martedì 28 novembre 2017

Cristallo che si frantuma



L'anno scorso, durante Strings City, stavo correndo da una parte all'altra di Firenze.
Forse ero appena passato in Piazza del Duomo, avevo filmato un violinista che suonava una versione struggente di "All of Me" (la Nostra canzone), e poi ero corso verso Palazzo Vecchio, dove, nella Sala d'Arme, si sarebbe tenuto a breve il concerto di un quartetto di contrabbassi.

Deviando, perché via dei Calzaioli era decisamente troppo intasata, ho raggiunto Piazza della Signoria passando davanti al Gucci Museo. Riconoscendo il posto, sede di alcuni concerti della manifestazione, mi fermo un attimo, e guardo dentro la vetrata.
Il posto è pieno, tra persone in piedi e sedute per terra, e in lontananza vedo Naomi Berrill (con 39 di febbre) che alza il suo archetto dallo strumento, il capo chinato. La gente applaude. Il concerto è finito.

Ecco, trovo che quello sia stato veramente un momento magico.
La possibilità di cogliere un istante prezioso come quello, gli ultimi attimi di un pubblico che ancora vive in un mondo fuori da ogni dimensione, trasportato dalla musica e dall'artista, e che deve poi risvegliarsi e tornare intorpidito nel mondo reale... è come essere testimoni di un intero viaggio dell'animo umano.

Ti penso.
Ti amo.
Mi manchi.

E sto anche scoprendo i trucchi per entrare negli Uffizi in Estate...

domenica 12 novembre 2017

Pochi progressi

I compleanni sono sempre molto faticosi, per me.
Intanto perché c'è tanta gente che ti pensa! È una cosa molto bella e non ci sono tanto abituato.
Però è un po' triste non poter festeggiare con chi vorresti veramente.
E poi, ogni volta che ripensi a quella - no, questa - maledetta data, tornano sempre quelle sensazioni lì. Quelle premesse, quel tavolo e quegli scuotimenti di capo.
Non credo se ne possa uscire. Per fortuna si compie gli anni solo una volta all'anno.

lunedì 6 novembre 2017

Noi quattro, a Rubiera



I sogni, a volte, sanno essere molto convincenti.

mercoledì 26 ottobre 2016

Sii te stesso... ma anche un po' di tutto

Quando ero più piccolo, e non sapevo né chi ero né chi volevo essere, ero costantemente in cerca di un'identità. La cercavo in ogni spunto, che individuavo, avvicinavo, facevo mio, indossavo, e dopo un po' mettevo da parte, poco convinto. Poteva essere un vestito, una musica, un libro, una bella frase letta su internet. Ma anche un fruscio di foglie o uno sguardo rubato sull'autobus. Qualsiasi cosa in cui potessi identificarmi.

Eppure sapevo che quello in cui mi identificavo non riusciva proprio ad entrarmi nella scorza! Addirittura non ho mai neanche messo dei poster in camera mia, perché sapevo che presto mi sarebbero venuti a noia. E perché prendere lezioni di canto? Tanto domani vorrò suonare la chitarra. E non vale proprio la pena spendere soldi per una chitarra se il giorno dopo mi sentirò un grande batterista.

Poi succede che vivi la tua vita. Fai esperienze. Cominci ad essere occupato in tante cose, e non solo lo studio. Ti trovi a fare molte cose e a conoscere molte persone, sul tuo cammino. E come spesso accade, quando smetti di cercare qualcosa, quella cosa arriva. Non la cercavi, eppure quella persona ti ha insegnato che si può essere esigenti ma soddisfatti allo stesso tempo. Non lo credevi, ma facendo quel lavoro hai scoperto che può esistere un modo di mettere in pratica anche i pensieri più astratti. E quando senti un momento di vuoto, quando hai un momento libero e scopri di doverti impegnare per capire davvero come lo vuoi impegnare, eccola, eccola che torna quella frase che avevi letto su internet tempo fa! Ora: al momento giusto, ecco che si incastra nel puzzle che nel frattempo sei andato componendo.

E che è diventato la tua persona.

Ti senti soddisfatto? Ora indubbiamente sei tu. Hai trovato la tua identità. Certo, ce ne hai messo di tempo. E hai avuto bisogno di qualche dritta. Grazie a tutte quelle persone, sei riuscito a prendere un pezzettino da ognuna. Quindi sì, sei te stesso, ma perché limitarti a questo? Puoi aggiungere anche un po' di questo e un po' di quello. E continuare a... crescere. La persona che ti aveva tanto fatto andare avanti qualche anno fa ora è troppo diversa, ma domani ne arriverà un'altra. La tavolozza dei colori qui è infinita. E non si consumano neanche. Né finiscono.

Quindi dacci dentro. Non cercare, gira e basta, senza meta, come facevi girando per Roma di notte qualche anno fa.

Però rimani te stesso. Le tue conquiste non te le toglierà mai nessuno. Ma se voli via, rischi di perdere di vista le tue bellissime scarpe nuove.
Non che mi importi poi tanto delle scarpe, ma il mio bellissimo e dolce cuore rosso, quello sì, voglio tenerlo stretto.

sabato 6 febbraio 2016

Un tavolo e una sedia a Settembre


Stasera è una di quelle sere in cui vorrei perdermi nella Musica e poco altro...
Vorrei avere più tempo per altre riflessioni.

lunedì 19 ottobre 2015

L'anno dei dodici inverni

Il fatto è che anche se fossimo nani sulle spalle di giganti, quei giganti ne hanno fatta di strada, per farci apprezzare tutto questo bel panorama...
Grazie, giganti.
Grazie, nonni.
Grazie, mamma e papà.

(Questo post è stato scritto alle 00.33 su un autobus notturno di Milano, appuntato di getto tra le note del cellulare e copiato senza modifiche qui)

mercoledì 15 luglio 2015

Ricominciamo?

È da parecchio tempo, almeno dei mesi, che penso di tornare a scrivere sul blog. Un qualcosa che mi mancava moltissimo.
Se non l'avevo ancora fatto, era semplicemente perché ero molto, molto preso.
Guardo all'ultimo post pubblicato, e non posso fare a meno di pensare a tutte le cose che sono cambiate nell'ultimo anno, da quel post.

Mi sono finalmente laureato.
Ho fatto un'altra bellissima stagione estiva.
Mi sono trasferito a Milano.
Mi sono iscritto ad un Master che per la prima volta mi ha fatto sentire che i miei studi fatti fino a quel momento, quello che davvero mi piaceva, non erano inutili, ma potevano veramente essere coniugati ad un'attività concreta.
E soprattutto mi sono innamorato. Mi sono innamorato per la prima volta in vita mia, di una ragazza meravigliosa, splendida, unica, perfetta per me. Roscia, come l'ho sempre sognata, dolce, dolcissima, eppure tanto tosta, con uno spirito irresistibile, capace di tenermi le ore al telefono e che mi manca così tanto quando non c'è.

Sono cambiate tante cose, e ho pian piano avuto meno tempo per mettermi davanti al computer e scrivere.
Non è detto che questo tempo ora torni, anzi: però voglio riprendere a scrivere.
Vediamo come va.

martedì 14 luglio 2015

Tempo per sé stessi

Non so se vi è mai capitato, ma a tratti vorrei avere il tempo di narrare la mia stessa vita. In tempo reale, intendo. Intervallare i fatti con pensieri, riflessioni, sensazioni genuine.

Lo penso ora, dopo un'oretta di un libro bellissimo in un parco milanese, alla mia sinistra una ragazza mangia un panino e ascolta musica in cuffie, alla mia destra una coppia di rumeni, stanchi, lui pancia da birra, lei sciupata, con i capelli biondi raccolti in una cipolla disordinata.
In realtà mi sono accorto che la ragazza è alla mia destra e la coppia di rumeni a sinistra: cervello speculare... non mi sono mai fidato degli specchi. Rimandano sempre un'immagine che non è la mia.

Vorrei fermare i miei pensieri, ricordare la spontaneità con cui vengono in un momento in cui nessuno li aspetta, tornare da loro e poter dire "sì, in questo pensiero io sento il vento caldo di quella mattina al parco, all'ombra di un albero, seduto su una panchina verde, quando indossavo pantaloni corti blu, maglietta azzurra e occhiali Wilson".

Devo assolutamente riprendere a scrivere.

(Questo post è stato scritto alle 13.19 in un parco di Milano, appuntato di getto tra le Note del cellulare e copiato senza modifiche qui)

giovedì 1 maggio 2014

Foto



Io non ho mai decorato o colorato camera mia. Mai!
Tranne da piccolo, quando attaccavo i quadri di Paperino, le figurine di Aladdin, delle caricature del mio primo album di figurine dei Calciatori della Panini.
Non ho mai appeso foto di amici, di ragazze, di momenti importanti e significativi.
Vorrei cambiare!

lunedì 7 aprile 2014

Shampoo



Mi piace, il mio shampoo nuovo. Domenica mattina l'ho aperto e già così, a vederlo sulla mano, sembrava più un sughetto valdostano. Poi me lo sono anche spalmato sulla testa, ed è stato a quel punto che ho sentito l'odorino. Ma un odorino sfiziosissimo che mi ha messo l'acquolina in bocca. Non era solo un sugo, era chiaramente una qualche salsa esotica squisita, dall'odore che mi lasciava.
Uno shampoo che ti mette appetito è per forza lo shampoo migliore di sempre.