giovedì 5 giugno 2008

Nuovi Orizzonti (Parte 2)

(Prima di leggervi la Parte 2, sarebbe conveniente leggere la Parte 1, che sta qui sotto!)

Non sono mai stato una persona particolarmente spirituale.
Ultimamente però, lo potete vedere dall'ultimo post che ho fatto, credo che qualcosa stia cambiando.

Mi piace, cambiare.

Sì, insomma, il concetto del cambiare.

Lo vedo un po' come una ventata fresca quando apri la finestra di una stanza che è rimasta chiusa per un po' troppo tempo.

Cambiare è dire: "OK, ti piace come hai vissuto fino ad ora? Bene, adesso senza che continui a vivere in un modo che hai già vissuto, che magari ti annoi, perché non cominciamo a vedere qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso?"

Sì, certo, c'è il rischio che quello che trovi non ti piaccia come quello che hai lasciato. Ma cosa importa? Quello che hai lasciato è passato. Lo hai amato finché ci è stato.

Forse, se fosse durato di più, anche quello che hai amato ti sarebbe venuto a noia, e ora non conserveresti di quella cosa neanche un semplice ricordo piacevole.

E poi, se il "nuovo" non ti piace, puoi sempre aspettare che le cose... cambino ancora.

Non suona anche più bello, ora?
Cambiare! Cambiare! Cambiare!
Eh, a me sì...

Sì, suona più bello, suona diverso, perché penso che le parole assumano significati diversi per ognuno a seconda di come vive e a seconda di come vede le cose.

Un po' come la Quercia del post di ieri. Cavolo, quel ragionamento mi ha veramente toccato nel profondo. Ora non riesco neanche a dire "Quercia" senza provare un brivido. Non perché sia la parola "Quercia", ma per quello che sono arrivato a sentire grazie alla parola "Quercia".

Auguro a tutti voi di poter provare questa strana ma piacevole sensazione, prima o poi...

Stupide parole!

E' strano come siamo tutti abituati a dare un nome alle cose, a chiamarle così o cosà.

Ci dimentichiamo che le parole coprono un significato, non una cosa. E le parole cambiano senso e significato a seconda di come noi le capiamo, o a seconda di come gli altri le capiscono.

Cosa vuol dire? Vuol dire che la verità che ognuno associa dietro a una parola è diversa per ognuno. Spesso.

Forse è per questo che è così difficile esprimere quello che si prova usando le parole.

Forse è per questo che quando dici o quando scrivi cose importanti, qualcuno non ti capisce. E vorresti che ti capissero, non per te, ma per loro, perché se ti capissero vorrebbe dire che avrebbero fatto le esperienze che hai fatto tu, che hanno provato le cose che hai provato tu, che sanno quello che hai sentito.

E tu vorresti augurare davvero a tutti, prima o poi, di arrivare a capire quella strana sensazione che ti senti più o meno nella parte sinistra del petto...

La verità è che "classificare" è "ridurre", sistemare le cose in categorie non ha mai portato a niente di buono. Solo limitazioni. Perché uno deve voler limitare qualcosa? Soltanto per fare ordine nella propria testa. Ma perché "limitare" e "ordinare" devono concordare?

Sto mettendo tanta carne sul fuoco. Tutto questo con Ommadawn di Mike Oldfield in sottofondo! Continuerò questi pensieri in un altro momento.

Ma i cambiamenti non si fermano qui.
Trovo che "Imaginations From The Other Side" sia un nome e un titolo troppo violento per quello che sta diventando il blog, quello che sto scrivendo nel blog e quello che sto diventando io.

Quindi da oggi si cambierà in... Horizons.
Anche qui c'è un sottile collegamento musicale...

(Svarioni temporali che manco Squadra Rossa VS Squadra Blu...)

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