venerdì 6 giugno 2008

Te e Me (Parte 3)

(Come i più sagaci di voi avranno osservato, qui sopra c'è scritto Parte 3: questo perché prima ci sono anche Parte 1 e Parte 2, che ritrovate poco più in basso. Vi suggerisco davvero di leggere i tre post in ordine!)

Il mondo è troppo più di quello che ci appare davanti agli occhi.

Ti affacci alla finestra e senti il vento. Sì, va bene, forse c'è anche una spiegazione scientifica, per il vento. Ma quanto è bello sentire aria fresca sul viso? Ti toglie quasi il fiato.

C'è un aggettivo che voglia dire "La Sensazione Che Uno Prova Quando Esce Sul Balcone Di Casa Che Sta Schioppando Di Caldo E Gli Arriva In Faccia Inaspettatamente Una Ventata Fresca Che Gli Toglie Il Fiato"? No, non c'è, devi viverlo e basta.

In questo momento, per esempio, sto scrivendo con la finestra di camera mia aperta. E' appena entrata una ventata di aria fresca. Mi sono girato verso la finestra, e fuori c'è il sole.

Come al solito c'è qualche bambino che sghignazza e che gioca a palla, magari chiama il papà o chi sta giocando con lui in quel momento. Qualche bambina che gira per il cortile con la sua bella mini biciclettina a cui magari sono appena state tolte le due rotelline più piccole.

E poi vedo degli alberi, il prato, del verde che ondeggia.
Lì mi appare del verde.
Posso chiamarlo in un modo, se voglio.

Ma dietro quel verde quante cose ci sono?
Quanto sono dovute crescere, quelle piante, prima di arrivarmi davanti così?

Quanto pesano sulla mia esistenza quelle foglie? Niente, o poco più, giusto il fatto che mi fanno respirare.

Ma il semplice fatto che ondeggino al vento, che si spostino un po' così, che ci sia quel leggero fruscìo... io lo sento perché ci sono. Ma andranno comunque avanti a farlo anche se non ci sarò.

Come continueranno a essere verdi anche se non ci sarò.
Come continueranno a far provare quello che sto provando io anche ad altri, se altri vorranno essere tanto... non so... tanto [qualcosa] da volerci arrivare, o da poterci arrivare.

(Sì, poterci, credo che non basti volerci arrivare, è un percorso che ognuno deve fare passo dopo passo)

Ma questa cosa non vale solo con le foglie. Vale con QUALSIASI COSA. Qualunque cosa che abbiamo davanti fa quello che fa per qualcosa che sappiamo ma che magari siamo troppi pigri per pensare, e qualunque cosa che abbiamo davanti è così per motivi che neanche possiamo immaginare.

QUESTO mi piace.
QUESTO voglio provare a fare.

Vedere l'essenza di qualcosa di grande in tante piccole cose.
SENTIRE l'essenza delle foglie e sapere che è l'essenza di qualcos'altro, in tutto quello che ci circonda.

NON voglio limitazioni sulla mia mente. Voglio poter sentire tutto il resto.

Anche noi stessi.

Non so, forse mi sono spinto troppo oltre.
Sono arrivato a pensare che noi non siamo "la nostra mente", come di solito pensiamo.
Noi siamo VITA, siamo una forza che manda avanti l'universo.
Siamo pura ESSENZA.
Siamo pura VITALITA'.
La nostra mente è quello che ci previene dal vedere questo, casomai.

Ragazzi! Non avrei mai creduto di essere in grado di scrivere cose come queste!
Non sono diventato matto.
E non sono neanche diventato Sacerdote di una qualche strana setta.
Forse già domani, a rileggere queste cose, mi vergognerò anche più di un po' per essermi aperto così tanto.

Però ora sono contento, e lo scrivo.
Sono contento, sto cambiando, ecco.

Le cose vanno bene.
Oggi ho avuto la prova concreta che non bisogna essere depressi per scrivere belle cose!

Horizons!

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