giovedì 2 agosto 2007

Tagli e Dettagli (BMS Live)

Non mi svegliate, ve ne prego
Ma lasciate che io dorma questo sonno,
Sia tranquillo, da bambino
Sia che puzzi del russare da ubriaco.
Perché volete disturbarmi,
Se io forse sto sognando un viaggio alato
Sopra un carro senza ruote
Trascinato dai cavalli del maestrale
Nel maestrale... in volo.
(Banco del Mutuo Soccorso, Non Mi Rompete)

Banco del Mutuo SoccorsoNon mi rompete

Era tanto tempo che sognavo di vedere Live il mitico Banco del Mutuo Soccorso. Quasi per caso tre giorni fa ho visto che avrebbero suonato proprio qui a Roma, e per giunta con ingresso gratuito.

E ovviamente sono andato.

E' stato qualcosa di unico... sotto tanti aspetti.

La setlist:

1) Danza dei Grandi Rettili
2) Capolinea
3) Garofano Rosso
4) Metamorfosi
5) Racconto di Neve (da "Movimenti", album solista di Vittorio Nocenzi)
6) La Caccia / Fa# Minore
7) Solo di Clarinetto (Papotto)
8) Emiliano
9) La Conquista della Posizione Eretta
10) Roma / Tokyo
11) 750.000 anni fa... l'amore?
12) Non mi rompete
13) Traccia I

--- ENCORE ---

14) Tributo ai Beatles (Maltese)
15) Passaggio
16) Il Giardino del Mago
17) L'Evoluzione
18) Traccia II

L'avventura per me comincia alle 18. Il concerto è a Parco Gino Cervi, un po' lontano da casa mia, e anche se il concerto comincia alle 21, voglio avere il mio posto in prima fila. L'autobus che mi doveva portare proprio a destinazione proprio oggi doveva avere una deviazione... e così ho perso un po' di tempo a ritrovare la strada per conto mio...
Chiedo indicazioni a un simpatico nonnetto: "Scusi, per Parco Gino Cervi?" questo si illumina: "Ah, vai a vedere il Banco!?!?"
"Ovviamente!" faccio io. Mi da le giuste indicazioni e ci salutiamo con un "Ci vediamo là!"

Arrivo al Parco, e il palco che hanno montato è abbastanza piccolino, davanti ad un prato abbastanza modesto. Insomma, una tappa tranquilla per il Banco, il che fa anche capire perché abbia accettato di suonare con soltanto 3 giorni di preavviso...

Comincia il sound checking, e il Banco è solo per me. Infatti, addetti e mogli varie a parte, non c'è nessun altro a guardare. Inizialmente si prova la Batteria: Maurizio Masi, giovane sostituto (che comunque suona col Banco dal 1994) dell'originale membro Pierluigi Calderoni ci da giù pesante (durante il concerto due bacchette gli si spezzeranno di netto durante La Conquista della Posizione Eretta, fortuna che aveva il cambio lì), e la figlioletta di 3 anni che gli grida: "Troppo forte, papà, fai più piano!"

E' la volta delle chitarre, ed è quasi subito che vedo Rodolfo Maltese, uno dei tre leader del Banco del Mutuo Soccorso assieme a Vittorio Nocenzi e Francesco Di Giacomo. Con lui anche Filippo Marcheggiani, seconda chitarra.

Si provano i fiati e gli strumenti a sabbia dell'eccezionale polistrumentalista Alessandro Pagotto, microfoni vari, e infine la SUA tastiera, quella di Vittorio Nocenzi, notevolmente ingrassato dalle immagini che si vedevano di lui qualche anno fa. E mentre prova il suo microfono si mette a chiacchierare con noi (nel frattempo è arrivata una coppia con la maglietta di Darwin! e tre ragazzi con la maglietta degli Iron Maiden [!], soprattutto questi molto partecipi del concerto!) di calcio... grande carisma e grande simpatia!

Dal semplice sound checking si passa a prove più complesse, e riconosco Il Giardino del Mago e Non mi rompete.
Di Francesco Di Giacomo, si può dire, quello che aspettavo con più trepidazione, neanche l'ombra, ancora.

Si arriva alla sera, e dopo essermi comprato giusti accessori (maglietta e cappello del Banco) mi metto davanti al palco, perché comincia ad arrivare un po' di folla.

Si aspetta insieme, e in ritardo di un'ora buona, le luci si spengono, e piano piano il palco si popola!

Sono le note del pianoforte di Vittorio Nocenzi a dare il via al concerto, e tutti ci aspetteremmo una Prologo #1 per aprire a R.I.P. (Requiescant In Pace), l'opener più esplosivo del Banco.

E invece dalle lievi note della tastiera si aggregano anche gli altri musicisti: non è difficile riconoscere la Danza dei Grandi Rettili. Opener originale per noi, dunque! Buono, anche se io amo da sempre R.I.P. e speravo di sentirmela.

Le tastiere di Nocenzi hanno qualche problema tecnico (lo si era visto anche durante il sound checking, dove aveva dovuto cambiarne 2), ma tutto fila liscio: grande Rodolfo Maltese che oltre alla chitarra da fiato anche alla sua tromba.

Finita la prima traccia del concerto, prende la parola Vittorio Nocenzi, che saluta tutti! Ovviamente, è delirio. Tutti noi però abbiamo notato che al centro del palco manca un microfono. Probabilmente ci aspettavamo una grande entrata dal dietro le quinte di Francesco Di Giacomo.

Vittorio prende la parola, dopo i saluti: "E' certo, però, che questo concerto ha avuto una storia travagliata, fin qui... questo è il terzo pianoforte che ci lascia, l'hammond non funziona..." risate fra il pubblico, anche se con qualche ovvio disappunto. Eppure quella grande figura barbuta sorridente ci mette a nostro agio, e ci trasmette che nonostante tutto qualcosa si farà.

"Purtroppo queste non sono neanche le peggiori notizie della serata." e qui qualcuno già comincia a gemere. "E' per la prima volta nella sua storia che il Banco del Mutuo Soccorso suona senza un suo membro..." ormai è tutto chiaro, e sarebbe difficile riassumere quei "nooo" e quelle altre grida in un testo. "Al centro del palco manca il microfono, perché stasera mancherà un leader del gruppo, Francesco Di Giacomo."

Questa cosa mi è dispiaciuta tantissimo. Ovviamente tutto il concerto è stato condizionato da questa perdita pesantissima.

"Potevamo decidere di cancellare il concerto. Sarebbe stato più che naturale. Eppure, un po' perché in fondo l'evento era gratuito, un po' perché da sempre al Banco piacciono le sfide, anche quelle più ardue, abbiamo alla fine scelto di suonare lo stesso."

Fra la tristezza, anche tanti "Grazie", soprattutto il mio!

Francesco sta bene, ha solo avuto un malore la mattina stessa del concerto ed è stato portato all'ospedale dove dovrà subire un piccolo intervento, "ma già dopodomani sarà dimesso..." ci tranquillizza Vittorio. "Ci sarà senz'altro alla nostra prossima tappa a Grosseto fra una settimana."

Era sua idea farcelo chiamare al cellulare per salutarlo, ma alla proposta, Francesco aveva declinato, dicendo, "Sei pazzo, Vittorio!? Qui c'è gente che dorme!"

Ci vediamo alla prossima tappa, insomma!
Dopo questa triste notizia, Vittorio Nocenzi riprende la parola.

"Se volessimo dare un titolo a questo concerto, potremmo chiamarlo "Tagli e Dettagli". "Tagli", beh... per ovvi motivi. Ma "Dettagli" anche perché senza la voce che copre gli strumenti, stasera si scoprirà un'altra faccia del Banco. E suonare solo strumentali è molto difficile, gli errori si notano molto più facilmente..."

Qualcuno dalla platea grida: "GRANDE RUDY!!!" riferendosi a Rodolfo Maltese, abbinandolo scherzosamente agli "errori" di cui parlava Vittorio. Risate del diretto interessato e del pubblico.

"... ma sarà "Dettagli" anche perché vi racconteremo delle curiosità per ogni pezzo che suoneremo." Vittorio Nocenzi è visibilmente teso, e forse un po' stizzito dai continui problemi delle sue tastiere. Mentre parla, ben tre tecnici gli girano intorno per cercare una soluzione a quell'hammond che non va e a quel piano che fa le bizze.

Siparietto: uno dei tre prova a sentire se il pianoforte va, e preme tre tasti in scala. Funziona. Il tecnico continua a provare, ma Vittorio è visibilmente scocciato, e rifila al tecnico un assolo di tastiera dalla velocità impressionante, qualcosa di un po' più elevato della scala di tre note di prima, insomma.

Il tecnico ci rimane secco, chiede scusa e scappa a gambe levate! Risate del pubblico.

"Evitate possibilmente i pomodori, perché d'estate, con questo caldo, si appiccicano..." Altre risate. Ed è qui che capisco che il Banco è il Banco. Anche senza Franceco Di Giacomo, Vittorio, Rodolfo, Tiziano e gli altri hanno deciso di suonare lo stesso, e so che faranno di tutto per rendere almeno sopportabile una serata ormai macchiata da questa pesantissima mancanza.

"La canzone che suoneremo ora da il nome al nostro primo album dal vivo..." e comincia a raccontarci di quando a quei tempi (e non parliamo neanche di troppo tempo fa!) non c'erano così tanti studi di registrazione, anzi, ce ne era uno solo, a Milano. Pezzo del 1980, parte Capolinea, strumentale di suo, canzone non dai tre album "sacri", ma per questo molto sottovalutata: l'avevo sentita in Nudo e a me è piaciuta moltissimo!

Finita Capolinea, dopo i giusti applausi, Vittorio riprende il microfono. "Nel 1982 poi ci fu richiesto per la prima volta di comporre una colonna sonora..."
"GAROFANO ROOOOSSOOOOOOOO!" urla dal pubblico lo stesso che poco prima aveva gridato "Grande Rudyyy!"...
Risate del pubblico e della Band, Vittorio guarda con un'espressione di finta stizza chi ha urlato: "Era una domanda?!" Poi sorride: "Sì, Garofano Rosso..."

Questa invece non l'avevo mai sentita prima, Garofano Rosso decisamente mi manca. Ma prima di cominciare, Vittorio ci racconta un dettaglio anche su questa canzone. "Lavorare per una colonna sonora può essere molto pesante per un musicista, perché ha un tempo stabilito e ristretto, è vincolato alle immagini e soprattutto deve sottostare al regista, che se è serio vuole effettivamente supervisionare anche la musica. Eppure per noi invece questa sfida è stata molto stimolante..."

Ancora pezzo strumentale, Garofano Rosso si è rivelata veramente bella, anche stavolta: altra prova che il Banco è in grandissima forma, alla faccia dei "vecchietti"! Decisamente da sentire, penso che se ci saranno prossimi acquisti banchiani, vorrò prendere questa colonna sonora.

Garofano Rosso sfuma, Vittorio Nocenzi si rilassa un momento sul suo sgabello, poi improvvisamente schiocca le dita, e grida: "E one, e two, E ONE-TWO-THREE-FOUR!" e parte l'inconfondibile Metamorfosi, dal primo album, Banco del Mutuo Soccorso.
Metamorfosi invece appartiene decisamente alle "sacre" del gruppo ed è una delle mie preferite!
L'esecuzione è incredibile, e incredibile è la grinta di Vittorio, che punta le dita verso i compagni per introdurli nella scena, batte i piedi a tempo, da continuamente anche durante il concerto delle dritte agli altri musicisti... un vero leader, insomma. Veramente stupefacenti anche gli acquisti "giovani" del Banco, che suonano sì col gruppo da tanto, ma che davvero suonano esattamente come i membri originali su CD.
Metamorfosi è anche la prima canzone in cui purtroppo dovrebbero esserci le parole di Francesco Di Giacomo che invece non ci sono. Ma il pubblico, soprattutto le prime file fra cui ero, assolutamente carico, comincia a cantare al posto del frontman! E Rodolfo Maltese, sorpreso e felice, mostra la sua approvazione.

Metamorfosi si chiude con un outro in crescendo che fa applaudire tutti, felici.

Vittorio prende ancora il microfono. "Il brano che andremo a suonare ora... non è mai stato suonato live." un brivido di eccitazione pervade la folla. "A dire il vero, l'abbiamo arrangiato stamattina..." risate. Si tratta di Racconto di Neve, dal primo album solista di Nocenzi, riarrangiato solo con tastiera, chitarra e basso. Pezzo tranquillo e piacevole, lì per lì penso che sia per riposarsi dopo la grinta di Metamorfosi, ma più avanti avrei visto che la scelta non c'entrava proprio nulla con il far riposare nessuno...

Racconto di Neve sfuma dolcemente, e Maurizio Masi ritorna al suo posto dietro la batteria, mentre Vittorio da subito il via a La Caccia / Fa # Minore. Il pezzo, nel disco No Palco, era stato usato anche come attacco per Moby Dick, quindi mi stavo preparando a quella, ma invece una volta eseguito il pezzo bello e tranquillo, prende la parola Alessandro Papotto.

"Adesso ci sarà un tributo alla musica classica, dedicato a Francesco Di Giacomo, al Banco, e soprattutto a voi" applausi, mentre il ragazzo esegue un assolo di clarinetto veramente impressionante persino alle mie orecchie ignoranti. A fine assolo, lo stesso Vittorio Nocenzi prenderà la parola per sottolineare la bravura di Papotto, che aveva preparato un medley di diversi compositori classici, fra cui Mozart e Gershwin.

Ma è tempo di tornare alla musica del Banco. Vittorio ci annuncia che il pezzo che seguirà gli sta molto a cuore. "Qualche anno fa, un nostro amico ci pose questa domanda: ma a cosa serve l'orizzonte?" la domanda ad aleggiare lì, nell'aria. "Perché, insomma, ci diceva, cammino 2 chilometri, e lui si sposta ancora di 2 chilometri. Cammino 10 chilometri, e lui si sposta ancora di 10 chilometri... ma a cosa serve, se non si può raggiungere?" Al che, un amico di Vittorio di nome Emiliano, gli rispose: "Proprio a questo serve l'orizzonte: a camminare." e proprio questo era il titolo della canzone: Emiliano.

Altro pezzo non dei "classici" ma che avevo avuto modo di sentire in Nudo, mi è piaciuto veramente tanto, soprattutto dopo la bella introduzione.

Anche stavolta senza presentazioni, finita Emiliano, parte invece una delle canzoni più belle di Darwin!, ovviamente sempre con il "E one, e two, e one-two-three-four" di Vittorio Nocenzi: rabbrividisco a sentire le note della grandiosa La Conquista della Posizione Eretta, e il potere evocativo della canzone è talmente alto che anche stavolta nessuno resiste al cantare le parole che Francesco Di Giacomo non è lì a cantare per noi. Inizio in crescendo da far rabbrividire. E tanto, anche. Straordinario.

Credo che sia a questo punto che Vittorio ci racconta della loro avventura cubana: infatti, il Banco è stato il primo gruppo italiano a viaggiare fino a Cuba e a suonare lì. Sono arrivati in aereo, e subito hanno avuto un problema con il cargo (che aveva tutti gli strumenti dentro), che non voleva aprirsi. Dopo 4 giorni finalmente si scoperchia questo cargo, e finalmente suonano, ovviamente da perfetti sconosciuti, perché il governo cubano di allora era estremamente più rigido di oggi e non permetteva di comprare merce straniera.

Eppure quei concerti che fecero li resero notissimi, "quasi avessimo suonato al Sanremo di Cuba", scherza Vittorio. Quando andavano per strada, tutti li indicavano, gridando: "El Banco! El Banco!" "El Gordo, el Gordo!" (Riferendosi alla mole di Francesco Di Giacomo, che ora è "rimasta comunque in famiglia", scherza ancora Nocenzi)

Il pezzo dopo è un altro breve strumentale: Roma / Tokyo. Piacevole, perché vedere suonare un gruppo così affiatato è veramente un piacere, ma forse il pezzo che considererò di meno della serata.

Quindi Vittorio Nocenzi parte in un altro leggero e lento pezzo di pianoforte... che poi si sviluppa nelle notissime note di 750.000 anni fa... l'amore? Uno dei miei pezzi preferiti in assoluto, e che difficilmente pensavo avrebbero suonato, visto che è molto cantata. Ma evidentemente avevano davvero voglia di suonarla, come il pubblico l'aveva... di cantarla!!! Esecuzione perfetta.

E ad un pezzo così splendido, ne poteva seguire soltanto un altro ugualmente spettacolare: parte subito infatti la meravigliosa ballata Non mi rompete. E se fino a quel momento il pubblico aveva cantato tutti i pezzi che normalmente non cantava, perché tirarsi indietro ora, quando è nella norma che si canti Non mi rompete?

Veramente emozionante. Veramente.

La dolce Non mi rompete sfuma, ed ecco che subito attacca la potentissima Traccia. Tutti battiamo le mani a tempo, e cantiamo "lalalalala" con Vittorio e gli altri. Energica come sempre, Traccia sembra essere la conclusione del nostro concerto.

Vittorio e gli altri cominciano a salutarci e ad augurarci la buonanotte. Si inchinano e se ne vanno, fra gli applausi. Ma noi non ci stiamo, e più che altro... sappiamo che non è finita.

Cominciamo ad urlare "Fuori!!! Fuori!!!" ed ecco che dopo un po' si presenta Rodolfo Maltese, che imbraccia una chitarra e dice: "Non so quanti di voi lo sappiano, ma quest'anno è l'anniversario di uno splendido CD dei Beatles..." e comincia un assolo di chitarra tributo ai Beatles.

A fine assolo, applausi, e continuiamo a richiamare fuori il Banco. Vittorio Nocenzi sale sul palco allargando le braccia, come a dire, "E che devo fare?"

E in effetti, al microfono, dice: "Voi siete esattamente come degli ospiti inaspettati. Com'è che funziona in questi casi, per il padrone di casa? Ecco... e adesso cosa gli do da mangiare?!" risate. "Abbiamo suonato un'ora e cinquanta... e voi avete ancora fame?!" coro di , ovviamente.

Vittorio allora comincia a raccontare un altro aneddoto. "Passato molto tempo dalle registrazioni dei nostri primi due album, Banco del Mutuo Soccorso e Darwin!, volli provare a riregistrarli completamente, e credo che fino ad oggi siamo l'unico gruppo ad aver totalmente rifatto due album. In fondo credevo si potesse fare e l'ho fatto: in fondo la musica era la mia, mia e di Francesco. Di fatto, poi ho visto che non potevo, perché ormai la musica non era più mia e di Francesco, ma della gente, di tutti." Applausi. "Con la tecnologia più moderna si poteva fare di tutto, ma a noi non andava di mettere venti tastiere tutte insieme e via. Così ci siamo messi lì... a rivedere ogni singola nota." Espressione emblematica, qualcuno già ride. "Il problema è venuto quando siamo arrivati a dover riregistrare Passaggio. Cosa fare con quella? Dovevamo risimulare ancora i passi sul parquet?" Risate di tutti.

"Al tempo, quando registrammo Banco del Mutuo Soccorso, l'unico studio di registrazione in Italia era a Milano, e per la precisione, in un oratorio. Sei giorni su sette, quella stanza era uno studio di registrazione. La domenica, diventava una sala cinema per i bambini. Di domenica, gli strumenti che c'erano venivano semplicemente coperti e tutto si trasformava in cinema. E' proprio in questa ambientazione che abbiamo registrato Passaggio la prima volta. Ci sono io che mi incammino, arrivo all'hammond e suono un motivetto. Un motivetto che forse se sviluppato sarebbe potuto diventare una grande idea, un grande pezzo, una bella canzone, ma che invece è rimasto un motivetto. Questo è Passaggio: tutte quelle idee che passano per la testa ma che poi non nascono."

Ed è con queste parole che attacca proprio Passaggio.

Tutti noi però sappiamo bene che Passaggio sarà solo un'intro a qualcos'altro. Ma a cosa? In Banco del Mutuo Soccorso, Passaggio viene prima di Metamorfosi, ma qui Metamorfosi l'hanno già suonata...

Alla fine di Passaggio, abbiamo la nostra risposta, quando il Banco comincia a suonare nientemeno che la sua suite Il Giardino del Mago, che prima qualcuno aveva gridato di volere, ma per pura comicità, vista la sua lunghissima durata. L'esecuzione è incredibile. Il Giardino del Mago è non solo tra i miei pezzi preferiti in assoluto, ma è anche il pezzo che mi ha fatto veramente innamorare del Banco, quindi sono stato felicissimo di sentirla: e anche qui, il pubblico non ha fatto mancare il giusto singalong, perché un Giardino del Mago senza lo splendido testo è veramente uno spreco.
Assolutamente esaltante il pezzo più forte e aggressivo della canzone.

E dopo questa, pensiamo tutti che ormai sia ora di concludere, quando invece si da il via a L'Evoluzione, un altro pezzo stupendo, nel CD Darwin!, della durata di quasi 14 minuti, che live è stato ridotto solo di poco. Applausi e grida di gioia e di incredulità!

Quando poi Vittorio Nocenzi ci chiede se ora siamo sazi e parte con Traccia II capiamo che è davvero finita, ma dopo una serata di così tanti regali e così perfetta e piena, l'assenza di Francesco Di Giacomo può passare in secondo piano.

Saluti e applausi, stavolta gli inchini sono di vero saluto, e il Banco del Mutuo Soccorso se ne va trionfante, dopo aver trasformato una serata da dimenticare in una serata... indimenticabile.

Dopo il concerto, sono in tanti a fiondarsi a comprare magliette che io ho già comprato (dell'album "Io sono nato libero", mentre il cappellino ha il logo di "Banco del Mutuo Soccorso").

La folla si disperde abbastanza in fretta, ma io ho altri obiettivi, e rimango ad attendere davanti ai tendoni. Poco dopo infatti escono tutti i nostri eroi del Banco. Mi fiondo subito da Vittorio Nocenzi, che, com'era prevedibile, è il più preso d'assalto.

Mi fanno veramente piacere le sue parole quando dice, "Eh, la cosa che ci fa veramente piacere è vedere che non vengono a sentirci soltanto vecchietti come me e te..." e indica un altro signore che era venuto a prendersi il suo autografo, "... ma anche ragazzi di diciott'anni!" e indica me e altri due ragazzi, che sorridiamo radiosi quando ci indica.

Bello che prima degli autografi tutti chiedano come sta veramente Francesco. Le risposte sono tranquille, tranquillizzanti e rilassate.

Mi faccio autografare la cartolina che avevo preso con la maglietta, poi vado dal bassista Tiziano Ricci, libero, che mi chiama subito dopo Rodolfo Maltese.

Davanti al palco trovo libero anche il simpaticissimo Alessandro Papotto, che mi fa un autografo e mi regala il foglio della scaletta, che poi farò autografare ancora da Rodolfo Maltese e che conserverò gelosamente a vita.

Lo stesso Rodolfo mi fa: "Guarda che questa scaletta è unica, non ci sarà più un altro concerto così, tienimela da parte che la rivorrò!"

Ed è così, frizzante dal buonumore, che me ne torno a casa.
Arriverò alla base alle 2, mi metterò qui al computer a scrivere il resoconto freschissimo fino alle 3 mentre riascolto le stesse epiche tracce del concerto (anche se mi sembrano molto più vuote, dopo la grinta che ho sentito dal vivo, le apprezzo mille volte più di prima!!!), poi crollo addormentato.

Che dire?

I membri "storici" del Banco non sono affatto dei vecchietti come si potrebbe pensare, ma anzi hanno ancora un'energia incredibile, che mi ha veramente sorpreso!
I nuovi membri si sono inseriti alla grande, e sono veramente talentuosi e bravissimi.

Questo concerto è stato unico nel suo genere soprattutto perché mancava il fiore all'occhiello della band: Francesco Di Giacomo. E se è stata una sfortuna, per me, partecipare ad un concerto (l'unico nella storia) senza di lui, dall'altra parte posso dire di essermi divertito tantissimo ad ammirare di più il carisma di Vittorio Nocenzi, la simpatia di Rodolfo Maltese, la pettinatura da scienziato pazzo e lo stile strambo di Tiziano Ricci, la bravura di Alessandro Papotto, lo spirito di Filippo Marcheggiani e la forza di Maurizio Masi: il Banco del Mutuo Soccorso è un gruppo con poche parti vocali, testi magnifici, sì, ma soprattutto musica: ed è quello che ho capito stasera, quello che non mi scorderò mai, quello che conta davvero.

E' stato stupendo.

Il concerto non solo è stato presentabile. E' stato stupendo. E io non credo che sia una cosa da tutti, arrangiare un concerto in un giorno con questi risultati.
La scaletta è stata assolutamente perfetta, qualcosa che ha saputo mischiare grandi classici (praticamente tutto Banco del Mutuo Soccorso senza R.I.P., quattro delle mie cinque preferite di Darwin!, le mie due preferite di Io sono nato libero) a brani meno classici ma assolutissimamente sottovalutati e da rivalutare (Capolinea, Garofano Rosso, Emiliano, La Caccia) e anche scelte coraggiose (Racconto di Neve, arrangiata la mattina del concerto!). E se solo ci fosse stata la voce...!!!

Grazie di tutto, Banco. Siete speciali. E spero con tutto il cuore di rivedervi il prima possibile, stavolta però con Francesco! Si mormorava di un'altra tappa ancora a Roma a Settembre... io ci spero tantissimo!!

Anche se ancora non mi spiego perché abbiano suonato 750.000 anni fa... l'amore? e non Cento Mani e Cento Occhi (un'altra track che veramente adoro oltre ogni limite umano): onestamente, credevo che avrebbero suonato la seconda invece della prima, anche perché in Cento Mani e Cento Occhi a cantare la metà della canzone è proprio Vittorio...

Oh, beh! Non mi è dispiaciuto mica!

PFM... CHI??????????

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