mercoledì 17 aprile 2019

Finestrino abbassato, brezza sui capelli


"Where are you now?"

Voglio approfittare e scrivere ora, ora che sento che quella cosa c'è ancora ma non è più ingombrante come prima. Un po' come un amico seduto al tuo fianco nel retro di una macchina, e non come un dalmata gigante che ti si spalma in braccio sul divano.

Finché ho questa cosa ancora viva dentro me, vorrei dire che ancora oggi ti penso tutti i giorni, che ancora oggi mi vengono in mente ricordi che credevo dimenticati di me e te insieme (il giro in macchina per le strade di campagna di notte dopo il cinema, con i piccoli gufetti fermi in mezzo alla strada?), che ancora credo che tu sia quella a cui penserò per sempre. E che ti sarò per sempre, per sempre grato per tutto quello che mi hai lasciato, perché mi hai fatto superare gli scogli più difficili della mia vita che ora sono base salda e conquistata per il mio nuovo presente.

Ora che sto ripartendo, ora che sto ricominciando davvero una nuova storia, mi domando se sia giusto scrivere tutto questo. Non voglio che sembri che non sto dando una chance a questa nuova vita. 
Lo sto facendo, ci credo con tutto me stesso. Sentire il cuore che pulsa ancora, sentire qualcuna che mi fa essere di nuovo quel me stesso che non esisteva più da anni, se non nei ricordi con te. 
A proposito, "me stesso"... come sei cambiato, dopo tutto questo tempo!

Ma sono inesperto: è la prima volta in vita mia che mi porto dietro un bagaglio così denso e così forte. Sono molti mesi che ho provato ad andare avanti in modo differente, dapprima combattendo con tutto quello che avevo, poi cercando di conviverci. 

Non ho ancora capito qual è il modo migliore, ma forse questo è il momento migliore: quando è solo un amico seduto sul retro della macchina, che, forse, ad un certo punto, scenderà. Forse, ogni tanto torni a scambiarci due chiacchiere nel tragitto.
Nel frattempo, chissà dove va la macchina.