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domenica 19 aprile 2009

Identificazione 1.5

ATTENZIONE: Questo post è stato pesantemente modificato con cancellature e notevoli aggiunte dopo il post "Estroversione". Le più evidenti di queste saranno contrassegnate da segnali a freccia ---> <---.
I punti di vista sono notevolmente stati adattati e migliorati!

Dire "Io sono Cristiano",
o "Io sono Musulmano",
oppure anche "Io sono Ateo"
è dire
"Ho messo una Parola e una forte convinzione psicologica al mio senso di identità".
Questo senso di identità si chiama "ego", sono "io", formo un mio "io" composto di pensieri, convinzioni e strutture psicologiche, che è la mia persona che interagisce col mondo intorno a me.

E trovo che identificarsi troppo in e con qualcosa sia uno degli errori più grandi che una persona possa fare.
In fondo ognuno è libero di credere in quello che gli pare, no?
Se essere Cristiano, Musulmano, Ateo o altro...
Allora perché uno nello scegliere di credere in qualcosa dovrebbe fare un errore?

Le persone non riescono a distinguere "io sono" da "io penso che".
E poi ci stanno male.
"La mia persona" è diverso da "quello che la mia persona dice".
Puoi non essere d'accordo con quello che dico ma sempre andare d'accordo con me come persona.

---> Quando una persona ti accusa o ti contesta, magari difendi strenuamente quello che era la tua opinione, perché vedi quella contestazione come se fosse rivolta a te. Invece è solo rivolta alla tua opinione... che è qualcosa di ben distante da te. <---

Facendo tante riflessioni arrivi abbastanza presto a capire che un essere umano DEVE identificarsi in qualcosa. Qualsiasi cosa, ma deve sentire questo senso di appartenenza. Ci arrivi da piccolo, quando cominci a spiegarti perché alcuni tuoi compagni di classe si vestono in un modo e altri in un altro, perché alcuni tuoi amici quando escono fanno certe cose e altri preferiscono farne altre... è un'identificazione a un gruppo, un'appartenenza che ti fa sentire più forte e meno solo.
Tu la scegli e via.

Sono sorpreso e un po' deluso.
Tantissime persone neppure provano a pensare oltre a quel (poco) di cui hanno avuto esperienza diretta, quello che hanno intorno a loro nel più immediato, e così si adattano a quello, per il resto della loro vita.
Come se andando oltre, non potessero avere il controllo. Come se fossero spaventati da quella che poi credo che sia la struttura della vita, un mondo da esplorare nelle sue diversità, siano esse da apprezzare o meno...

La società ci programma, crea dei "modelli caratteriali e di comportamento" da fiction in cui identificarci a seconda delle situazioni in cui viviamo e ci fa il lavaggio del cervello in modo che possiamo tranquillamente prendere forma in mezzo a questa città dei sogni (di plastica) creata per noi.

E' alla base della nostra natura umana identificarci in qualcosa, ma è parte di un processo.
Il passo successivo, nel processo, è capire sempre di più la presenza di una nostra mente che è tanto più grande e tanto più bella di quei banali luoghi comuni in cui viviamo.
E quindi superare tutto quanto, per andare al livello dopo.

Capire che l'identificazione in qualsiasi cosa è solo un'illusione e che possiamo vivere più felici senza.

Non sarebbe più facile e bello passare oltre? Non ci farebbe stare meglio?
Non sarebbe ancora più facile se fossimo noi stessi la nostra convinzione e la nostra base nell'affrontare le cose? Senza filtri, senza prese di posizione che diventano obbligatorie nel momento in cui cominci a piazzare paletti come "io sono Cristiano", "io sono Musulmano", "io sono Buddhista", "io sono Ateo", eccetera...

Piazzare paletti del genere lo vedo come un qualcosa di pesante e di importantissimo.

Per me vale un po' per tutte i "dottrine prefabbricate" in generale...

Prendere queste decisioni, questo dire "io decido di credere e aderire a questi valori", è come una presa di posizione... a prescindere.
Un po' come dire "indipendentemente dalle cose che mi si pareranno davanti nella vita, io scelgo di vivere e di posizionarmi e mettermi in gioco sulla scacchiera in questo modo".

Ma che ne sai di quello che ti porta davanti la vita?
Perché devi partire svantaggiato, decidere di tua volontà di fare la prima mossa e scendere già in campo schierato? Per un valore che in fondo quanto è davvero vicino a te e alle tue convinzioni?

---> Con tutti i punti di vista e i modi di vivere che esistono, tutte le religioni, tutte le filosofie, perché devi sceglierne uno? Sceglierne uno vorrebbe dire chiudersi su quello e negare tutti gli altri.
Non è più bello scegliere di lasciare che tutto scorra così com'è, rispettare ogni diversità e apprezzarne i lati di ognuna che troviamo compatibili con noi, magari rielaborandoli, adattandoli a noi, semplicemente prendendone spunto?

O sarebbe considerato ignavia? <---

Le cose sono due.

Una, sei tu.
La tua persona.
Con i tuoi sorrisi, le tue lacrime, i tuoi pensieri, le tue riflessioni, le tue paure, le tue gioie e tutte le sensazioni.
Il tuo creare queste sensazioni, qualcosa che nasce dal profondo di te, dalla tua anima.
Non dalla tua testa.

L'altra cosa, un'altra cosa, è il pensiero di qualcuno.
Tu lo leggi, lo interpreti, lo modelli un po' e poi decidi se indossarlo o meno.
Però è sempre una cosa che indossi, non sei mai "tu" che l'hai pensata.

Le persone non si rendono conto che c'è una voce nella loro testa che pensa e produce idee e sensazioni perché LORO SONO quella voce nella loro testa.

E capite qual è la limitazione della religione che sto cercando di dire?

Le persone molto chiuse mentalmente, molto religiose o saldamente imbrigliate in altre ideologie, si identificano ai loro pensieri, ai loro... "concepts" prestabiliti. E sempre intorno a quelli rigirano, senza allontanarsi mai, senza vedere cose nuove, senza provare cose nuove, scartando magari tanti spunti per migliorarsi.

Andando oltre, invece, non sei più intrappolato a girare intorno a quei pochi concetti. Andando oltre, non ti identifichi in niente, e sei libero. Ti senti libero. E ti senti più felice di te.

E' un po' come tornare all'origine. Riassumi un po' quella non-consapevolezza un po' magica di quando eri bambino. Sai che c'è qualcosa di altissimo e di fortissimo, non puoi non sentirlo. E' la vita che ti circonda, in fondo. Cosa può esserci di più grande?
Però non senti il bisogno di restringerlo a quei quattro concetti.
Riesci a percepirlo così, ti va bene così, ed è bellissimo, niente più perdersi in pensieri o dibattiti di sorta.
Solo tu e quello che senti.

E nessuna offesa a nessuno... davvero.

Io sinceramente sono convinto che nessuno segua religioni o ideologie rigidamente nei suoi precetti.
Quelli che lo fanno si chiamano estremisti.
E non sono le persone con cui condividerei una stanza.

Il bello è anzi vedere come le persone si "rimodellano" le ideologie, perché vuol dire che provano a fare di quel pensiero qualcosa di più "proprio"... e stanno cominciando a fare quel passo avanti.

Però sono convinto che se c'è una qualche Verità con la V maiuscola che possiamo cercare di avvicinare in qualche modo, discostandomi dagli standard - da questi standard - sono un po' più vicino a raggiungerla.

Io non so cosa voglio fare nella vita, ma è da molto tempo che credo dentro di me che basti davvero poco per essere felici e soddisfatti di sé.
Basta avere un'idea. Un'idea originale.
Lavorarla, darle forma e metterla al mondo.

Quell'idea sarai TU nel mondo.
Altre persone la vedranno, la rivisiteranno, rileggeranno ancora la tua idea, la giudicheranno e la commenteranno, e sottostaranno alla TUA idea. E sarà fatta!
Ti sarai messo in gioco. Avrai detto la tua.
Sarà un po' come lasciare il segno. E l'avrai fatto tu, senza filtri, con le tue idee e quello che tu hai pensato.

E io non voglio invece decidere di "aderire" a qualcosa. E' un "farsi catalogare". E' un "farsi contare nelle statistiche" assieme a un gruppo anonimo di altre persone.
E' un ridursi a un concetto.
Mi pesa troppo.
Voglio decidere io per quello che sono, volta per volta.
Scegliere cosa è meglio e cosa è peggio, solo secondo me, secondo le mie sensazioni e le mie idee.

Io credo che queste siano idee "più avanti" delle stupide ideologie di base, alla portata di tutti.
E c'è chi semplicemente sceglie una di queste ideologie di base e ferma lì il suo cammino di crescita personale.

(No, "idee più avanti" è brutto e arrogante... mi piace di più qualcosa come "forme spontanee di emozione". Che suona come la cosa più stupida che abbia mai detto, AHAHAH! Torniamo sempre a quel punto... perché cavolo i pensieri hanno bisogno di parole per venire fuori? E' in momenti come questi che piuttosto vorrei essere un musicista...)

Ci si adatta e basta.
Fosse poi così difficile uscirsene con qualcosa di proprio, come dicevo sopra, poi! Quando si è innamorati e ci si carezza i capelli, quello che si prova e quello che si dice in quei momenti, secondo me è la cosa più alta e bella di... "idee più avanti" di cui dicevo :-)

E ho capito una cosa: non si tratta di lottare contro qualcosa o sforzarsi per superare una difficoltà. Più fai così, più tendi a vedere i lati più forti e duri del tuo problema, e non lo superi, lo rendi più forte ai tuoi occhi. Devi andare oltre in armonia.

In armonia con cosa?
Boh, su questo ci sto ancora lavorando...
In armonia con te stesso, per prima cosa, credo.
Non vai da nessuna parte se cominci a remare contro te stesso e quello che provi.

Sarebbe un po' un controsenso, del resto. "Per capire meglio te stesso, fai cose che non ti vanno bene e che ti forzano"...

Certo, non è che io viva sempre felice, in armonia e in allegria come magari sembra dalle cose che scrivo.
Ma almeno ci provo.

E non so se avrete mai idea di quanto questo post sia stato in lavorazione...!

Non so se ho scritto qualcosa di arrogante o se qualcuno può sentirsi offeso, in certi punti.
Voglio solo dire che davvero non è mia intenzione offendere nessuno o anche proprio andare contro qualcosa.

Quello che faccio in questo blog, da sempre, è esprimere quello che sento e provo.
Andare contro le opinioni e le sensazioni degli altri è qualcosa che trascenderebbe il rispetto e il bene che voglio al prossimo. :-)

Anzi, forse il prossimo post serio che farò sarà proprio su quello che il prossimo significa per me, chissà.

PEACE 'N' LOVE
\m/

giovedì 2 aprile 2009

Senza Titolo 5



... Are you there?
Is it wonderful to know
All the ghosts...
All the ghosts...
Freak my selfish out
My mind is happy
Need to learn to let it go
'Cause I know you'd do no harm to me

But since you've been gone I've been lost inside
Tried and failed as we walked by the riverside
And I wish you could see the love in her eyes
The best friend that eluded you lost in time
Burned alive in the heat of a grieving mind

But what can I say now?
It couldn't be more wrong
'Cause there's no one there
Unmistakably lost and without a care
Did we lose all the love that we could have shared
And it's wearing me down
And it's turning me round
And I can't find a way
Now to find it out
Oh, where are you when I need you...

Are you there?

lunedì 30 marzo 2009

Senza Titolo 4

Altre volte, provo a sognare.
Ma non ci provo spesso, non mi riesce sempre.
E non sempre quello che vedo è quello che vorrei vedere.
La cosa peggiore/"peggiore" è che quando ti vedo, sono felice.

domenica 29 marzo 2009

Senza Titolo 3

Ogni tanto sento di nuovo il bisogno di perdermi nelle profondità dei tuoi occhi.
In quei momenti provo a cercare nel cielo.
Non trovo mai quello che volevo all'inizio.
Ma ogni volta la vita ha un nuovo significato.

domenica 22 febbraio 2009

Voci

Ti capita mai di sentire delle "voci"?

Cerco disperatamente di sentire delle voci, anche solo ogni tanto, ma non ne ho mai sentita neanche una.
Forse con me non vogliono parlare.
Anche nei posti più isolati, quando sono solo, di notte, niente, mai sentito una voce, neanche un fruscìo.
Sono molto deluso, forse non interesso...

venerdì 6 febbraio 2009

Senza Titolo 2

Steve Earle
The Galway Girl
Transcendence Blues


Well, I took a stroll on the old long walk
Of a day -I-ay-I-ay
I met a little girl and we stopped to talk
Of a fine soft day -I-ay-I-ay
And I ask you friend, what's a fella to do
'Cause her hair was black and her eyes were blue
And I knew right then I'd be takin' a whirl
'Round the Salthill Prom with a Galway girl

We were halfway there when the rain came down
Of a day -I-ay-I-ay
And she asked me up to her flat downtown
Of a fine soft day -I-ay-I-ay
And I ask you friend, what's a fella to do
'Cause her hair was black and her eyes were blue
So I took her hand and I gave her a twirl
And I lost my heart to a Galway girl

When I woke up I was all alone
With a broken heart and a ticket home
And I ask you now, tell me what would you do
If her hair was black and her eyes were blue
'Cause I've traveled around, I've been all over this world
Boys, I ain't never seen nothin' like a Galway girl



(P.S., I love you)

mercoledì 4 febbraio 2009

Senza Titolo 1

Vorrei sapere
Chi sei

Nei tuoi sogni
Cosa vedi

E se sono cose meravigliose

Vorrei sapere
Se vedi panorami

Se vedi un mare verde
O se vedi le montagne

Se vedi la neve
O la sabbia dorata

Se vedi un albero senza foglie
Con un tramonto dietro

Sai forse cos'è
Se è una parola

Se è amore

Sai forse
Se fa male

Se ti tocca dentro
Nel profondo

Come la musica

Vorrei sapere
Se puoi sentirla

Sta sbiadendo

Il bello della vita è che continua anche dopo i titoli di coda.

domenica 21 dicembre 2008

Semplici errori (e tempi che corrono)

"This one is about... you know... being in peace with yourself and... all this kind of... bullshit...!
It is called A Simple Mistake."
- Danny Cavanagh
---

Think for yourself, you know what you need in this life

See for yourself, and feel your soul come alive tonight
Here in the moment we share,
trembling between the words we share

Out at starlight enshrined, veiled like diamonds in...

... Time can be the answer, take a chance, loose it all
It's a Simple Mistake to make, to create love and to fall
So rise and be your master, you don't need to be a slave
Of memory ensnared in a web, in a cage

I have found my way to fly free from the constraints of time
I have soared through the sky, seen life far below in mind
Breathed in truth, love, serene, sailed on oceans of belief
Searched and found life inside,
we're not just a moment in time
...

... can be the answer, take a chance, loose it all
It's a Simple Mistake to make, to create love and to fall
So rise and be your master, you don't need to be a slave
Of memory ensnared in a web, in a cage

... in a web, in a cage

"Despair is for people who know, beyond any doubt,
what the future is going to bring.

Nobody is in that position.
So, despair is not only a kind of sin, theollogically,
but also a simple mistake, because nobody actually knows.

In that sense, there always is hope."

(Anathema, A Simple Mistake)

lunedì 24 novembre 2008

Questione di Pilastri

Non è che "la vita è brutta" e cretinate del genere...
Solo che ogni tanto quelle poche cose più essenziali per te, che te la rendono sopportabile, spariscono.

In questi giorni poi mi è capitato spesso di rileggere quel post sul sentirsi soli che avevo fatto un po' di tempo fa. Eh, funziona, dai. Sai cosa, poi? Fa uno strano effetto. Sembra un po' come... aver cambiato vestito. Modi diversi di vedere le cose.

Migliori, intendo. Però, pure se cambi il vestito... ogni tanto quelle sensazioni tornano sempre.

A volte stando da soli è difficile vedere gli aspetti positivi delle cose.
Sono giù, tanto giù, anche se in questi giorni a tratti mi sto ripigliando.
Non mi va neanche di cercare parole strane in cui scriverlo, immagini attizzanti in cui trasformarlo... sono proprio svogliato, mi guardo dentro, e mi vedo giù. E basta.

A questo punto è il momento di fidarsi delle cose che avevo scritto quando ero decisamente più di buon umore.

Vediamo di mandare avanti la carretta in un modo o nell'altro.
Stasera, Nick Drake e i No-Man di sottofondo...

giovedì 25 settembre 2008

Tu es le roi!

Mentre di sottofondo Art of Life degli X Japan ha raggiunto il suo orgasmo nella parte del pianoforte, mi è venuto spontaneo scrivere queste due righe qui...
Ci sono un paio di amici che mi mancano veramente... mi dispiace non sentirli più. Mi dispiace che siamo cambiati tutti e tre e che ora forse non siamo più compatibili come prima.
Però la memoria dei vecchi tempi, quando torna, magari accompagnata da questo pianoforte, può essere molto forte.

Ma il primo passo ad allontanarci non l'ho fatto io, ragazzi. Forse dovrò essere io a fare quello che ci riavvicini, però se anche voi mi fate un cenno, non mi dispiace...

Penso che le persone a cui è diretto il messaggio bene o male possano capire che mi sto rivolgendo a loro... solo, non so se passano ancora da queste parti.

Però la canzone che sto ascoltando è sicuramente un indizio... dai!

La parte al pianoforte è finita. Quindi con lei anche l'alone un po' malinconico che mi aveva avvolto. Ragazzi, ci conto, eh!

E' proprio vero, la notte ha una strana atmosfera! Sapete che post del genere non si vedono mai da queste parti, quindi non prendetelo come un qualcosa da ragazzine problematiche... c'è tanto, dietro queste poche parole.

In attesa di post a stampo più particolare... ho anche lavoricchiato un po' sulla grafica del blog. Non è nulla, ma almeno non è il cadavere che era prima!

Shine On, Horizons!

lunedì 8 settembre 2008

"The Sadness of Things"

Una ragazza di Parma che interviene spesso nel tuo blog su myspace, ci ha fatto notare la frase che hai scritto a fianco al tuo avatar: "The Sadness of Things" (la tristezza delle cose). E' solo la citazione di una canzone o c'è altro dietro? Qual è il tuo rapporto con la malinconia?

E' una domanda molto complessa a cui rispondere...
Credo che ci sia un'insita infelicità nel mondo in cui viviamo, ma allo stesso tempo credo ci sia anche un'intrinseca bellezza. Penso che infelicità e bellezza siano strettamente collegate tra loro... per esempio... ho sempre creduto che la musica più bella, più commovente ed emotiva, fosse la musica triste e melanconica: Nick Drake, Joy Division... ballads, in genere.

Ad ogni modo la musica triste, melanconica, depressiva... come la vuoi chiamare... è quella che mi ha sempre emozionato di più, e che mi ha fatto sentire... più vivo.

Penso ci sia una forte relazione anche tra malinconia / tristezza, e bellezza / passione per la vita... l'unico modo per spiegarlo è questo: quando ascoltiamo qualcosa di molto triste e melanconico, ci fa capire che non siamo i soli a provare quel particolare sentimento, e questo ci fa sentire meglio, non peggio.

Ironicamente la musica lieta a volte mi fa sentire molto depresso, perché non mi dice niente della mia vita... secondo me non cattura l'essenza dell'esistenza umana, mentre una canzone molto triste come quelle di Nick Drake, per me colgono esattamente l'essenza di quello che è la vita.

E' una cosa buona e mi sento meno solo nel mondo quando provo questo tipo di connessione con una canzone. Mi fa sentire meglio, mi fa sentire la passione per la vita... "The sadness of things" per me è un concetto positivo, non negativo.
- Steven Wilson, Porcupine Tree

domenica 25 maggio 2008

In vista della Torre?

Le cose più importanti sono le più difficili da dire.

Sono quelle di cui ci si vergogna, poiché le parole le immiseriscono.
Le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori.

Ma è più che questo, vero?

Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il nostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portare via.
E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano,
senza capire affatto quello che avete detto,
senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate.

Questa è la cosa peggiore, secondo me.
Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti, ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.

(Stephen King, Stagioni Diverse, L'Autunno dell'Innocenza)

sabato 29 marzo 2008

La Macchina delle Risposte.

Ahora que está todo en silencio
Y que la calma me besa el corazón,
Os quiero decir adiós.
Porque ha llegado la hora
De que andéis el camino ya sin mí.
¡Hay tanto por lo que vivir!

No llores cielo y vuélvete te a enamorar,
Me gustaría volver a verte sonreír.
... Pero mi vida, yo nunca podré olvidarte,
Y sólo el viento sabe
Lo que has sufrido por amarme.
... Hay tantas cosas
Que nunca te dije en vida,
Que eres todo cuanto amo,
Y ahora que ya no estoy junto a ti,
Te cuidaré desde aquí!!

Sé que la culpa os acosa,
Y os susurra al oído "pude hacer más"
No hay nada que reprochar.

Ya no hay demonios
En el fondo del cristal, y sólo bebo
Todos los besos que no te di.

... Pero mi vida, yo nunca podré olvidarte,
Y sólo el viento sabe
Lo que has sufrido por amarme.

Hay tantas cosas
Que nunca te dije en vida,
Que eres todo cuánto amo,
Y ahora que ya no estoy junto a ti,
Te cuidaré desde aquí!!


Vivo cada ves que habláis de mí,
Y muero otra vez si lloraís.
He aprendido al fin a disfrutar,
Y soy feliz.

No llores cielo y vuélvete a enamorar.
Nunca me olvides,
Me tengo que marchar.

... Pero mi vida, yo nunca podré olvidarte,
Y sólo el viento sabe
Lo que has sufrido por amarme.
Hay tantas cosas
Que nunca te dije en vida,
Que eres todo cuanto amo,
Y ahora que ya no estoy junto a ti.

Desde mi cielo os arroparé en la noche,
Y os acunará en los sueños,
Y espantaré todos los miedos.

Desde mi cielo os esperará escribiendo,
No estoy sólo pues me cuidan
La libertad y la Esperanza.

"Yo nunca os olvidaré"
(Mägo de Oz, Desde Mi Cielo)

Non so in base a cosa uno decide come comportarsi e non ho voglia di pensarci.
Ho sempre visto gli altri in difficoltà, e allora ho pensato che per loro vedere qualcuno sicuro di se' avesse potuto dar loro conforto. Aiutarli. Incoraggiarli.

Sapevano che quando avevano un problema potevano sempre contare su di me.

E io li aiutavo.

Con i miei modi di fare un po' bruschi, un po' buffi, un po' arroganti. Ma di qualcuno che sembra che sappia quello che fa'.

Magari la butto un po' lì in caciara, e ridendo le cose sembrano più facili. Soprattutto se qualcuno ride con te.

Forse sono diventato per gli altri quello che vorrei che qualcuno fosse per me, e in certi momenti me ne rendo conto.

Come mi rendo conto che tutti quei modi di fare, quella personalità che uso, sono così fragili... e così inutili, quando serve. Tutte le certezze sono come i birilli che un giocoliere che sta in equilibrio su uno sgabello lancia in aria, ogni tanto arriva qualcosa che ti da un calcio allo sgabello.

E in quei momenti cosa ti importa di come si atteggia qualcuno?
Basta che qualcuno ci sia e ti regga quando stai per cadere dallo sgabello!

Forse mi sto perdendo qualcosa.

Ho paura di starmi perdendo qualcosa di molto importante.
No, mi sono già perso troppo di troppo importante.
Non è possibile essere sempre forti. Perché lo sono voluto essere?

Non sto dicendo di avere bisogno di un abbraccio. Però in questi momenti mi manca davvero una Guida.

Poco fa... mi hanno dato un bel calcio allo sgabello.
Ma sono contento.

Grazie, Sis.

Perché tutto è arrivato da una serie di strane coincidenze.
E ora le cose sono un po' più chiare.

Come si fa a non credere ai miracoli, se non credi che la vita stessa sia un miracolo?

lunedì 24 marzo 2008

La Macchina delle Risposte?

Da bambino... ci montavo su
Al cavallo, con la testa in giù...
Galoppavo... senza far rumore
Gli zoccoli di legno che volavano sui fiori
Non sciupavano... i colori.

Stan cantando al mio funerale
Chi mi piange forse non lo sa
Che per anni ho cercato me
E passo dopo passo, con le spine ormai nei piedi,
Tanto stanco...
... stanco...

Io sono arrivato nel Giardino del Mago
Dove dietro ogni ramo, crocifissi ci sono
Gli ideali dell'uomo.
Grandi idee invecchiate, nel Giardino del Mago
Io sto appeso ad un ramo, dentro un quadro che balla
Sotto un chiodo nell'aria
Sono là che ho bisogno di carezze umane più di te.

(E il tempo va, il tempo va, passa!
E il tempo va, il tempo va, passa e va!
E tu che fai, e tu che fai, e tu?
E tu che fai, e tu che fai, che fai?)

Sono finito ormai quaggiù
(Ma vieni via, vieni via, vieni via!)
Non posso tornare, resterò
(Se resterai, se resterai, che farai?)

Ogni creatura del Giardino del Mago
Vive tutto il suo tempo dentro a un albero cavo
C'è chi ride, chi geme,
Chi cavalca farfalle,
Chi conosce i futuri,
Chi comanda alle stelle... come un re

(Comanda le stelle, comanda le stelle,
Comanda le stelle, comanda le stelle...
Ma chi è che comanda da sé?)

...

... Com'è strano oggi il sole.
Non si fa scuro... chissà perché
Forse la sera non verrà
A uccidermi ancorra
Ha avuto pietà... solo ora.

... Per pietà della mia mente che se ne va...
Il giorno... aspetterà
Per me si fermerà un po' di più.
Vedo già... foglie di vetro
Alberi e
gnomi corrersi dietro
Torte di fiori, e intorno a me
Leggeri cigni danzano
A che serve poi la realtà?

Coi capelli sciolti al vento
Io dirigo il tempo
Il mio tempo
Là, negli spazi dove morte non ha domini
Dove l'amore varca i confini
E il servo balla con il re
Corona senza vanità
Eterna è la strada che va!
(Banco del Mutuo Soccorso, Il Giardino del Mago)


E' così, mi dispiace.

Non credo che quello che mi diciate sia sbagliato.

E' solo che io una volta ho provato qualcosa.

Quando ho cercato di sostituirlo in altri modi, non stavo medicando la ferita.

Ci stavo buttando sopra il sale.

Io devo trovare ancora quella sensazione.

E finché non arriverà, continuerò a vivere così.

lunedì 18 febbraio 2008

La Torre, Vol. 1

Tutti hanno una meta nella loro vita. Magari ogni tanto la perdono di vista, oppure la cambiano, ma quella meta c'è sempre. Può essere un ideale, un concetto, un oggetto, una persona. Qualunque cosa sia, ci allunghiamo sempre di più e in tutti i modi possibili per raggiungerla.

Immagina la meta come una torre. Lontano da lei come sei, riesci a malapena a vederne la punta. E quindi cominci a incamminarti nella direzione di quella punta. E ti avvii. Ovviamente, da così lontano, vedi soltanto la punta, e non sai che strada dovrai percorrere, per raggiungere la torre.

Se vuoi, questo è anche il bello della ricerca. Raggiungere una meta è come compiere un vero e proprio viaggio. Forse sai le tappe che dovrai attraversare per raggiungerla, però non hai certo idea di quello che troverai lungo la strada, fra le diverse tappe, fino alla fine.

Il viaggio non è mai facile da percorrere. Mai. E se lo è, forse c'è qualcosa di sbagliato. Se non te ne accorgi, peggio per te.

Se il viaggio è troppo difficile, rifletti. Può essere perché alla fine la tua torre sarà qualcosa di così grande da soddisfarti per tanto tempo, oppure può essere il caso di fermarsi, e vedere se sei davvero in grado di compiere quel viaggio.

Il vero problema viene quando arrivi alla tua torre. Arrivi ai suoi piedi, e non vedi porte davanti a te, solo pareti lisce, impossibili da scalare. Guardi un po' più su, e vedi che c'è un'altra strada che devi prendere tornando indietro, un'altra strada in salita, che ti porterà poi ad un ponte che sta più in alto, raggiungibile da un'altra collina.

Noi abbiamo raggiunto la nostra torre, credo. Non so se siamo abbastanza maturi da voler provare ad aprirla. Però l'abbiamo raggiunta... se non fosse che in effetti l'entrata è da un'altra parte. Proprio ora che siamo sotto la meta, ad un passo, dobbiamo ancora allontanarci da lei per riprendere la strada giusta. Quella che ci farà veramente entrare nella torre.

Ma se le cose dovessero cambiare, mentre siamo in cammino? Se la nostra torre, nel frattempo, sparisse... o peggio, se crollasse? Se la nostra meta dovesse cambiare per altri motivi, nel frattempo? Avremmo perso tutto questo tempo e tutto questo cammino per nulla?

Intanto, stringiamo i denti e continuiamo a camminare... perché se dovessimo perderci la torre quando ancora la cerchiamo, sarebbe molto più doloroso.

Vi state per caso chiedendo di che colore è la Torre? ... Eh!

domenica 10 febbraio 2008

Zaffiro

... Spero vivamente non mancherà occasione. Piuttosto, toglimi un’altra curiosità di tipo più “filosofico”. Non hai mai paura di perdere la tua identità creativa?

No, non completamente. Anzi, no. Di certo capita a tutti di attraversare periodi positivi ed altri un pò meno, ma in generale è importante essere felici di quello che si fa. Inevitabilmente quello che ti accade nel privato si riversa su come ti esprimi, le tue vibrazioni interiori sono a volte più cupe, altre più solari, altre volte ancora sei talmente attanagliato dalle tue angosce e dalla sindrome dell’incapacità che diventi l’essere più fragile del mondo. Un musicista è una persona intrinsecamente fragile ed insicura, perché pensi ogni volta che il nuovo lavoro sarà qualcosa di impossibile da realizzare e che la prossima volta che ti chiuderai in uno studio non ti verrà nemmeno un’idea. Questo è lo psicodramma personale di ogni artista. Ecco perché i musicisti hanno il cervello così incasinato!
- Richard Barbieri, Porcupine Tree

lunedì 21 gennaio 2008

Acquamarina

Sarah, we once feltered
As you froze that
Morning omen
And you told them
And you warned them
That the sky turned red
Above them

Sarah of the wonders
Of the wonders
Made of wonders


Venivi dall'atrio del cuore
Portando le chiavi del sole
Domani faremo l'amore
E niente potrà mai cambiare

Di questo rimase il rumore
D'un sogno che come nel mare
Si infrange su nere scogliere
D'un nero che può cancellare

Si dice che il sogno dell'uomo
E' far sì che il proprio domani
Sia senza calar del Sole
Ma dimmi, com'è senz'amare?

Ma i sogni son figli del cuore
Creati in quanto dolore
Spogliati della lor ragione
Per questo mandati a morire
(Novembre, Verne)

...

Sogni, natura, società, ambizioni, sofferenze, vie di fuga.
Uno cerca di navigare nel mare blu della vita, ma non gli viene mai data una bussola per orientarsi, né gli vengono dati strumenti particolari per prevedere tempeste, piogge, temporali.

O se il mare sia mosso o tranquillo. Se sia blu, o sia nero.

Gli viene solo dato un pezzo di carta straccia, con una matita. Lì, chi cerca di navigare potrà disegnare la sua mappa. Ma senza bussola, chi naviga sa che quella crociera potrà essere rischiosa.

E c'era come un rumor di vetro infranto
Ed una sensazione di allegria sommaria
Noi eravamo come foglie, in quell'Autunno strano
E senza capir perché, ci siam sfiorati piano.
(Novembre, Memoria Stoica / Vetro)


Ci sono persone che passano la vita intera a studiare gli altri. A studiare le emozioni degli altri, i comportamenti degli altri, i pensieri degli altri, gli atteggiamenti degli altri. Una cosa che a me piacerebbe davvero è conoscere bene me stesso. Tanto per avere un punto di partenza, diciamo.

Io penso di aver saputo cosa volevo, una volta. Davvero, lo sapevo.

Credevo che chiunque avesse vita portasse la croce della passione e del tempo.

E c'era come un rumore di bambini
Noi come gli altri, senza direzione alcuna
D'un tratto quell'Autunno diventò l'Estate
Uno sconquasso, caddi, e persi la tua mano.
(Novembre, Memoria Stoica / Vetro)

Poi ho perso quel qualcosa. L'ho perso, e credevo di essere tornato a navigare nel buio sotto un cielo senza luna e senza stelle, con una piccola lanterna tenuta accesa dal mio orgoglio, alla continua ricerca di qualcos'altro che volessi davvero. Credevo che l'avrei trovato. Credevo che l'avrei ritrovato.

Capisci, il tempo del gioco
E' oggi l'era del vuoto
E poi son solo preghiere da porgersi al mare.
(Novembre, Geppetto)

Forse sono rimasto troppo tempo immerso nei pensieri, mentre vagavo con la lanterna. Forse ho sprecato troppo tempo pensando ad altro, che ho perso anche quello che credevo di stare cercando.
Forse mi sono dimenticato come si ama.

Forse mi sono dimenticato com'è guardare dentro due occhi e provare un lieve senso di vertigine mentre si cade in loro, e poi una ben più felice sensazione di salvezza nel sentire che quegli occhi in realtà ti sorreggono benissimo, dolci, piacevoli, tranquilli.

Forse mi sono dimenticato com'è il cadere nel lago di quegli occhi e sentire quelle dolci acque che ti cullano, e che si portano via con le loro onde tutti i tuoi pensieri, tutti i tuoi problemi, a cui puoi per un momento smettere di pensare.

Forse mi sono dimenticato com'è il vivere quella specie di miracolo di un sorriso che abbatte una fortezza.

Com'è possibile che tutto questo diventi all'improvviso tremendamente sbagliato?

Once she told me about a dog
Which abandoned by its owner
It died of melancholy
Since then, it's all a little bit clearer.
(Novembre, Christal)

Non lo so, non lo so, non lo so, non lo so.
Sogni, natura, società, ambizioni, sofferenze, vie di fuga.
Uno si aspetta di disegnare la sua rotta e di percorrerla, ma troppo della rotta dipende dalle rotte che altri hanno disegnato per loro, troppo dipende se devi raccogliere dal mare nero un naufrago che ha bisogno di aiuto, troppo dipende da chi invece dalla sua rotta è stato spazzato via, e soffre troppo nel non ritrovarla.

Wake up together,
Together we will take the shame from you away.
(Novembre, Memoria Stoica / Vetro)

Dimenticavo.
Nel mare blu possiamo disegnare la nostra rotta, ma la disegniamo perché sappiamo che, da qualche parte, sepolto dall'acqua salata, c'è un tesoro che ci spetta.

In realtà, nel mare ci sono tanti tesori, solo che alcuni sono più importanti di altri.

Anche se sono stato tanto tempo da solo con i miei pensieri, credo di essere riuscito di nuovo a disegnare una giusta rotta. Per la verità era una rotta che cercavo da tempo. Però ora sono davvero sicuro di essere vicino alla rotta che mi possa dare delle risposte.

Se queste verranno domani, fra qualche settimana o fra dei mesi, non so dirlo.

Però ora sento che sono davvero vicine.

Il tempo è comunque breve.

Vorrei riuscire ad imparare di nuovo a capire quello che provo, e se quello che provo è davvero quello che cerco, e se quello che trovo è davvero quello che provo.
Vorrei riuscire ad uscirne.
Vorrei riuscire a rendere il mio domani senza tramonto.

Non so in che grado lo voglio, ma vorrei anche riuscire a farle tornare il sorriso.

Wake up together,
Together we will take the shame from you away.
(Novembre, Memoria Stoica / Vetro)

Vorrei sapere se il mio tesoro sei tu.

A treasure to find.
You are my treasure to find
A caress of water, caress of life,
A caress of Aquamarine water.
(Novembre, Aquamarine)

Il blu mi chiama.
Lo cerco con un sorriso.