giovedì 26 dicembre 2013

Anime Nere


Non esistono "anime nere". Esistono percorsi da colorare.
Maniaco del controllo. Non è tutto.
Grazie per un Natale da ricordare…

venerdì 1 novembre 2013

La Parte Onirica 2

Sto attraversando di nuovo un periodo oniricamente molto significativo. Tutte le mattine ricordo vividamente i sogni che ho avuto, ma stanotte ne ho avuto uno veramente strano…


Sono in camera mia ad ascoltare "The Freewheelin' Bob Dylan" seguendo passo passo i testi su un libretto (una cosa che dovreste fare tutti, tra parentesi, il premio Nobel per la letteratura dovrebbero averlo dato a lui già da qualche anno), e mia sorella mi chiama per andare in camera sua, perché per strada ha trovato un gattino. È un gattino grigio-bianco a strisce grigie scure, veramente piccolo, è poco più di un cucciolo, tanto che mi si piazza sul piede (sono senza calze e in ciabatte) e si lascia dondolare. Ci spupazziamo con parecchio entusiasmo questo gattino, che si diverte molto a stare sul mio piede sinistro a farsi cullare.

Ad un certo punto noto che però il gattino, fino a quel momento molto vivace, si agita di meno, è come se si fosse addormentato. Allora guardiamo meglio e notiamo che in realtà adesso dall'occhio sinistro gli è uscita una poltiglia sanguinolenta. Questa fase è un po' confusa: ci preoccupiamo tantissimo, ci rigiriamo tra le mani questo gattino per capire meglio cosa gli sia successo, fino a che la poltiglia gli esce completamente dall'occhio, e a quel punto mi cade l'occhio (ahah) su quello che dovrebbe essere ormai il suo incavo vuoto del cranio: solo che dentro non c'è veramente più niente, è tutto vuoto e sottile come quella parte della capoccina del gattino fosse una maschera.

Siamo preoccupatissimi, io in particolare soffro molto e non riesco a darmi pace perché penso che sia colpa mia (in fondo stavo cullando io il gattino sul mio piede), e mia sorella prende in mano la situazione raccogliendo il gattino e portandolo da un veterinario, per quanto mi accorga in quel momento che è notte fonda e ho paura che non troveremo nessuno.

Io rimango in camera di mia sorella come paralizzato, e in quel momento in un angolo della stanza noto un piccolo acquario, che non avevo mai visto prima. È un piccolo acquario rettangolare, e l'acqua dentro non mi sembra affatto pulita, anzi è opaca. Dentro l'acquario, sul fondo, riesco a intravedere un mini-labirinto per i pesci.

A proposito dei pesci, ce n'è uno in particolare che attira la mia attenzione, in un angolo. È di dimensioni molto piccole, non è più grande di un paio di falangi del mio mignolo, ma ha qualcosa di strano: non ha i soliti occhi vacui e vuoti dei pesci, bensì è come se avesse i lineamenti del muso… disegnati. Ha un'ampia bocca sorridente, e gli occhi sono grandi, tondi e neri, come colorati con una sorta di approssimazione. Non fatti male, semplicemente riempiti con pochi tratti di matita nera.

Sento che c'è qualcosa di strano e particolare in quel pesce, così unisco le mani, le immergo nell'acquario sporco e cerco così di prenderlo per tirarlo fuori dall'acqua. Solo che il pesce non rimane mai a nuotare nella poca acqua che ho tra le mani unite, ma galleggia sempre sul pelo dell'acqua, come se ci fosse una reazione magnetica tra le mie mani e lui.

A questo punto c'è una fase che io ricordo come lunga e difficile in cui continuamente cerco di svuotarmi piano piano le mani dell'acqua sporca, per riuscire ad avere finalmente tra le mani questo pesce e vederlo bene. La cosa è particolarmente complessa perché per questa sorta di reazione magnetica tra le mie mani e il pesce, se inclino troppo le mani, o se lui nuota troppo verso i bordi della piccola pozza che si è formata tra le mie mani, allora ecco che finisce col volare fuori e ricadere nell'acquario. Insomma, è tutto un gioco di equilibri.

Alla fine riesco a svuotare completamente le mani, e non appena il pesce tocca il palmo, si trasforma. Mantiene le stesse dimensioni, ma diventa un piccolo alieno verde, un po' come quelli giocattolo di Toy Story. L'alieno mi fa i complimenti (o mi ringrazia, non ricordo bene) per averlo liberato, dice che da quel momento farà qualcosa di buono per me, quindi si tramuta ancora, e diventa una miniatura (stavolta inanimata) dell'omino di pan di zenzero di Shrek, solo che ha la faccia cattiva e aggressiva.

Non ho la minima idea di che cosa voglia poter dire.

domenica 8 settembre 2013

Devo mangiare più pesce


Non ricordo se l'ho già detto, ma sono sempre più dell'idea che se nella mia vita ci fossero stati più lenti - e mi riferisco ai balli, non a quelle di Sherlock Holmes - sarei una persona molto molto più piena.

domenica 1 settembre 2013

Essere in due

A volte basta sapere di essere in due, per sistemare un problema.
Basta sapere che non devi fare tutto tu, che qualcosa puoi anche fartelo scappare o lasciarlo da una parte.
Capito? A volte basta saperlo... e si risolve tutto.

giovedì 11 luglio 2013

Fìdati e sfìdati

Fìdati di te come delle persone in cui riponi fiducia e che ritieni speciali, forti, superiori.
Sfìdati ogni volta che v/puoi.
Perché fare una doccia calda quando puoi farne una ghiacciata? Pensaci, la prossima volta che metti mano alla manovella della tua doccia. Se viri sull'acqua calda, non sei cambiato molto rispetto a ieri. Se viri su freddo, invece...
Pensa a com'eri ieri. Pensa a com'eri diverso. Se non sei ancora diverso, fai qualcosa per renderti diverso.
Primo passo: esci e sdraiati per strada. Ma in un posto dove passa molta gente. Finché ti provoca fastidio, continua a farlo.
Quando ti senti abbastanza ok, passa al punto successivo.
Ma devi cambiare. Devi sfidarti di continuo.
Perché sei convinto che questo ti stressi. In realtà non stressa te: stressa solo le tue abitudini e le tue medie aspettative quotidiane. Ma in realtà non sei diverso da uno che se ne sta chiuso in casa tutto il giorno: solo che sei chiuso nella tua testa.
Mi pare chiaro che si sta meglio fuori, che dentro. Giusto?
È normale anche se guardi un pompatissimo palestrato.
Tu lo vedi che solleva pesi da 100 KG e dici "vabbè, ma io sono più intelligente".
Intanto quello lì arriva a sollevare 100 KG, e stai sicuro che non ha cominciato da 90 KG, è partito da molto più in basso, e magari gli pesava (ahah) anche, allenarsi così.
Sai cosa? Una volta che l'hai fatto, una volta che ti sei sfidato, capisci che in fondo non era così male. Sì, ti ha dato un po' fastidio, però pensavi peggio.
E via via sarà sempre meglio. E più facile.
Quando uno vuole cambiare, pensa sempre alla bellezza di arrivare alla fine del percorso, pensa sempre a com'è bello una volta che la strada è in discesa, ma ha sempre paura di cominciare. Eppure... sulla carta, l'inizio del percorso, la sua metà e la fine sono assolutamente identici. Semplici fasi. Sei tu a dargli colore, e a dargli i timori. Ma se hai fiducia nella metà e nella fine, beh, sappi che l'inizio non è assolutamente diverso e comincia adesso piuttosto che domani.
La cosa bella del rimboccarsi le maniche è che puoi farlo davvero in qualunque istante.
Quindi: adesso vai dal tuo vicino e bacialo.
Quindi: adesso vai in metro e urla "YUHUUUUUUU!!!".
Quindi: adesso entra nel primo negozio che ti capita e mettiti dietro al bancone a servire la gente (anche se non ci lavori davvero).
Quindi: lo so che è un luogo comune quello di migliorarsi giorno per giorno, affrontare le proprie paure, e cose così.
Però chiediti se lo stai facendo.
Fai una lista.
Io ho sempre odiato le liste perché credevo fossero restrittive.
Qualche volta lo sono, e spesso è difficile farle: ma sono dannatamente schiette e dirette.
Non puoi scappare da una lista. Tira fuori quello che ti fa paura e scrivilo.
Poi non è che le liste debbano sempre essere fatte su cose sgradevoli! Una volta che ti sembra di stare trattenendo belle sensazioni, fai una lista su come pensi di poterle conservare.
Perciò ecco il nuovo motto: fìdati e sfìdati.

martedì 4 giugno 2013

Lo vedi?

Lo vedi, che quando remiamo nella stessa direzione siamo davvero forti?
Imprimere a forza nell'anima per ricordare questa sensazione di sovrapposizione.
E cercare di trattenerla.

(Ho paura ad andare a dormire. Domani potrei svegliarmi e aver già perso questa sensazione.)

sabato 1 giugno 2013

È vuoto



Una volta, fino a poco tempo fa, remavamo nella stessa direzione, e tutto andava bene.
Non posso credere che in tutto questo tempo tu ti sia solo ingigantito alle mie spalle.
Sono sicuro che possiamo ancora fare qualcosa per tornare una cosa sola in tempi ragionevoli.
Però ti prego, dammi una mano, o almeno vienimi un po' incontro, che io da solo non ce la faccio davvero...

venerdì 31 maggio 2013

Come va?

Ho scritto un sacco di spunti, chissà se gli darò mai un senso un po' più compiuto.

Tu non ci dovevi neanche venire, quel giorno.

giovedì 16 maggio 2013

Scrivi pure un titolo...

"Il bello è che scrivere non serve a nulla di quello che uno vuole.
Scrivere è un limite, un dolore, un difetto in più.
Il bello è che dopo averlo fatto, stai malissimo.
Niente è cambiato, tutto rimane al suo posto, tranne i tuoi fottuti capelli.
Pelè non torna in campo.
Il brutto è che scrivi e Pambelè va al tappeto steso da un gringo, un gringo maledetto che è stato dentro per aver picchiato sua madre.
Il bello è che scrivi e continui a sognare la moglie del vicino, sogni di afferrarla per le orecchie e darle una bella ripassata.
Il brutto è che scrivere non ti guarisce dagli impulsi assassini, che rapinare un supermercato rimane il tuo obiettivo impossibile.
Il brutto è che desideri ancora un amore indimenticabile.
Il brutto è che leggi i grandi autori ma solo Bukowski ti rimane.
Il brutto è che un giorno la ragazza carina viene a sapere che scrivi e lo stesso non si lascia scopare da te.
Il brutto è che scrivere serve a tutto quello che tu non vuoi."

(Efraim Medina Reyes)

mercoledì 3 aprile 2013

La Parte Onirica

Sono anni che penso di dover fare almeno un post sulle cose che sogno. Ma anni davvero. Tra una cosa e l'altra non l'ho mai fatto, un po' perché le cose che sognavo non le ritenevo così intriganti da volerle approfondire, un po' perché le volte che mi ricordo dei sogni, si tratta sempre di roba inquietante, che mi spaventa. Non si può dire che mi capiti spesso di dormire "sonni tranquilli", diciamo!

Ho notato che da un paio d'anni a questa parte, mi ricordo molti più sogni rispetto a prima, quando semplicemente svanivano negli istanti dopo il risveglio.

Negli ultimi mesi in particolare la mia attività onirica è stata abbastanza intensa... e a oggi, una sua parte mi sembra sia collegata da un certo filo rosso.

Stiamo parlando di Dicembre.
Nel sogno sono a casa mia, mi sveglio nel mio letto, mi alzo, e c'è una luce strana. Un po' come quando c'è la luna piena, solo che gialla. Vado in salone, le serrande sono alzate, e fuori vedo tutto avvolto in una densa nebbia. Non si vede il cielo, faccio fatica a vedere l'albero di fronte al balcone. C'è questa strana luce gialla che però non entra in casa - in casa, i colori sono "normali".

Arriva mia madre, e mi dice che secondo il termometro fuori fanno 98°C (???), ma dentro la temperatura pare essere vivibile. Mi dice che nella notte c'è stato un terremoto, la superficie del terreno si è aperta e quella nebbia è del gas che è fuoriuscito dalle viscere della Terra.

La cosa "bella" del sogno è che non sono spaventato. Comincio subito a pensare a cosa ci sia da fare, quale possa essere una prossima mossa "intelligente" per sopravvivere. Penso di andare in garage a vedere se... e niente, non ricordo altro, credo di essermi svegliato.

Al tempo eravamo abbastanza vicini al 21 Dicembre, e ho collegato tutto questo al chiacchiericcio sulla fine del mondo e la profezia Maya e basta.

Qualche giorno dopo ho fatto un altro sogno per cui mi trovavo in un ambiente naturale, quasi sulla cima di una montagna. C'erano una sorgente d'acqua e lì vicino l'entrata di una caverna. Io sono alla sorgente a dissetarmi, quando ad un certo punto, dalla caverna, esce una creatura. È una specie di uomo/lupo, ma non nel senso di lupo mannaro. Ha le stesse forme di un uomo, solo che è molto, molto peloso. È praticamente tutto ricoperto di pelo foltissimo, e ha degli occhi enormi, sgranati e neri. Quando esce dalla caverna, questa creatura mi vede e viene verso di me, ma i suoi movimenti sono goffi, lenti, ricordo che aveva delle braccia molto esili e lunghe, che quasi toccavano terra quando si muoveva. Vicino a me avevo riempito due bottiglie di vetro di quell'acqua di sorgente, e ancora una volta mi accorgo di non essere spaventato. Prendo nelle mani queste due bottiglie dal collo, e vado verso la creatura. Le mulino una bottigliata sulla testa, la colpisco su una tempia, e la creatura cade. Sono sopra di lei. Prendo un grosso sasso che era lì vicino, e comincio a darglielo sulla testa. Le spacco letteralmente la testa a sassate, con determinazione.
A oggi, non sono sicuro di ricordarmi se mi sentissi minacciato dalla creatura o meno.

Questa parte mi ha fatto un po'... strizzare lo stomaco. E anche un po' schifo, specie per quel paio di immagini di testa di mostro spappolata che ancora "rivedo" molto bene. La sola idea di fare del male a qualcuno mi fa stare male. Non riesco nemmeno a schiacciare le formiche quando mi camminano sul tavolo della cucina mentre mangio.

Stanotte ho avuto un altro sogno che sento di collegare a questi due.
Un sogno fatto subito dopo il post qui sotto. In realtà ne ricordo solo un frammento. Ma mi è rimasto super-impresso.
Sono nel mio letto e mi sveglio. Alla finestra sento un rumore, quello che mi ha svegliato. Le serrande sono abbassate e c'è qualcosa dall'altra parte che gratta insistentemente. Mi alzo dal letto e vado alla serranda. Non appena faccio per alzare la serranda, parte un fortissimo antifurto. Mi piglio un colpo (sia nel sogno che nella realtà) e mi sveglio.

Non so ancora bene perché senta questi sogni come legati tra di loro, come dicevo prima.
Sento che c'è qualcosa, però.
Mi sembra qualcosa sul dentro/fuori.
Esterno/interno.
Nei primi due sogni, non mi spavento.
Nell'ultimo, sì.
Cosa c'è di diverso tra i primi due sogni e l'ultimo?
Nell'ultimo sono "passato" da qualche altra parte, metaforicamente/oniricamente parlando?
Nel secondo sogno, io sono "fuori" e la creatura viene da "dentro" la caverna, ma sia nel primo che nel terzo sogno io sono comunque dentro casa mia.

Ci penserò.

martedì 2 aprile 2013

Passo Indietro

Quando arrivi al culmine di un bel miglioramento è un'esperienza fantastica.
Perché lo senti, il bel miglioramento, lo percepisci, stai lì e lo costruisci giorno per giorno, momento dopo momento.
È come essere Leonardo da Vinci, ma con un ego ancora più grande.
Un bel giorno ti alzi, ti stiracchi, ti senti in gran forma, vai alla finestra, la apri, respiri, pensi che puoi fare tutto, ti fai la tua bella colazione dei campioni e poi passi davanti alla tua Gioconda. Te la guardi, te la riguardi, pensi a quanto sta venendo bene, e poi dai un altro paio di pennellate. Giusto un altro paio, non di più, ma proprio un paio di gran belle pennellate, di quelle giuste, di quelle precise, di quelle che ci volevano, insomma. E ti sono venute pure facili. Perché sei ispirato da dio.
Sono quei momenti d'ispirazione in cui tutto si rivela al suo posto, anziché disordinatamente e allegramente come se la girano di solito gli atomi. In questi momenti, non puoi sbagliare niente. Quello che costruisci in quei momenti ti sembra così perfetto da essere ovvio ed eterno per tutti, una di quelle conquiste che tutti dovrebbero avere la possibilità di raggiungere ed ammirare, a prescindere da tutti gli altri fattori che influiscono sulle nostre vite.
Pensa che gran figo di Leonardo che sei.
E ovviamente ad un certo punto, pennellata dopo pennellata, riesci a finire la tua Gioconda.
A quel punto è un po' come se ci fosse una grossa esplosione di goduria, come se saltasse tutto in aria, gli ingranaggi volassero via in una grossa nuvola di fumo, e il tutto è accompagnato da una fanfara da far impallidire quella di Rocky Balboa.

E appunto, quel momento lo senti. Cavolo se lo senti. Perché quel momento è uno dei pochi che rasenta la perfezione.
"Jigsaw Falling Into Place".
Da sempre ho questa fantasia mentale di "costruirmi" meccanicamente i pensieri. Li giro, li rigiro, li incastro, li scompongo, li ruoto... come nel Tetris... fino a che non arrivo alla posizione finale - fino a che non do l'ultima pennellata alla Gioconda. E quando fai Tetris, succede questo, no? Senti quel rumorino super-gratificante, i pezzi spariscono e tu intaschi un macello di punti. E ti dici che se hai appena realizzato la Gioconda, allora così male non sei. Anzi. Sei proprio un tipo che quando ci si mette non ce n'è per nessuno. La prossima volta potrai osare anche un po' di più. Anche perché una volta che hai finito la Gioconda, quanto può durare la tua soddisfazione per averla fatta?
Ma ben poco!
Ti prendi un paio di giornate per riguardartela, ok, ma poi ti ricordi che sei Leonardo da Vinci... e che puoi passare a fare un mucchio di altra roba strafiga.

E allora ricomincia tutto, per questa sete meravigliosa di quel momento di incastro, quando tutto è perfetto, quando vale la pena esserci e godersela, quando ti senti veramente il numero uno e nessuno può dirti niente.
Il San Giovanni Battista, l'Ultima Cena, la Vergine delle Rocce... vale sempre la pena dare quelle tue pennellate, ormai l'hai capito.

Ecco...

I passi indietro invece sono tutto l'opposto dei bei miglioramenti.
Tanto per cominciare, sono infidi.
Ma proprio dei gran bastardi.
Succedono, ma in silenzio, senza nessun incastro, senza nessuna esplosione.
Scivolano dentro di te, si insinuano unti, viscidi, neanche te lo dicono.
Non un cartello, non una lucina che si accenda, niente di niente, nemmeno mezzo sintomo.
Succede solo che ad un certo punto stai lì, e ti dici: "No, vabbè, oggi le mie due pennellate non le do, è un pezzo troppo difficile. Non sono capace, non ci riuscirei bene".
Ti fermi, realizzi cosa hai appena pensato, e se per i momenti belli è legittimo sentirsi i numeri uno, qui è molto più legittimo lasciarsi andare ad un po' di sconforto.

Non è proprio un bel momento...


lunedì 1 aprile 2013

Dovete essere felici!

Non ho proprio paura di essere contraddetto, perciò lo dico serenamente: tante volte sono davvero contento quando vi vedo postare romanticherie su Facebook, o vi vedo tutti sognanti abbracciati alla persona a cui volete bene, perché è bello vedervi così e basta, è un'ispirazione, uno stimolo positivo, un momento autentico da incorniciare. È il momento in cui ci siete solo voi, sparisce lo Stato, sparisce il controllo, c'è solo quello che provate l'uno per l'altra.
Altre volte però mi fate veramente incazzare.
Perché voi sì e io no?
Dove sbaglio?
Mi fate venir voglia di ascoltare i Deathspell Omega, porca puttana.

Non Proprio Come Le Storie


Non credo di aver mai letto una storia in cui alla fine l'eroe capisce di essere perfettamente portato per un qualcosa che non vuole assolutamente fare!

mercoledì 13 marzo 2013

E se...


Cambierei tutto quello che ho fatto. Sempre.
Non solo le cose brutte, anche le cose belle. Non posso farci niente, credo di poter sempre dare meglio di quello che in realtà ho dato.
Ti dicono che devi imparare ad accontentarti, e un po' sarà vero, però mi sono sempre ritrovato più nelle parole di Collodi "Insegui ciò che ami, o finirai per amare ciò che trovi", piuttosto che nel classico "Amare ciò che si ha".

Non sopporto di vedermi in filmati, video, di quale natura essi siano. Mi dava davvero troppo fastidio quando, in villaggio, dovevamo rivedere le riprese degli sketch o degli spettacoli. Non che non fosse giusto rivedere quei video per migliorarsi, mi sentivo proprio a disagio a guardare me stesso, a vedermi sbagliare così tanto, sapendo intimamente che in quel momento io stavo comunque dando il meglio di me. Allo stesso modo non posso nemmeno riguardare video di una serata di bevute in cui compaia anch'io.

È anche uno dei motivi per cui non rileggo mai quello che scrivo, perché poi finisco col cambiare tutto, e allora non è più quello che doveva essere prima.
È uno dei motivi per cui ormai ho quasi più "bozze" che post pubblicati.

Rifarei tutto in maniera differente, se faccio l'errore di pensarci.
Ma non puoi farlo: arriva il momento (in realtà succede in ogni momento) nella vita in cui devi chiudere un capitolo.
Non è importante come lo avresti "semmai" chiuso. È fondamentale averlo chiuso nel modo in cui lo hai fatto in quel momento.
È il far passare avanti le tue sensazioni sull'overthinking.
È il segreto per capire che una cosa non va "bene" e non va "male", se segui quello che provi.
Tenere vivo e bello aperto questo tunnel tra te stesso e il mondo esterno non è facile.

(Tanto per cominciare perché ci entrano anche un sacco di schifezze, ci vuole pure un bell'impegno di manutenzione e manodopera)

Però poi vale sempre la pena. È lì dentro che fai davvero passi avanti, quando succede qualcosa. Se lasci che tutto si fermi in superficie, anche un bel finesettimana fuori ha la stessa valenza di un succo di frutta bevuto davanti a una partita di calcio.

In realtà, io questo blog lo odio anche un po'.
Perché continua imperterrito a mostrarmi pagine e pagine di "come ero allora".

Però... che pazienza che deve averci, 'sto mio povero blog.
:-)

mercoledì 2 gennaio 2013

Donne che ingrassano

Succede che ad un certo punto, nella notte tra il primo e il secondo di Gennaio, ti compaiano sulla home di Facebook tutte le varie foto dei festeggiamenti di Capodanno dei tuoi contatti.
Siamo tutti d'accordo sul fatto che dal ieri all'oggi non cambia assolutamente nulla, e che per tante persone l'unico, significativo cambiamento sarà quello del calendario alla parete.
2013.
Eppure ti accorgi anche del fatto che il tempo passa veramente.
Ma quella lì è veramente la megagnoccona dietro a cui sbavavo?
E quell'altra lì è sul serio quella ragazza per cui mi sono fatto mille film in testa?
Sembra proprio che il fascino che esercitavano su di me sia stato messo in fuga da qualche chiletto di troppo, eh?

Eh già, sarà che sono pur sempre un maschietto, ma fa un po' senso vedere vecchie fiamme così cambiate. E un conto è vederle semplicemente senza trucco (a proposito, generalmente state meglio se evitate di somigliare agli X-Men), tutt'altra cosa è vederle proprio ingrassate.

Zigomi fagocitati da guanciotte tonde, braccia tozze, spalle soffici... in realtà è un po' quello che ti sei sempre detto: la bellezza, dopo un po', passa! Bisogna puntare ad altro!
Solo che la bellezza di quelle ragazze sembrava non passare mai, e allora ti veniva il dubbio, o tu eri uno scemo, o loro avevano fatto un patto con Satana.
Io uno scemo lo sono sicuramente, ma almeno sono contento per loro che sono ancora in possesso della loro anima.

Ti fa un po' capire l'effetto che dovevano provare quei simpatici cavalieri delle vecchie favole, quando venivano liberati da un incantesimo
Un attimo prima erano tutti convinti, e un attimo dopo... PUFF! Facce smarrite, occhi sgranati, incredulità a palla di cannone. Sicuramente si sentivano anche un po' stupidi. Però vabbè, li si capisce, in fondo in fondo. Erano solo vittime di un incantesimo.

Solo tu non ingrassi mai.
L'unica ragazza che vorrei ingrassasse davvero.
Così tutti gli altri smetterebbero di ronzarti intorno.
E io finalmente potrei rimanere.

martedì 1 gennaio 2013

Cambiare calendario serve!

Un amico intelligente e mai banale mi ha dato un bello spunto per questo primo post dell'anno nuovo.
Qual è stata la prima cosa significativa che abbiamo fatto, nel 2013?
E non intendeva gesti ovvi quali bere lo spumante o mandare gli auguri via cellulare.
Beh.

Abbiamo festeggiato insieme, di gruppo. Ognuno aveva portato qualcosa da mangiare e ci siamo davvero abbuffati: non ho mai mangiato così tanto in vita mia. Io avevo preparato una stupidaggine, una piccola torta rustica che poi avanzerà al cenone della morte, niente a che vedere con il moussaka (una specialità greca) di un'altra ragazza.
C'era un assente: un nostro amico che lavora come cameriere in un ristorante. Dice che ci avrebbe raggiunti non appena finito. Alle 4 ancora non si è fatto vedere, non risponde neanche ai nostri auguri via sms.

Un po' ci dispiace. Allora, intorno alle 4.30 andiamo sotto casa sua a lasciargli attaccato alla macchina un "delicato" (ehm) biglietto di auguri.
La macchina non c'è. Facciamo per andare via, e in quel momento arriva proprio lui.
Fa molto freddo, perciò ci ritroviamo, tutti noi rimasti, sulla sua macchina.
Dice che ha una fame nera.
Acchiappo la mia torta rustica e gliela passo.
Se la scofana in due minuti.

È stato proprio un bel momento. Non me l'aspettavo. È bello cucinare... per qualcuno. :-)

Passiamo ai più che dovuti auguri.
Tanto per cambiare, ho una dedica musicale. Il testo è importante, ma non è così necessario che lo leggiate. Si capisce bene anche solo ascoltando.


Jeffrey Lewis - Back When I Was Four

Back when I was 4 and I knew the name of every dinosaur
I knew how to read ROM comic books
My babysitter said I was really smart
When the lights went out everything changed
The radio music made me feel strange
And I had a real bad dream about a gorilla in the bathroom

Back when I was 6 I took everything real serious
And I thought that every song that came on the radio
Was referring to strange sexual acts
Because they thought I wouldn't know the facts
And being small is hard and no one ever tells you how

And back when I was 8 I'd sit outside on an old milk crate
And look out at the world from the stoop across the street
The boomboxes and the hot concrete
And every Halloween they hung
A million rubber skeletons across ninth street.

Back when I was 12 or so I swear to god I never felt so low
Everyone but me was making out and eating cookies
I had more than my brain could stand
I threw my life in a garbage can
I felt so weird
I had to disappear
In crying suicide disease.

At 15 getting stoned felt good and it sent me back to childhood
And nothing ever mattered to me more than that.

But then 16 became eclipse
My brain became apocalypse
I was lost and found and I've never been the same.

Back when I was 22 I left the best thing that I knew
and I gave it up for fortune and for fame
I played like I didn't know how
I shocked the world
I wowed the crowd
But I deserved more than what they gave

Back when I was 27 still nothing had been forgiven
Clay turns into rock and rock just sits
So sitting on a crowded beach
I'd pretend I was a leach
And stick to things here and there for a little bit

Back when I was 31 I knew I'd become what I'd become
Nothing left to reveal
And nowhere else to turn
So shocked and withered dumb and bitter
And in need of a babysitter
I'd gladly let my hand fall off and burn burn burn

Back when I turned the big 4-0 I realized just how much there was to go
And I started to think that being alone forever
Wasn't where it was at
So I pulled my head out of the window
And I taught myself how to love real fast
I started talking about painting
With a woman in the laundromat

Back when I was 50 and my first wife had just left me
I felt okay and I sang my daughter
Funny little songs
And just when I thought the best was past
I fell in love for real at last
And it didn't even matter that it had taken me so long

Back when I was 63 the public rediscovered me
My comic books and records had all become rare cult-collector items
Both my parents were deceased
So they didn't see my records get re-released
And I got a dog for the first time in my life

Back when I was 74 my dog died and I got two more
I still felt really good about my daughter
And also about my girlfriend
And I'd sing and draw a little bit
But mostly I'd wake up early and sit
And hang out with the puppies and wish that I could live forever

Back when I was 87 my grandson had just turned eleven
My woman was dead
And my dogs were getting pretty old
My body didn't work quite like it should
But overall things were pretty good
I was getting decent royalties from the reissued comic books and records

Back when I was 106
My only friend
Was one goldfish
Everyone I ever knew was dead and gone
The goldfish never had a name
And the neighbors thought I was insane
And I flushed it down the toilet when I saw it floating upside down*

Back when I was 128 I would sit outside on an old milk crate
And look out at the world from the stoop across the street
The boomboxes and the hot concrete
And every Halloween they hung
A million rubber skeletons across 9th street
Every Halloween they hung
A million rubber skeletons
Every Halloween they hung
A million rubber skeletons
Every Halloween they hung
A million rubber skeletons

Le storie vanno così: hanno un inizio e una fine. Quello che non dobbiamo dimenticare è che i momenti che le compongono ci rimarranno sempre. Via dalla finestra quel vecchio paio di occhiali da sole che è la presunzione di sapere troppo. Impedisce di vedere bene tutto quel sorprendente che può dare la vita che è proprio fuori dal nostro raggio visivo. Che nemmeno immaginiamo. Ed è bello sapere che c'è qualcosa che nemmeno immaginiamo. Sembra un po' credere di nuovo nella magia.

Buon 2013 a tutti.

PS.
Questo ultimo paragrafo hanno anche cominciato a condividerlo su Facebook. Male che va mi metto a scrivere aforismi per i Baci Perugina, dai!