lunedì 20 agosto 2018

Il posto dove tornerò, un giorno

La fregatura è che in realtà l'esperienza serve fin lì.
Perché uno può essere andato attraverso tutte le situazioni del mondo, può aver viaggiato e visto cose, può aver conosciuto persone ed essersi infranto contro ogni tipo di sensazione, ma poi arriva quel momento, e non tiene niente.

Funziona così, non giriamoci intorno.
Uno sta bene, progetta cose, si tiene occupato, vede gente, fa sport, vive felice, e poi...
Sbam.
Per lo stesso motivo per cui un quadro ad un certo punto decide di cascare per terra.
Da un momento all'altro, qualcosa fa cambiare tutto.
E, oh, quanto intensi possono essere i ricordi, quanto forti sono le esperienze se il viaggio nel tempo è così reale.
E anche il più vecchio lupo di mare si sente completamente disarmato.

Qualsiasi pensiero, qualsiasi logico ragionamento o razionale convincimento non vale più.
Il contorno perde senso e il mondo si riduce a una scialuppa in un mare in tempesta. Lo sai che da qualche parte c'è la costa, che fra qualche ora le nuvole lasceranno posto al sole, lo sai che se molli l'ancora e peschi puoi trovare sostentamento, ma non importa. Importa solo che in quel momento la costa non c'è, il sole nemmeno, l'ancora è troppo pesante e i pesci... tanto, qualsiasi pesce mangi, ti farà schifo.

Come si superano questi momenti?
Il problema è essere troppo sensibili?
No,
Non è questione di doversi chiudere in sé stessi, non è questa la soluzione.
Idealmente, la soluzione sarebbe invece essere meno fragili.
Ma come ci si rafforza, in questo senso?
Quali situazioni possono simulare questo grande pericolo che avverti quando il tuo tesoro segreto, sepolto dentro te, è a rischio - o peggio, è stato trafugato -?

Non saprei.
Intanto, cominciamo a smettere di remare contro la corrente, e invece lasciarsi trascinare e sospingere. Potrebbe essere una maniera utile di gestire le proprie forze.

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