mercoledì 11 maggio 2011

B-Side

Oggi è una giornata molto importante.
Ho deciso infatti che scriverò qui sul blog quello che veramente penso di me, quello che di me non mi piace e vorrei cambiare.
Perché? Boh, non lo so, oggi mi gira così.

Il punto di partenza è che mi ritengo fondamentalmente una persona triste.
Sto benissimo da solo.
Non ricordo l'ultima volta che sono stato davvero felice per qualcosa che abbia fatto io. Forse è stato agli esami di terza media. Riesco a essere felice soltanto con gli altri, per gli altri e in relazione agli altri.
Forse l'unica cosa che mi abbia mai fatto davvero sentire realizzato come persona è proprio questa: fare qualcosa per qualcun altro.

... Ho cominciato a farlo intorno ai 16 anni. Devo ringraziare (e non ringrazierò mai abbastanza) un certo gruppo di persone, per questo.
Prima, facevo tanto il cervellotico, mi piaceva farmi passare per cinico, senza che sapessi cosa mi stessi perdendo. Non essendo nessuna delle due cose, ci sono stato anche abbastanza male. Sarà per questo che oggi i cervellotici e i cinici sono i personaggi che più randellerei volentieri, dopo i politici!

Ho un senso dell'autocritica assolutamente devastante, per cui non riesco mai a essere felice per qualsiasi cosa derivi da me stesso. Per fortuna, ho una stima di me talmente alta che le due cose si compensano abbastanza bene.

Se lo faccio per altri, sono pronto a rischiare.
Se devo farlo per me stesso, se non ho nessun altro per cui farlo - e quindi nessuno al mio fianco - se la cosa riguarda me e solo me, ecco che non rischio più.
E' così più bello fare qualcosa con qualcuno e per qualcuno, che vale tutto l'impegno e tutti gli sforzi in più.
E per quanto riguarda me stesso?

Non so se il mio problema sia il non scendere mai a patti col mio ego, o se invece col mio ego ci scenda continuamente a compromessi. Per dirlo bisognerebbe capire se il mio ego sta dalla mia parte o no.
Sta di fatto che butto al vento qualsiasi situazione a me favorevole.
Cose che mi piace fare, rapporti con persone speciali, ragazze (sì, sono una categoria a parte), ho una dote speciale per finire col compromettere sempre tutto, nei modi più squallidi, per cause che non capisco. Chiedere scusa? Ovviamente no, è un compromesso che non mi riesce. Mi è riuscito una volta sola, anche poco tempo fa. Spero possa essere un punto di partenza.
Chi mi rimane vicino è solo chi ha davvero tanta pazienza.

Solo in questi momenti sento un po' di sollievo. Quando faccio qualcosa per qualcun altro, qualche volta (spesso) quando sto con queste persone pazienti, che sono molto poche, quando sento musica.
E quando scrivo.

In ogni caso, non sono mai riuscito e non riesco ad aprirmi nemmeno con queste persone che hanno davvero tanta pazienza.
Sembra che io preferisca sempre mantenere i miei rapporti con gli altri ad un livello di superficialità infinita. Li tengo a distanza, perché non scavino davvero dentro me.

Non ricordo neanche l'ultima volta che di mia spontanea volontà ho davvero parlato di un qualche mio problema in assenza totale di filtri, senza che non ci fossi costretto da una situazione ormai satura e pronta a scoppiare.
Più facile fare qualche battuta scema.

Fino a qualche tempo fa, ero convinto di amare l'umanità. Oggi non ne sono tanto convinto.
Credo di amare all'inverosimile il potenziale dell'umanità, amo l'umanità a livello ideale, per come potrebbe essere, non per come è.
Non sono sicuro neanche di questa affermazione comunque, quindi per adesso questo punto preferisco lasciarlo in stand-by.

Ma non mi stupirei nemmeno troppo, se fosse così. Sarebbe così tanto da me.
L'ideale. L'astratto. Sempre stato così. Ogni tanto mi incaglio su un qualcosa e mi trasformo, la mia riflessività diventa passività. E mi blocco, non vado avanti.

Ma chiedo lo stesso scusa a tutti voi, disillusi che sapete come va il mondo, disillusi che non ci provate neanche, disillusi che preferite rimanere tristi, disillusi che mi chiamate ingenuo.
Chiedo lo stesso scusa a tutti voi, se invece di rimanere a sguazzare nella merda io provo sempre a vedere, cercare e trovare il lato positivo delle cose, se provo sempre a essere felice, nonostante tutto quello che abbia scritto qua sopra.

Io ho scelto di provare a essere sempre positivo e felice. Non è facile e ha delle controindicazioni. Ogni tanto mi sembra di sbilanciarmi troppo, di perdere quella giusta aggressività che nella vita quotidiana ogni tanto serve, ma ci sto lavorando. Piano piano...

La felicità c'è. La sento, ogni tanto.
Devo solo lanciarmi un po' di più, bloccarmi un po' di meno.
Spero di poterci lavorare. Lo sto facendo da un po' ma non vedo grossi miglioramenti. Mi impegnerò.
Mangiate più verdura, mi raccomando.

1 commento:

Anonimo ha detto...
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