Tu non ci dovevi neanche venire, quel giorno.
venerdì 31 maggio 2013
giovedì 16 maggio 2013
Scrivi pure un titolo...
"Il bello è che scrivere non serve a nulla di quello che uno vuole.
Scrivere è un limite, un dolore, un difetto in più.
Il bello è che dopo averlo fatto, stai malissimo.
Niente è cambiato, tutto rimane al suo posto, tranne i tuoi fottuti capelli.
Pelè non torna in campo.
Il brutto è che scrivi e Pambelè va al tappeto steso da un gringo, un gringo maledetto che è stato dentro per aver picchiato sua madre.
Il bello è che scrivi e continui a sognare la moglie del vicino, sogni di afferrarla per le orecchie e darle una bella ripassata.
Il brutto è che scrivere non ti guarisce dagli impulsi assassini, che rapinare un supermercato rimane il tuo obiettivo impossibile.
Il brutto è che desideri ancora un amore indimenticabile.
Il brutto è che leggi i grandi autori ma solo Bukowski ti rimane.
Il brutto è che un giorno la ragazza carina viene a sapere che scrivi e lo stesso non si lascia scopare da te.
Il brutto è che scrivere serve a tutto quello che tu non vuoi."
Scrivere è un limite, un dolore, un difetto in più.
Il bello è che dopo averlo fatto, stai malissimo.
Niente è cambiato, tutto rimane al suo posto, tranne i tuoi fottuti capelli.
Pelè non torna in campo.
Il brutto è che scrivi e Pambelè va al tappeto steso da un gringo, un gringo maledetto che è stato dentro per aver picchiato sua madre.
Il bello è che scrivi e continui a sognare la moglie del vicino, sogni di afferrarla per le orecchie e darle una bella ripassata.
Il brutto è che scrivere non ti guarisce dagli impulsi assassini, che rapinare un supermercato rimane il tuo obiettivo impossibile.
Il brutto è che desideri ancora un amore indimenticabile.
Il brutto è che leggi i grandi autori ma solo Bukowski ti rimane.
Il brutto è che un giorno la ragazza carina viene a sapere che scrivi e lo stesso non si lascia scopare da te.
Il brutto è che scrivere serve a tutto quello che tu non vuoi."
(Efraim Medina Reyes)
mercoledì 3 aprile 2013
La Parte Onirica
Sono anni che penso di dover fare almeno un post sulle cose che sogno. Ma anni davvero. Tra una cosa e l'altra non l'ho mai fatto, un po' perché le cose che sognavo non le ritenevo così intriganti da volerle approfondire, un po' perché le volte che mi ricordo dei sogni, si tratta sempre di roba inquietante, che mi spaventa. Non si può dire che mi capiti spesso di dormire "sonni tranquilli", diciamo!
Ho notato che da un paio d'anni a questa parte, mi ricordo molti più sogni rispetto a prima, quando semplicemente svanivano negli istanti dopo il risveglio.
Negli ultimi mesi in particolare la mia attività onirica è stata abbastanza intensa... e a oggi, una sua parte mi sembra sia collegata da un certo filo rosso.
Stiamo parlando di Dicembre.
Nel sogno sono a casa mia, mi sveglio nel mio letto, mi alzo, e c'è una luce strana. Un po' come quando c'è la luna piena, solo che gialla. Vado in salone, le serrande sono alzate, e fuori vedo tutto avvolto in una densa nebbia. Non si vede il cielo, faccio fatica a vedere l'albero di fronte al balcone. C'è questa strana luce gialla che però non entra in casa - in casa, i colori sono "normali".
Arriva mia madre, e mi dice che secondo il termometro fuori fanno 98°C (???), ma dentro la temperatura pare essere vivibile. Mi dice che nella notte c'è stato un terremoto, la superficie del terreno si è aperta e quella nebbia è del gas che è fuoriuscito dalle viscere della Terra.
La cosa "bella" del sogno è che non sono spaventato. Comincio subito a pensare a cosa ci sia da fare, quale possa essere una prossima mossa "intelligente" per sopravvivere. Penso di andare in garage a vedere se... e niente, non ricordo altro, credo di essermi svegliato.
Al tempo eravamo abbastanza vicini al 21 Dicembre, e ho collegato tutto questo al chiacchiericcio sulla fine del mondo e la profezia Maya e basta.
Qualche giorno dopo ho fatto un altro sogno per cui mi trovavo in un ambiente naturale, quasi sulla cima di una montagna. C'erano una sorgente d'acqua e lì vicino l'entrata di una caverna. Io sono alla sorgente a dissetarmi, quando ad un certo punto, dalla caverna, esce una creatura. È una specie di uomo/lupo, ma non nel senso di lupo mannaro. Ha le stesse forme di un uomo, solo che è molto, molto peloso. È praticamente tutto ricoperto di pelo foltissimo, e ha degli occhi enormi, sgranati e neri. Quando esce dalla caverna, questa creatura mi vede e viene verso di me, ma i suoi movimenti sono goffi, lenti, ricordo che aveva delle braccia molto esili e lunghe, che quasi toccavano terra quando si muoveva. Vicino a me avevo riempito due bottiglie di vetro di quell'acqua di sorgente, e ancora una volta mi accorgo di non essere spaventato. Prendo nelle mani queste due bottiglie dal collo, e vado verso la creatura. Le mulino una bottigliata sulla testa, la colpisco su una tempia, e la creatura cade. Sono sopra di lei. Prendo un grosso sasso che era lì vicino, e comincio a darglielo sulla testa. Le spacco letteralmente la testa a sassate, con determinazione.
A oggi, non sono sicuro di ricordarmi se mi sentissi minacciato dalla creatura o meno.
Questa parte mi ha fatto un po'... strizzare lo stomaco. E anche un po' schifo, specie per quel paio di immagini di testa di mostro spappolata che ancora "rivedo" molto bene. La sola idea di fare del male a qualcuno mi fa stare male. Non riesco nemmeno a schiacciare le formiche quando mi camminano sul tavolo della cucina mentre mangio.
Stanotte ho avuto un altro sogno che sento di collegare a questi due.
Un sogno fatto subito dopo il post qui sotto. In realtà ne ricordo solo un frammento. Ma mi è rimasto super-impresso.
Sono nel mio letto e mi sveglio. Alla finestra sento un rumore, quello che mi ha svegliato. Le serrande sono abbassate e c'è qualcosa dall'altra parte che gratta insistentemente. Mi alzo dal letto e vado alla serranda. Non appena faccio per alzare la serranda, parte un fortissimo antifurto. Mi piglio un colpo (sia nel sogno che nella realtà) e mi sveglio.
Non so ancora bene perché senta questi sogni come legati tra di loro, come dicevo prima.
Sento che c'è qualcosa, però.
Mi sembra qualcosa sul dentro/fuori.
Esterno/interno.
Nei primi due sogni, non mi spavento.
Nell'ultimo, sì.
Cosa c'è di diverso tra i primi due sogni e l'ultimo?
Nell'ultimo sono "passato" da qualche altra parte, metaforicamente/oniricamente parlando?
Nel secondo sogno, io sono "fuori" e la creatura viene da "dentro" la caverna, ma sia nel primo che nel terzo sogno io sono comunque dentro casa mia.
Ci penserò.
Ho notato che da un paio d'anni a questa parte, mi ricordo molti più sogni rispetto a prima, quando semplicemente svanivano negli istanti dopo il risveglio.
Negli ultimi mesi in particolare la mia attività onirica è stata abbastanza intensa... e a oggi, una sua parte mi sembra sia collegata da un certo filo rosso.
Stiamo parlando di Dicembre.
Nel sogno sono a casa mia, mi sveglio nel mio letto, mi alzo, e c'è una luce strana. Un po' come quando c'è la luna piena, solo che gialla. Vado in salone, le serrande sono alzate, e fuori vedo tutto avvolto in una densa nebbia. Non si vede il cielo, faccio fatica a vedere l'albero di fronte al balcone. C'è questa strana luce gialla che però non entra in casa - in casa, i colori sono "normali".
Arriva mia madre, e mi dice che secondo il termometro fuori fanno 98°C (???), ma dentro la temperatura pare essere vivibile. Mi dice che nella notte c'è stato un terremoto, la superficie del terreno si è aperta e quella nebbia è del gas che è fuoriuscito dalle viscere della Terra.
La cosa "bella" del sogno è che non sono spaventato. Comincio subito a pensare a cosa ci sia da fare, quale possa essere una prossima mossa "intelligente" per sopravvivere. Penso di andare in garage a vedere se... e niente, non ricordo altro, credo di essermi svegliato.
Al tempo eravamo abbastanza vicini al 21 Dicembre, e ho collegato tutto questo al chiacchiericcio sulla fine del mondo e la profezia Maya e basta.
Qualche giorno dopo ho fatto un altro sogno per cui mi trovavo in un ambiente naturale, quasi sulla cima di una montagna. C'erano una sorgente d'acqua e lì vicino l'entrata di una caverna. Io sono alla sorgente a dissetarmi, quando ad un certo punto, dalla caverna, esce una creatura. È una specie di uomo/lupo, ma non nel senso di lupo mannaro. Ha le stesse forme di un uomo, solo che è molto, molto peloso. È praticamente tutto ricoperto di pelo foltissimo, e ha degli occhi enormi, sgranati e neri. Quando esce dalla caverna, questa creatura mi vede e viene verso di me, ma i suoi movimenti sono goffi, lenti, ricordo che aveva delle braccia molto esili e lunghe, che quasi toccavano terra quando si muoveva. Vicino a me avevo riempito due bottiglie di vetro di quell'acqua di sorgente, e ancora una volta mi accorgo di non essere spaventato. Prendo nelle mani queste due bottiglie dal collo, e vado verso la creatura. Le mulino una bottigliata sulla testa, la colpisco su una tempia, e la creatura cade. Sono sopra di lei. Prendo un grosso sasso che era lì vicino, e comincio a darglielo sulla testa. Le spacco letteralmente la testa a sassate, con determinazione.
A oggi, non sono sicuro di ricordarmi se mi sentissi minacciato dalla creatura o meno.
Questa parte mi ha fatto un po'... strizzare lo stomaco. E anche un po' schifo, specie per quel paio di immagini di testa di mostro spappolata che ancora "rivedo" molto bene. La sola idea di fare del male a qualcuno mi fa stare male. Non riesco nemmeno a schiacciare le formiche quando mi camminano sul tavolo della cucina mentre mangio.
Stanotte ho avuto un altro sogno che sento di collegare a questi due.
Un sogno fatto subito dopo il post qui sotto. In realtà ne ricordo solo un frammento. Ma mi è rimasto super-impresso.
Sono nel mio letto e mi sveglio. Alla finestra sento un rumore, quello che mi ha svegliato. Le serrande sono abbassate e c'è qualcosa dall'altra parte che gratta insistentemente. Mi alzo dal letto e vado alla serranda. Non appena faccio per alzare la serranda, parte un fortissimo antifurto. Mi piglio un colpo (sia nel sogno che nella realtà) e mi sveglio.
Non so ancora bene perché senta questi sogni come legati tra di loro, come dicevo prima.
Sento che c'è qualcosa, però.
Mi sembra qualcosa sul dentro/fuori.
Esterno/interno.
Nei primi due sogni, non mi spavento.
Nell'ultimo, sì.
Cosa c'è di diverso tra i primi due sogni e l'ultimo?
Nell'ultimo sono "passato" da qualche altra parte, metaforicamente/oniricamente parlando?
Nel secondo sogno, io sono "fuori" e la creatura viene da "dentro" la caverna, ma sia nel primo che nel terzo sogno io sono comunque dentro casa mia.
Ci penserò.
martedì 2 aprile 2013
Passo Indietro
Quando arrivi al culmine di un bel miglioramento è un'esperienza fantastica.
Perché lo senti, il bel miglioramento, lo percepisci, stai lì e lo costruisci giorno per giorno, momento dopo momento.
È come essere Leonardo da Vinci, ma con un ego ancora più grande.
Un bel giorno ti alzi, ti stiracchi, ti senti in gran forma, vai alla finestra, la apri, respiri, pensi che puoi fare tutto, ti fai la tua bella colazione dei campioni e poi passi davanti alla tua Gioconda. Te la guardi, te la riguardi, pensi a quanto sta venendo bene, e poi dai un altro paio di pennellate. Giusto un altro paio, non di più, ma proprio un paio di gran belle pennellate, di quelle giuste, di quelle precise, di quelle che ci volevano, insomma. E ti sono venute pure facili. Perché sei ispirato da dio.
Sono quei momenti d'ispirazione in cui tutto si rivela al suo posto, anziché disordinatamente e allegramente come se la girano di solito gli atomi. In questi momenti, non puoi sbagliare niente. Quello che costruisci in quei momenti ti sembra così perfetto da essere ovvio ed eterno per tutti, una di quelle conquiste che tutti dovrebbero avere la possibilità di raggiungere ed ammirare, a prescindere da tutti gli altri fattori che influiscono sulle nostre vite.
Pensa che gran figo di Leonardo che sei.
E ovviamente ad un certo punto, pennellata dopo pennellata, riesci a finire la tua Gioconda.
A quel punto è un po' come se ci fosse una grossa esplosione di goduria, come se saltasse tutto in aria, gli ingranaggi volassero via in una grossa nuvola di fumo, e il tutto è accompagnato da una fanfara da far impallidire quella di Rocky Balboa.
E appunto, quel momento lo senti. Cavolo se lo senti. Perché quel momento è uno dei pochi che rasenta la perfezione.
"Jigsaw Falling Into Place".
Da sempre ho questa fantasia mentale di "costruirmi" meccanicamente i pensieri. Li giro, li rigiro, li incastro, li scompongo, li ruoto... come nel Tetris... fino a che non arrivo alla posizione finale - fino a che non do l'ultima pennellata alla Gioconda. E quando fai Tetris, succede questo, no? Senti quel rumorino super-gratificante, i pezzi spariscono e tu intaschi un macello di punti. E ti dici che se hai appena realizzato la Gioconda, allora così male non sei. Anzi. Sei proprio un tipo che quando ci si mette non ce n'è per nessuno. La prossima volta potrai osare anche un po' di più. Anche perché una volta che hai finito la Gioconda, quanto può durare la tua soddisfazione per averla fatta?
Ma ben poco!
Ti prendi un paio di giornate per riguardartela, ok, ma poi ti ricordi che sei Leonardo da Vinci... e che puoi passare a fare un mucchio di altra roba strafiga.
E allora ricomincia tutto, per questa sete meravigliosa di quel momento di incastro, quando tutto è perfetto, quando vale la pena esserci e godersela, quando ti senti veramente il numero uno e nessuno può dirti niente.
Il San Giovanni Battista, l'Ultima Cena, la Vergine delle Rocce... vale sempre la pena dare quelle tue pennellate, ormai l'hai capito.
Ecco...
I passi indietro invece sono tutto l'opposto dei bei miglioramenti.
Tanto per cominciare, sono infidi.
Ma proprio dei gran bastardi.
Succedono, ma in silenzio, senza nessun incastro, senza nessuna esplosione.
Scivolano dentro di te, si insinuano unti, viscidi, neanche te lo dicono.
Non un cartello, non una lucina che si accenda, niente di niente, nemmeno mezzo sintomo.
Succede solo che ad un certo punto stai lì, e ti dici: "No, vabbè, oggi le mie due pennellate non le do, è un pezzo troppo difficile. Non sono capace, non ci riuscirei bene".
Ti fermi, realizzi cosa hai appena pensato, e se per i momenti belli è legittimo sentirsi i numeri uno, qui è molto più legittimo lasciarsi andare ad un po' di sconforto.
Non è proprio un bel momento...
Perché lo senti, il bel miglioramento, lo percepisci, stai lì e lo costruisci giorno per giorno, momento dopo momento.
È come essere Leonardo da Vinci, ma con un ego ancora più grande.
Un bel giorno ti alzi, ti stiracchi, ti senti in gran forma, vai alla finestra, la apri, respiri, pensi che puoi fare tutto, ti fai la tua bella colazione dei campioni e poi passi davanti alla tua Gioconda. Te la guardi, te la riguardi, pensi a quanto sta venendo bene, e poi dai un altro paio di pennellate. Giusto un altro paio, non di più, ma proprio un paio di gran belle pennellate, di quelle giuste, di quelle precise, di quelle che ci volevano, insomma. E ti sono venute pure facili. Perché sei ispirato da dio.
Sono quei momenti d'ispirazione in cui tutto si rivela al suo posto, anziché disordinatamente e allegramente come se la girano di solito gli atomi. In questi momenti, non puoi sbagliare niente. Quello che costruisci in quei momenti ti sembra così perfetto da essere ovvio ed eterno per tutti, una di quelle conquiste che tutti dovrebbero avere la possibilità di raggiungere ed ammirare, a prescindere da tutti gli altri fattori che influiscono sulle nostre vite.
Pensa che gran figo di Leonardo che sei.
E ovviamente ad un certo punto, pennellata dopo pennellata, riesci a finire la tua Gioconda.
A quel punto è un po' come se ci fosse una grossa esplosione di goduria, come se saltasse tutto in aria, gli ingranaggi volassero via in una grossa nuvola di fumo, e il tutto è accompagnato da una fanfara da far impallidire quella di Rocky Balboa.
E appunto, quel momento lo senti. Cavolo se lo senti. Perché quel momento è uno dei pochi che rasenta la perfezione.
"Jigsaw Falling Into Place".
Da sempre ho questa fantasia mentale di "costruirmi" meccanicamente i pensieri. Li giro, li rigiro, li incastro, li scompongo, li ruoto... come nel Tetris... fino a che non arrivo alla posizione finale - fino a che non do l'ultima pennellata alla Gioconda. E quando fai Tetris, succede questo, no? Senti quel rumorino super-gratificante, i pezzi spariscono e tu intaschi un macello di punti. E ti dici che se hai appena realizzato la Gioconda, allora così male non sei. Anzi. Sei proprio un tipo che quando ci si mette non ce n'è per nessuno. La prossima volta potrai osare anche un po' di più. Anche perché una volta che hai finito la Gioconda, quanto può durare la tua soddisfazione per averla fatta?
Ma ben poco!
Ti prendi un paio di giornate per riguardartela, ok, ma poi ti ricordi che sei Leonardo da Vinci... e che puoi passare a fare un mucchio di altra roba strafiga.
E allora ricomincia tutto, per questa sete meravigliosa di quel momento di incastro, quando tutto è perfetto, quando vale la pena esserci e godersela, quando ti senti veramente il numero uno e nessuno può dirti niente.
Il San Giovanni Battista, l'Ultima Cena, la Vergine delle Rocce... vale sempre la pena dare quelle tue pennellate, ormai l'hai capito.
Ecco...
I passi indietro invece sono tutto l'opposto dei bei miglioramenti.
Tanto per cominciare, sono infidi.
Ma proprio dei gran bastardi.
Succedono, ma in silenzio, senza nessun incastro, senza nessuna esplosione.
Scivolano dentro di te, si insinuano unti, viscidi, neanche te lo dicono.
Non un cartello, non una lucina che si accenda, niente di niente, nemmeno mezzo sintomo.
Succede solo che ad un certo punto stai lì, e ti dici: "No, vabbè, oggi le mie due pennellate non le do, è un pezzo troppo difficile. Non sono capace, non ci riuscirei bene".
Ti fermi, realizzi cosa hai appena pensato, e se per i momenti belli è legittimo sentirsi i numeri uno, qui è molto più legittimo lasciarsi andare ad un po' di sconforto.
Non è proprio un bel momento...
lunedì 1 aprile 2013
Dovete essere felici!
Non ho proprio paura di essere contraddetto, perciò lo dico serenamente: tante volte sono davvero contento quando vi vedo postare romanticherie su Facebook, o vi vedo tutti sognanti abbracciati alla persona a cui volete bene, perché è bello vedervi così e basta, è un'ispirazione, uno stimolo positivo, un momento autentico da incorniciare. È il momento in cui ci siete solo voi, sparisce lo Stato, sparisce il controllo, c'è solo quello che provate l'uno per l'altra.
Altre volte però mi fate veramente incazzare.
Perché voi sì e io no?
Dove sbaglio?
Mi fate venir voglia di ascoltare i Deathspell Omega, porca puttana.
Altre volte però mi fate veramente incazzare.
Perché voi sì e io no?
Dove sbaglio?
Mi fate venir voglia di ascoltare i Deathspell Omega, porca puttana.
Non Proprio Come Le Storie
Non credo di aver mai letto una storia in cui alla fine l'eroe capisce di essere perfettamente portato per un qualcosa che non vuole assolutamente fare!
mercoledì 13 marzo 2013
E se...
Cambierei tutto quello che ho fatto. Sempre.
Non solo le cose brutte, anche le cose belle. Non posso farci niente, credo di poter sempre dare meglio di quello che in realtà ho dato.
Ti dicono che devi imparare ad accontentarti, e un po' sarà vero, però mi sono sempre ritrovato più nelle parole di Collodi "Insegui ciò che ami, o finirai per amare ciò che trovi", piuttosto che nel classico "Amare ciò che si ha".
Non sopporto di vedermi in filmati, video, di quale natura essi siano. Mi dava davvero troppo fastidio quando, in villaggio, dovevamo rivedere le riprese degli sketch o degli spettacoli. Non che non fosse giusto rivedere quei video per migliorarsi, mi sentivo proprio a disagio a guardare me stesso, a vedermi sbagliare così tanto, sapendo intimamente che in quel momento io stavo comunque dando il meglio di me. Allo stesso modo non posso nemmeno riguardare video di una serata di bevute in cui compaia anch'io.
È anche uno dei motivi per cui non rileggo mai quello che scrivo, perché poi finisco col cambiare tutto, e allora non è più quello che doveva essere prima.
È uno dei motivi per cui ormai ho quasi più "bozze" che post pubblicati.
Rifarei tutto in maniera differente, se faccio l'errore di pensarci.
Ma non puoi farlo: arriva il momento (in realtà succede in ogni momento) nella vita in cui devi chiudere un capitolo.
Non è importante come lo avresti "semmai" chiuso. È fondamentale averlo chiuso nel modo in cui lo hai fatto in quel momento.
È il far passare avanti le tue sensazioni sull'overthinking.
È il segreto per capire che una cosa non va "bene" e non va "male", se segui quello che provi.
Tenere vivo e bello aperto questo tunnel tra te stesso e il mondo esterno non è facile.
(Tanto per cominciare perché ci entrano anche un sacco di schifezze, ci vuole pure un bell'impegno di manutenzione e manodopera)
Però poi vale sempre la pena. È lì dentro che fai davvero passi avanti, quando succede qualcosa. Se lasci che tutto si fermi in superficie, anche un bel finesettimana fuori ha la stessa valenza di un succo di frutta bevuto davanti a una partita di calcio.
In realtà, io questo blog lo odio anche un po'.
Perché continua imperterrito a mostrarmi pagine e pagine di "come ero allora".
Però... che pazienza che deve averci, 'sto mio povero blog.
:-)
mercoledì 2 gennaio 2013
Donne che ingrassano
Succede che ad un certo punto, nella notte tra il primo e il secondo di Gennaio, ti compaiano sulla home di Facebook tutte le varie foto dei festeggiamenti di Capodanno dei tuoi contatti.
Siamo tutti d'accordo sul fatto che dal ieri all'oggi non cambia assolutamente nulla, e che per tante persone l'unico, significativo cambiamento sarà quello del calendario alla parete.
2013.
Eppure ti accorgi anche del fatto che il tempo passa veramente.
Ma quella lì è veramente la megagnoccona dietro a cui sbavavo?
E quell'altra lì è sul serio quella ragazza per cui mi sono fatto mille film in testa?
Sembra proprio che il fascino che esercitavano su di me sia stato messo in fuga da qualche chiletto di troppo, eh?
Eh già, sarà che sono pur sempre un maschietto, ma fa un po' senso vedere vecchie fiamme così cambiate. E un conto è vederle semplicemente senza trucco (a proposito, generalmente state meglio se evitate di somigliare agli X-Men), tutt'altra cosa è vederle proprio ingrassate.
Zigomi fagocitati da guanciotte tonde, braccia tozze, spalle soffici... in realtà è un po' quello che ti sei sempre detto: la bellezza, dopo un po', passa! Bisogna puntare ad altro!
Solo che la bellezza di quelle ragazze sembrava non passare mai, e allora ti veniva il dubbio, o tu eri uno scemo, o loro avevano fatto un patto con Satana.
Io uno scemo lo sono sicuramente, ma almeno sono contento per loro che sono ancora in possesso della loro anima.
Solo tu non ingrassi mai.
L'unica ragazza che vorrei ingrassasse davvero.
Così tutti gli altri smetterebbero di ronzarti intorno.
E io finalmente potrei rimanere.
Siamo tutti d'accordo sul fatto che dal ieri all'oggi non cambia assolutamente nulla, e che per tante persone l'unico, significativo cambiamento sarà quello del calendario alla parete.
2013.
Eppure ti accorgi anche del fatto che il tempo passa veramente.
Ma quella lì è veramente la megagnoccona dietro a cui sbavavo?
E quell'altra lì è sul serio quella ragazza per cui mi sono fatto mille film in testa?
Sembra proprio che il fascino che esercitavano su di me sia stato messo in fuga da qualche chiletto di troppo, eh?
Eh già, sarà che sono pur sempre un maschietto, ma fa un po' senso vedere vecchie fiamme così cambiate. E un conto è vederle semplicemente senza trucco (a proposito, generalmente state meglio se evitate di somigliare agli X-Men), tutt'altra cosa è vederle proprio ingrassate.
Zigomi fagocitati da guanciotte tonde, braccia tozze, spalle soffici... in realtà è un po' quello che ti sei sempre detto: la bellezza, dopo un po', passa! Bisogna puntare ad altro!
Solo che la bellezza di quelle ragazze sembrava non passare mai, e allora ti veniva il dubbio, o tu eri uno scemo, o loro avevano fatto un patto con Satana.
Io uno scemo lo sono sicuramente, ma almeno sono contento per loro che sono ancora in possesso della loro anima.
Ti fa un po' capire l'effetto che dovevano provare quei simpatici cavalieri delle vecchie favole, quando venivano liberati da un incantesimo.
Un attimo prima erano tutti convinti, e un attimo dopo... PUFF! Facce smarrite, occhi sgranati, incredulità a palla di cannone. Sicuramente si sentivano anche un po' stupidi. Però vabbè, li si capisce, in fondo in fondo. Erano solo vittime di un incantesimo.
Solo tu non ingrassi mai.
L'unica ragazza che vorrei ingrassasse davvero.
Così tutti gli altri smetterebbero di ronzarti intorno.
E io finalmente potrei rimanere.
martedì 1 gennaio 2013
Cambiare calendario serve!
Un amico intelligente e mai banale mi ha dato un bello spunto per questo primo post dell'anno nuovo.
Qual è stata la prima cosa significativa che abbiamo fatto, nel 2013?
E non intendeva gesti ovvi quali bere lo spumante o mandare gli auguri via cellulare.
Beh.
Abbiamo festeggiato insieme, di gruppo. Ognuno aveva portato qualcosa da mangiare e ci siamo davvero abbuffati: non ho mai mangiato così tanto in vita mia. Io avevo preparato una stupidaggine, una piccola torta rustica che poi avanzerà al cenone della morte, niente a che vedere con il moussaka (una specialità greca) di un'altra ragazza.
C'era un assente: un nostro amico che lavora come cameriere in un ristorante. Dice che ci avrebbe raggiunti non appena finito. Alle 4 ancora non si è fatto vedere, non risponde neanche ai nostri auguri via sms.
Un po' ci dispiace. Allora, intorno alle 4.30 andiamo sotto casa sua a lasciargli attaccato alla macchina un "delicato" (ehm) biglietto di auguri.
La macchina non c'è. Facciamo per andare via, e in quel momento arriva proprio lui.
Fa molto freddo, perciò ci ritroviamo, tutti noi rimasti, sulla sua macchina.
Dice che ha una fame nera.
Acchiappo la mia torta rustica e gliela passo.
Se la scofana in due minuti.
È stato proprio un bel momento. Non me l'aspettavo. È bello cucinare... per qualcuno. :-)
Passiamo ai più che dovuti auguri.
Tanto per cambiare, ho una dedica musicale. Il testo è importante, ma non è così necessario che lo leggiate. Si capisce bene anche solo ascoltando.
Le storie vanno così: hanno un inizio e una fine. Quello che non dobbiamo dimenticare è che i momenti che le compongono ci rimarranno sempre. Via dalla finestra quel vecchio paio di occhiali da sole che è la presunzione di sapere troppo. Impedisce di vedere bene tutto quel sorprendente che può dare la vita che è proprio fuori dal nostro raggio visivo. Che nemmeno immaginiamo. Ed è bello sapere che c'è qualcosa che nemmeno immaginiamo. Sembra un po' credere di nuovo nella magia.
Buon 2013 a tutti.
PS.
Questo ultimo paragrafo hanno anche cominciato a condividerlo su Facebook. Male che va mi metto a scrivere aforismi per i Baci Perugina, dai!
Qual è stata la prima cosa significativa che abbiamo fatto, nel 2013?
E non intendeva gesti ovvi quali bere lo spumante o mandare gli auguri via cellulare.
Beh.
Abbiamo festeggiato insieme, di gruppo. Ognuno aveva portato qualcosa da mangiare e ci siamo davvero abbuffati: non ho mai mangiato così tanto in vita mia. Io avevo preparato una stupidaggine, una piccola torta rustica che poi avanzerà al cenone della morte, niente a che vedere con il moussaka (una specialità greca) di un'altra ragazza.
C'era un assente: un nostro amico che lavora come cameriere in un ristorante. Dice che ci avrebbe raggiunti non appena finito. Alle 4 ancora non si è fatto vedere, non risponde neanche ai nostri auguri via sms.
Un po' ci dispiace. Allora, intorno alle 4.30 andiamo sotto casa sua a lasciargli attaccato alla macchina un "delicato" (ehm) biglietto di auguri.
La macchina non c'è. Facciamo per andare via, e in quel momento arriva proprio lui.
Fa molto freddo, perciò ci ritroviamo, tutti noi rimasti, sulla sua macchina.
Dice che ha una fame nera.
Acchiappo la mia torta rustica e gliela passo.
Se la scofana in due minuti.
È stato proprio un bel momento. Non me l'aspettavo. È bello cucinare... per qualcuno. :-)
Passiamo ai più che dovuti auguri.
Tanto per cambiare, ho una dedica musicale. Il testo è importante, ma non è così necessario che lo leggiate. Si capisce bene anche solo ascoltando.
Jeffrey Lewis - Back When I Was Four
Back when I was 4 and I knew the name of every dinosaur
I knew how to read ROM comic books
My babysitter said I was really smart
When the lights went out everything changed
The radio music made me feel strange
And I had a real bad dream about a gorilla in the bathroom
Back when I was 6 I took everything real serious
And I thought that every song that came on the radio
Was referring to strange sexual acts
Because they thought I wouldn't know the facts
And being small is hard and no one ever tells you how
And back when I was 8 I'd sit outside on an old milk crate
And look out at the world from the stoop across the street
The boomboxes and the hot concrete
And every Halloween they hung
A million rubber skeletons across ninth street.
Back when I was 12 or so I swear to god I never felt so low
Everyone but me was making out and eating cookies
I had more than my brain could stand
I threw my life in a garbage can
I felt so weird
I had to disappear
In crying suicide disease.
At 15 getting stoned felt good and it sent me back to childhood
And nothing ever mattered to me more than that.
But then 16 became eclipse
My brain became apocalypse
I was lost and found and I've never been the same.
Back when I was 22 I left the best thing that I knew
and I gave it up for fortune and for fame
I played like I didn't know how
I shocked the world
I wowed the crowd
But I deserved more than what they gave
Back when I was 27 still nothing had been forgiven
Clay turns into rock and rock just sits
So sitting on a crowded beach
I'd pretend I was a leach
And stick to things here and there for a little bit
Back when I was 31 I knew I'd become what I'd become
Nothing left to reveal
And nowhere else to turn
So shocked and withered dumb and bitter
And in need of a babysitter
I'd gladly let my hand fall off and burn burn burn
Back when I turned the big 4-0 I realized just how much there was to go
And I started to think that being alone forever
Wasn't where it was at
So I pulled my head out of the window
And I taught myself how to love real fast
I started talking about painting
With a woman in the laundromat
Back when I was 50 and my first wife had just left me
I felt okay and I sang my daughter
Funny little songs
And just when I thought the best was past
I fell in love for real at last
And it didn't even matter that it had taken me so long
Back when I was 63 the public rediscovered me
My comic books and records had all become rare cult-collector items
Both my parents were deceased
So they didn't see my records get re-released
And I got a dog for the first time in my life
Back when I was 74 my dog died and I got two more
I still felt really good about my daughter
And also about my girlfriend
And I'd sing and draw a little bit
But mostly I'd wake up early and sit
And hang out with the puppies and wish that I could live forever
Back when I was 87 my grandson had just turned eleven
My woman was dead
And my dogs were getting pretty old
My body didn't work quite like it should
But overall things were pretty good
I was getting decent royalties from the reissued comic books and records
Back when I was 106
My only friend
Was one goldfish
Everyone I ever knew was dead and gone
The goldfish never had a name
And the neighbors thought I was insane
And I flushed it down the toilet when I saw it floating upside down*
Back when I was 128 I would sit outside on an old milk crate
And look out at the world from the stoop across the street
The boomboxes and the hot concrete
And every Halloween they hung
A million rubber skeletons across 9th street
Every Halloween they hung
A million rubber skeletons
Every Halloween they hung
A million rubber skeletons
Every Halloween they hung
A million rubber skeletons
I knew how to read ROM comic books
My babysitter said I was really smart
When the lights went out everything changed
The radio music made me feel strange
And I had a real bad dream about a gorilla in the bathroom
Back when I was 6 I took everything real serious
And I thought that every song that came on the radio
Was referring to strange sexual acts
Because they thought I wouldn't know the facts
And being small is hard and no one ever tells you how
And back when I was 8 I'd sit outside on an old milk crate
And look out at the world from the stoop across the street
The boomboxes and the hot concrete
And every Halloween they hung
A million rubber skeletons across ninth street.
Back when I was 12 or so I swear to god I never felt so low
Everyone but me was making out and eating cookies
I had more than my brain could stand
I threw my life in a garbage can
I felt so weird
I had to disappear
In crying suicide disease.
At 15 getting stoned felt good and it sent me back to childhood
And nothing ever mattered to me more than that.
But then 16 became eclipse
My brain became apocalypse
I was lost and found and I've never been the same.
Back when I was 22 I left the best thing that I knew
and I gave it up for fortune and for fame
I played like I didn't know how
I shocked the world
I wowed the crowd
But I deserved more than what they gave
Back when I was 27 still nothing had been forgiven
Clay turns into rock and rock just sits
So sitting on a crowded beach
I'd pretend I was a leach
And stick to things here and there for a little bit
Back when I was 31 I knew I'd become what I'd become
Nothing left to reveal
And nowhere else to turn
So shocked and withered dumb and bitter
And in need of a babysitter
I'd gladly let my hand fall off and burn burn burn
Back when I turned the big 4-0 I realized just how much there was to go
And I started to think that being alone forever
Wasn't where it was at
So I pulled my head out of the window
And I taught myself how to love real fast
I started talking about painting
With a woman in the laundromat
Back when I was 50 and my first wife had just left me
I felt okay and I sang my daughter
Funny little songs
And just when I thought the best was past
I fell in love for real at last
And it didn't even matter that it had taken me so long
Back when I was 63 the public rediscovered me
My comic books and records had all become rare cult-collector items
Both my parents were deceased
So they didn't see my records get re-released
And I got a dog for the first time in my life
Back when I was 74 my dog died and I got two more
I still felt really good about my daughter
And also about my girlfriend
And I'd sing and draw a little bit
But mostly I'd wake up early and sit
And hang out with the puppies and wish that I could live forever
Back when I was 87 my grandson had just turned eleven
My woman was dead
And my dogs were getting pretty old
My body didn't work quite like it should
But overall things were pretty good
I was getting decent royalties from the reissued comic books and records
Back when I was 106
My only friend
Was one goldfish
Everyone I ever knew was dead and gone
The goldfish never had a name
And the neighbors thought I was insane
And I flushed it down the toilet when I saw it floating upside down*
Back when I was 128 I would sit outside on an old milk crate
And look out at the world from the stoop across the street
The boomboxes and the hot concrete
And every Halloween they hung
A million rubber skeletons across 9th street
Every Halloween they hung
A million rubber skeletons
Every Halloween they hung
A million rubber skeletons
Every Halloween they hung
A million rubber skeletons
Le storie vanno così: hanno un inizio e una fine. Quello che non dobbiamo dimenticare è che i momenti che le compongono ci rimarranno sempre. Via dalla finestra quel vecchio paio di occhiali da sole che è la presunzione di sapere troppo. Impedisce di vedere bene tutto quel sorprendente che può dare la vita che è proprio fuori dal nostro raggio visivo. Che nemmeno immaginiamo. Ed è bello sapere che c'è qualcosa che nemmeno immaginiamo. Sembra un po' credere di nuovo nella magia.
Buon 2013 a tutti.
PS.
Questo ultimo paragrafo hanno anche cominciato a condividerlo su Facebook. Male che va mi metto a scrivere aforismi per i Baci Perugina, dai!
sabato 15 dicembre 2012
Zucchero, sale e ritardi
Stanotte torno qui con animo un po' frastornato. Bella serata fuori, guidato davvero tanto (sono uscito di casa alle 17 e sono tornato davvero due minuti fa) e sbagliato strada un paio di volte, facendo qualche ritardo. E al ritorno, bruttissimo incidente con coinvolte almeno sei-sette macchine all'inizio della nuova tangenziale. Ti viene facile pensare che se non facevi quei piccoli ritardi, come niente in quell'incidente ci capitavi tu. Credo che da quello che ho visto qualcuno ci abbia perso la vita.
Mi fa anche stranissimo che queste cose si chiamino "incidenti".
È un "incidente" quando metti nel tè il sale al posto dello zucchero.
(Giuro, mi è successo! E non importa quanto zucchero ci mettiate per cercare di rimediare!)
Ma quando succede questo...?
Mi fa anche stranissimo che queste cose si chiamino "incidenti".
È un "incidente" quando metti nel tè il sale al posto dello zucchero.
(Giuro, mi è successo! E non importa quanto zucchero ci mettiate per cercare di rimediare!)
Ma quando succede questo...?
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