mercoledì 3 aprile 2013

La Parte Onirica

Sono anni che penso di dover fare almeno un post sulle cose che sogno. Ma anni davvero. Tra una cosa e l'altra non l'ho mai fatto, un po' perché le cose che sognavo non le ritenevo così intriganti da volerle approfondire, un po' perché le volte che mi ricordo dei sogni, si tratta sempre di roba inquietante, che mi spaventa. Non si può dire che mi capiti spesso di dormire "sonni tranquilli", diciamo!

Ho notato che da un paio d'anni a questa parte, mi ricordo molti più sogni rispetto a prima, quando semplicemente svanivano negli istanti dopo il risveglio.

Negli ultimi mesi in particolare la mia attività onirica è stata abbastanza intensa... e a oggi, una sua parte mi sembra sia collegata da un certo filo rosso.

Stiamo parlando di Dicembre.
Nel sogno sono a casa mia, mi sveglio nel mio letto, mi alzo, e c'è una luce strana. Un po' come quando c'è la luna piena, solo che gialla. Vado in salone, le serrande sono alzate, e fuori vedo tutto avvolto in una densa nebbia. Non si vede il cielo, faccio fatica a vedere l'albero di fronte al balcone. C'è questa strana luce gialla che però non entra in casa - in casa, i colori sono "normali".

Arriva mia madre, e mi dice che secondo il termometro fuori fanno 98°C (???), ma dentro la temperatura pare essere vivibile. Mi dice che nella notte c'è stato un terremoto, la superficie del terreno si è aperta e quella nebbia è del gas che è fuoriuscito dalle viscere della Terra.

La cosa "bella" del sogno è che non sono spaventato. Comincio subito a pensare a cosa ci sia da fare, quale possa essere una prossima mossa "intelligente" per sopravvivere. Penso di andare in garage a vedere se... e niente, non ricordo altro, credo di essermi svegliato.

Al tempo eravamo abbastanza vicini al 21 Dicembre, e ho collegato tutto questo al chiacchiericcio sulla fine del mondo e la profezia Maya e basta.

Qualche giorno dopo ho fatto un altro sogno per cui mi trovavo in un ambiente naturale, quasi sulla cima di una montagna. C'erano una sorgente d'acqua e lì vicino l'entrata di una caverna. Io sono alla sorgente a dissetarmi, quando ad un certo punto, dalla caverna, esce una creatura. È una specie di uomo/lupo, ma non nel senso di lupo mannaro. Ha le stesse forme di un uomo, solo che è molto, molto peloso. È praticamente tutto ricoperto di pelo foltissimo, e ha degli occhi enormi, sgranati e neri. Quando esce dalla caverna, questa creatura mi vede e viene verso di me, ma i suoi movimenti sono goffi, lenti, ricordo che aveva delle braccia molto esili e lunghe, che quasi toccavano terra quando si muoveva. Vicino a me avevo riempito due bottiglie di vetro di quell'acqua di sorgente, e ancora una volta mi accorgo di non essere spaventato. Prendo nelle mani queste due bottiglie dal collo, e vado verso la creatura. Le mulino una bottigliata sulla testa, la colpisco su una tempia, e la creatura cade. Sono sopra di lei. Prendo un grosso sasso che era lì vicino, e comincio a darglielo sulla testa. Le spacco letteralmente la testa a sassate, con determinazione.
A oggi, non sono sicuro di ricordarmi se mi sentissi minacciato dalla creatura o meno.

Questa parte mi ha fatto un po'... strizzare lo stomaco. E anche un po' schifo, specie per quel paio di immagini di testa di mostro spappolata che ancora "rivedo" molto bene. La sola idea di fare del male a qualcuno mi fa stare male. Non riesco nemmeno a schiacciare le formiche quando mi camminano sul tavolo della cucina mentre mangio.

Stanotte ho avuto un altro sogno che sento di collegare a questi due.
Un sogno fatto subito dopo il post qui sotto. In realtà ne ricordo solo un frammento. Ma mi è rimasto super-impresso.
Sono nel mio letto e mi sveglio. Alla finestra sento un rumore, quello che mi ha svegliato. Le serrande sono abbassate e c'è qualcosa dall'altra parte che gratta insistentemente. Mi alzo dal letto e vado alla serranda. Non appena faccio per alzare la serranda, parte un fortissimo antifurto. Mi piglio un colpo (sia nel sogno che nella realtà) e mi sveglio.

Non so ancora bene perché senta questi sogni come legati tra di loro, come dicevo prima.
Sento che c'è qualcosa, però.
Mi sembra qualcosa sul dentro/fuori.
Esterno/interno.
Nei primi due sogni, non mi spavento.
Nell'ultimo, sì.
Cosa c'è di diverso tra i primi due sogni e l'ultimo?
Nell'ultimo sono "passato" da qualche altra parte, metaforicamente/oniricamente parlando?
Nel secondo sogno, io sono "fuori" e la creatura viene da "dentro" la caverna, ma sia nel primo che nel terzo sogno io sono comunque dentro casa mia.

Ci penserò.

martedì 2 aprile 2013

Passo Indietro

Quando arrivi al culmine di un bel miglioramento è un'esperienza fantastica.
Perché lo senti, il bel miglioramento, lo percepisci, stai lì e lo costruisci giorno per giorno, momento dopo momento.
È come essere Leonardo da Vinci, ma con un ego ancora più grande.
Un bel giorno ti alzi, ti stiracchi, ti senti in gran forma, vai alla finestra, la apri, respiri, pensi che puoi fare tutto, ti fai la tua bella colazione dei campioni e poi passi davanti alla tua Gioconda. Te la guardi, te la riguardi, pensi a quanto sta venendo bene, e poi dai un altro paio di pennellate. Giusto un altro paio, non di più, ma proprio un paio di gran belle pennellate, di quelle giuste, di quelle precise, di quelle che ci volevano, insomma. E ti sono venute pure facili. Perché sei ispirato da dio.
Sono quei momenti d'ispirazione in cui tutto si rivela al suo posto, anziché disordinatamente e allegramente come se la girano di solito gli atomi. In questi momenti, non puoi sbagliare niente. Quello che costruisci in quei momenti ti sembra così perfetto da essere ovvio ed eterno per tutti, una di quelle conquiste che tutti dovrebbero avere la possibilità di raggiungere ed ammirare, a prescindere da tutti gli altri fattori che influiscono sulle nostre vite.
Pensa che gran figo di Leonardo che sei.
E ovviamente ad un certo punto, pennellata dopo pennellata, riesci a finire la tua Gioconda.
A quel punto è un po' come se ci fosse una grossa esplosione di goduria, come se saltasse tutto in aria, gli ingranaggi volassero via in una grossa nuvola di fumo, e il tutto è accompagnato da una fanfara da far impallidire quella di Rocky Balboa.

E appunto, quel momento lo senti. Cavolo se lo senti. Perché quel momento è uno dei pochi che rasenta la perfezione.
"Jigsaw Falling Into Place".
Da sempre ho questa fantasia mentale di "costruirmi" meccanicamente i pensieri. Li giro, li rigiro, li incastro, li scompongo, li ruoto... come nel Tetris... fino a che non arrivo alla posizione finale - fino a che non do l'ultima pennellata alla Gioconda. E quando fai Tetris, succede questo, no? Senti quel rumorino super-gratificante, i pezzi spariscono e tu intaschi un macello di punti. E ti dici che se hai appena realizzato la Gioconda, allora così male non sei. Anzi. Sei proprio un tipo che quando ci si mette non ce n'è per nessuno. La prossima volta potrai osare anche un po' di più. Anche perché una volta che hai finito la Gioconda, quanto può durare la tua soddisfazione per averla fatta?
Ma ben poco!
Ti prendi un paio di giornate per riguardartela, ok, ma poi ti ricordi che sei Leonardo da Vinci... e che puoi passare a fare un mucchio di altra roba strafiga.

E allora ricomincia tutto, per questa sete meravigliosa di quel momento di incastro, quando tutto è perfetto, quando vale la pena esserci e godersela, quando ti senti veramente il numero uno e nessuno può dirti niente.
Il San Giovanni Battista, l'Ultima Cena, la Vergine delle Rocce... vale sempre la pena dare quelle tue pennellate, ormai l'hai capito.

Ecco...

I passi indietro invece sono tutto l'opposto dei bei miglioramenti.
Tanto per cominciare, sono infidi.
Ma proprio dei gran bastardi.
Succedono, ma in silenzio, senza nessun incastro, senza nessuna esplosione.
Scivolano dentro di te, si insinuano unti, viscidi, neanche te lo dicono.
Non un cartello, non una lucina che si accenda, niente di niente, nemmeno mezzo sintomo.
Succede solo che ad un certo punto stai lì, e ti dici: "No, vabbè, oggi le mie due pennellate non le do, è un pezzo troppo difficile. Non sono capace, non ci riuscirei bene".
Ti fermi, realizzi cosa hai appena pensato, e se per i momenti belli è legittimo sentirsi i numeri uno, qui è molto più legittimo lasciarsi andare ad un po' di sconforto.

Non è proprio un bel momento...


lunedì 1 aprile 2013

Dovete essere felici!

Non ho proprio paura di essere contraddetto, perciò lo dico serenamente: tante volte sono davvero contento quando vi vedo postare romanticherie su Facebook, o vi vedo tutti sognanti abbracciati alla persona a cui volete bene, perché è bello vedervi così e basta, è un'ispirazione, uno stimolo positivo, un momento autentico da incorniciare. È il momento in cui ci siete solo voi, sparisce lo Stato, sparisce il controllo, c'è solo quello che provate l'uno per l'altra.
Altre volte però mi fate veramente incazzare.
Perché voi sì e io no?
Dove sbaglio?
Mi fate venir voglia di ascoltare i Deathspell Omega, porca puttana.

Non Proprio Come Le Storie


Non credo di aver mai letto una storia in cui alla fine l'eroe capisce di essere perfettamente portato per un qualcosa che non vuole assolutamente fare!