domenica 17 giugno 2012

Aforismi, in generale

Stavo continuando a pensare, alla luce di riflessioni venute a galla dopo il post di prima, che in teoria a leggere frasi e aforismi non c'è niente di male, e spesso leggere la parola giusta al momento giusto può essere importante, addirittura illuminante.

Però, boh.

Perché, se uno dice qualcosa di bello, allora la gente ci fa una bella frasetta ricamata da appiccicare su un'immagine colorata?

Non ti può bastare, leggere una frasetta, per farti sentire soddisfatto.

Io credo che tutto dipenda dal taglio che dai tu alle cose che fai.
Credo che le scorciatoie non siano la strada giusta. Credo che il percorso vada compiuto dall'inizio alla fine, per capire bene.
Per un certo periodo di tempo, io ho addirittura smesso di leggere, perché in un paio di libri letti uno dopo l'altro avevo trovato "situazioni" che calzavano alla perfezione quello di cui avevo bisogno, e ho rosicato perché non ci ero arrivato da solo, anche se mi mancava un piccolo tassello...

(Ecco, QUESTO è un tantino esagerato!!! Mi sa che era solo un po' di rosicazione dovuta al momento!)

Le esperienze vanno vissute e capite sulla propria pelle, frasi così magari ti fanno credere di aver capito, e invece sono vuote, perché ti manca completamente il background, la storia dell'individuo che l'ha detta, le sue esperienze passate, le sensazioni e gli stati d'animo che lo hanno spinto a dirla: e finisci col capire male. Non solo fai la figura dello scemo, ma fai anche un torto a quel poveretto che non voleva fare altro che condividere una sua scoperta...

Il punto è che forse tendiamo a dimenticarci che le cose sono un po' più complicate di quanto sembrino.
Mi hanno sempre fatto morire dal ridere, per dirne una, gli slogan politici.
Soprattutto quelli più "agguerriti" e "provocatori"... per esempio quelli che ogni tanto compaiono in facoltà come "Ore 12 Pranzo Sociale"...
Che cazzo vuol dire "pranzo sociale"? Se magni, magni, mica un pranzo è diverso da un altro.

Oppure "l'Italia agli Italiani"... io non riuscirei neanche a dire "il Mondo agli Umani"... non ci sono solo umani su questo mondo... e poi francamente non tutti gli umani mi entusiasmano così tanto!

O ancora, "Morte ai Padroni"... e poi quando l'hai ucciso, il padrone diventi tu!

Gli slogan vanno bene per persone con cervelli molto semplici. Non ricordo dove, ho letto da qualche parte che gli analfabeti del ventunesimo secolo sono quelli incapaci di "leggere" le situazioni, quello che viene loro posto e presentato davanti agli occhi.
Le cose sono sempre almeno un gradino più complicate di quello che appaiono. Sempre.
Meglio pensarci due volte, piuttosto che una sola.

A conclusione del post: se trovate una frase che vi piace, andatevi a vedere chi l'ha detta, chi era, come la pensava e, se la frase è un estrapolato, andatevi a vedere da dove è presa!

Alcune differenze

"When you call yourself an Indian, or a Muslim, or a Christian or a European, or anything else, you are being violent. Do you see why it is violent? Because you are separating yourself from the rest of mankind. When you separate yourself by belief, by nationality, by tradition, it breeds violence. So a man who is seeking to understand violence does not belong to any country, to any religion, to any political party or partial system; he is concerned with the total understanding of mankind."

- Jiddu Krishnamurti


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Oggi mi sono imbattuto in questa frase di Krishnamurti, e mi ha colpito abbastanza. Non succedeva da un po' di tempo, che capitassi per caso a leggere sue frasi. Qualche anno fa, avevo anche postato qualcosa di suo, sul blog. E anche oggi sono venuto qui con l'intento di scrivere questa frase.
Eppure, non sono convinto.
Sono d'accordo, tante diversità servono solo a separare le persone le une dalle altre, a mettere paletti tante volte invalicabili, e a creare incomprensioni e da lì violenza.

Però... il bello è anche questo

Le diversità sono anche belle. Fare finta che non esistano è dannoso.
Affrontare la vita così, è dannoso. Perché arrivi alla conclusione che il metodo per affrontare le cose è che non è necessario alcun metodo.
Riflettiamo, e impariamo la nostra lezione un passo alla volta...

sabato 16 giugno 2012

10 Piccole Cose


Ecco i tuoi compiti...

1. Riceverai un corpo.
Potrà piacerti o forse no, ma sarà comunque tuo per il resto di tempo che ti rimane da spendere da queste parti.

2. Avrai lezioni da imparare.
Sei stato immatricolato in una scuola a tempo pieno chiamata vita. In questa scuola avrai ogni giorno la possibilità di imparare alcune lezioni. Alcune di queste lezioni ti piaceranno, altre potresti ritenerle poco rilevanti o stupide.

3. Non ci sono sbagli, solo lezioni.
La crescita è un processo di prove ed errori, una continua sperimentazione. Gli esperimenti "falliti" fanno parte del processo allo stesso livello e modo di quelli "riusciti".

4. Una lezione si ripete finché non l'hai assimilata.
Una lezione ti verrà presentata in diverse forme finché non l'avrai compresa. A quel punto, potrai passare alla lezione successiva.

5. I corsi non hanno una data conclusiva.
Non esiste una parte della vita esente da lezioni. Finché sei in vita, esistono lezioni da imparare.

6. "Lì" non è meglio di "Qui".
Quando il tuo "lì" è diventato "qui", comincerai semplicemente ad avere un altro "lì" che ti apparirà subito meglio del tuo nuovo "qui".

7. Gli altri sono specchi di te stesso.
Non è possibile amare oppure odiare qualcosa di un'altra persona a meno che non sia riflesso di qualcosa che tu stesso ami od odi di te stesso.

8. Cosa fare della tua vita sta solo a te.
Hai tutti gli strumenti e le risorse di cui hai bisogno, cosa decidi di farci sta soltanto a te. La scelta è soltanto tua.

9. La risposta che cerchi è dentro di te.
Le risposte alle domande che ti porrai sulla vita sono già dentro di te. Tutto ciò che devi fare è guardare, ascoltare, e avere fiducia.

10. Che tu pensi di potercela fare o di non potercela fare, in entrambi i casi avrai ragione.

Pensaci.

- Anonimo

venerdì 8 giugno 2012

Elastic Rock


Il punto è che bisogna essere elastici! 
Dentro, ma anche fuori!
Con la mente, ma anche col corpo!
Chi è elastico vince!
È risaputo!
Non ci credete? Guardate le rocce!
Pensate che le rocce siano qualcosa di statico, tosto, potente, piazzato, inamovibile?
Non è vero: una roccia non è mai uguale a sé stessa, ogni secondo che passa è costretta a subìre le intemperie del tempo, l'erosione, qualche scheggiatura, e poi quel bambino che la fa rotolare... (Speriamo non voglia tirarla da un cavalcavia!)
Secondo me, ogni tanto la roccia si annoia un po', ma intanto, zitta zitta, dopo tanto tempo, sta ancora lì, e non sembra se la passi male.
Guarda te come ascoltando una canzone vai a scoprire che anche le rocce sono elastiche! 
Ti rendi conto?
Una roccia è più elastica di te!
E tu, cosa aspetti a diventarlo?
Niente, pensieri post-calcetto!