domenica 28 ottobre 2007

Sogni e Sinfonie

Heaven must be more than this
When angels waken with a kiss
Sacred hearts won't take the pain
But mine, will never be the same
(Dream Theater, Surrounded)

Dream TheaterSurrounded

26 Ottobre 2007 - CHAOS IN ROME

Finalmente, un concerto che aspettavo da tantissimo, Dream Theater e Symphony X a Roma. Due signori grupponi, forse uno più dell'altro, tantissimi grandi musicisti, da cui non si ci può aspettare che uno spettacolo da strofinarsi gli occhi. Figurarsi se è ammesso perderseli quando suonano proprio nella tua città, Roma, una città che poi, in passate tappe, ha sempre regalato scalette eccellenti. Ovviamente non ho voluto sapere le precedenti setlist del tour (il "Chaos in Motion World Tour") per tenermi la sorpresa. Biglietti presi con largo anticipo, finalmente arriva il fatidico giorno. Per essere più in forma e carico, dormo un due orette il pomeriggio, e quindi ci si prepara a partire... destinazione: il Palalottomatica, la Sinfonia X, ma soprattutto, il Teatro del Sogno!

Ore 17.00
Io e la mia sorellozza compagna di concerti Livia usciamo di casa. L'avventura ha inizio... non al meglio, visto che aspettiamo venti minuti che l'autobus passi. Alcuni dicevano che le porte si sarebbero aperte alle 18, altri dicevano alle 19, ma uno dei grandi pregi di questo concerto è stato quello di avere dei posti NUMERATI a sedere.

Io stesso ero molto scettico di questa cosa, forse prima avrei preferito per dei biglietti per il parterre, dove si vive di più il concerto, nella bolgia. Al concerto dei Blind Guardian a Firenze, fra la folla e non a sedere, mi sono divertito da morire, ma ho anche sofferto tantissimo il caldo e il violento pogo (rimediando anche una bella clavicola lussata).

Con i biglietti numerati, non solo avremo poi scoperto di avere posti fantastici, ma soprattutto, niente ressa per entrare, niente corsa folle per piazzarsi il più avanti possibile sotto il palco, niente ressa durante il concerto, niente schiena spezzata alla fine e niente gambe doloranti.

Finalmente l'autobus arriva, scendiamo e prendiamo la metro. Com'era facilmente intuibile, già sulla metro troviamo un altro gruppo di ragazzi con la maglietta e/o la felpa dei Dream Theater. Scendiamo alla fermata apposita, e a quel punto chiedo a Livia, che IN TEORIA doveva sapere dov'era il posto del concerto: "OK, ora dove si va?" Lei dice, sicura: "Di là". Allora cominciamo ad avviarci verso una direzione. Oltretutto, sulla strada, troviamo tante altre persone con la maglietta di Scenes From a Memory e Paradise Lost dei Symphony X. Questo in teoria rafforza la nostra convinzione di stare andando nella direzione giusta. I due ragazzi che avevamo incontrato in metro con la maglietta di Octavarium ci seguono, e dietro di loro altri due ragazzi che intuiamo facilmente sarebbero andati al concerto.

Camminiamo per dieci minuti, e ad un certo punto arriviamo ad un bivio. Livia non si ricorda a quel punto dove si dovrebbe andare, così decidiamo di fare finta di temporeggiare e lasciarci superare dai ragazzi che ci seguono, per seguire loro a nostra volta. Loro ci sorpassano e intraprendono una direzione al bivio, quindi li seguiamo. Dopo poco però pure loro si fermano... esitanti, rallentiamo pure noi, finché quelli non ci chiedono: "Scusate, ma il Palalottomatica??"

E noi: "... ah, ma come, non lo sapete...? In effetti vi stavamo seguendo per vedere se lo sapevate voi..." E loro: "Ma come?! Noi è dalla metro che seguiamo voi per arrivarci!" risate. Poco dopo ci raggiunge la terza coppia: "Scusate, per il Palalottomatica?" anche loro ci stavano seguendo sperando che li portassimo a destinazione, e giù ancora a ridere.

Chiedo indicazioni ad una classica vecchietta seduta sulla panchina del parco ai bordi del cui stavamo, che ci dice che in effetti il Palalottomatica stava nella direzione opposta. Brava, Livia!!!

Ripercorriamo allora la strada in senso inverso, e la gente con magliette dei Dream Theater e Symphony X aumenta a dismisura. Alla fine, ad avviarci verso il ponte che ci porterà al Palalottomatica, siamo un bel gruppetto nutrito, tanto da riuscire addirittura a fermare una delle mitiche colonne di traffico romano per attraversare dove non ci sono le strisce. Evvai!

Ore 18.00
Arriviamo al Palalottomatica intorno alle 18. Le bancarelle vendono stuff non-ufficiale ma tutta roba fatta molto, molto bene e molto... "originale", anche se chiaramente non nel senso più tecnico del termine. Molta gente è già arrivata ed è in fila. Comincio a fare un po' di foto. Attorno a noi la stragrande maggioranza ha magliette dei Dream Theater (Scenes From a Memory e Octavarium dominano, ma si vedono anche magliette del tour di Images and Words!), molti altri hanno la maglietta di Paradise Lost dei Symphony X, non mancano mai le magliette degli Iron Maiden e dei Metallica, diverse dei Blind Guardian, qualcuna dei Judas Priest, Death, Rhapsody e Nightwish. Una volta dentro, vedremo anche un folle con la maglietta dei Manowar. Manowar. Al concerto dei Dream Theater. Mh. OK. Quando su Last.fm avevo letto "Chi non viene è un figlio di De Maio!" sulla tag board del concerto. Eh!

Troviamo la nostra fila per entrare: siamo nel primo anello, settore A 18, Fila D, posti numero 17 e 18. La fila è tranquilla, con mia sorpresa ci controllano gli zaini e ci dicono di buttare via i tappi delle bottiglie, se le avevamo. Io avevo una bottiglia, ho svitato il tappo e me lo sono nascosto in mano, poi, passati i controlli, l'ho rimesso. Cosa cavolo ci faccio con una bottiglia senza tappo? La doccia? Mah... Piuttosto, ho temuto per la mia macchina fotografica digitale (memory card da 1 GB, avrebbe fatto faville), ma per fortuna non hanno avuto niente da ridire, a riguardo.

E dopo poco siamo dentro. In realtà, scopriamo che dobbiamo girarci mezzo Palalottomatica per il nostro Settore, ma quando entriamo, ci riempiamo di entusiasmo. Siamo praticamente ad altezza palco. Ovviamente il parterre (che si sta riempiendo velocemente) ci separa dal palco, ma non abbiamo niente davanti, una visuale eccellente. Siamo solo poco più defilati alla sinistra del palco, ma quasi centrali. Ci si para davanti un assistente che chiede i nostri biglietti... glieli mostriamo, e ci manda da un'altra assistente più verso l'esterno. Scende il pessimismo, perché la tipa si trova molto più defilata. Però poi lei ci indica che i nostri posti sono praticamente sotto la porta da cui eravamo entrati nella grande sala, anzi, pure più centrali.

Ore 19.05
Insomma, le premesse sono decisamente buone. Ci sediamo che sono le 19.05. Abbiamo un'oretta prima dell'inizio del gruppo di spalla ai Dream Theater, i Symphony X. Molto osannati, non li avevo mai ascoltati particolarmente prima di ieri sera. Avrò fatto giusto un tre ascolti totali di due loro album, The Divine Wings of Tragedy e V: The New Mythology Suite. Per questo mi aspettavo molto dalla loro performance, e speravo che mi convincessero ad approfondire.

Seduti comodamente, io e Livia ci mangiamo dei panini tanto per saziarci e beviamo un po' d'acqua. Il maestoso palco sembra nascondere grandi sorprese. Un gigantesco velo nero copre praticamente i tre quarti della sua profondità. Un misero quarto rimane per i Symphony X. Subito davanti al velo nero, la batteria, e accanto, la tastiera.

La platea è calda e comincia a riempirsi sempre di più. Il Palalottomatica è uno stadio molto grande, la sua normale capienza è di 10.500 persone. In questo caso però una fetta di posti a sedere sono dovuti rimanere vuoti, perché coperti dal palco. A supplire a questa assenza di posti a sedere però, il parterre era strapieno. Tre anelli circondavano l'arena. Tutti strapieni. Sarà SOLD OUT. Più di 10.000 persone.

Sul palco si fanno le ultime prove di soundchecking, e si osanna qualunque tecnico di suono appaia a provare strumenti. Si alzano diversi cori. Il più frequente: "PORTNOY! PORTNOY!"

Ore 20.01
Alle 20.01, come del resto era scritto sul biglietto tongue.gif, si spengono le luci, e parte un'intro. E' finalmente giunto il momento dei Symphony X! Il ruolo di gruppo di spalla va decisamente stretto ad Allen, Romeo e soci, che sono letteralmente osannati dalla quasi totalità degli spettatori. Non sono gli headliners, molti sono venuti più che altro per i Dream Theater, ma i Symphony X non sono di quelli che si possono ignorare. Niente a che vedere con gli Astral Doors, che avevo visto come gruppo di supporto ai Blind Guardian.

Cessa l'intro, entrano in scena i Symphony X, e ci devasta l'urlo di Russel Allen: "ROMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!" la folla, gasatissima, risponde urlando. Ed è così che parte il concerto.

Come ho detto, non avevo mai prestato troppa attenzione ai Symphony X, ma ora lo farò assolutamente. Russel Allen si è rivelato un frontman straordinario, oltre che un vocalist impressionante. Sarà stato perché erano un gruppo di spalla e quindi non suonavano troppo, ma veramente, si è spremuto in tutti i modi possibili. Ha urlato senza limitarsi. Ed ha veramente una voce superba. Oggi, cominciato a scrivere questo resoconto, mi sono subito risentito i CD che ho dei Symphony X e... oh, sarà l'emozione e la gasatura, ma mi sembra che suoni pure meglio dal vivo che in studio...

Allen è un gran frontman, e scuote decisamente la folla con i suoi "GRAZIE ROMAAAAAA!!!"
In pause fra un pezzo e l'altro, chiacchiera. "What an amazing audience. We've been in many places, touring, but we didn't suppose to receive such an incredible welcome here!" e ovviamente a ogni parola si scatena il putiferio.
"Thanks to you, we're having a lot of fun this evening..." urla di tutto lo stadio. "... but I bet you'll have even more, later, with DREAM THEATER, right?!" urla ancora più forti!!

Headbanga, fa finta di strangolare Romeo e il bassista mentre suonano, ad un certo punto non si accorge che fa cascare l'asta del microfono sulla batteria, ma fortunatamente un addetto la rimuove a tempo record. Allen è sicuramente l'idolo della prima parte della serata. Peccato che abbia avuto un problema al microfono, e le sue parti in cantanto basso non si sentivano per niente bene, soppresse dalla chitarra e dalla batteria, che avevano un volume decisamente più alto. Ma le sue urla si sentivano benissimo! Ad un certo refrain di un certo loro pezzo allungherà il microfono verso qualcuno del parterre che lo urlerà come un invasato! Risate generali.

Il tempo che le urla si plachino, e parte l'attacco del basso di Sea of Lies, che riporta le urla al livello di prima! Decisamente, Sea of Lies sarà la canzone che mi convincerà più di tutte ad approfondire i Symphony X. La partecipazione della folla al refrain è stata gasante al massimo!

La canzone dovrebbe essere finita, ma la batteria continua ad accompagnare e Russell Allen prende la parola.

"Fine! Now I want to hear your screams, Rome. I'll count up to three, and then shout as louder you can!" urla. La folla risponde, ma io capisco che non sono in molti ad aver capito!!!

"One... two... THREE!! GO!" e gli rispondono pochissime urla, neanche tanto forti.
Attimo di silenzio.
"....... THAT WAS SHIT!!!" risate di tutti.

"Come on! This is ROME, right?! The MIGHTY ROME! The one of the most powerful EMPIRES in the WORLD!!!" E solo qui, le urla sono il quintuplo di quello che erano state prima.

Ora decisamente l'audience è pronto!! "ONE MORE CHANCE for SYMPHONY X and DREAM THEATER, Rome!" E VIENE GIU' IL MONDO!! "One more. One... more..." poi un attimo di esitazione. "Don't make me come down there to mess with you!!!" altre risate, poi...

"ONE, TWO, THREE!! GO!" il pubblico strilla ancora più di prima, e Allen si butta sulle prime file per farsi un po' di crowdsurfing, mentre Sea of Lies continua con un refrain extra.

Ho saputo che il chitarrista dei Leaves' Eyes, che facevano di supporto ai Blind Guardian nel tour americano, una volta ha provato a fare la stessa cosa. Il pubblico si è amabilmente spostato e l'ha lasciato cascare. Russell Allen è di tutt'altra pasta, e anzi la gente poga e fa a gara per raggiungerlo e sostenerlo. Sottosopra, riesce a tornare al palco.

Grandissimo gruppo i Symphony X, il ruolo di gruppo di spalla gli va decisamente stretto. Ma hanno fatto il loro maledettissimo dovere, hanno scaldato la folla, e l'hanno scaldata veramente alla grande.

Sono riuscito a ricavare la scaletta dei Symphony X. Non conoscendo bene loro canzoni tranne Sea of Lies, non posso assicurare che l'ordine sia quello giusto.

1 - Oculus Ex Inferi
2 - Set The World On Fire (Lie Of Lies)
3 - Domination
4 - Serpent's Kiss
5 - Paradise Lost
6 - Smoke and Mirrors
7 - The Walls of Babylon
8 - Sea Of Lies

Hanno suonato per una quarantina di minuti, lasciandoci un quarto d'ora di pausa prima dei Dream Theater. Appena si riaccendono le luci, gli addetti del palco smontano a tempo record la batteria dei Symphony X e rimuovono la tastiera.

Quindi cominciano ad apparire le prime tracce di un concerto strepitoso.

Dall'alto, cala un enorme semaforone, simbolo del nuovo album e di Costant Motion. Il pubblico lo nota e urla in delirio. La luce del semaforo è accesa sul rosso.

Gli addetti portano quindi i pedali per il basso di John Myung e per la chitarra di John Petrucci. Se normalmente i pedali per le chitarre sono da uno o da due, questi avevano UN'INTERA STRISCIA di pedali, e rimaniamo tutti abbastanza sconvolti!

Gli "OLE'", le grida e gli applausi non si risparmiano quando due addetti portano ai due lati del palco due formiche giganti, anche loro con il semaforo simboli del nuovo Systematic Chaos.

Tanti applausi anche quando gli addetti del suono vengono a provare i suoni di basso e chitarra e quando, dietro al velo, si sentono i suoni di una batteria. Qualche addetto spiritoso comincerà a tirare avanti e indietro il grosso velo nero che copre il resto del palco, facendo andare in delirio la folla, ma le luci rimangono accese e non succede assolutamente niente.

Di punto in bianco, la folla comincia ad urlare. Non è difficile capire il perché: il semaforo che svolazza sul palco, da rosso che era, è passato al giallo. Compaiono sul palco cartelli stradali con il simbolo dei Dream Theater.

Mi guardo intorno: ormai il Palalottomatica è decisamente pieno e strapieno, sia nel parterre che in tutti i suoi anelli. E dall'entusiasmo che c'era stato per i Symphony X fino a tutta l'energia sprigionata per ogni scemenza, dal semplice addetto che passava davanti al palco che veniva coperto di "BRAVO!", ai tecnici del sound, alle formiche giganti e al semaforo, capisco che il pubblico è dannatamente caldo e ci sarà da divertirsi.

Ore 21.00
Di punto in bianco, le luci si spengono, e il semaforo da giallo passa a verde!! Nel buio, il velo nero si stacca e cade. Qualcuno lo rimuove rapidamente. Quindi parte un'intro d'eccezione, che tutti conoscono per essere il tema di 2001: Odissea nello Spazio. Also Sprach Zarathustra di Strauss manda in delirio il pubblico.

Un flash di luce gialla improvvisa ci rende visibile un Mike Portnoy in piedi dietro la sua mastodontica batteria, con le braccia alzate e le bacchette strette saldamente in mano. Il pubblico lo osanna, e lui comincia a sbattere una contro l'altra le bacchette: subito tutto lo stadio comincia a battere le mani a tempo, seguendo il batterista. Le luci tornano a spegnersi.

Quando si riaccendono, alla nostra destra e alla sinistra di Portnoy è comparso John Petrucci. Un'altra ovazione, con Petrucci che risponde salutando tutta l'arena. Dall'alto della sua batteria, Portnoy continua a dirigere il pubblico, ora indicando zone del parterre e degli anelli, che rispondono all'appello facendo un discreto casino.

Le luci si spengono ancora. Si riaccendono, e alla nostra sinistra appare John Myung, disarmante nella sua tranquillità, che fa un inchino al pubblico. In un flash sempre più rapido, le luci si spengono e si riaccendono per far vedere Jordas Rudess che ha occupato il posto nella sua postazione di ben TRE tastiere (un piano, un hammond e un continuum, un suo nuovo giocattolino divertentissimo che avremo modo di gustare), pelato e con una barbetta bianca.

Anche lui saluta.

Ormai Also Sprach Zarathustra è al suo apice e alla sua conclusione: si interrompe bruscamente, e Petrucci attacca Constant Motion, dal nuovo album, Systematic Chaos. Le chitarre partono lente per poi accelerare sempre di più. Pochi secondi prima che abbia inizio la parte cantata fa il suo ingresso sul palco anche James LaBrie, con il microfono in cima ad un'asta, che durante tutto il concerto userà come una lancia (addirittura ad un certo punto la userà per sbattere un piatto al posto di Mike Portnoy). LaBrie allarga le braccia e il pubblico saluta anche lui, felice come una pasqua, come ha salutato in precedenza ogni membro del gruppo, quindi comincia a cantare. Non credevo, ma Costant Motion si rivela una grande opener, con le chitarre in crescendo e con linee vocali serrate e aggressive ("Lost illusion of mind control / Resisting all hope of letting go / Racing impulse of dark desire / Drives me through the night" o soprattutto "FOREVERMORE / INTO THE NIGHT / BLISTERING"). Ed è soprattutto STUPENDO sentire tutto il pubblico del Palalottomatica che segue LaBrie in tutte le parti, quelle più aggressive come il refrain ("Travelling through both space and time / (Out of body, out of mind) / Out of control / My wheels in CONSTANT MOTION"). Le luci del palco scintillano a tempo e saranno positive per tutto il resto della serata. Folle l'assolo di Petrucci.

Constant Motion si chiude, e James LaBrie allarga ancora le braccia, raccogliendo tutti gli applausi del pubblico. Diverse telecamere piazzate sul palco ci fanno vedere, su un maxischermo piazzato in alto dietro la batteria di Portnoy, dei dettagli del palco. Una cosa che si nota subito anche senza bisogno di telecamere è il considerevole aumento di mole di James LaBrie... evidentemente sono stati in tour in posti dove si mangiava molto bene...

"GRAZIE ROMAAAAA!" grida LaBrie, e il pubblico, caldo e fresco, risponde al saluto. "It's just amazing. Look how many people! We come here at every tour and every time we get so many people! Absolutely amazing!" e in effetti è impossibile non rimanere abbagliati dal colpo d'occhio del Palalottomatica strapieno e riempito, festante, che esulta. Sarà uno dei pochissimi interventi da frontman del vocalist dei Dream Theater: da questo momento in poi, suoneranno tutto in una tirata, senza pause, staccando un pezzo e l'altro con assoli di tastiera di Jordan Rudess o di chitarra di John Petrucci. Saranno due ore e mezza pienissime di musica, tanto che a fine concerto crederò che avessero suonato almeno per tre ore. Piacevolmente assai.

"We're going to have a great evening together, Roma!" dice ancora LaBrie, e subito dopo, come un fulmine a ciel sereno, Mike Portnoy e John Petrucci attaccano insieme Strange Deja Vu, che sorprende tutti quanti. Dalle semplici grida di felicità si scatena un pandemonio di soddisfazione per la stupenda canzone di Scenes From a Memory, da sempre una delle mie preferite. La realizzazione è fantastica, e soprattutto noto con grandissimo piacere i progressi in fase live che ha fatto ancora LaBrie dall'ultima volta che lo avevo sentito cantare live quella canzone dal DVD Metropolis 2000: Live Scenes From New York. Il pubblico è ancora più partecipe che per Constant Motion, e non è difficile intuire il perché. Petrucci a fare backing vocals aggiunge un tono più basso e cupo alla voce di LaBrie, ed è divertente vedere come un addetto sia appositamente piazzato dietro la batteria di Portnoy per mettergli davanti un microfono quando anche lui ha da fare backing vocals e per poi toglierglielo quando non serve più. LaBrie è davvero entusiasta del pubblico, esegue virtuosismi con l'asta del microfono, spesso e volentieri la allunga con il microfono in cima al pubblico, e soprattutto, microfono alla mano, non trattiene un paio di corsette anche MENTRE canta, forse sospinto dal troppo entusiasmo dello stadio...!

Strange Deja Vu cessa, e cala il buio. Dopo poco le luci si accendono e i fari sono tutti per Jordan Rudess, che parte nel primo dei suoi assoli, stavolta con il piano. Impressionante come sempre, eruttano dalla platea le grida: "JORDAN! JORDAN!"

Dall'assolo, Rudess fa partire l'attacco di Blind Faith. L'esecuzione è ottima, e non si riesce a impedire di notare come a Portnoy e Petrucci riescano tutte le cose con un'apparente e disarmante facilità. Portnoy si rigira le bacchette fra le mani e le lancia in aria per poi riprenderle al volo e continuare a suonare (una volta però gli è caduta, quindi questa è la prova che appartiene almeno a questo universo). Myung se ne sta tutto tranquillo nel suo angolino a suonare, anche lui in maniera impressionante. Se nelle pause Petrucci e LaBrie salutano il pubblico, lui continua tranquillamente a suonarsene per conto suo!

Le luci calano ancora: è ancora Rudess a intrattenerci con una breve improvvisazione, con tanto di boccacce contro la telecamera piazzata sulla tastiera, per poi dare il via ad una canzone che, dalla reazione del pubblico, sembra totalmente inaspettata: Surrounded. Il Palalottomatica è partecipe al massimo, e tutti cantano ad alta voce, risuonando particolarmente nelle parti in cui LaBrie canta con tono più basso. Per questo, Surrounded mi ha dato un po' l'impressione di essere la "Bard's Song" dei Dream Theater. Proprio in Surrounded, LaBrie prende una bella stecca: a dire il vero io non me ne accorgo per niente, me lo faranno notare in seguito Livia e altre persone che erano al concerto con cui poi commenterò. Da brividi l'esecuzione. La tastiera di Rudess se la fa da padrona. Da segnalare un intermezzo di John Petrucci, tributo ai Pink Floyd con l'assolo di Comfortably Numb.

Finita Surrounded, è il turno di Petrucci, che da il via al primo dei tanti assoli improvvisati della serata. Le telecamere piazzate sul palco che lo puntano ci danno dettagli ancora maggiori della sua tecnica proiettata sullo schermo. Ragazzi, forse anche io prima dicevo che Petrucci era un po' sopravvalutato rispetto a tutto il bene che gli si diceva, ma dopo averlo visto dal vivo e dopo averlo visto fare cose mostruosamente impeccabili, non ho più niente da dire.

Quindi Petrucci fa partire il brano successivo, che si rivela essere The Dark Eternal Night, dal nuovo Systematic Chaos. La canzone si rivela forse la rivelazione del concerto: Systematic Chaos mi era piaciuto molto, ma dal vivo The Dark Eternal Night è stata tutta un'altra cosa. Divertentissima la proiezione alle spalle dei Dream Theater, che mostra i cinque "cartonizzati" mentre suonano e affrontano un lupo gigante e un ciclope, ognuno con le sue peculiarità: Petrucci lancia fiamme dalla sua chitarra, Portnoy prima lancia le sue bacchette contro i mostri, poi passa direttamente a sputargli contro (l'area davanti alla batteria sarà ricoperta di schizzi, chi soprannomina ancora Totti come "lama" deve prima vedere Mike Portnoy), Myung esegue assordanti assoli di basso, Rudess si limita a tirare quello che capita a tiro, e LaBrie urla come un indemoniato, anche se a tutti dall'animazione è venuto in mente che potesse avere anche solamente un cattivo alito...
L'energia che il gruppo mette nel nuovo pezzo è visibile, LaBrie canta con particolare enfasi anche le parti vocali più harsh, e dopo questa e dopo Surrounded, ormai mi chiedo sempre più chi è che dica che il vocalist canti dal vivo senza sentimento. Veramente eccezionale.

Non esiste sosta per i Dream Theater: altro assolo di Rudess, stavolta con il suo continuum, una specie di tastiera dalla superficie ultrapiatta ma sensibile al tocco. Dall'assolo col continuum, Rudess passa a spolverare la sua keytar, con cui darà vita ad un bel duetto con Petrucci. I due danno poi il via al brano successivo, che è Lines in the Sand, altro brano che sembra sorprendere l'audience. L'esecuzione di Lines in the Sand sarebbe anche qui eccellente, se non si verificasse un inspiegabile calo di volume delle tastiere di Rudess, brutalmente soppresse dalla chitarra di Petrucci.

Altri assoli improvvisati, stavolta i Dream Theater si "riposano" un po', per modo di dire, e parte la più "tranquilla" The Ministry Of Lost Souls. Dopo tanta musica, il pubblico comincia ad essere un po' stanco, e LaBrie tiene su tutti quanti passeggiando per il palco e "resuscitando" a gesti zone dello stadio, che non rimangono impassibili al richiamo del frontman.

Le luci vanno ancora via. E stavolta senza assoli introduttivi, parte la canzone che, lo avevo sempre immaginato e ne ho avuto la conferma, sarebbe stata la tritasassi del concerto, e cioè In The Presence Of Enemies nella sua completezza, tutta una tirata, Pt.1 e Pt.2. E qui è dove veramente il pubblico si riesuma da solo: è impossibile non essere partecipi e non reagire, battendo le mani a tempo nella prima parte. Ma dove veramente si esplode è la seconda parte, decisamente più movimentata e violenta. Le proiezioni sullo sfondo danno una grande atmosfera: si vede un turbine rosso, arancione e giallo, in costante movimento. Da quando poi LaBrie comincia il primo refrain ("Dark Master..."), il pubblico canta a tutto volume. E sempre dal pubblico viene una grande grinta da tutti gli anelli a gridare: "HEIL! HEIL! HEIL!". La parte più trascinante del brano, assieme ovviamente all'"HEIL", è praticamente tutta la frazione IV, The Slaughter of the Damned, in cui all'inizio di ogni strofa c'è una parola che nel CD è cantata con particolare enfasi da LaBrie e Petrucci. Qui è il pubblico a cantare queste prime parole, che appaiono per poi sfumare sul turbine colorato di sfondo ("DON'T / bother to find them / They will be coming for you / FIGHT / fight and destroy until you can't keep anymore, SLAY, FLESH, SIN, SOLD, LORD, WALK, FEAR e tutte le altre), in un'atmosfera resa cupa dalle chitarre di Petrucci e che sarebbe resa perfetta con i dovuti agganci di tastiera di Rudess, però sorprendentemente insentibili.
Con il ""... Dark Master!" finale, si chiude la lunghissima In The Presence Of Enemies, e LaBrie ringrazia tutta Roma.

"Grazie, Rome!" Myung, Rudess e Petrucci camminano per gli estremi del palco salutando, e anche Portnoy, rimanendo però sempre dietro la sua titanica batteria, saluta, e lancia le sue bacchette fra il pubblico sottostante, che si scanna per averle. E i Dream Theater lasciano la scena. Ovviamente è un encore, perché non ci crede nessuno che sia finita. Encore, dunque, con il pubblico che ora grida: "FUORI! FUORI!"

Il primo a ricomparire sulla scena è Rudess. Jordan lancia un quieto e tranquillo pezzo di pianoforte, a cui si unisce, in un lampo di luce, anche Petrucci. Altro lampo, e ricompare anche Myung, e poco dopo anche Portnoy (con la maglietta dell'Italia, di calcio! E non sono il solo a dire che assomigliava pure troppo a Ringhio Gattuso): piano piano, ha preso forma Trial Of Tears. Bel brano, indubbiamente, ma me lo scordo quando riconosciamo, fra le note del pianoforte di Rudess, Finally Free, altro pezzo incredibile che personalmente accolgo con tantissimo calore. Le proiezioni sullo sfondo rievocano i momenti più drammatici della storia fra Victoria, the Sleeper e the Miracle raccontata in Scenes From a Memory, mentre noi, mani al cielo, cantiamo, e soprattutto, siamo ultrapartecipi nel riff principale, "OOOO-OOOO-OOOO", e personalmente, rabbrividisco al rivedere il filmato che ho fatto proprio in quel momento, come ho rabbrividito lì, in quel momento. Finally Free comincia a mutare, ma solo per trasformarsi in un altro pezzo mostruoso come Learning To Live, e l'assolo di Petrucci fa rimanere tutti così: ohmy.gif ohmy.gif ohmy.gif
Altre urla quando Learning to Live sfuma in In The Name of God, e di lì nella finale, frazione di Octavarium, Razor's Edge, in un fantastico Medley di chiusura che lascia assolutamente a bocca aperta. E quando anche Octavarium sfuma, capiamo che è davvero la fine.

Stavolta anche Portnoy scende dalla sua batteria per salutare, le luci si accendono quasi tutte, e tutti e cinque i membri del Teatro del Sogno girano per tutto il palco a ringraziare il pubblico, che gli urla dietro a sua volta. Passano diversi minuti prima che si decidano ad eseguire anche l'inchino finale, e vengono definitivamente sommersi dagli applausi per l'ultima volta. Prima di sparire, Portnoy prende il microfono di Petrucci e urla: "GRAZIE ROMA, HEY BABY!" ed è l'ultimo tripudio.

Le luci si riaccendono, e stavolta non c'è un secondo encore: il pubblico comincia a defluire.

Di mio, all'uscita mi prenderò due magliette dei Dream Theater: quella classica del tour con l'immagine di Systematic Chaos davanti, e dietro due formiche che trasportano un missile, e, immancabile, la maglietta con davanti i cinque cartonizzati come nel cartone di Dark Eternal Night, cerchiati come i vecchi supereroi dalla scritta "NORTH AMERICAN DREAM SQUAD". L'acquisto di stuff dei Symphony X è rimandato a quando li avrò approfonditi, ma mi hanno davvero fatto divertire, e non vedo l'ora di ascoltarli ancora.

Vediamo di tirare un commento generale...
Il concerto è stato fantastico. Apprezzavo i Dream Theater anche prima, ma questo spettacolo mi ha risollevato un entusiasmo verso di loro che non avevo mai provato, e non sono riuscito a rimanere neutrale ad una prova di questi livelli.
L'impressione che ho avuto del gruppo è che sia prima di tutto un gruppo di amici che si diverte a suonare, e che si destreggia tranquillamente sulla scena, senza tirarsela e senza pretenziosità, per quanto siano effettivamente tutti mostri.

LaBrie è ancora migliorato dal vivo dalle altre registrazioni che avevo sentito, e a parte Surrounded, per il resto ha fornito una grande prestazione e mi è sembrato veramente in grande forma, e in Lines in the Sand ha lanciato due acuti impressionanti e riusciti benissimo.

Petrucci, come ho detto, è stato davvero impressionante. Credo che si sia un attimo incasinato nell'assolo finale di In The Presence of Enemies, ma alla fine se ne è uscito molto bene.

Myung, nella sua tranquillità (volevo dire "freddezza", ma non rende, non è che era impassibile, semplicemente se ne stava... tranquillo, ecco) è una BESTIA di bassista, una macchina davvero, a volte rimanevo a fissarlo come ipnotizzato, è una macchina!

Rudess per la prima parte della serata è stato decisamente il più grande dei Dream Theater, peccato davvero che, e non capisco davvero per quale motivo, nella parte finale del concerto sia stato totalmente assente.

Portnoy. Cosa dire, intanto aveva una batteria che era un qualcosa di mostruoso. Per riuscire ad usarla tutta aveva tre e dico tre sgabelli. Spesso e volentieri si alzava per raggiungere altri piatti che altrimenti non avrebbe raggiunto e per ravvivare ancora il pubblico. Non sono riuscito a percepire errori da lui, tranne quando ha lanciato una bacchetta in aria e non è riuscito a riprenderla!

Il re della serata per quanto riguarda l'animazione della folla però è senza dubbio Russell Allen dei Symphony X, con ciliegina sulla torta il crowdsurfing.

Il Palalottomatica non aveva un'acustica particolarmente buona, i Symphony X ne sono stati parecchio penalizzati. Ai DT tutto si è sentito abbastanza bene, comunque, e sono stato molto soddisfatto. Bella la scena, con le formiche e i cartelli stradali, suggestive le proiezioni, soprattutto il cartone di Dark Eternal Night, ottime le luci, che hanno sempre fornito l'atmosfera giusta all'arena.

Ma il plauso più grande va al pubblico. In un audience di più di 10000 persone, chi più e chi meno fan dei Dream Theater, si sono divertiti assolutamente tutti quelli che riuscivo a vedere, che erano superpartecipi dello spettacolo.

La setlist ha mancato diversi classici che avrei voluto sentire dal vivo, ma posso dire davvero, e lo ripeto, che per quanto Systematic Chaos su CD mi fosse piaciuto, dal vivo suona ancora meglio, e queste riproposizioni loro che ho sentito me l'hanno fatto apprezzare ancora di più. Non riesco a trovare picchi della serata, forse ho apprezzato di meno Blind Faith e Lines in the Sand, ma solo perché erano quelle che conoscevo meno bene. Strange Deja Vu è stata una grandissima sorpresa, Surrounded e Finally Free un'emozione, In The Presence Of Enemies una tritasassi assoluta.

Grazie, Dream Theater, e grazie, Symphony X. E' stato un bellissimo spettacolo che ho apprezzato tantissimo. Grandissimo concerto. Mi dispiace per chi se l'è perso. Nella serata, grazie ad una memory card da 1 GB, ho riempito 400 MB fra foto e filmati. Fra i filmati, ho l'intro dei Symphony X (con tanto di grido: "ROMAAAAA!!" di Allen), qualche pezzo loro, quasi tutta Sea of Lies, e l'incitamento di Allen che poi si è concluso con il suo crowdsurfing. Dei Dream Theater ho Constant Motion, Strange Deja Vu, diversi assoli di Rudess fra cui quello col continuum, i due minuti iniziali di Surrounded, un bel pezzo di The Dark Eternal Night, diversi pezzi di In The Presence of Enemies, Finally Free e i saluti finali. Posso passarli volentieri a tutti, e anche se la qualità è buona, penso che più che altro siano un bel ricordo per chi come me l'ha vissuto, ma decisamente non rendono per niente la fantastica esibizione dal vivo.

Diciamo che... questo resoconto servirà più che altro a me per ricordarmi della splendida serata, visto che non credo esista qualcuno che se lo voglia leggere, ma se ci sarà qualcuno che almeno si divertirà per curiosità a leggerne anche solo una parte, ben venga!

1- Intro
2 - Constant Motion
3 - Strange Deja Vu
4- Blind Faith
5 - Surrounded
6 - The Dark Eternal Night
7 - Lines In The Sand
8 - The Ministry Of Lost Souls
9 - In The Presence Of Enemies Pt. 1
10 - In The Presence Of Enemies Pt. 2
11 - Medley
- Trial Of Tears
- Finally Free
- Learning To Live
- In The Name Of God
- Octavarium (Razor's Edge)

giovedì 11 ottobre 2007

Bardi e Canzoni

Now you all know
The bards and their songs
When hours have gone by
I'll close my eyes
In a world far away
We may meet again
But now hear my song
About the dawn of the night
Let's sing the Bards' Song

Tomorrow will take us away
Far from home
No one will ever know our names
But the Bards' songs will remain
Tomorrow will take it away
The fear of today
It will be gone
Due to our magic songs...

There's only one song
Left... in my mind
Tales of a brave man
Who lived far from here
Now the Bards' songs are over
And it's time to leave
No one should ask you for the name
Of the one
Who tells the story

Tomorrow will take us away
Far from home
No one will ever know our names
But the Bards' songs will remain
Tomorrow all will be known
And you're not alone
So don't be afraid
In the dark and cold
'Cause the Bards' songs will remain
They all will remain

In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves
Come, close your eyes
You can see them... too
(Blind Guardian, The Bard's Song - In The Forest)
Blind GuardianThe Bard's Song - In The Forest

11 Ottobre 2006.
11 Ottobre 2007.
E' passato un anno da quel giorno, un giorno fantastico, che ricorderò sempre come uno dei più belli, emozionanti e soddisfacenti nella mia vita. Non per niente sta anche qua negli elenchi a destra. E no, voi mollaccioni che state pensando a qualcosa di tenero, dolce e amoroso vi sbagliate di grosso. Sto parlando del primo concerto a cui ho assistito, un concerto del mio gruppo preferito in assoluto, un concerto che è stato devastante, grandioso, perfetto. Insomma, miglior inizio non poteva esserci.

The Bard's Song - In The Forest è forse l'unica canzone che possa prendermi in qualunque momento, di qualunque umore io sia, e spesso mi chiedevo quale grande avvenimento me l'avrebbe fatta postare sul blog. Nessun avvenimento sarà mai all'altezza, anche se in effetti no, è più giusto dire che non ci sarebbe occasione più azzeccata e giusta che proprio un concerto dei Blind Guardian.

Un anno dal loro concerto, tanto di più da quando li ascolto. So solo che devo ringraziare ILARIA per avermi introdotto al loro mondo. Ormai sono una parte della mia vita, siamo uniti per sempre, e se il discorso vi sembrerà esagerato "solo" per un gruppo musicale, allora non sapete quanto fondamentale sappia essere la musica.

Per "festeggiare" l'anniversario, riposterò qui il vecchio resoconto che scrissi... il 12 Ottobre 2006, subito dopo essere tornato a Roma dal concerto di Firenze, pieno di entusiasmo per aver visto dal vivo i miei idoli. Hai visto mai, dovessi perdermelo, potrò sempre rigurdarmelo qui...

Up the Guardians!

---------

Concerto favoloso.

Parlo come in telegramma perché sono stanco morto!

PORCODIQUELGIUDABALLERINOLADROEANCHEDIQUELCAIMANOTIBETANOCHEOGNITANTOCITO.
GNARF.
ODDIOOOOOOOH.
CITO UNA FRASE CHE DA NOI E' STATA RIPETUTAMENTE DETTA: "SE DIO ESISTE, STASERA HA SUONATO SU QUEL PALCO".

Prima di lasciarmi andare del tutto alla frenesia, che comunque ho avuto modo di smaltire, essendo tornato a casa un'ora fa da Firenze, vi faccio una versione Twisteriana delle Cronache di Firenze.

SETLIST:

1) War of Wrath
2) Into the Storm
3) Born in a Mourning Hall
4) Nightfall
5) The Script for my Requiem
6) Fly
7) Valhalla
8 ) Time Stands Still (At The Iron Hill)
9) A Past and Future Secret
10) Bright Eyes
11) Lost in the Twilight Hall
12) And Then There Was Silence

-------- ENCORE --------

13) Welcome To Dying
14) Another Stranger Me
15) Imaginations From The Other Side

-------- ENCORE --------

16) The Bard's Song (In The Forest)
17) Mirror Mirror

Va detto che mi sto riascoltando mentre scrivo la stessa leggendaria setlist di ieri, per darmi un po' di ritmo!

11 Ottobre 2006 - Blind Guardian
Ore 16:06
In perfetto orario da Roma arriviamo a Firenze, io e mia sorella Livia. Sul treno, riconosciamo già qualche compare di concerto, per magliette e per argomenti di cui si chiacchiera.
Scesi dal treno, prendiamo i nostri biglietti dell'autobus.

Sull'autobus vediamo un duo con le magliette dei Bardi, e subito mi faccio avanti per una chiacchierata amichevole, parlando di A Twist in the Myth e della possibile setlist di quella sera.
Uno dei due tizi era un veterano che partecipava ai concerti dei Bardi dal Tour di Nightfall in Middle-Earth, dove, dice, hanno suonato tutto l'album dall'inizio alla fine!
Più fermate facciamo, più adepti si aggiungono al nostro gruppo, fino a che occupiamo tutto lo spazio intorno all'autista.
("La mia preferita è Journey Through the Dark!"
"Speriamo facciano And Then There Was Silence!"
"Secondo me non la faranno mai!"
"Io voglio Into the Storm e Mirror Mirror come opener e closer!")

Ore 16:34
Lasciamo i nostri amici che poi reincontreremo al Saschall e ci dirigiamo all'Hotel Arno Bellariva dove alloggiamo. Gettiamo gli zaini sul letto, rapida visita al bagno, perché sarà l'ultima prima del concerto, e via!
Gentilissimi i tizi dell'albergo, davvero una piacevole visita.

Ore 17:00
Arriviamo al Saschall. Ritroviamo i nostri amici dell'autobus al cancello, che ci informano che la fila è già iniziata e loro non vogliono infilarcisi ora. Naturalmente io sono del parere contrario e mi trascino la povera sorella dietro.

La fila si prospetta lunga. L'apertura delle porte, sul biglietto, è segnata alle 19, e noi siamo soli, circondati da grossi omoni pelosi, alcuni ricoperti di borchie fino ai denti!
Mi arriva un messaggio di un altro patito Bardo di un forum, Micheal, che sta li da un po'. Gli scrivo che sono arrivato in fondo alla fila, che comunque non era troppo, troppo lunga.
Non riusciamo a vederci, pur essendo a pochi metri di distanza.
Gli scrivo: alza le braccia e girati indietro!
In quel momento tre persone si girano indietro e alzano le braccia
...
Manco a Gatto Silvestro.
Dopo un po' tutti e tre hanno abbassato le braccia e solo uno si volta. Spero di avere un minimo di fortuna, lo saluto, e lui ricambia. SPERO che sia lui, per quanto ne abbia visto solo mezza fronte, in mezzo a tutta la folla.

Un po' piratescamente, in mezzo a sguardi truci di terribili e agguerritissimi metallari (comunque sto ingigantendo la scena apposta, eh), vado avanti nella fila per rintracciarlo.
Ad un certo punto non riesco più ad andare avanti, ma sono lo stesso ad un buon punto.
Allora gli riscrivo (sì, ho speso molti soldi in modo stupido) che ero più avanti e che mi sarei guardato attorno.
Aspetto, e niente.
Davanti a me un tizio si agita e un po' mi chiedo perché non si sta fermo, tanto la fila è quella.
Mi guardo intorno e niente.
'Sto tizio davanti a me si agita.
Noto che ha davanti un cellulare.
...
Manco a Gatto Silvestro.

"Ciao, scusa, tu aspetti qualcuno?" faccio io.
"Ma tu sei di un forum?" fa lui.
"" faccio io.
"Che forum?" fa lui.
"Balamb Forum" faccio io.
"Che nick hai?" fa lui.
"Sephiroth" faccio io.
E poi mi salta addosso. Era proprio Micheal.

Ore 17:30
L'ora non è di molto migliorata, sono solo le 17:30, ma almeno adesso abbiamo una persona in più con cui chiacchierare. E man mano, istintivamente, si aggrega a noi qualcun altro.
Il primo è un tizio il cui nome vi svelerò in seguito per non rovinarvi una sorpresa, aggregatosi udendo discorsi di Lucca e Romics. Romano, aveva partecipato alla fiera di Roma facendo il cosplay di Cid Highwind. Gioendo dell'amore comune per Final Fantasy, ci scambiamo i contatti MSN, anche per scambiarsi dati multimediali post concerto.
Mi salvo il suo indirizzo, che iniziava con mynameismarco.
Subito dopo, attentissimo, gli chiedo: "OK, e qual è il tuo nome, così ti salvo?"
...
Manco a Gatto Silvestro.

Ma il gruppetto non ha ancora finito di trovare alleati. Una simpatica e anche carina ragazza ci chiede che ore erano. Serena veniva da Palermo, e aveva pure paura dell'aereo, ma per raggiungere i Bardi aveva deciso di tentare il tutto e per tutto lo stesso. Temeraria.

Lei faceva parte di un gruppo di tre o quattro persone, e ogni tanto uno dei suoi amici veniva a parlare con noi, ma generalmente siamo stati io, Livia, Micheal, Marco e Serena. Chiacchieriamo dei Bardi, possibili setlists (il sogno di Serena era che facessero Frutto del Buio), eccetera.

La fila viene poi spessissimo autovivacizzata.
Per primi partono i cori di The Bard's Song (In The Forest).
Cantiamo l'ultimo refrain e il finale, per poi esplodere in un boato neanche ce l'avessero suonata davvero, e dopo aver fatto tutto da soli, esplodiamo in cori furenti. "Guardian! Guardian! Guardian!" senza pietà.
Dopo aver fatto circa tre o quattro volte The Bard's Song, è anche la volta di Valhalla (fatto partire da me e Micheal) e Lord of the Rings, seguiti da cori "Guardian! GUARDIAN!"
Serena riesce persino, con l'aiuto dei suoi amici e di noi, a far cantare Frutto del Buio.

E il tempo vola.

Ore 18:45
Dopo numerosi cori di "APRI! APRI!" o "MUORI! MUORI!" gridati a chi disgraziatamente passava davanti alle porte del teatro (memorabile anche quando qualcuno strappa un cartellone di Piero Pelù per rivelare sotto quello dei Blind Guardian, un "OLE'" a ogni pezzo strappato), finalmente ci aprono. Ressa, è dura, ma resistiamo agli attacchi da dietro. Scusate il doppiosenso.
Noi siamo tra i primi. Entriamo, e ci involiamo.
Ci troviamo davanti al palco, in terza fila!
L'entusiasmo ci contagia, ma man mano che la gente arriva, comincia a fare sempre più caldo. Io indossavo soltanto la mia maglietta dei Bardi di Imaginations Through the Looking Glass e dei pantaloni alla caviglia, ma Micheal c'aveva:
1 - la maglietta di A Twist in the Myth
2 - Una sua maglietta bianca di prima (che a questo punto usava come asciugamano per il sudore)
3 - Una felpa (legata in vita, sennò io lo legavo al lettino di una casa di cura)
4 - Pantaloni lunghi
Mi chiedevo come facesse a non sciogliersi.

Ogni tanto il pubblico si galvanizza cominciando a cantare The Bard's Song e Valhalla, ma il locale comincia a riempirsi e comincia a fare davvero caldo. Neanche è iniziato il concerto, che qualche cretino avvia il pogo. Resistiamo, è dura, ma resistiamo. Ci allontaniamo un po', ma resistiamo.

Ore 20:10
Finalmente, forse prima del previsto per sperare di calmare le acque, si spengono le luci.
Sul palco troneggia il logo degli Astral Doors, e la band svedese di spalla ai Bardi parte subito con un pezzo rockish, non troppo fast, come magari mi sarei aspettato.

In terza fila si sta strettissimi e sudiamo. E i pogatori non ci danno pace.

Ma gli Astral Doors, comunque, non sono male. Il cantante anzi m'è stato simpaticissimo, ahah!
Magari mi documenterò a riguardo, non ho mai sentito niente di loro, ma alcuni tizi della combriccola che li conoscevano hanno detto che hanno suonato pezzi poco belli dei loro.

Oltretutto, hanno tutta la mia compassione.
Mi immaginavo che essere una band di supporto avesse lati negativi, del tipo, la gente non viene a sentire te per forza, può anche non aver mai sentito nulla di tuo, e la tua performance con l'inizio del gruppo principale sarà spazzata via, eccetera...
... ma qui si raggiungevano punte proprio di maleducazione che mi davano fastidio, anche perché appunto, per quanto ovviamente volessi i Bardi, gli Astral Doors non mi dispiacevano, e il cantante mi stava troppo simpatico!
Del tipo, finita una canzone, gente che diceva in Italiano: OK basta andate a casa! E fin qui ok.
Ma finita la canzone, col cantante che ci fa segno di OK, che alcuni facciano partire cori "Guardian! Guardian!" è meno bello. Razz

Alla fine anche gli Astral Doors fanno il loro tempo e se ne vanno.
Nel frattempo ci ha raggiunto Cesare, altro amico Bardico di un altro forum, dopo aver girato Firenze col padre e aver scazzottato a lungo per raggiungere la terza fila. Dopo la mezz'ora degli Astral Doors ci ritroviamo tutti e quattro assieme (Marco e Serena erano dati per dispersi dal pogo, rimanevamo quindi io, Livia, Micheal e Cesare), e capiamo che non è aria.
Per quanto mi dispiaccia, abbandoniamo le prime file.

Cerchiamo a lungo un posto decente, cosa resa un po' difficile dal fatto che ormai il teatro s'è riempito, ma alla fine lo troviamo. Posto un po' indietro, ma visuale ottima, e si stava molto larghi. Alla fine del concerto ne saremo soddisfattissimi.

Nel frattempo, per recuperare un po' di energie dal calore del pogo e dal sudore, ci prendiamo da bere.

Ore 21:00
Puntualissime, le luci si spengono.
La folla, se un attimo prima era intorpidita, va in delirio.
Si odono a malapena certi rumori di sottofondo, che ognuno di noi conosce a memoria.
Boato iniziale è quando si sente la voce di Sauron. E' proprio la nostra Intro preferita: WAR OF WRATH.
"The field is lost." un signor boato che farebbe impallidire quello del CD Live.
Dopo essersi ripreso, il pubblico continua a parlare sui toni di Sauron e Morgoth.
"Everything is lost. The black one has fallen from the skies, the towers in ruins lie. The enemy is within... everywhere! And with him the light! Soon he will be here. Go now, my lord, while there is time. There are places... below!"
E, cosa divertentissima, se "doppiando" Sauron tutti usavano la loro voce normale, ora tutti la abbassano per fare il ben più cupo Morgoth.
"And you know them too. I release thee, go. My servant you'll be for all the time."
"As you command, my king."
Altro boato.
Il pubblico è caldo.
L'avevo anche chiesto a Micheal, lui che aveva esperienza di parecchi altri concerti.
"Ma per te, a primo impatto, questo audience com'è? Nella media, o più alto?"
Lui mi aveva risposto: "Decisamente più alto."
Ma War of Wrath riprende.
Mi si contorcono le budella pensando all'esplosione di energia ancora maggiore che sta per venire.
In realtà un pizzico di indecisione e mistero c'è. Sarà Into the Storm o Time Stands Still?
"I had a part in everything. Twice I destroyed the light and twice I failed. I left ruin behind me when I returned, but I also carried ruin with me. She, the mistress of her own lust."

TUTTI MANI IN ALTO.
\m/_
EH! EH! EH! EH!
ED ECCOLA CHE COMINCIA.
Le luci irrompono nel buio mentre ci raggiungono le potentissime note di INTO THE STORM. Il pubblico si concede pochi istanti per gridare di gioia e goduria.
Alcuni cominciano già a cantare dalla prima strofa, ma il refrain è un qualcosa di speciale a cui nessuno può resistere.

Where can I run?
How can I hide?
The Silmarils, Gems of treelight
Their life belongs to me!

ed è il delirio.
Esecuzione perfetta.
A dire il vero, è qui, subito, che si nota un difetto tecnico dell'audio. Il volume del microfono di Hansi era un tantino basso. Non che fosse un problema, il pubblico non ne era minimamente contrariato. Ma proprio nel refrain di Into the Storm, la voce di Hansi veniva brutalmente tagliata mentre noi dilagavamo urlando come pazzi.

Dopo i primi fantastici momenti, un attimo di respiro, per chi, come me, s'era cantato tutta Into the Storm senza neanche respirare.
Diciamo che sarà la mia inesperienza in fatto di concerti a farmi commettere questo errore: canterò tutto. Proprio tutto. Ogni parola delle canzoni.
Ne uscirò morto, ma questa è un'altra storia.

Il morale è altissimo.
"Buonassera Firenzeeeee!"
"EEEEEEEEEEH!"
"Bello essere tornati ancora in... bella Italia!"
L'italiano di Hansi abbiamo già avuto il piacere di gustarlo in Frutto del Buio, ma qui è davvero esilarante. Farà anche alcuni commenti che non riesco a ricordare con precisione, tutti comunque rivolti a dire che Firenze è una bellissima città.
Ma poi le luci calano ancora.
"... because we're all BORN IN A MOURNING HALL..."

Pochi istanti di esultanza prima che le violentissime chitarre ritmiche del grande Marcus Siepen irrompano senza pietà. Headbanging a tutto spiano. Mani levate. Ritmi contati. Ci siamo.
Hansi è in gran forma, si vede subito. Ma il pubblico vuole soddisfare i Bardi in tutto, e urla il titolo della canzone ogni volta che ce n'è bisogno a pieni polmoni.

I Blind Guardian sono soddisfatti e lo dimostrano.

Hansi nota che il pubblico è in vena di cantare.
"I have something in mind that might fit your beautiful voices. Here comes NIGHTFALL!"

Come ogni capolavoro che si rispetti, Nightfall fa impazzire il pubblico. L'esecuzione, del resto, è magistrale. Questo pezzo alterna momenti dolci e di quiete melodica a vere e proprie esplosioni di furore: mi è partita una corda vocale urlando "I... SWEAR... REVENGE!"

Ma dove tutti urlano a pieni polmoni è nel refrain. Come in Into the Storm, il pubblico è padrone (stavolta Hansi non sta cantando però!).
NAAAAAAA-AAAAAAIT! - FOOOOO-OOOOOOL!
NAAAAAAA-AAAAAAIT! - FOOOOO-OOOOOOL!

Da rabbrividire. Una cosa veramente straordinaria.

Nightfall finisce, e Hansi chiacchiera un po' con noi. Carinissimo e pacioccone come sempre, chiede (non "chiede per favore", chiede con un tono che sa di perentorio!) che non si spinga nelle prime file...

"But just let me tell you one thing, be patient and kind to your neighbour, and do not push the people in the front."

... e se prima quando lo chiedeva l'addetto della regia tutti fischiavano, ora tutti gridano felici.

Tanto per dare un'idea di come la folla fosse tutta sua, senza eccezioni.

Comunque siamo riscossi dal suo grido che lacera i nostri "GUARDIAN! GUARDIAN!"
"You all want to survive this show, is that all right?"
"YEAH!"
"But the show... should be attended, more or less... Agony's... THE SCRIPT... FOR MY... REQUIEM!"
Anche se ufficialmente noi abbiamo sentito solo le parole "the script", poi siamo esplosi e non si è sentito altro.
Tra l'altro ricordo benissimo che io e Cesare ci siamo guardati poco prima che dicesse il titolo della canzone, e quando abbiamo sentito "The script", le nostre facce si sono illuminate, ci siamo tipo indicati con le dita, non mi ricordo, eravamo totalmente fuori, e abbiamo gridato noi "For My Requiem!!!"

L'esecuzione, manco a dirlo, è divina. L'assolo di André ci tiene sul filo del collasso per troppa estasi. Frederik, ovviamente sotto esame, sta prendendo tante di quelle lodi che, lo ammetto, ho anche pensato: "Ma chi ha più bisogno di Thomen?"

Inoltre durante The Script For My Requiem c'è stato un simpatico sipario tra me e mia sorella: per filmare meglio con la macchina digitale, mi era salita sulle spalle prima dell'inizio della canzone. Ma l'inizio di Script è piuttosto forte... quindi mi sono messo a saltare... con lei sopra, che stava per cadere e che mi pregava di smettere, ma io ovviamente per il volume non la sentivo.

E poi tutto scema.
Livia è stanca, fa caldo, ha bisogno d'aria, e si tira un po' indietro per prendere una boccata d'aria fresca.

Io non concepisco come ci si possa allontanare dai Bardi, ma lo fa.
Dopo un po', dovuti ringraziamenti, dovuti cori, Hansi dice:

"The next one is about a guy called Peter Pan."
E qui accade una cosa di cui ammetto di aver dubitato.
C'è un boato.
Fly aveva ricevuto molte critiche. Per quanto io personalmente la adorassi, ad alcuni (Micheal) non piaceva. Invece la reazione del pubblico è stata perfetta.
"Now, please, follow our instructions. We're going to teach you how... to... FLY..."

Se tutte le canzoni precedenti le avevo già comunque sentite in CD Live e DVD, Fly era un'assoluta novità. Sentendo l'intro, mia sorella vola dentro all'istante, e filma.

Ragazzi, Fly live è qualcosa di straordinario. Divino. Superbo. Mirabolante. Non ho aggettivi...
Il bridge, sillabato dal pubblico, ritmato dai battiti di mani di tutte le persone, è stato veramente unico ed emozionantissimo.
"No one*clap*ever*clap*dares*clap*to speak*clap*it's nothing*clap*else*clap*but fantasy*clap*..."
Ora mi chiedo: come farò ad aspettare la release ufficiale di un live di Fly? La voglio risentire ORA!!!

Per darvi un'idea dell'impatto emotivo, è piaciuta anche a Micheal, a cui Fly non piace(va).

Dopo qualche istante di ovazione, Hansi riprende la parola.
"Well, I think we can leave for something like the next six minutes, now." (e il pubblico: NOOO, che scemi)
"Yeah, I know Firenze is a very nice place, but would you come with us in VALHALLA?"

Altra esplosione, ed ecco che parte quella che probabilmente, assieme a The Bard's Song, è la miglior canzone Live del gruppo. Il pubblico lo sa, e urla come pazzo.
L'oltranza non va oltre il minuto e nessuno oppone resistenza quando Hansi conclude. Valhalla è Valhalla: ci siamo tanto esercitati a cantarla e ora abbiamo passato il nostro esame, ma siamo affamati, e vogliamo la prossima portata!

Ormai io, Cesare e Mike scommettiamo su quale sarà la prossima canzone.

"I bet you all would like to help Fingolfin in his battle against the Dark Lord Morgoth..." ESPLOSIONE.
OH, quanto ho goduto in quel momento.
Più tardi un tizio mi dirà che credeva fosse The Curse of Feanor, ma questa con Fingolfin contro Morgoth c'entra poco.
"TIME STANDS STILL..." e poi probabilmente dice anche "At The Iron Hill", ma non lo sento.

L'esecuzione è forse tra le migliori in mezzo a tante perle. Il pubblico è straordinariamente partecipe. Mi guardo attorno, e non ce n'è uno che non abbia la bocca spalancata nel gridare "The fate of us all lies deep in the dark, when Time Stands Still At The Iron Hill".
L'assolo di André è particolarmente perfetto.

Subito dopo, i Bardi si allontanano. Come mai? ci chiediamo. Non è un encore, infatti, ma André e Marcus devono cambiare chitarra, si passa all'acustica.
Hansi prende la parola.

"Let's see what happened to the realm of Avalon... in A PAST AND FUTURE SECRET."

Questa è proprio una sorpresa. Thomen era infatti non solo un bravo batterista, ma anche eccezionale in queste percussioni morbide come in A Past and Future Secret, tanto che molti, sparando a zero sul povero e bravissimo Frederik, dicevano che non sarebbe stata all'altezza, suonata da qualcun altro.
Forse proprio per vendetta personale, A Past and Future Secret riesce in maniera eccezionale. Io, Livia, Micheal e Cesare ci abbracciamo allegramente, facendoci trasportare dalle magnifiche note delle chitarre acustiche, il cui suono viene letteralmente sepolto. Il pubblico canta a squarciagola anche nella parte più contorta della canzone ("Talking about a Past and Future Secret, most call him once and future king"). Splendida esecuzione per una splendida canzone.

A questo punto, pareva strano non averlo fatto prima, si comincia a reclamare.

"MAJESTY! MAJESTY! MAJESTY!"

Hansi si sbatte una mano sulla fronte, André e Marcus ridono. Prima che possiamo andare troppo avanti, Hansi prende subito la parola.

"You're though with that one, hey!" risate del pubblico. "But don't be sad if we don't play it." il pubblico rumoreggia. "Oh, so you're sorry about it? Yeah, I think so. I can see all your shiny BRIGHT EYES..." presentazione eccellente, e improvvisata sul momento, direi!

Bright Eyes è forse, per me, la canzone rivelazione del concerto. Sapevo che era una bella canzone, ma non l'ho mai sentita dentro me così tanto come in quel momento. Anche logicamente, credo. Urlare "BRIIIIIIIGHT EYES! Blinded by fear of life!" a squarciagola è stato bellissimo, ed anche in questo momento il pubblico ha contrastato la bella voce di Hansi.

Credo che nell'assolo di Bright Eyes ci sia anche stato l'unico errore di André. In realtà non so se si trattasse di errore o un suo semplice divertimento nel cambiare le note, dico che potrebbe essere anche così perché comunque suonava bene, ma era un pezzo diverso dall'originale.

Non è ancora finita, ovviamente.

"Now we will see where wandering souls go. They are LOST IN THE TWILIGHT HALL!"

Anche se per un attimo - molto stupidamente, lo so, ma ero alimentato da false speranze - speravo in This Will Never End.
Anche Lost in the Twilight Hall fa la sua figura come classico assoluto. E oltre al refrain, è sempre memorabile la parte del duetto tra Hansi e Kai Hansen, qui ovviamente realizzata solo da Hansi in maniera veramente bellissima.
"I see planets dying,
I fall into the light
A new universe awakes
I'm a traveler in time
I pray for the light
Where's the key
to the gate
of a new life
NOW
I search for deliverance
But I cannot cry"

La canzone finisce, ma qualcosa non va. I Bardi parlottano tra loro, lo notiamo anche nella nostra esultanza. E siamo un po' preoccupati quando Hansi torna al microfono.

"What I can say, is thank you for being such an incredible audience!"

E scatena il putiferio. Cori di "GUARDIAN! GUARDIAN!" di qua e di là...

... ed è poi con aria costernata che Hansi dice:

"... but I'm really sorry to tell you that the show is over."

... cosa?
La cosa ci agghiaccia. Ma com'è possibile? No dai, non può essere, che è successo?
Sono in pochi a crederci, ma il silenzio è totale.
A risvegliarci sono le parole di Hansi.

"Hah! AND THEN THERE WAS SILENCE!"

E SUBITO IL SILENZIO VIENE DEVASTATO DA URLA DI GIOIA.

Ora, io non so con chi schierarmi.
And Then There Was Silence dura 14 minuti.
Live è un po' abbreviata, ma di poco. Durerà 13 minuti circa.
Al suo posto si potrebbero fare due canzoni buone.
Magari aggiuntive This Will Never End e Mordred's Song, non so...

Però io ero e sono dell'idea che sia una canzone strepitosa, e soprattutto vissuta in questo modo è straordinaria. E sono felicissimo di averla vissuta. E' stata bellissima dall'inizio alla fine. Dopo aver gridato "And Then There Was Silence!!!" pensavo di aver raggiunto l'apice...
Ma signori...
Il "LALALALALALALALALALA" è stato qualcosa di unico.
Prima di dire "ATTWS Live non la voglio", fatevi un giro di quello.
A noi, non so se anche a Milano ma penso di sì, ce l'hanno pure allungata, ben tre giri in più!
Stavo per morire, non avevo più fiato, eppure lo stesso, saltavo e gridavo. Qualche misteriosa energia mi sosteneva mentre continuavo, senza più aria nei polmoni. E alla fine sono sopravvissuto.
Altro pezzo che mi ha fatto venire la pelle d'oca è il mio quote preferito:
"And as the lion slaughters man
I am the wolf and you're the lamb"!

Secondo Hansi Kursch, And Then There Was Silence è la miglior canzone riuscita dal gruppo. Sono d'accordo.

Dopo uno sforzo di quelle dimensioni, sia noi che loro siamo abbastanza stanchini. Non tanto eh, però un po' sì. Ed è così che si passa al primo encore.

Qualcuno non vuole riposarsi e urla "GUARDIAN! GUARDIAN!". Credo di essere stato tra questi, non ricordo bene perché ero sull'orlo dello svenimento. La nostra amica Serena, abbiamo saputo poi, è svenuta davvero, per un breve momento, per il caldo.

Ma i Blind Guardian sono abituati ai ritmi frenetici, pare, perché dopo poco Hansi torna sul palco e ci da il suo personalissimo post benvenuto:

"I know it's a little late, but anyway, welcome to the show and WELCOME TO...!"
"DYING!"
"WELCOME TO...!"
"DYING!"
"WELCOME TO...!"
"DYIIIIIIIIIING!"
"WELCOME TO DYING!!"

Guardate, a Milano ho visto che al suo posto hanno fatto I'm Alive, più frenetica senza dubbio, ma non me ne vogliate, come live song Welcome To Dying è molto meglio. E' da quando ho sentito per la prima volta il CD Live che volevo sentirla. Cantare il refrain con Marcus è stato fantastico!
La canzone è del resto la mia preferita di Tales From The Twilight World assieme a Lost in the Twilight Hall e The Last Candle, quindi posso ritenermi strasoddisfatto. E ancora una volta, esecuzione impeccabile.

Ci avviamo verso la fine. Il pubblico forse comincia a sentire la stanchezza. Allora bisogna risollevarlo con qualcosa di nuovo. Con qualcosa che non ha mai sentito.
Avevo paura per questa come per Fly, anzi, di più, perché almeno Fly aveva avuto più tempo per essere digerita grazie al singolo. Ma la folla è stata ugualmente contentissima di sentire ANOTHER STRANGER ME.

Parte la chitarra ritmica di Marcus e partono anche le proiezioni sullo sfondo: sono scene dal video della canzone già diffuso nella Limited Edition di A Twist In The Myth. E queste danno ancora più atmosfera al tutto...

Non credevo, forse sarà stato Hansi particolarmente in forma come dicevano, ma la realizzazione live di Another Stranger Me è stata piacevolissimamente impressionante, la partecipazione del pubblico non è stata a livelli di Fly, ma questo anche per motivi ritmici. Invece, in diversi punti dove nella versione in studio la voce di Hansi si sovrappone, qui, come al solito, è stato il pubblico a sostituirlo, felice come una pasqua.

E il pezzo:

"it's physic
it's cynic
still cynic
all my laughter"

è stato tutto per noi. E considerando quanto folle è Hansi nella canzone, il pubblico non è stato da meno, così come ognuno ha fornito la sua personalissima risata in Valhalla.

L'entusiasmo per un pezzo così nuovo è alle stelle. Quale miglior modo per consolidare quest'atmosfera che con un consolidatissimo signor pezzo?

Con il solito furore Hansi annuncia IMAGINATIONS FROM THE OTHER SIDE ed è tripudio. Headbanging a ritmo, questa canzone non finirà mai di stupirmi. Praticamente tutta in singalong, il refrain è semplice eppure esplosivo. Frederik non delude neanche stavolta, anzi, è lui che seguiamo più di tutti, è lui che ci rende come sempre inimitabile questo capolavoro di canzone.
E su questa c'è anche un video molto compromettente su di me.

Ormai l'andazzo è chiaro. Termina la potentissima Imaginations, e i Bardi escono di scena per il secondo Encore. Questo dura più del primo. E ormai mancano all'appello solo due canzoni.
Una è The Bard's Song (In The Forest).
L'altra è Mirror Mirror.
Per cui, cominciamo a inneggiarle a turno.

E quando i Bardi rimettono piede in scena, un'ovazione più grande è causata dal fatto che André e Marcus hanno le chitarre acustiche in mano. E' il grande momento. Finora il pubblico ha solo dimostrato di non essere male, ma tutte le folle sanno che dove si dimostra veramente qualcosa è in questo momento.

Nel teatro Saschall di Firenze faceva un caldo bestia. E ad un certo punto il sudore ha addirittura cominciato a CONDENSARSI, dopo essere salito sul soffitto come gas è rigocciolato a terra. Hansi nota la cosa, perché diverse gocce cadono anche sul palco (!!!) e quindi ci dice:

"Well, sure it's rainy, in the forest..." ovazione del pubblico. Ormai tutto è logicamnte chiaro!
"You're supposed to be the Bards, here. So why not singing together, in this rainy forest, The Bard's Song?"

Ed è così che ho cominciato a vivere la più terrificante delle canzoni live. Tutta noi, decisamente, a parte pochi attacchi. Hansi è intervenuto solo per dirigere una strofa iniziale il cui attacco è identico all'inizio della strofa finale, ma nessuno si sarebbe potuto confondere, se ascolti i Blind Guardian, The Bard's Song (In The Forest) o la sai a memoria, o la sai a memoria. Poi vabbè, io sapevo a memoria anche tutto il resto.

The Bard's Song è veramente spettacolare. Fino a quel momento era stato divertente incontrare gente per strada che neanche conoscevi, ma che salutavi ugualmente e a cui sorridevi come se fosse un vecchio amico solo perché aveva la maglietta dei Blind Guardian. Ma cantare tutti insieme in coro The Bard's Song è qualcosa di più. Ti fa sentire veramente un tutt'uno. In quei minuti ho perso la mia individualità e sono diventato il pubblico del Teatro Saschall.

E, lo faranno sempre, ma l'immagine di Hansi, André, Marcus, Frederik, Oliver e Micheal tutti in piedi sul bordo del palco ad applaudirci, non la scorderò MAI.

Va bene! Il concerto sta finendo! In gran parte è già andato!

Ma finirà nel migliore e più esplosivo dei modi!

Partono i cori: Mirror Mirror! *clap-clap / clap-clap / clap* Mirror Mirror! *clap-clap / clap-clap / clap* Mirror Mirror! *clap-clap / clap-clap / clap*

Hansi: "I think... you should get what you're asking for! (GRIDA E URLI DI GIOIA) It has been great playing for all of you. MIRROR MIRROR ON THE WALL! Buonanotte Firenze!"

Piatto.
Piatto.
Piatto.
Piatto.

Chitarra ritmica.
Chitarra ritmica.
Chitarra ritmica.

Mirror Mirror è sempre stata la mia preferita in assoluto. Ce ne sono tante, di canzoni belle dei Blind Guardian, e per me le loro canzoni peggiori sono pari alle canzoni medio/alte degli altri gruppi. Ci sono anche le loro canzoni speciali, che spesso non si sa come gerarchizzare.
Ma che Mirror Mirror fosse la mia preferita, su questo non c'erano dubbi. E sentirla dal vivo è stata la più grande delle emozioni, il più giusto e meritato finale per un concerto coronato da una vera ciliegina sulla torta. Hansi è stato bravissimo, e ci ha lasciato cantare ben due refrains tutti da soli, anche se per salvare eventuali polli da figuracce canta lui le ultime parole (il primo refrain termina con "You're a damned kind, can't you see / That tomorrow bears insanity", e tutti gli altri con "You're a damned kind, can't you see / That the winds will change", ma alcuni spesso si confondono).

E al finale, applausi che durerebbero per ore.

Se avessero registrato un nuovo CD Live quella sera, non avrebbero tagliato una canzone. Ma forse a farmi dire questo è anche un po' l'entusiasmo...

E' stata la serata più intensa della mia vita. So che forse non dovrebbe essere così, so che forse lo dico sempre manovrato dall'entusiasmo, ma non sono oggettivamente mai stato così stanco e così soddisfatto in una volta sola.

Mentre scrivo ho le braccia che mi fanno un male bestia. Non riesco a sollevarle.
Ieri sera la schiena mi dava un po' fastidio per tanto tempo in piedi, ora mi fa un male bestia pure lei.
Ieri sera non mi sentivo le gambe, per fortuna ora me le sento.
Né ieri sera né ora avevo la voce.
Credo di essermi lussato la clavicola nel pogo. Ma non fa male, e me la rimetto a posto da solo.

Grazie, Blind Guardian. Eravate il mio gruppo preferito, ora siete anche meglio.

POST SCRIPTUM:
Inoltre a Firenze ho trovato, girando come turista, una simpatica via che mi pare appropriata.

http://celessa.altervista.org/_altervista_ht/IMG_2136.JPG