce, e parte la canzone dell'album Somewhere In Time, scritta in tour da Adrian Smith dopo un'intensissima e durissima attività di touring con la band. Ora, Somewhere In Time è l'album dei Maiden che mi piace di meno in assoluto assieme a No Prayer for the Dying, ma devo ammettere che Wasted Years mi ha davvero piacevolissimamente convinto, e dopo altri ascolti post concerto, l'ho assolutamente rivalutata. Forse sull'onda dell'entusiasmo per il concerto potrei addirittura dare un'altra chance a tutto l'album... ahah!

Intro con chitarre repentine, battiti di mani a tempo, "EH EH EH!", "SCREAM FOR ME BOLOGNA!" e si parte!! Bella canzone, mi ha convinto!

Conclusa Wasted Years, si spengono le luci... e al buio parte l'intro che non ti aspetti... non a questo punto del concerto:

"Woe to you, oh Earth and Sea..." e c'è il boato del pubblico, forse il più grande dall'inizio del concerto, per THE NUMBER OF THE BEAST, un'altra delle canzoni più simbolo degli Iron Maiden. L'introduzione, che non è altro che un pezzo dall'Apocalisse di San Giovanni, prosegue, con il pubblico che non si perde una parola:

"... for the Devil sends the beast with wrath, because he knows the time is short...
Let him who hath understanding reckon the number of the beast...
For it is a human number...
Its number... is six hundred and sixty six."

Ed ecco che parte il riff d'entrata! Luci rosse riprendono a sfolgorare, accencandoci, mentre sul secondo piano del palco a destra è apparsa una statua di un diavolo con gli occhi che brillano fiamme e Bruce è tornato sul palco:

"I'm left alone... My mind was blank...
I needed time to think to get the memories from my mind..."

E la parte iniziale lenta prosegue... fino all'attacco della parte veloce!

"'Cause in my dreams... it's always there! The evil face that twists my mind
And brings me to despair!"

RIFF, BATTERIA, URLACCIO DI BRUCE da competizione! Urlo in calare, fra parentesi, riuscito alla perfezione, e non gli daresti affatto cinquant'anni! Quindi il frontman salta davanti alla batteria di Nicko e comincia a correre e saltare di qua e di là allo svilupparsi della parte più veloce della canzone... mentre tutto il pubblico, da sotto il palco fino alla cima della collina dietro di noi, sta cantando senza esclusione di colpi una delle canzoni che non era mai rientrata fra le mie preferite in assoluto, ma che dal vivo fa il suo porco effetto!

"SIX!" urla Bruce, allargando le braccia per accogliere la nostra reazione!
"SIX, SIX!" rispondiamo noi!
"THE NUMBER OF THE BEAST!" proseguiamo insieme!
"Hell and fire was spawned to be released!"

E prosegue una canzone che di "propaganda satanica" in senso volgare non ha un bel niente (basta leggere il testo)... senza contare che, divertentissimo, mi guardo intorno e non vedo affatto brutti e cattivi metallari borchiati dai capelli lunghi che urlano invasati il "SIX SIX SIX", ma solo ragazzi sorridentissimi che si stanno godendo alla grande il concerto di uno dei loro gruppi preferiti! Fra gli altri vedo una bellissima ragazza bionda che se la spassa alla grande, e persino un vecchietto che credo proprio fosse un nonno che accompagnasse un nipotino, che sta lì, braccia alzate! Grandissimo!

E anche The Number of the Beast si avvia alla conclusione:

"I'm coming back, I will return
And I'll possess your body and I'll make you FUCKING burn!" (il FUCKING era solo un'aggiunta di Bruce!)

PARAPAPA-PPA' finali a pugni levati e la canzone sfuma definitivamente!

Le luci tornano ad accendersi e pare che ci sia qualche problema tecnico per i nostri sul palco. Bruce parlotta un po' con Nicko, quindi va ad intrattenere il pubblico, dividendoci a metà e facendoci fare qualche "EEEEH" a turno. Poi parlotta:

"Is there anybody who likes JAZZ in here?!"

Ma gli rispondono solo risate!

continua, e si porta al centro del palco. Quindi guarda Nicko, un cenno d'intesa, e parte: "Hey, hey, hey! There's actually someone who LIKES jazz, here! Come on! There must be...""One, two, one, two, three, four... CAN I PLAY WITH MADNESS?" ed ecco per noi la prima canzone di Seventh Son of a Seventh Son della serata, l'allegrissima Can I Play With Madness, per tre minuti di svago!

"Give me the sense to wonder...
To wonder if I'm free!"

Fra l'altro, Andrea ha detto "Can I Play With Madness" contemporaneamente a Bruce, intuendo dove stesse andando a parare, presumo conoscendo l'introduzione del conto fino a quattro... Canzone allegrissima, Can I Play With Madness, senza pretese, ma che in concerto, quando tutti sono contenti, funziona eccome! Le luci tendono al blu, e al refrain, ognuno mette la sua personalissima risatina da scemo, ma in questo nessuno può battere Bruce...

"Can I play with madness?
The prophet stared at his crystal ball
Can I play with madness?
There's no vision there at all
Can I play with madness?
The prophet looked at me and laughed at me: HA HA! He said,
Can I play with madness?
He said you're blind, too blind to see..."

L'assolo conclusivo non fa altro che incrementare l'effetto della canzone, su cui ormai tutti saltellano allegri!

"He said, you wanna know the truth, son?
Loooord, I'll tell you the truth!
Your soul's gonna burn...
... in a lake of fiiiiiire!!!

Can I Play With Madness?"

La prima canzone dall'album Seventh Son of a Seventh Son della serata finisce, e le luci tornano gialle. I Maiden continuano a parlottare fra loro, sembra che i problemi non siano stati risolti. Quantomeno, quelli che aveva Nicko sì, Bruce lo fa notare e partono i cori dal pubblico: "NICKO! NICKO!"

Si continua a parlottare e Bruce si lamenta scherzosamente delle limitazioni che in Italia ci sono sull'uso del fuoco, che limita alcuni loro giochi pirotecnici ("Non ci danno neanche il permesso di darci fuoco!")

E a quel punto, come disse Andrea, "la figata era dietro l'angolo", perché ecco che le luci tornano su Bruce, che dice:

"This is what you... DON'T... have to do... if a bird shits on you! This is RIME OF THE ANCIENT MARINER!"

ED E' DELIRIO TOTALE, per l'epica track di quasi 14 minuti da Powerslave che non veniva suonata dal 1984, ispirata all'omonimo poema di Samuel Coleridge. Nel poema, i protagonisti vengono colpiti da una maledizione perché si nutrono un albatro, un uccello sacro al mare... no, lo dico tanto per spiegare l'introduzione, eh!

Il palco torna nel buio, Bruce sparisce per un attimo e poi riappare al secondo piano, ricoperto di stracci neri a interpretare "l'Ancient Mariner". Anche lo sfondo cambia, e diventa un tetro ponte di una nave in rovina.

"Sailing oooon and oooon and Nooorth acroooss the seeea!
Sailing oooon and oooon and Nooorth 'till aaaall is caaaalm!"

Splendida e DA BRIVIDI, penso che finirei con lo scrivere tutto il testo qua, quindi megli che mi limiti. Nella parte parlata di intermezzo, le luci calano e un fumo biancastro invade il palco... tutto spazzato via da fuochi d'artificio ed esplosioni quando riprende l'assolo della canzone. Veramente. Da. Brividi.

"... and the tale goes on... and on... and... on..."

La monumentale Rime of the Ancient Mariner sfuma... e le luci tornano a spegnersi...
Qualsiasi canzone avrebbe sfigurato, subito dopo questo mostro sacro...
Tutte, tranne forse quella che è effettivamente seguita con tutti i suoi effetti...

Si sentono strani rumori... "BUM, BUM!" dice una voce registrata. "BUM, BUM!" pare risponderne un'altra... e molti di noi capiscono. E' il finale di Back in the Village, che fa da introduzione a...

RULLO DI BATTERIA...

UN RIFF DEVASTANTE CI AGGREDISCE: POWERSLAVE!
Io e Andrea ci guardiamo e... urliamo!

Le luci tornano ad accendersi di colpo, in una continua ma masochisticamente piacevole tortura per i nostri occhi, mentre fiamme si alzano dal palco.

Bruce Dickinson riappare con una maschera da sacerdote egizio, che se aveva una forma particolare non sono riuscito a distinguerla, e canta sempre in formissima la canzone di un faraone che non vuole arrendersi alla morte, mentre anche lo sfondo è cambiato e ora sembra rappresentare l'interno di una piramide, nei suoi labirinti.

"Into the abyss I fall, the eye of Horus...
Into the eyes of the night, watching me go..."

E preparandoci al refrain, non manchiamo di essere stuzzicati!

"SCCCRRREAM FOR ME BOLOGNAAAA!
... SCREAM FOR ME BOLOGNAAAAAA!
Tell me why I had to be a Powerslave?
I don't wanna die, I'm a God,
Why can't I live on?
When the Life Giver dies,
All around is laid waste!
And in my last hour
I'm a Slave to the Power of Death!"

Eccezionale interpretazione di Bruce, eccezionale lavoro di tutte le chitarre, tranne forse un abbassamento eccessivo nell'assolo, rendono questa canzone, una delle prime dei Maiden che ho amato, ancora più indimenticabile, potente e sconvolgente questo grande classico, che si chiude con accecanti fiammate!

A questo punto è il turno della seconda canzone di Somewhere In Time della serata, con apposito sfondo "futuristico", HEAVEN CAN WAIT, un'altra canzone che come Wasted Years non mi aveva mai preso particolarmente ma che dal vivo è veramente divertente e coinvolgente, vuoi per la straordinaria forma e per l'immenso carisma di tutti i musicisti, vuoi perché mi stavo divertendo come un pazzo e anche se avessero suonato "Le Tagliatelle di Nonna Pina" dello Zecchino d'oro come cover sarei stato contento...

Decisa intro di basso a cui si attorciglia una parte melodica di chitarra, e poi giù dentro cattive le altre chitarre e la batteria!

Il refrain super allegrissimo è una gioia da cantare, abbracciato ai tuoi vicini di concerto, anche se non li hai mai visti prima!

Bruce: "Heaven can..."
Noi: "WAAA-AAA-IT!"
Bruce: "Heaven can..."
Noi: "WAAA-AAA-IT!"
Bruce: "Heaven can..."
Noi: "WAAA-AAA-IT!"
Bruce: "Heaven can..."
Noi: "WAAA-AAA-IT!"
Bruce: "... 'til another day!"

E poi divertentissima l'irruzione sul palco durante la canzone di un gruppo di ragazzi del pubblico scelti non so dove e non so come, penso a caso, che sono entrati da una porta laterale del palco sventolando bandiere (ce n'era una con i quattro mori della Sardegna!) e urlando come pazzi! La security li tiene a distanza dai loro idoli, ma nessuno causa problemi, e quando invece vengono fatti uscire, a canzone ancora in corso, tutti corrono via, senza fare macelli, avuto il loro momento di gloria e di soddisfazione nell'aver visto da vicino gli Iron Maiden e nell'aver condiviso con loro il palco!

Allegrissimo anche l'ooo-ooo-ooo finale!

Ma quando sentiamo l'intro alla batteria di RUN TO THE HILLS, e torna lo sfondo di Somewhere Back in Time, tutto cambia!
La canzone, da The Number of the Beast, era usata per chiudere i concerti, e travolgente com'è, non me ne meraviglio!

Bruce torna al secondo piano del suo palco e corre di qua e di là:

"White man came, across the sea,
He brought us pain, and misery..."

E nel refrain CI SFOGHIAMO con tutto quello che ci è rimasto addosso!!!

"Ruuun tooo theeee hiiiiiills!
Ruuuun foooor yoooour liiiiiveeeees!"

Il tutto coronato da un urlaccio pazzesco finale di Bruce Dickinson!

E a questo punto...
Le luci calano...
Un telone nero si sovrappone a quello del Somewhere Back in Time World Tour...
Senza alcuna introduzione...
Un quattro quarti lento...
Andrea mi prende il braccio e mi fa: "Oddio! E' Hallowed Be Thy Name..."
E invece no, perché parte il troppo noto arpeggio di chitarra iniziale di FEAR OF THE DARK!!!

Andrea rimane sconvolto: "MA... MA... MA..." rimane così un minuto intero, perché Fear of the Dark è ben due album dopo Seventh Son of a Seventh Son e quindi non avrebbero dovuto suonarla... ma evidentemente... hanno preferito fare un'eccezione alla regola per una festa globale con tutti i pezzi più esplosivi!

Inutile negarlo, Fear of the Dark non è la miglior canzone degli Iron Maiden, ma dal vivo è forse nella Top 3 di quelle che spaccano di più. FANTASTICO l'intro lento cantato con Bruce:

"I am a man who walks alone...
And when I'm walking a dark road
At night or strolling through the park...

When the light begins to change...
I sometimes feel a little strange...
A little ANXIOUS... when it's dark...

Fear of the Dark... Fear of the Dark...
I have a constant fear that something's always near...
Fear of the Dark... YOU!!!"

E noi esaltatissimi urliamo con più fiato di prima: "FEAR OF THE DARK!!!" A cui risponde una risata folle del vocalist che ci sta stregando...

Bruce può continuare soddisfatto:

"... I have a phobia that someone's always there... YEAH!!!!!!!!"

E QUINDI LA CANZONE ESPLODE NEL SUO RIFF PIU' DEVASTANTE E FAMOSO, tanto che tutti cominciamo per forza di cose a zompare qua e là, mentre la canzone continua!

"Have you run your fingers down the wall,
And have you felt your neck skin crawl,
When you're searching for the liiiiiight?!"

SPETTACOLARE ATMOSFERA, fantastici assoli che riescono in maniera PERFETTA, e una canzone di 7 minuti che ti aspetti lunga finisce dopo troppo poco tempo... in un'outro lenta così come era cominciata...

"When I'm walking a dark road...
I am a man... who walks..."

E finiamo noi: "... ALONE!!!!!"
E Bruce, poco dopo di noi: "... alone..."

E ripartono le ovazioni, gli applausi, le urla, i cori...

... "Scream for me Italiaaaaaa!!!" (e noi lo accontentiamo)
"... SCREAM FOR ME ITALIAAAAAA!"(e noi lo accontentiamo ancora, molto volentieri!)
"... THE IRON MAIDEN!!!"

E parte la canzone che secondo me racchiude tutta in sé la forma grezza ma artisticissima dei primi Iron Maiden, la canzone che ha il nome del gruppo e del primo album del gruppo... non a caso!

Adesso capiamo perché durante Fear of the Dark era stato abbassato un telone nero: quando questo si solleva compare un'enorme sfinge/sarcofago con la faccia da Eddie, che ha un effetto a dir poco devastante sui presenti! Ecco che parte il riff di chitarra, le fabbrate di Nicko con doppio pedale, e quindi Bruce, con noi che lo seguiamo come mai:

"WON'T YOU COME INTO MY ROOM,
I WANNA SHOW YOU ALL MY WARES!

I WANT TO SEE YOUR BLOOD,
I WANT YOU TO STAND AND STARE!

SEE YOUR BLOOD BEGIN TO FLOW,
AS IT FALLS UPON THE FLOOR,

IRON MAIDEN CAN'T BE FOUGHT,
IRON MAIDEN CAN'T BE SOUGHT!"


Gasantissima e assolutamente irresistibile, per me, una delle canzoni che più miravo a voler sentire dal vivo! E il refrain!

"Oh, well! Wherever, wherever you are,"
"IRON MAIDEN!!!!" gridiamo noi, con il solo Steve Harris a fare da Backing vocals,
"IS GONNA GET YA, no matter how far!" riprende Bruce!
"See the blood flow, watching it shed up above my head,
"IRON MAIDEN!!!" ancora noi!
"... WANTS YOU... FOR DEAD!!"

Momento di calma di intermezzo... veloce assolo di basso di Steve Harris... ed ecco che fra l'incredulità generale la sfinge di APRE, rivelando un Eddie-mummia enorme che muove le braccia verso di noi, mentre partono fuochi d'artificio e fiammate!

L'outro è assolutamente devastante, con tutte le luci che esplodono, questa Mummia gigante che si allunga sul palco, Janick Gers che fa roteare in aria la sua chitarra, e Bruce Dickinson che fa: "Iron Maiden wants you... and you... and you... AND YOU... AND YOU... Iron Maiden's gonna get... all of you..." e poi ci saluta: "Thank you, goodnight! From Iron Maiden... from Eddie... from the boys..." Anche se non sono manco sicuro che abbia detto "BOYS", boys di cui fra l'altro non immagino l'identità.

Dopo questo delirio di canzone, i Maiden salutano e se ne vanno, mentre delle luci blu soffuse invadono il palco... Janick prima di uscire LANCIA PROPRIO LA SUA CHITARRA al pubblico, ma prima che cada la riprende al volo per il laccio. Mattissimo!
Nicko è l'ultimo ad uscire, sgranchendosi un po' le gambe correndo qua e là per il palco tirando le sue bacchette.
Si tratta chiaramente del primo encore, visto che nessuno crede che il concerto possa essere finito ora...

Ed infatti dopo qualche coro di attesa eccoli che tornano... salutando come erano usciti. I cori si sprecano, la gente urla perché... ne vuole ancora!

Bruce alza le braccia: "... I know! ... I know..." dice, come prendendo tempo.

E poi: "We would like to thank... everybody... here tonight... you know... new and late fans... peolpe who've never seen us before... people who've seen us before... everybody, for showing up tonight... supporting metal here in Italy, supporting metal here in Europe... This music is bigger and better now than ever have been in those freaking years, my friends."

E il pubblico, stordito, estasiato da quello che ha appena vissuto, conscio del fatto che siamo alla volata finale, non può fare altro che applaudire felice.

"... and the next time we'll come here in Italy, it will be supporting our next studio album on tour, my friends, all right?" prosegue Bruce, e se prima il pubblico applaudiva e urlava di gratificazione, ora applaude e urla intrigato. Poi Dickinson ci raccomanda di continuare a divertirci a questo Festival, cosa che non sarà difficile.

Dave Murray, Adrian Smith, Steve Harris e Janick Gers sono già disposti sul palco, davanti alla batteria di Nicko McBrain, probabilmente in attesa di essere presentati.

"Let me now introduce my friends up here! On the guitar... Mr. Janick Gers!"

"Eeeeeh!!" risponde il pubblico, e meno male, niente screzi verso il terzo chitarrista dei Maiden!

"On the bass guitar... Mr. STEVE HARRISSSS!"

Ed ecco un boato molto maggiore, ma a ragione, per il bassista, leader, songwriter e fondatore del gruppo che abbiamo ammirato per tutta la serata.

Ma si va avanti subito!
"Mister Adrian Smith on the guitars!"

Altra ovazione!

... poi curiosamente... si arriva a Dave Murray...

"And... what do we have here... on TWO guitars... yeah, TWO guitars, Mr. Dave Murray!"

Ovazione, sì, ma in effetti... notiamo che Dave ha due chitarre. Imbraccia la chitarra elettrica ma tiene in mano anche una... chitarra acustica. Serpeggia qualche assurdo pensiero.

Ma Bruce non ci lascia pensare, perché passa al più casinista del gruppo.

"And then... every band should have one. The mainiac of the band. Our explosive drummer..."

E l'arena fa partire un lungo: "OOOOOOOOO...."

"..... oooh, fuck, I'm scared now!! ... " fa il verso Bruce Dickinson...

"Oooohh... Misteeer Nicko McBraaaain!"

"EEEEEHHHH!!!" del pubblico, con Nicko che si alza dalla sua batteria, mostrando le braccia, salutando e lanciando baci, mentre partono ancora i cori "NICKO! NICKO! NICKO!"

Ma subito dopo, spontaneamente, il coro di Nicko lascia il posto a: "BRUCE! BRUCE! BRUCE!" che comunque non si... autopresenta.

Nel frattempo, Dave comincia ad arpeggiare con la sua chitarra acustica.

Preso in contropiede dai cori, quasi timidamente Bruce dice: "Ah, thanks, thank you...!" ma va subito avanti: "We're gonna do something from... Seventh Son... all right?"

Cavolo se è all right...

Quindi se ne va proprio davanti a Dave e alla sua chitarra... Con un gesto lo accompagna nell'arpeggio di chitarra acustica, e portandosi il microfono alla bocca mentre le luci calano comincia:

"... Seven deadly sins..."!!!!!!!!!!!!!!!

LA FOLLA NON CI CREDE.

Bruce si ferma, ride, e fa a Dave: "That went pretty well, huh? Let's do it again!"

Dave rischitarra ancora e Bruce ricomincia:

"... Seven deadly sins... Seven ways to win...
Seven holy paths to hell...
And your trip begins..."

Il pubblico non si perde una lettera dell'intro di MOONCHILD, canzone d'apertura di Seventh Son of a Seventh Son...

"Seven downward slopes...
Seven bloodied hopes...
Seven are your burning fires..."

Ma qui visto l'andazzo, Bruce Dickinson capisce che può anche fermarsi, ed è il pubblico a cantare l'ultima strofa...

"Seven your desiiiiiiires..."

E delicato quanto inarrestabile, ecco che si intromette Adrian Smith con la sua chitarra, nel sognante riff introduttivo alla canzone, mentre a ritmo i geroglifici sul palco cominciano a brillare, e come se non l'avessimo capito da noi, Bruce ci dice che "This is Moonchild, for you!"

E quando subentrano le altre linee delle chitarre, il pubblico comincia a seguirle a suon di ooo-ooo-ooo, con Bruce che lancia pugni in aria ad ogni entrata di riff.

La canzone sta per entrare nel vivo quando Bruce Dickinson, per renderla ancora più vera, grida: "All right, give it to me, come on! YEAH! YEAH! YEAH!" E il pubblico comincia: "EH! EH! EH!" mentre Nicko comincia a pestare più duramente i suoi pedali, i ritmi di Steve si fanno più serrati, e la canzone che nessuno all'infuori di chi era stato al Seventh Tour nel 1988 aveva mai sentito, comincia.

"I am he, the bornless one...
The fallen angel... watching you
Babylon, the scarlet whore,
I'll infiltrate your gratitude!"

Sullo sfondo, completamente blu, è apparso un Eddie con pochi capelli bianchi sul viso, uno sguardo tetro e una sfera di cristallo blu in mano. Ai lati, due grandi candele. Ragazzi, Moonchild.

La voce ora melliflua e sottile di Bruce Dickinson ci porta all'esplosione disperata dell'encore:

"MOOOONCHIIILD!!!
Hear the mandrake scream
Open the seventh seal!
MOONCHILD!
You'll be mine soon, child!
MOONCHILD!
Take my hand tonight!"

E ogni volta che gridiamo "Moonchild", molti di noi guardano in aria e puntano il cielo con le dita. Ma stasera la luna non c'è.

Anche stavolta potrei finire con lo scrivere tutto il testo della canzone e sarebbe solo uno spreco di spazio. Posso solo dire che Moonchild è stato un highlight assoluto. Andrea ne è rimasto sorpreso e shockato, persino più di quando hanno attaccato Revelations. Un grandissimo classico. Live guadagna tantissimo. E ho avuto la fortuna di sentirla, una fortuna che solo nel 1988 altri hanno avuto prima di me. Come posso non essere convinto che Dio esista? AHAHAH!

Man mano che la canzone prosegue, le luci si fanno più intense. Lo sfondo è sempre più blu e il palco è sempre più giallo oro: ci risvegliamo come da una trance a fine canzone, travolti dalla risata più folle e potente che mai (quella di Fear of the Dark al confronto non è nulla, NULLA) di Bruce Dickinson.

Ed è finita così. Ma ha lasciato un'atmosfera totalmente diversa rispetto a quando era iniziata. Ed ora ecco che lo sfondo di Moonchild torna a fare posto a quello iniziale del Somewhere Back in Time World tour... e senza tregua... senza tregua... parte la serratissima introduzione del basso di Steve Harris che nessuno può confondere...

In un finale di concerto decisamente nel segno di Seventh Son of a Seventh Son, ecco the dopo Moonchild parte THE CLAIRVOYANT!

Ecco che al basso si unisce un leggero rhytm... poi un sottile lead... ed ecco la batteria: si comincia! Da una gemma posta sulla fronte della sfinge di Eddie sullo sfondo parte un raggio che si abbatte su una colonna con geroglifici sul palco, che comincia a brillare.

"Feel the sweat break on my brooow!
Is it me or is it shadows that are dancing on the walls?"

Prima del previsto, senza accorgercene, siamo già al primo refrain:

"There's a time to live,
And a time to die
When it's time to meet the maker
There's a time to live, but isn't it strange,
That as soon as you're born, you're dying?"

Parte l'assolo, qualcosa a metà fra il reverenziale e l'ironico, ed ecco che dal secondo piano del palco eruttano fuochi d'artificio, che illuminano tutta la zona visto che vengono spente praticamente tutte le altre luci! Contemporaneamente, dal lato sinistro del palco irrompe nella scena un gigantesco Eddie di Somewhere In Time con tanto di pistola futuristica in mano che avanza verso i nostri musicisti e si fa una bella passeggiata sul palco!

"Just by looking through your eyes
He could see the future
penetrating right into your mind
See the truth and see your lies
But for all his power,
Couldn't forsee his own demise!"

Lead esemplare della canzone, super-catchy, e parte l'ultimo refrain.

"... That as soon as you're born, you're dying..."

"... AND REBORN AGAIN?!" risponde il pubblico.

Un'ultimo fuoco d'artificio, e tutto si spegne.
Siamo nel buio più totale.

Piatto.

Piatto.

Il pubblico ormai ha capito.

Piatto.

Il pubblico geme. Di gioia.

Piatto.

ED E' CARICO.

CAMPANA.
Piatto.
Melodica chitarra.

CAMPANA.
Piatto.
Melodica chitarra.

CAMPANA.
Piatto.
Melodica chitarra.

CAMPANA.
Piatto.
Melodica chitarra.

CAMPANA.
Piatto.

"I'm waiting..." è Bruce Dickinson a cominciare... ma non da solo... perché 37.000 voci stanno cantando con lui.
"... In my cold cell... when the bell begins to chime...
Reflecting... on my past life...
And it doesn't... have much time...
'Cause at 5 'o clock... they take me... to the gallows pole... yeah...
... The sands of time... for me... are running...
... low..."

E l'arena comincia a gridare poco prima che irrompano le più decise chitarre dell'ultima canzone della serata. Ma l'ultima canzone della serata non è una canzone qualunque. Non ci sono parole per poter descrivere cos'è stato vivere HALLOWED BE THY NAME, una delle canzoni più belle di sempre, per me, una pietra miliare, un simbolo, una magia che ti sa far andare lontano, che ti sa far viaggiare.

Ed è stata col fiato sospeso che l'ho vissuta. Col fiato sospeso perché ero completamente rapito. Rapito da quei sei signori che la suonano da più di venticinque anni, e ancora non hanno perso il tocco. Ce l'hanno ancora. Ce l'hanno ancora.

E fra i suoni perfetti delle chitarre l'abbiamo attraversata, questa canzone, l'abbiamo attraversata e l'abbiamo sentita invaderci gentilmente, l'abbiamo sentita dentro di noi, e sapevamo di non poter chiedere di meglio.

Tutti abbracciati, l'abbiamo sentita dentro di noi. Ci siamo abbracciati con gente che non avevamo mai visto prima e che non conoscevamo, accomunati magari anche soltanto da quella grande passione. Ma in quel momento quella grande passione era tutto.

Ed eravamo lì, un momento prima totalmente succubi di quei suoni, un momento dopo ad urlare con gli ultimi residui delle nostre energie per reagire a quei lampi: "SCREAM FOR ME BOLOGNA!!! SCREAM FOR ME BOLOGNAAAAA!!!"

Ascoltate Hallowed Be Thy Name, e forse, quando la capirete, ne rimarrete folgorati.
Ma viverla, viverla è un'altra cosa.
Una cosa che tutti prima o poi dovrebbero avere la fortuna di fare.

Ripercorriamo gli ultimi istanti di vita di un condannato a morte.

"When the priest comes to read me the last rites..."
(RIFF-RIFF)
"... I take a look through the bars at the last sights..."
(RIFF-RIFF)
"... Of a world that has gone very wrong for me!"

"Can it be there's some sort of an error?
Hard to stop the surmounting terror
Is it really the end... not some crazy dream?

Somebody please tell me that I'm dreaming
It's not easy to stop from screaming,
But words escape me as I try to speak

Tears they flow, but why am I crying?
After all am I not afraid of dying?
Don't I believe that there never is an end?

(Lead)

As the guards march me out to the courtyard
Someone calls from a cell: "God be with you"
If there's a God, then why has he let me die?

As I walk all my life drifts before me
And though the end is near I'm not sorry
Catch my soul, 'cause it's willing to fly away!

Mark my words, believe my soul lives on
Don't worry now that I have gone
I've gone beyond to see the truth

When you know that your tim is close at hand
Maybe then you'll begin to understand
Your life down there is just a... strange illusion

(Lead-Solo-Lead)

YEAH, YEAH, YEAH
HALLOWED BE THY NAME
YEAH, YEAH, YEAH
HALLOWED BE THY NAME

...

Non ce l'ho fatta. Alla fine questa ho dovuta davvero scriverla tutta.
E con Hallowed Be Thy Name, si chiude il nostro concerto, la prima tappa europea del Somewhere Back In Time World Tour.

I nostri ci salutano che siamo ancora in trance. Li salutiamo. Li ringraziamo. Li osanniamo, perché ci hanno offerto a cinquant'anni una prova musicale che molti gruppi più giovani non raggiungeranno mai, e non perché i gruppi più giovani siano scarsi.

E il concerto è finito.
Io sono senza voce.
La lombalgia che mi torturava da giorni improvvisamente torna ad emergere, ma non mi fa neanche più male come prima... con Andrea, sconvolti ed estasiati, ci avviamo all'uscita, chiacchierando con i nostri vicini di collinetta a cui ci eravamo abbracciati durante Hallowed Be Thy Name. Un abbraccio caldo e pure appiccicoso, visto che questi ragazzi erano anche a torso nudo e abbastanza sudati.

Uno di loro poi partirà in un racconto contortissimo: "Ragazzi, sono incredibili, quanto adoro i Maiden. Li seguo dal 1984, quando era appena uscito Powerslave... poi mia madre mi ha buttato tutti i CD e..."

Ma verrà brutalmente interrotto dal suo compare: "Daniè, ma statti un po' zitto che non gliene frega niente..."

Ci avviamo verso le bancarelle del merchandising ufficiale, speranzosi di prenderci la nostra maglietta del Somewhere Back In Time World Tour, ma erano tutte finite. Rimaneva soltanto qualche maglietta di The Trooper. Le magliette degli Avenged Sevenfold erano quasi tutte ancora lì.

Zuppi come siamo, Andrea che è saggio aveva nello zaino una maglietta di ricambio. Io invece rimango zuppo. A quel punto io e Andrea ci separiamo: lui torna in albergo, mentre io devo ancora salutare un po' di miei amici che erano là, oltre al fatto non trascurabile che avrei dovuto pure trovare mia sorella.

Riuscito a trovare mia sorella e salutati i salutabili, fra cui Alberto e i suoi compagni pogatori, ancora tutti vivi e gasati come non mai, andiamo verso la fermata dell'autobus... e inorridiamo nel vedere un esercito di metallari sdraiato per terra ad aspettare. Possibilità di salire: 0%.

Rassegnati, decidiamo di allontanarci dal traffico e dal macello della zona, con la stanchezza che si fa sentire sempre di più, per chiamare un taxi. Dopo un po' che vaghiamo, strabuzziamo gli occhi nel vedere... un'altra fermata dell'autobus, quella subito prima rispetto all'accampamento dei metallari. Un'altra fermata decisamente meno affollata!

Proprio in quel momento mi arriva un sms da Andrea, in cui mi dice di raggiungerlo alla fermata a cui eravamo appena arrivati... felice di reincontrarlo, aspettiamo una ventina di minuti l'autobus che ovviamente si riempie al 100% con tutti quelli che sono saliti a quella fermata.

Passare davanti alla fermata dell'accampamento, a cui l'autobus manco s'è fermato, è stato divertentissimo. Da lontano abbiamo visto lo sguardo di speranza di tante persone, tramutatosi poi in furore puro e in urla e maledizioni in turco.

Il viaggio in autobus non risulta facile, perché comunque si sta stretti e fa caldo, ma chiacchieriamo ancora entusiasti del concerto e finalmente si arriva a destinazione. Doccia obbligatoria e finalmente... letto.

Cosa dire, tiriamo le somme.
Il concerto è stato incredibile. La scenografia pazzesca. Non credo che vedrò mai più un concerto-spettacolo come questo. E se lo vedrò, sarà perché si tratterà di un altro concerto degli Iron Maiden.

I musicisti...

Nicko McBrain, batterista pazzo, non ha sbagliato un colpo, e ha picchiato dove e quando doveva picchiare. Il pubblico lo adora e fa la sua scena. Bell'impatto la sua batteria, marchiata dall'occhio di Horus. O almeno mi pareva fosse l'occhio di Horus, da lontano... Bene così!

Janick Gers forse non è stato indispensabile dal punto di vista del contributo musicale, è vero, soprattutto quando la maggioranza del repertorio suonato apparteneva all'epoca di quando gli Iron Maiden avevano solo due chitarristi e non tre, ma è stato il chitarrista più carismatico. Corre, salta, fa le spaccate in salto mentre suona, fa roteare la chitarra, la lancia e la riprende... e per chi dice che è inutile e che bisognerebbe cacciarlo dagli Iron Maiden, dico che le sue composizioni degli ultimi album sono sempre state canzoni fra le mie preferite.

Adrian Smith forse non si muove sul palco come Janick, ma ha un carisma diverso, tutto suo. Impeccabile nel suono, l'impressione è che stesse un attimo per perdere la nota in crescendo nell'assolo di The Number of the Beast, ma ormai è un musicista esperto e ferrato e lo da a vedere.

Anche Dave Murray non zompa come il suo collega, ma anche lui ha ancora una volta un suo tipo particolare di carisma, magari meno esaltante ma sempre presente. Senza contare che è da adorare soltanto per l'intro con la chitarra acustica in Moonchild: a quanto mi si dice, nel 1988 quell'intro acustica era registrata, mentre noi l'abbiamo sentita dal vivo!

Steve Harris, fondatore, è un idolo e basta. Il suo basso-mitragliatrice riflettente mi avrà accecato pure troppe volte, e penso che a lui si possa pure perdonare il fatto che si porti in tour gente come sua figlia Lauren Harris e un gruppo diverso come gli Avenged Sevenfold (ancora peggio era stato con i Trivium nel 2006). Mi avevano detto che dal vivo semplificava moltissimo le canzoni: per quello che ho visto e sentito, non mi sono accorto di niente. Precisissimo.

Beh, siamo alla fine e ne manca uno. Cosa dire di Bruce Dickinson?
La sua voce è infinita. Non sta affatto andando via. Ha sempre più controllo. La sua forma stasera è stata molto migliore di Death on the Road e anche superiore a Rock in Rio. E poi il carisma. Ma il carisma che ha. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, e come me quasi tutta l'arena, sempre disposta a seguirlo in ogni suo gesto e a ridere di tutte le scemenze che diceva, robe che se le avesse dette il tipo degli Avenged Sevenfold sarebbe stato falciato dalla folla. Va detto che comunque Bruce Dickinson non direbbe mai "yo, yo" come il cantante dei Sevenfold... ma questi sono altri discorsi extra musicali che non c'entrano niente. Un musicista incredibile, che oltre a cantare alla grande a cinquant'anni suonati, come se non bastasse corre per il palco, salta qua e là, si cambia di vestiti e non si ferma un attimo. Io quando provo ad imitarlo in camera mia mi stanco dopo tre-quattro canzoni, e neanche le canto per davvero. Gli auguro davvero di poter durare così ancora per più tempo possibile. Stasera mi ha davvero stregato. In tutto e per tutto.

La scaletta è stata perfetta. Forse posso dire che mi sarebbe piaciuto sentire The Evil That Men Do, Wrathchild, Running Free, Remember Tomorrow, 22 Acacia Avenue, Phantom of the Opera, per dirne alcune... ma guardando la scaletta oggi e avendo vissuto ogni singola canzone, non ne sostituirei una sola dalla scaletta effettiva. Perché mi sono divertito tantissimo e tutto mi è piaciuto troppo. Tutta la scaletta è stata una continua, piacevole sorpresa. Ma se devo dire degli highlight, sicuramente Hallowed Be Thy Name in testa, seguita da Rime of the Ancient Mariner e da Moonchild. Premio speciale ad Aces High per l'esplosività!

Agli Iron Maiden auguro di poter reggere su questi ritmi ancora per tanto, tanto tempo. Ma comunque vadano le cose, la prestazione del 27 Giugno rimarrà per sempre nella mia memoria, un po' come se fosse chiusa in una goccia d'ambra, e questo ricordo non me lo toglierà nessuno, per fortuna!

Tutto questo resoconto è stato scritto con la scaletta del concerto di sottofondo, che vado allora a riepilogare.

1. Intro: Churchill's Speech
2. Aces High
3. 2 Minutes to Midnight
4. Revelations
5. The Trooper
6. Wasted Years
7. The Number of the Beast
8. Can I Play With Madness
9. Rime of the Ancient Mariner
10. Powerslave
11. Heaven Can Wait
12. Run To The Hills
13. Fear Of The Dark
14. Iron Maiden

--- Encore ---

15. Moonchild
16. The Clairvoyant
17. Hallowed Be Thy Name

Bonus Video: Qualche Highlight
(Fra cui: "Oh, hello!" di Bruce Dickinson)


giovedì 19 giugno 2008

Test e canzoni

OK, via ad un altro test musicale, mentre ha inizio un bel periodo intenso dei miei!
Dovrei sceglierne solo una... in tutti i casi è stato improponibile... in altri impossibile!
Comunque queste valgono... per ora!

1)QUELLA CHE VORRESTI AVER SCRITTO TU:
Pink Floyd - Wish You Were Here
Ludovico Einaudi - Nuvole Bianche



2) QUELLA CHE VORRESTI FOSSE STATA SCRITTA PER TE:
Iron Maiden - Hallowed Be Thy Name
Ludovico Einaudi - Nuvole Bianche



3) QUELLA CHE TI FA VENIRE IN MENTE LA TUA INFANZIA:
Franco Battiato - Bandiera Bianca



4) QUELLA CHE RIASSUME LA TUA ADOLESCENZA:
Anathema - The Silent Enigma (Orchestral)



5) QUELLA CHE TI FA VENIRE IN MENTE UN EX "AMANTE":
Sonata Arctica - Tallulah



6) QUELLA CON CUI VORRESTI SVEGLIARTI:
Dan Gibson - New England Spring



7) QUELLA CHE VORRESTI PER UN TRAMONTO:
Blackmore's Night - Memmingen



8 ) QUELLA DA SUONARE CON GLI AMICI SULLA SPIAGGIA:
??? - La Gioia



9) QUELLA CHE TI FA VENIRE VOGLIA DI BALLARE:
Skyclad - Swords Of A Thousand Men
(Danze pagane, sia chiaro, non ballo altro!)



10) QUELLA CHE NON VUOI SENTIRE MAI PIU':
Non esiste



11) QUELLA CHE ODIAVI MA ADESSO AMI:
Opeth - Windowpane



12) QUELLA CHE VORRESTI AL TUO MATRIMONIO:
Non saprei, devo scegliere che tipo di matrimonio sia... ahah!



13) QUELLA CHE VORRESTI AL TUO FUNERALE:
Dream Theater - The Spirit Carries On
Queen - The Show Must Go On



14) QUELLA CHE DESCRIVE PERFETTAMENTE UN MOMENTO DELLA TUA VITA:
Bruce Dickinson - Tears Of The Dragon



15) QUELLA CHE TI PIACE NELLA COLLEZIONE DEI TUOI GENITORI:
Ho assimilato la collezione dei miei genitori!



16) QUELLA CHE PIACE AI TUOI GENITORI NELLA TUA COLLEZIONE:
Porcupine Tree - Dark Matter



17) QUELLA CHE NON CONOSCERESTI SE NON FOSSE PER UN TUO AMICO:
Demons & Wizards - Fiddler On The Green



18 ) QUELLA CHE TI FA VENIRE IN MENTE LA PRIMA COTTA:
Jethro Tull - Locomotive Breath



19) QUELLA CHE TI FA PENSARE AL SESSO:
Sigur Rós - Njósnavélin
(Non è che mi fa pensare al sesso dai, mica sono un maiale fissato)


20) QUELLA CHE TI FA PENSARE ALLA SOLITUDINE:
Anathema - Inner Silence



21) QUELLA PER QUANDO SEI INCAZZATO:
Opeth - Heir Apparent
Eluveitie - Your Gaulish War



22) QUELLA CON IL MIGLIOR FINALE:
King Crimson - Starless



23) QUELLA CON IL MIGLIOR INIZIO:
Blind Guardian - Mirror Mirror



24) QUELLA CHE PIU' TI ESTRANIA DALLA REALTA':
Banco del Mutuo Soccorso - Il Giardino del Mago



25) QUELLA PIU' TRISTE:
Anathema - Flying



26) QUELLA CHE TI FA SENTIRE FICO:
Rainbow - Long Live Rock 'n' Roll



27) QUELLA PIU' BRUTTA CHE HAI IN CASA:
Zlad! - Elektronik Supersonik
(AHAHAHAH leggendaria)



28 ) LA MIGLIORE DI UNA COLONNA SONORA:
John Williams - Imperial March



29) LA MIGLIORE COVER:
Blind Guardian - Mr. Sandman



30) LA MIGLIORE DA SENTIRE IN VIAGGIO:
Queen - Tie Your Mother Down



31) QUELLA PER USCIRE CON GLI AMICI E FARE BARACCA:
Deep Purple - Highway Star



34) QUELLA CHE TI METTE ADDOSSO OTTIMISMO:
Anathema - Everything



35) QUELLA CHE FA PIU' PAURA AL BUIO:
Porcupine Tree - Message From A Self Destructing Turnip



36) QUELLA DA CANTARE SOTTO LA DOCCIA:
Iron Maiden - The Trooper (!!!)



37) QUELLA PER LA TUA CITTA':
Antonello Venditti - Roma, Roma!



38 ) QUELLA CON IL MIGLIOR DUETTO:
Notre-Dame de Paris - Bella (OK è un trietto però)



39) QUELLA CON IL TESTO PIU' ORIGINALE:
Dio - Don't Talk To Strangers
Novembre - Verne



40) QUELLA CON IL TESTO PIU' BELLO CHE HAI MAI SENTITO:
Solo una non si può... per ottimismo:
Andi Deris - Free
Mägo de Oz - Desde Mi Cielo


41) QUELLA SU CUI FARE L'AMORE:
Pink Floyd - Dark Side of the Moon (album = tutta una canzone)

venerdì 6 giugno 2008

Te e Me (Parte 3)

(Come i più sagaci di voi avranno osservato, qui sopra c'è scritto Parte 3: questo perché prima ci sono anche Parte 1 e Parte 2, che ritrovate poco più in basso. Vi suggerisco davvero di leggere i tre post in ordine!)

Il mondo è troppo più di quello che ci appare davanti agli occhi.

Ti affacci alla finestra e senti il vento. Sì, va bene, forse c'è anche una spiegazione scientifica, per il vento. Ma quanto è bello sentire aria fresca sul viso? Ti toglie quasi il fiato.

C'è un aggettivo che voglia dire "La Sensazione Che Uno Prova Quando Esce Sul Balcone Di Casa Che Sta Schioppando Di Caldo E Gli Arriva In Faccia Inaspettatamente Una Ventata Fresca Che Gli Toglie Il Fiato"? No, non c'è, devi viverlo e basta.

In questo momento, per esempio, sto scrivendo con la finestra di camera mia aperta. E' appena entrata una ventata di aria fresca. Mi sono girato verso la finestra, e fuori c'è il sole.

Come al solito c'è qualche bambino che sghignazza e che gioca a palla, magari chiama il papà o chi sta giocando con lui in quel momento. Qualche bambina che gira per il cortile con la sua bella mini biciclettina a cui magari sono appena state tolte le due rotelline più piccole.

E poi vedo degli alberi, il prato, del verde che ondeggia.
Lì mi appare del verde.
Posso chiamarlo in un modo, se voglio.

Ma dietro quel verde quante cose ci sono?
Quanto sono dovute crescere, quelle piante, prima di arrivarmi davanti così?

Quanto pesano sulla mia esistenza quelle foglie? Niente, o poco più, giusto il fatto che mi fanno respirare.

Ma il semplice fatto che ondeggino al vento, che si spostino un po' così, che ci sia quel leggero fruscìo... io lo sento perché ci sono. Ma andranno comunque avanti a farlo anche se non ci sarò.

Come continueranno a essere verdi anche se non ci sarò.
Come continueranno a far provare quello che sto provando io anche ad altri, se altri vorranno essere tanto... non so... tanto [qualcosa] da volerci arrivare, o da poterci arrivare.

(Sì, poterci, credo che non basti volerci arrivare, è un percorso che ognuno deve fare passo dopo passo)

Ma questa cosa non vale solo con le foglie. Vale con QUALSIASI COSA. Qualunque cosa che abbiamo davanti fa quello che fa per qualcosa che sappiamo ma che magari siamo troppi pigri per pensare, e qualunque cosa che abbiamo davanti è così per motivi che neanche possiamo immaginare.

QUESTO mi piace.
QUESTO voglio provare a fare.

Vedere l'essenza di qualcosa di grande in tante piccole cose.
SENTIRE l'essenza delle foglie e sapere che è l'essenza di qualcos'altro, in tutto quello che ci circonda.

NON voglio limitazioni sulla mia mente. Voglio poter sentire tutto il resto.

Anche noi stessi.

Non so, forse mi sono spinto troppo oltre.
Sono arrivato a pensare che noi non siamo "la nostra mente", come di solito pensiamo.
Noi siamo VITA, siamo una forza che manda avanti l'universo.
Siamo pura ESSENZA.
Siamo pura VITALITA'.
La nostra mente è quello che ci previene dal vedere questo, casomai.

Ragazzi! Non avrei mai creduto di essere in grado di scrivere cose come queste!
Non sono diventato matto.
E non sono neanche diventato Sacerdote di una qualche strana setta.
Forse già domani, a rileggere queste cose, mi vergognerò anche più di un po' per essermi aperto così tanto.

Però ora sono contento, e lo scrivo.
Sono contento, sto cambiando, ecco.

Le cose vanno bene.
Oggi ho avuto la prova concreta che non bisogna essere depressi per scrivere belle cose!

Horizons!

giovedì 5 giugno 2008

Nuovi Orizzonti (Parte 2)

(Prima di leggervi la Parte 2, sarebbe conveniente leggere la Parte 1, che sta qui sotto!)

Non sono mai stato una persona particolarmente spirituale.
Ultimamente però, lo potete vedere dall'ultimo post che ho fatto, credo che qualcosa stia cambiando.

Mi piace, cambiare.

Sì, insomma, il concetto del cambiare.

Lo vedo un po' come una ventata fresca quando apri la finestra di una stanza che è rimasta chiusa per un po' troppo tempo.

Cambiare è dire: "OK, ti piace come hai vissuto fino ad ora? Bene, adesso senza che continui a vivere in un modo che hai già vissuto, che magari ti annoi, perché non cominciamo a vedere qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso?"

Sì, certo, c'è il rischio che quello che trovi non ti piaccia come quello che hai lasciato. Ma cosa importa? Quello che hai lasciato è passato. Lo hai amato finché ci è stato.

Forse, se fosse durato di più, anche quello che hai amato ti sarebbe venuto a noia, e ora non conserveresti di quella cosa neanche un semplice ricordo piacevole.

E poi, se il "nuovo" non ti piace, puoi sempre aspettare che le cose... cambino ancora.

Non suona anche più bello, ora?
Cambiare! Cambiare! Cambiare!
Eh, a me sì...

Sì, suona più bello, suona diverso, perché penso che le parole assumano significati diversi per ognuno a seconda di come vive e a seconda di come vede le cose.

Un po' come la Quercia del post di ieri. Cavolo, quel ragionamento mi ha veramente toccato nel profondo. Ora non riesco neanche a dire "Quercia" senza provare un brivido. Non perché sia la parola "Quercia", ma per quello che sono arrivato a sentire grazie alla parola "Quercia".

Auguro a tutti voi di poter provare questa strana ma piacevole sensazione, prima o poi...

Stupide parole!

E' strano come siamo tutti abituati a dare un nome alle cose, a chiamarle così o cosà.

Ci dimentichiamo che le parole coprono un significato, non una cosa. E le parole cambiano senso e significato a seconda di come noi le capiamo, o a seconda di come gli altri le capiscono.

Cosa vuol dire? Vuol dire che la verità che ognuno associa dietro a una parola è diversa per ognuno. Spesso.

Forse è per questo che è così difficile esprimere quello che si prova usando le parole.

Forse è per questo che quando dici o quando scrivi cose importanti, qualcuno non ti capisce. E vorresti che ti capissero, non per te, ma per loro, perché se ti capissero vorrebbe dire che avrebbero fatto le esperienze che hai fatto tu, che hanno provato le cose che hai provato tu, che sanno quello che hai sentito.

E tu vorresti augurare davvero a tutti, prima o poi, di arrivare a capire quella strana sensazione che ti senti più o meno nella parte sinistra del petto...

La verità è che "classificare" è "ridurre", sistemare le cose in categorie non ha mai portato a niente di buono. Solo limitazioni. Perché uno deve voler limitare qualcosa? Soltanto per fare ordine nella propria testa. Ma perché "limitare" e "ordinare" devono concordare?

Sto mettendo tanta carne sul fuoco. Tutto questo con Ommadawn di Mike Oldfield in sottofondo! Continuerò questi pensieri in un altro momento.

Ma i cambiamenti non si fermano qui.
Trovo che "Imaginations From The Other Side" sia un nome e un titolo troppo violento per quello che sta diventando il blog, quello che sto scrivendo nel blog e quello che sto diventando io.

Quindi da oggi si cambierà in... Horizons.
Anche qui c'è un sottile collegamento musicale...

(Svarioni temporali che manco Squadra Rossa VS Squadra Blu...)

mercoledì 4 giugno 2008

Albero e Foglia (Parte 1)

Se un bambino ti chiedesse:

"Che albero è quello?"

Una delle migliori risposte da dare,
secondo me,
per esempio,
è:

"Quell'albero è chiamato Quercia."

Perché non è una Quercia.
Sì,
magari l'albero è chiamato Quercia,
ma non è "una Quercia".
"Quercia" è soltanto una parola.
E quell'albero
è molto più di una parola.

It's deeper.

(Se vi riesce più facile, immaginate il concetto...
mostrando una foto di una persona a cui volete bene
a qualcuno che non la conosce.)